Non ritorno
Il punto di non ritorno può essere il più vario. Per esempio, può essere atterrare a Malpensa e trovarti ad aspettare i tuoi bagagli per quasi mezz’ora; a un certo punto ne sono apparsi sul nastro due o tre, poi tutto si è fermato e sei rimasto lì ad attendere all’infinito, con i finnici che scuotono la testa e non capiscono e si lamentano e chiedono disperati informazioni su come mai i bagagli ci mettano così tanto tempo, finché alla fine non arrivano. E’ solo mentre vai via con le tue valigie che noti che sul pannello luminoso – l’unico che dà informazioni in mezzo a tanti altri che sparano a volume fastidioso la pubblicità dell’ennesima puntata di un qualsiasi telefilm o saga sui vampiri – c’è scritto “Ora di atterraggio: 10:24. Ora di consegna primo bagaglio: 10:40”. In altre parole, i sagaci dipendenti di Malpensa mettono subito due o tre bagagli sul nastro in modo che le misurazioni di qualità risultino ottime, poi vanno a farsi i cazzi loro e tutti gli altri li scaricano mezz’ora dopo, quando hanno voglia.
Poi esci e aspetti la navetta per il parcheggio, che ha il suo punto di sosta riservato, che però deve venire costantemente presidiato dagli addetti e marcato coi coni di plastica per evitare che venga occupato abusivamente. Nonostante questo, arriva un fuoristrada targato Varese e tira giù tutti i coni pur di piazzarsi proprio lì con le magiche quattro frecce, per aspettare “un minutino” della gente in arrivo che non ha voglia di fare cinquanta metri a piedi. Ne deriva una epica lite in longobardo stretto, che blocca decine di persone.
Ecco, con tutto che i finnici sono anarchici e un po’ maleducati (ma sempre ad anni luce da noi), tornare in Italia è davvero sconfortante: tanto da farti venire la voglia di non tornarci più.
P.S. Poi però vai allo stadio, in una serata in cui le cose girano bene, e ti ricordi che qualcosa di bello resiste anche in Italia.
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1 Settembre 2009, 00:37
sei il bello dell’Italia e’ il calcio parto subito per Altrove.
1 Settembre 2009, 09:00
»Poi però vai allo stadio, in una serata in cui le cose girano bene
Zigh.
1 Settembre 2009, 09:17
Quanto ai bagagli, basterebbe indicare la consegna del primo e dell’ultimo bagaglio… ma ho come il sospetto che non capiterà mai.
1 Settembre 2009, 11:27
Eh, infatti, con tutto che i finlandesi sembrano un po’ maleducati (io la chiamo sindrome dell’orso solitario, si muovono in una folla dritti per la loro via, quasi incuranti di chi e’ intorno, come un orso nella foresta) io quella decisione l’ho presa un po’ di anni fa e il biglietto di ritorno non l’ho fatto piu’.
(E finche’ posso, in Italia arrivo con solo bagaglio a mano)
1 Settembre 2009, 13:07
L’aereo che mi ha appena riportato da Venezia aveva sedili con schermo e a fianco lettore per strisciare la carta di credito, ma non la presa per caricare il portatile su cui avevo qualche decina d’ore di film… apro il lid e mi viene segnalata una rete wireless, non ho voglia di smanettare per indagare, quindi chiedo allo stewart e mi dice che il wireless e’ vietato… allora gli dico che forse era di qualcun altro… e lui si impunta che devo disabilitare il mio nonostante gli stessi spiegando che se non c’e’ connessione la mia radio non trasmette, e’ piuttosto importante trovare chi lo sta facendo… un teatrino durato 3-4 minuti (ie: nonostante io avessi immediatamente disattivato la radio durante la chiacchiera, appena saputo cioe’ che era – formalmente – pericolosa per l’aereo). L’Italia ha una posizione strategica… abbiamo il sole… ma non lo sappiamo metabolizzare bene; ne’ noi, ne’ le nostre macchine.
1 Settembre 2009, 13:23
Comunque il calcio è una delle poche cose in cui l’Italia ancora eccelle sulla scena mondiale, anche se ormai siamo ben dietro agli inglesi e agli spagnoli :-P Ma poi che ve ne parlo a fare, se uno non capisce il calcio non lo capisce e bon, ognuno ha le sue passioni…
1 Settembre 2009, 22:54
Sul calcio basta sapere questo e poi si può passare ad altro:
http://cattomoderasta.splinder.com/post/21189268/Il+cattomoderasta+vi+impara+il