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giovedì 7 Ottobre 2010, 18:52

Il teatro degli orrori

No, non voglio parlare del massimo gruppo noise rock italiano, che anche a Woodstock 5 Stelle ha dominato la scena. Voglio parlare, per una volta, di cronaca nera: del caso della ragazzina pugliese uccisa e stuprata.

Che poi, a ben vedere, non c’è molto da dire e anzi, a questo punto, meno se ne dice e meglio è, anche se lo stanno già dicendo tutti; Grillo ne fa (giustamente) una questione di sessismo nazionale, Jacopo Fo ci tira dentro Berlusconi. Io vorrei solo dire che questa vicenda racchiude in sé tanti e tali orrori che è bene fermarsi un attimo a riflettere.

C’è l’orrore del delitto in sè, a partire da uno zio malato (si dice sempre così per evitare di assumersi responsabilità sociali: è lui che è malato, non siamo noi che permettiamo una società piena di continui ed espliciti richiami sessuali tesi a creare frustrazione per spingere al consumo). Uno zio malato che desidera la nipote, la uccide e la stupra dopo averla uccisa e poi la butta in un pozzo, e poi, non si sa se per paura o per delirio di onnipotenza, fa pure finta di ritrovare il suo telefonino in un campo. Uno zio normalmente folle che intervistato dai telegiornali spara una bugia e guarda in camera e sorride e ne spara un’altra e risorride e poi dopo un po’ scoppia in un pianto improvviso e totalmente finto, una recitazione talmente da mago Gabriel che io l’avrei arrestato a fine intervista.

Ma c’è anche l’orrore dell’annuncio in diretta, della madre e della famiglia ospiti di Chi l’ha visto che ricevono la notizia della morte della figlia così, davanti a una telecamera, e anzi non la ricevono, perché in questo Paese l’importante è la forma e non la sostanza, e allora la conduttrice dice in diretta “che ci sono notizie ma non possiamo confermarle e speriamo che siano sbagliate”, che è come dire alla signora che sua figlia è morta senza prendersene la responsabilità, e non è che interrompe il collegamento ma al contrario ritorna lì a girare la telecamera nella piaga, a declamare le agenzie di stampa e chiedere “signora lei ha capito cosa sta succedendo?”, e poi glielo chiede a lei “ah ma se vuole interrompere interrompa lei quando vuole”, come se in quella situazione uno fosse padrone di sè e pensasse alla telecamera; e non paga la Rai te lo mette anche su Youtube, trentasei minuti di agonia figurata ad eterno uso e consumo di chi voglia guardare, e ci scrive anche sotto “GUARDA LA PUNTATA INTEGRALE SU…”, che un po’ di pubblicità non fa mai male.

L’orrore animale di casi come questo non è nuovo e non è nemmeno tanto evitabile, viene dalle viscere della storia e dell’animo umano. Ma sono le telecamere a fare dell’orrore un teatro, a dimostrare che la falsità ormai ci è entrata nel cuore, che il veleno dell’apparire ha sostituito il sangue; e che il vetro dello schermo, eliminando l’empatia, elimina anche molto della nostra umanità.

[tags]delitto, omicidio, sarah scazzi, televisione, chi l’ha visto, mediaset, grillo, jacopo fo, teatro[/tags]

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2 commenti a “Il teatro degli orrori”

  1. schifezza:

    Sono d’accordo con te. E la cosa che mi mette più tristezza, in questo paese di ipocriti, è che qualcuno abbia avuto anche la faccia di merda di dire che “la mamma sapeva tutto, sennò non avrebbe reagito così”.
    A me la mamma, da quel poco che ho visto in tv, è sembrata una persona normale, una poveretta come tanti di noi che si è ritrovata, suo malgrado, nel bailamme mediatico correlato prima alla scomparsa e poi alla morte di sua figlia.
    “Non reagisce…non urla…”… Mai sentito parlare di stato di shock, sciacalli?
    La Sciarelli ha sicuramente fatto il botto di audience, ieri sera. Brava, hai vinto la bambolina. Però, porca puttana, in nome dello show business manco tre secondi di preavviso hai dato a questa povera donna. Vergogna.
    Poi fai anche la furba…”se vuole interrompiamo qui”… no, vedi tu…vuoi metterle una webcam attaccata al collo per vedere cosa fa quando interrompi il collegamento?
    Sciacalli. Sciacalli. Sciacalli.

  2. gian:

    Gentile V.B. ho acquisito informazioni su questa cronaca da conoscenti .

    Ritengo che un assassino non rappresenti un vero pericolo sociale ma bensi’ un caso che va trattato in opportuna sede .

    In un paese civile e progressista l’assassino dovrebbe seguire un percorso volto al recupero per una futura riintroduzione nella societa’ (se possibile) .

    Le telenovelas sui fatti di cronaca nera sono sempre impregnati di interviste ad amici e famigliari delle vittime ovvero da individui che a “caldo” non possono esprimere idee oggettive .

    Persone che intervistate dicono su un network nazionale (megawatts di energia consumata) che un tizio dev’essere castrato ,impiccato ecc …

    Partendo dal presupposto che i delitti sono “normali” in un tessuto sociale cosi’ esteso (1 su 60milioni di abitanti non e’ apprezzabile) e che quindi non devono scandalizzare (anche perche’ non sono una novita’) dovremmo interrogarci sulle motivazioni che spingono a parlare cosi’ tanto di questi fatti .

    le risposte non sono semplici e non credo di essere all’altezza di esporre le motivazioni (per mia ignoranza).
    tuttavia …

    Potrei ipotizzare che i delitti vengono trasmessi perche’ sono un buon metodo riempitivo che alimenta comportamenti arcaici del volgo col risultato di sviare .

    Il cruento e’ un argomento che piace a noi …il nostro volgo ne e’ ghiotto ma e’ peccato .

    Quando entrate in una Chiesa il primo simbolo che vi trovate difronte e’ un uomo inchiodato su una croce …ovvero una morte cruenta .

    In un gioco che ci riporta alla nostra infanzia …la trasgressione riaffiora alimentata dal media di massa .

    Eppure certi argomenti che sanno di burro e marmellata sono “censored” …la pornografia ne e’ un esempio .

    Non sono un simpatizzante del porno (anche se da maschio mi piace) ma tuttavia ricordo ancora la regola delle 3 S : sesso ,sport ,soldi .

    Quindi ?

    Il sesso attira ma e’ vietato , il cruento attira ma e’ liberalizzato …non penso che gli zii di campagna e le bergere di Cogne siano riconducibili solo ed esclusivamente ad un meccanismo di odience = business =soldi .

    con sincerita’ Gian

 
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