Litigare da adulti
Ho cercato duramente di non parlare di questa storia; alla fine, però, non ci sono riuscito, visto che dopo una settimana continua ad essere su tutti i giornali.
Mi riferisco al giovanissimo (in termini italiani, visto che ha 31 anni) rampollo della famiglia che possedeva la De Agostini, Achille Boroli, che una settimana fa è finito sulle prime pagine per un tentato rapimento: stando al suo racconto, tornando a casa dal lavoro all’ora di cena, sarebbe stato inseguito in autostrada da Milano a Novara, quindi speronato al casello per fermarlo; sarebbe poi riuscito a fuggire soltanto grazie alle sue grandi capacità di guida al volante del suo macchinone.
Naturalmente, la storia non aveva granché convinto la magistratura: è difficile immaginare che una banda di rapitori, per quanto maldestra, possa scegliere come luogo del rapimento il casello autostradale di Novara Est all’ora di punta, con decine di auto ferme in coda, e una telecamera ogni centimetro quadrato.
E così, proprio grazie alle telecamere, è stata rintracciata l’auto dei presunti rapitori, che si sono rivelati essere due elettricisti del novarese. Essi hanno prontamente rilasciato interviste a ogni giornale e telegiornale d’Italia per raccontare la propria versione; che pare, onestamente, un po’ più credibile. Secondo loro, mentre in mezzo al traffico quasi cittadino della Milano – Torino sorpassavano un camion con il loro furgoncino, Boroli – bloccato dietro col suo macchinone – non avrebbe gradito, e avrebbe cominciato a fare fari prima e gestacci poi, sfrecciando via. Dopodichè, arrivati al casello di Novara, i due elettricisti hanno ritrovato quell’auto, bloccata nella corsia del Telepass perchè non riusciva a farlo funzionare; così, l’hanno aspettato subito dopo il casello per dirgliene quattro. L’altro, senza scendere, avrebbe ripetuto i gestacci di scherno, provocando risposte adeguate, e poi sarebbe scappato con manovre spericolate nel traffico.
Ora, non sapremo mai chi ha fatto cosa veramente; pare chiaro però che questa è stata una classica lite da traffico portata un po’ troppo avanti, certo non un tentato rapimento. Sarebbe sembrato meglio a tutti stendere un velo pietoso e piantarla lì, insomma.
E invece no: perchè ieri mi son dovuto sorbire il Boroli, intervistato dal TG5, che raccontava con faccia compunta che “comunque quei due mi hanno fatto tanta paura”, allo stesso tempo negando di aver mai parlato di rapimento (dar la colpa ai giornali non fa mai male).
Anche io sono uno di quegli automobilisti che ogni tanto, davanti a uno che si addormenta nel traffico o che fa una manovra vietata o pericolosa, fanno i fari. In genere finisce lì, ma una decina di anni fa quello davanti – un tizio strafatto dei suburbi grugliaschesi – cercò di buttarmi giù a portellate dal cavalcavia di Collegno; la cosa terminò solo per il pronto intervento di un carabiniere che passava di lì. Il punto, però, è che se lo fai devi essere pronto ad assumertene le conseguenze; se poi ci si mena, perlomeno è il caso di prendersi le proprie legnate con dignità , oppure, se non ci si vuol far male, di porgere il collo senza dignità , come i lupi sconfitti nel combattimento (che poi è quello che farei io, che certo non mi vado a menare).
Invece, fare i fari, poi scappare se l’altro reagisce, e poi chiamare la mampolizia e pretendere di avere ragione è un comportamento veramente triste. Ricorda gli ultras di una certa squadra di calcio bianconera nel loro leggendario scontro con i tifosi del Genoa (Monza, 2005), con tanto di video: per i primi due minuti marciano spavaldi con le mazze in mano, a provocare gli avversari; per il resto del video scappano a gambe levate prendendosi mazzate a ripetizione. Ma almeno non hanno chiamato la polizia.
10 Luglio 2007, 16:25
Sarò un codardo anch’io (da buon juventino) ma io credo che in un paese civile fare le rimostranze a chi adotta un comportamento pericoloso sulla strada non giustifica un’aggressione fisica da parte dell’altro e credo che chi ritiene che l’esibizione dei fari abbaglianti o del clacson sia un affronto da lavare col sangue sia uno psicopatico il cui posto più adatto sia il carcere o un ospedale, non certo il volante di un auto potente.
Anni fa mi capitò di lampeggiare ad un tizio in autostrada che aveva compiuto una manovra pericolosa tagliandomi la strada. Il tizio (al volante di un BMW) si mise a zigzagare come un pazzo nel traffico tra le auto lanciate a 100 all’ora e quando, pochi metri più in là , mi fermai a pagare il pedaggio, fermò la macchina di fronte alla barriera e mi rincorse a piedi urlandomi “Ti ammazzo, ti ammazzo”. Io ripartii ignorandolo e annotai il numero di targ, dopodiché il giorno dopo andai alla Polizia a sporgere denuncia, ben certo dell’uso che la questura avrebbe fatto di quella querela ma certo di essermi comportato come si dovrebbe comportare il cittadino di un paese civile.
Nel mio modo di pensare gli idioti non sono solo quelli che marciano spavaldi prima e poi fuggono a gambe levate ma sono altrettanti idioti quelli che li inseguono. A me pare che sia soprattutto da adulti evitare di fare a cazzotti per una clacsonata o per una partita di calcio.
Ciao