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lunedì 25 Dicembre 2006, 21:28

Il senso del Natale

Del Natale noi finiamo spesso per vedere soltanto più gli aspetti consumistici, o al massimo quelli sociali; la celebrazione si riduce allo slogan “A Natale siamo tutti più buoni”, importante certo, ma che dimentica una parte importante dell’evento. Per questo motivo, vorrei concludere i festeggiamenti con un richiamo al senso più profondo ed antico di questa festa, quello più strettamente sacro.

Non ho idea di quanti dei miei lettori siano cattolici praticanti, quanti siano cattolici per default, e quanti siano convintamente atei o pratichino altre religioni. Per tutti gli esseri umani, tuttavia, il sacro è un elemento fondamentale della propria esistenza interiore; essere atei non vuol dire non percepire il mistero della vita e tutti i misteri minori che ne derivano, e non interrogarsi su di essi. Anzi, se per qualcuno è così, ho pietà per lui, perchè una vita puramente scientifica e materialista, priva di senso del sacro e di un’etica superiore, finisce per degenerare nell’individualismo e nel cinismo: basta guardarsi attorno.

Comunque, il mito del Natale è tutt’altro che cattolico; affonda le proprie radici nell’inconscio e nell’esistenza stessa degli esseri umani. Per la civiltà umana, sviluppatasi nell’emisfero settentrionale, il Natale è il solstizio d’inverno, il momento in cui la natura rinasce e comincia a riportare la vita; festa che viene celebrata in quasi tutte le religioni e le civiltà, da ben prima che esistesse il cristianesimo.

Ho sentito l’altro giorno in radio il filosofo Umberto Galimberti esporre una tesi affascinante, quella secondo cui le religioni – termine che deriva non a caso dal verbo relegare – sono nate per contenere il solipsismo e la follia interiore dell’essere umano, e costruire un quadro di riferimento che, offrendo un senso all’esistenza e un insieme di precetti per darle forma, permettesse la convivenza tra gli esseri umani. Insomma, lo scopo della religione è relegare (contenere) il folle demone che ci portiamo dentro e che, se liberato, potrebbe generare disastri.

Il significato antropologico e sociale delle religioni è cosa assodata; mi interessa però osservare come tutte le religioni condividano il legame con la natura e con la natura dell’uomo, rappresentato nel mito della nascita, della crescita, della crisi e della lotta interiore tra il bene e il male, della morte e della resurrezione. E’ il mito di Cristo, ma anche quello di Dante nella Divina Commedia, o di Gandalf nel Signore degli Anelli; la lotta che ogni essere umano, divenuto adulto, deve compiere contro il proprio demone interiore, per uscirne pienamente realizzato (o soccombere diventando un Giuda o un Gollum).

Nel porgere i miei auguri a tutti voi, spero che il Natale, oltre che una occasione per cenoni e per regali, possa essere anche un momento di riflessione sul senso della vita. Specialmente della propria.

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30 commenti a “Il senso del Natale”

  1. Nya:

    Ma povero Gollum…a me sta così simpatico…

  2. Bruno:

    Galimberti dice un po’ quello che diceva Freud, forse. L’uomo si pone domande senza risposta, e le domande senza risposta generano angoscia. L’angoscia dev’essere gestita o sedata; la seconda opzione è molto più facile da realizzare. I sedativi costano e non sono sempre stati disponibili: meglio inventare complesse storie di impossibile verifica, molto ansiolitiche. Per questo si parla di “oppio dei popoli”.
    Ci sono poi religioni che, ben lungi dal fornire risposte piacevoli e rasserenanti, diffondono sensi di colpa, peccati primigeni, divieti sessuali, paura di un’eternità di tormenti. Che dire, ognuno ha i suoi gusti.

  3. Bruno:

    D’altronde, non sono pochi coloro che alle storie d’amore preferiscono drammi, tragedie, thriller. Me compreso.

  4. vb:

    Concordo, anche se dalla preferenza per il dramma, con un buon analista, ci si cura :-P

  5. bozzolina:

    per natale ho ricevuto un regalo bellissimo. la lettera di una bimba cambogiana di nove anni di cui la mia famiglia segue la crescita e i progressi: la bambina ci manda alcune sue foto, i suoi disegni, i suoi saluti, l’assicurazione che proseguirà gli studi (iscriversi alla terza elementare non è scontato!) e persino la sua pagella, un documento originale bilingue khmer-inglese. la prima materia dell’elenco è “filosofia”… curioso, in seconda elementare! ma, se si scorre la lista, si vede che non c’è la voce “religione”, e se ci si ricorda che la cambogia è un paese buddista…
    un’altra versione di religione costruita per aiutare a vivere, migliorando se stessi dall’interno.

  6. Attila:

    Punto 1: La Cambogia ha ancora un regime di matrice comunista-maoista derivata dall’influenza vietnamita (mai sentito parlare dei khmer rossi e della successiva invasione cino-cambogiana?) che preclude qualsiasi spazio alla religione… per ovvi motivi.
    Punto 2: la materia “filosofia” che la tua bimba studia già in II elementare altro non è che l’indottrinamento standard per farli diventare dei bravi “servi del popolo”, sempre + efficenti e meno inclini alla ribellione.

    La religione è uin elemento destabilizzante e, al tempo stabilizzante del genere umano.
    Senza la paura del divino l’uomo avrebbe applicato la massima di Hobbes “Homo hominis lupus”. Se la vita si esaurisse nella materia, non ci sarebbe nessuna differenza tra il bene e il male, in pratica non ci sarebbero problemi etici, solo il pratico istinto di sopravvivenza. In pratica non ci sarebbe nessuna differenza tra un serial killer e il Mahatma Gandhi, in fondo sarebbero polvere entrambi.
    Che io ammazzi qualcuno in questa vita, o aiuti qualcuno si esaurirebbe con il mio passaggio, in pratica non ci sarebbe alcun valore, anche la tutela dell’ambiente non avrebbe alcun senso, in quanto la fine del mondo avverrebbe al momento stesso della morte dell’individuo.
    La stesa storia, tanto cara a Marx, non sarebbe altro che una serie di curiosità su cui elucubrare teorie (cioè filosofie) a tempo perso.

    Se noi pensione alla nostra matrice di religiosa (e chi si professa completamente ateo e senza radici, sa perfettamente di sparare kazzate), ci rendiamo conto, che, per quanto portatrice di freni e inibizioni, ci ha permesso di avere una evoluzione tecnica e filosofica facendo un confronto con le altre religioni, portatrici di meno conflitti filosofici all’interno di loro stesse.
    Se noi pensiamo a quanti movimenti eretici e quante scritture apocrife, a quanti scismi ci sono stati già agli arbori della religione cristiana, ci rendiamo conto di quanto semplicemente complessa essa sia, e di quanti dubbi etici essa porti con se. E tutti sanno che il dubbio è portatore di nuova conoscenza.
    La forza della cd “civiltà occidentale” sta appunto in questi dubbi, la civiltà derivata dalla voglia e dall’impossibilità a rispondere ad essi, che ha portato alla ricerca, alla ripresa e al riadattamento (con enormi difficoltà e con tragedie personali, come Giordano Bruno, e generali, tipo l’inquisizione) di pensieri perduti e di pensieri vicini.
    La nostra matrice religiosa non ci ha resi impermeabili alle culture vicine (basti pensare ad Averroè o Avicenna), anche se, data la natura umana (riprendiamo Hobbes), ha portato alla distruzione di altre culture.
    Ma la preservazione delle culture differenti è una scoperta “moderna”, portata dalla ricerca che è avvenuta all’interno della matrice religiosa di cui facciamo parte (basti pensare alle vicende dei convertiti islamici), e che anche i popoli greci e romani (senza scomodare le epoche + antiche) distruggevano e “riconvertivano” tutti i popoli sottomessi, secondo il “dividi et impera”.

    Alla fine di tutto questo mio scritto, non mi resta che augurarvi un buon prosieguo delle festività e un Buon Natale in ritardo….

  7. Attila:

    Gulp…

    al punto 1 ho scritto cino-cambogiana, ma era cino-vietnamita… mi cospargo il capo di cenere… natalizia….

  8. bozzolina:

    ?
    i Khmer rossi non ci sono più, e i cambogiani non ne vogliono neanche sentire parlare (ci mancherebbe, con quel che hanno fatto!!!)
    la cambogia è attualmente un regno, cioè c’è il re, con il suo primo ministro e tutto il resto… un governo vergognosamente corrotto (e anche parzialmente compromesso con l’ex regime), ma per niente comunista. e i cambogiani sono buddisti al 99%, e molto devoti… tutte le scuole hanno un tempio di fianco al cortile, senza eccezioni. io non so cosa si studi nell’ora di filosofia in seconda elementare, ma non credo sia una rimasticazione di vecchie dottrine maoiste. c’è poi, e questa sì mi sa di indottrinamento, una materia chiamata “biografia”, che per i primi due anni sostituisce “storia”… ecco, qui si aprono le scommesse!!!
    buon natale anche a te, ma a questo punto, soprattutto, buon anno!!!

  9. Bruno:

    Mi sembra un po’ esagerato, caro Attila, dire che senza la religione non ci sarebbe morale e “un serial killer sarebbe uguale a Gandhi”. Conosco persone estremamente morali che non sono per nulla religiose; inoltre, diverse religioni propongono morali diverse. Ma tant’è, sulle questioni di fede è inutile discutere. Personalmente mi ritengo ateo, ma abbastanza tollerante, coi preti ci parlo addirittura, anche se non ne vorrei mai uno in casa mia.

  10. Attila:

    Non è la tua religiosità, ma la tua matrice religiosa. Ognuno di noi è figlio di una cultura e di una morale che è l’evoluzione di secoli (o millenni) di pensiero filosofico che è fortemente legato (soprattutto nel caso cristiano) alla religione.

    Tu puoi ritenerti quello che vuoi, appunto perchè sei figlio di una certa etica… se tu ti professassi ateo essendo nato in Afghanistan o in Iran secondo te sarebbe la stessa cosa?

  11. Simone:

    I principi fondanti di una societa’ (in senso alternativo al mero istinto di sopravvivenza) saranno anche storicamente di origine parareligiosa ma non per questo hanno senso solo se visti in ottica religiosa. “Ama il prossimo tuo come te stesso” il cui corollario e’ “Sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo” non sono principi etici religiosi: sono principi etici che pongono il bene dei molti sopra la bene dei pochi (IDIC, “Lunga vita e prosperita’”, ecc). Tutte le filosofie sociali hanno alla propria base principi simili, dal cristianesimo al comunismo al buddhismo (il buddhismo in particolare aggiunge “rompi il cazzo il meno possibile” che personalmente mi piace parecchio come filosofia).

  12. bois de fer:

    NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE
    All’inizio della lettura di questo blog pensavo ad uno scambio di opinioni sul tema del Natale e delle religioni in generale, con tanto di delicato accenno alla filosofia come modo altro di cercare di dare uno scopo alla propria esistenza… e invece, nel giro di poche righe, mi sono dovuto ricredere: si tratta di un innovativo trattato di geopolitica completato da originali teorie storiografico-filosofiche. Infatti ho scoperto che:
    – i cinesi sono stati contemporaneamente in guerra con i vietnamiti ed al loro fianco nell’invasione della Cambogia;
    – il buddismo, anziché una scuola di filosofia morale ed una religione, è un sistema di indottrinamento comunista;
    – “dividi et impera” non significa “fatti forte sfruttando ed alimentando le divisioni dei tuoi nemici” bensì “distruggili e riconvertili”.
    – lo “stato di natura” di Hobbes può essere interpretato ben oltre le intenzioni dell’autore per arrivare a stupire con l’equazione “killer=Gandhi”;
    – ed infine, che anche Plauto aveva sbagliato scrivendo in latino “homo homini lupus”.

    Allegria, allegria…

    Buone Feste a tutti ;)

  13. Attila:

    Ciccio di ferro…
    primo mi è scappata una “S”, e mi dispiaccio con il fine latinista… accipicchia, mi sa tanto che il professorino mi darà un brutto voto….
    secondo ti rimandio a wikipedia per capire cosa è la storia della Cambogia e cosaè la materia denominata “filosofia”: vai su wikipedia, digiti Cambogia e poi leggi (forse c’è anche la versione in latino)
    terzo non c’è alcuna relazione tra buddhismo e comunismo (o avrei detto una cosa del genere? ) mi sa che dovrei riscrivere i concetti in latino…
    quarto per chi ha studiato il Diritto Romano (una perdita di tempo colossale… SIC!), è chiaro che il “dividi et impera” proprio della prima epoca romana, già con Cesare era diventato “fa sì che il popolo che hai conquistato non dimori più sulla sua terra di origine, perda i suoi usi, perda le sue credenze, non si riaggreghi etc.”. Ma questo concetto era proprio anche di molti altri popoli (in fondo la pulizia etnica non l’ha inventata Milosevic…).

    I wish U a Merry Xmas (da non leggere come decima mas, la flottiglia della Repubblica di Salò, sennò va a finire che questa sera mi becco anche del fascista….)

  14. bozzolina:

    evvabbè, mi ci avete tirato… a dirla tutta sarebbe dividE et impera…
    evviva il latino!
    carina quella della repubblica di salò, comunque ;)

  15. bois de fer:

    ubi solitudinem faciunt… ;)

  16. Bruno:

    Signori e signore, siamo on line! Verificare le citazioni su Wikiquote non costa nulla ed evita brutti voti!

  17. Piero:

    Il Vangelo di Gesù contiene la chiave della Vita e del suo significato.
    La username e la password sono codificate nell’ Alfa e nell’ Omega, cioè all’inizio e alla fine del Vangelo. Il Natale celebra la nascita di Gesù, in un certo senso ci ripropone l’ “inizio”. La Pasqua celebra la morte e risurrezione di Gesù, in un certo senso ci ripropone la “fine” che si unisce all’inizio.

    In termini matematici, semplificando su un piano bidimensionale, è l’equazione della circonferenza: x2 + y2 =r2, cioè il luogo geometrico dei punti del piano equidistanti da un punto fisso chiamato centro. Se r tende a zero, il cerchio si restringe fino a diventare un punto: il Centro stesso dove x=-y=0.

    r è la lungheza della Vita. x e y sono le coordinate del punto cioè dell’inizio e della fine ad una certa distanza r dal Centro, dove al centro c’è Dio. Man mano che la vita si accorcia ci si avvicina a Dio per incontrarlo al termine, cioè alla morte che può essere fisica o spirituale o tutte e due, là dove x=y e r=0. In realtà le cose sono un po’ più complesse e andrebbero trattate su un piano tridimensionale, che coinvolge la dimensione dello Spirito.

  18. maverick:

    ma che religione sei??????????????????????????????????????????????????????

  19. maverick:

    poporopopoporooooooopoporopopopororo…..!!!!!!
    the final coundown

  20. ramona:

    il natale e una festaa gioiosa dove tutti ridono cantano per me e la festa piu bella del mondo

  21. simonecaldana:

    Ciao Ramona, mi chiamo Simone Caldana e volevo dirti che Elrond ti sta cercando.

  22. .mau.:

    Ma Elrond tanto tira i pacchi.

  23. simonecaldana:

    Essendo che siamo sotto Natale direi che sarebbe in tema.

  24. ramona:

    ciao Simone ,sono Ramona forse ti confodi con un altra, ma io non conosco questo Erlond .tuche ramona cconosci? dimmi il cognome Rispondi Ciao

  25. simonecaldana:

    Di Elrond? E’ un nome di spezia ma non di Spezia.

  26. ramona:

    divertente me tu quanti anni hai? dove abiti?

  27. .mau.:

    si dice da dove dgt, a dire il vero.

  28. mimy:p:

    cavolo il tuo testo sul senso del natale è fighissimoooo!!!
    sai mi ha aiutato ance a scuola perchè per l’ennesima volta ho ricevuto come compito un tema sulmnatale:”IL MIO NATALE DI CARITà, DI PACE E DI AMORE”…qnd la prof ci ha dato il titolo io ho sbruffato la risata in faccia alla mia compagna di banco…IHIHIH!!!!!!madò me piace sto blog sai??!!!?!?!!NON è DA ME…IHIHIH!!

    o a presto!!!!zao saoooo!!!
    by mimihopps!!!

  29. gabryx:

    complimenti…è molto profondo!

  30. ramona:

    complimenti…..questo blog è davvero carino….! auguri di buon Natale a tutti…..!

 
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