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venerdì 26 Ottobre 2007, 08:40

Torino violenta

Metti che una sera di un novembre piovoso ci si ritrovi a cena in una doppia dozzina, in una pizzeria tutta colorata di granata, a festeggiare il ritorno senza danni dall’avventurosa trasferta di Bergamo, e a discutere della prossima pila di vecchie guide telefoniche da coriandolare, e in generale a mangiare e bere alla facciazza di chi del calcio ha una visione triste e presbite, e più lo guarda e meno ci capisce.

E poi metti che d’improvviso alle tue spalle spunti per completo e totale caso un signore alto e brianzolo; è Claudio Sala, il poeta del gol, che si ferma a chiacchierare per un quarto d’ora con i più canuti del gruppo. Loro baciano l’aria che lui respira, ma lui è uno di quei campioni di una volta, di quelli che andavano in giro non con la Ferrari o la BMW ma col centoventisette verde pisello, di quelli che hanno chiamato i figli con un nome come quello di qualsiasi comune mortale, e non con un nome da profumo o da cane. Alla fine ci saluta, ci fa tutti gli autografi che vogliamo, ci lancia il coro e poi va a finirsi la pizza pure lui.

Intanto, mentre gli ultras friulani sono venuti fin sul nostro forum ad invitarci lo stesso a Udine, ché il rischio quattro sarà soltanto quello di mescolare troppo il Barbera col Tocai, l’osservatorio dei pizzettari, capitanato dal rappresentante della società Autogrill (non scherzo, ce n’è veramente uno: l’Italia è l’unico paese al mondo dove un venditore di pizzette può limitare la libertà di movimento dei cittadini), ha attribuito al derby di Roma il rischio tre. Non c’è alcun problema: neutralizzato il rischio terroristico degli ultras del Torino, Roma-Lazio si può giocare di notte e in diretta Sky, senza alcuna limitazione sulla vendita dei biglietti.

In fondo, uno degli ultimi derby notturni di Roma è solo stato sospeso a metà per una falsa notizia diffusa ad arte, con tanto di invasione di campo e due ore di scontri, con metà del Foro Italico dato alle fiamme. Ma che vuoi che sia, so’ de Roma, so’ ragazzi, e poi al Viminale semo tutti daa Maggica: vuoi mica rompere li cojoni aa Maggica e aa Lazzie per quelle du’ coltellate che scappano quasi ad ogni derby? Quei 66 tifosi daa Lazzzzie arrestati un mese fa con abbastanza coltelli da attrezzare la fabbrica della Simmenthal, mica saranno un precedente? E quello che l’hanno aspettato sotto casa e gli hanno sparato in una gamba? E quei due interisti accoltellati dai romanisti un mese fa in mezzo ai lucchetti del Ponte Milvio?

Ma, in fondo, chi se ne frega. Il calcio di oggi è marcio dalla testa, la violenza c’è ma interessa solo come scusa, perché il flusso di denaro verso una manciata di soliti noti non possa interrompersi. Finché però ci si potrà arrangiare attorno alle italiche follie, e continuare a gioire o incavolarsi per un millimetro di qua o di là della riga, e poi trovarsi a cena tutti insieme attorno a una pizza, noi torinesi violenti continueremo ad esserci.

[tags]ultras, torino, violenza, stadi, osservatorio del viminale, roma, lazio[/tags]

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23 commenti a “Torino violenta”

  1. simonecaldana:

    torinisti

  2. Bruno:

    E se quella dei friulani fosse una trappola?

  3. Lobo:

    it’s a TRAP! http://a0.vox.com/6a00c2252019508fdb00ccff8a52f86731-500pi

  4. Alberto:

    Veramente struggente la storia dei tifosi granata che non potranno assistere alla trasferta di Udine. Commovente anche quella dei tifosi della Juve che con i biglietti già in mano non hanno potuto seguire la squadra a Firenze o quelli dell’Inter che non potranno riempire di entusiasmo la loro curva, col solito festoso lancio di oggetti, bengala e bombe carta e che dire del mesto stadio Olimpico di Roma vuoto in occasione di Roma-Napoli? Fortunatamente le istituzioni sportive non si sono dimostrate insensibili al grido di dolore che saliva da ogni parte d’Italia e hanno chiesto, non inascoltate, di cessare con questo assurdo pugno di ferro, con queste punizioni inumane.

    http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/200710articoli/11715girata.asp

    Probabilmente i tifosi del Toro saranno perciò gli ultimi a subire questa assurda penalizzazione. Presto i tifosi potranno tornare a gioire senza lacci e freni della loro gioventù al grido di “Libertà per gli Ultrà”.
    Chissà quando il prossimo tifoso, poliziotto o semplice passante ci rimetterà di nuovo la pelle, ricordandoci che ci sono drammi peggiori che non poter andare allo Stadio…

  5. vb:

    Continua a sfuggirti che il problema non è la limitazione in sè (che pure non è una cosa leggera, visto che la libertà di movimento è sancita dalla Costituzione, ma è giustificabile in queste situazioni) ma la totale discrezionalità e diversità di metro applicata alle squadre a seconda del loro peso politico…

  6. Alberto:

    Vb, vediamo un po’ cosa non mi sfugge.
    Riassumo brevemente alcuni dei provvedimenti presi in merito quest’anno:

    * Proibizione ai tifosi del Milan di recarsi a Genova
    * Probizione ai tifosi della Juventus di recarsi a Firenze dopo gli incidenti del derby
    * Chiusura della curva dell’Inter per gli striscioni razzisti
    * Limitazioni all’ingresso ai soli abbonati in Roma-Napoli

    Come vedi i provvedimenti hanno colpito: Milan, Juventus, Inter, Roma e Napoli. Quali sono allora queste squadre a cui non viene applicato lo stesso metro per il loro peso politico e quale sarebbe questo peso politico?
    Se mi sfugge qualcosa aiutami a capire ma l’idea che ovunque ci siano congiurati incappucciati che tramano contro il Toro continua a non convincermi.
    Mentre tu ti lamenti per la congiura nei confronti del Toro, i milanisti si lamentano della congiura contro il Milan, gli interisti si lamentano della congiura contro l’Inter e i romanisti si lamentano della congiura contro la Roma. La soluzione è che, per mettere d’accordo tutti, non ci saranno limitazioni.
    La mia impressione è che di fronte a limitazioni, multe, punizioni o altro c’è sempre qualcun altro che doveva essere punito più duramente. il vigile che era posteggiato in divieto o la telecamera che era mal tarata. Alibi, scuse, esattamente come quando al Liceo il professore di italiano ti beccava che giocavi a briscola e tu gli dicevi: “Ma come? Perché proprio io? Facevano casino tutti!”.

  7. BlindWolf:

    Alberto, come vedi l’applicare due pesi e due misure in varie situazioni porta anche chi subisce 1 penalizzazione ogni 10 vantaggi a fare la vittima. Ho visto questa manifestazione psicologica un po’ ovunque e l’unico modo per evitarla è il seguente: equità.

  8. Alberto:

    E chi sarebbe che subisce 1 penalizzazione ogni 10 vantaggi? Mi illumini sull’identità di questo “unto dal signore”?

  9. BlindWolf:

    Non avevo in mente nessun nome in particolare, ma è una situazione che ho visto un sacco di volte nella vita.

  10. Bruno:

    Non ho in mente nessun posto particolare, ma il paese della cuccagna esiste e mio cugino c’è stato.

  11. tangueiro:

    Signora mia, qui una volta era tutta campagna

  12. Alberto:

    @Blindwolf: un comportamento in genere viene attuato da un individuo se premiante, no?
    Rimanendo al calcio, la risonanza ossessiva che i media danno alle contestazioni sulle decisioni arbitrali rende premiante il vittimismo, perché è poi facile che un arbitro tema un linciaggio mediatico se penalizza la squadra che si era già lamentata. Allo stesso modo la popolarità di cui godono le battaglie generalizzate contro le multe finiscono col premiare semplicemente chi vìola il codice della strada in modo chiaro e lampante, mettendo a repentaglio la propria e l’altrui sicurezza, che rappresenta la stragrande maggioranza dei multati.
    L’equità è una bellissima cosa ma rimane un fatto soggettivo (come soggettiva è la decisione che vorremmo equa) e per questo dobbiamo sempre sforzarci di metterci nei panni del giudice, arbitro o vigile che ci sanziona e di parlare di complotti o persecuzioni solo quando ci sono delle prove chiare ed evidenti in merito, anche perché l’inflazione di complotti rende meno credibili anche i complotti veri.
    Tornando all’esempio delle decisioni arbitrali mi chiedo spesso perché non si attui quello che il rugby ha da anni, ovvero la moviola che analizza i casi dubbi in tempo reale. Forse perché ridimensionerebbe consistentemente il carrozzone delle lamentele e delle compensazioni su cui campano molti addetti ai lavori? Mah…

  13. for those...:

    Dato che sono appassionato di rugby dai tempi delle medie, mi permetto una precisazione e una (lunga) considerazione. La moviola in campo nel rugby serve SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per determinare le METE DUBBIE. Non si applica per altre decisioni. Ritengo che comunque sia questo l’unico caso in cui si dovrebbe usare la moviola anche nel calcio: i famosi gol fantasma. Per tutto il resto (rigori dubbi, fuorigioco ecc) è improponibile. Il gioco sarebbe continuamente interrotto.

    Ci sono però altre cose che il calcio potrebbe e dovrebbe apprendere dal rugby:
    – il rispetto per le decisioni dell’arbitro. Non si contestano le decisioni anche se fossero palesemente sbagliate. Se succede, la squadra che protesta viene penalizzata arretrando di 10 metri.
    – trasparenza e collaborazione dell’arbitro. L’arbitro spiega SEMPRE le proprie decisioni ai giocatori. Nei grandi tornei (mondiali appena finiti, 6 nazioni) il pubblico può noleggiare degli auricolari che permettono di sentire ciò che dice l’arbitro (che è microfonato da anni!) Inoltre, durante le azioni di gioco, da addirittura suggerimenti alle squadre affinché evitino falli.
    – sceneggiate. non tiro in ballo i placcaggi subìti nell’arco di una partita, perché sono l’essenza del gioco e sarebbe assurdo pensare che un giocatore di rugby si rotoli a terra in preda alle convulsioni per ogni placcaggio subìto. Ma faccio il parallelo con le botte prese su falli. Capita non di rado che un giocatore sferri un bel cazzottone all’avversario. Beh, non si è mai visto un giocatore di rugby colpito che faccia le sceneggiate che fanno i calciatori quando vengono appena sfiorati (salvo poi rialzarsi di scatto miracolosamente appena l’azione si fa interessante!)
    Inutile dire che le simulazioni che si sono viste per es lo scorso weekend calcistico non esistono.
    Tutta questa spataffiata per dire che certi comportamenti, oltre a rendere uomini migliori i giocatori, sarebbero assai utili per calmare gli animi agli spettatori. Provate ad andare a Roma a Febbraio a vedere cosa accade tra i tifosi italiani e gli inglesi quando ci sarà la partita del 6Nazioni. Se siete frequentatori delle curve calcistiche, proverete una fastidiosa sensazione di vergogna! (Lo so perché l’ho provato. Adesso sono anni che non metto più piede in curva a s.siro)

  14. BlindWolf:

    @Bruno: appunto, tutti fanno le vittime. Raramente ho sentito qualcuno dire: “Ho avuto la tal cosa ma non me le meritavo”.

    @Alberto: il “linciaggio mediatico” l’arbitro non lo subisce dalla squadretta con 300 tifosi che viene regolarmente bastonata dal direttore di gara, ma dalla squadra (o sua satellite) collegata a qualche gruppo mediatico potente (grande quotidiano o network televisivo).
    Sulle multe “a muzzo” il discorso l’ho già fatto ma a quanto pare mi tocca ripeterlo: invece di punire tante piccole infrazioni (che porta a molti ricorsi, con tutti i problemi già citati) a campione estremamente casuale sarebbe meglio punire più sistematicamente le infrazioni grandi.
    Personalmente io sono favorevole alla moviola in campo, ma difficilmente verrà approvata in quanto sembra che si voglia che gli arbitri “sbaglino” volutamente. (Da molti oppositori della moviola in campo si sente dire: “Gli errori arbitrali fanno parte del bello del gioco del calcio”. Questa frase mi fa accapponare la pelle).

  15. Alberto:

    @Blindwolf: punire infrazioni piccole o punire le infrazioni grandi? Facilmente chi compie infrazioni piccole preferirebbe che si punissero infrazioni grandi e viceversa, no? Il problema è che l’infrazione piccola o grande è un’infrazione e va punita e chi ha commesso l’infrazione piccola non ha diritto a puntare il dito contro chi gli sta a fianco e dire “E allora lui?” perché ognuno ha la responsabilità delle proprie azioni, è in grado di decidere se commettere o meno un’infrazione indipendentemente dal fatto che ci sia qualcun altro che l’ha fatta più grossa e quindi deve anche essere cosciente delle conseguenze a cui va incontro che non possono essere più miti solo perché qualcun altro l’ha fatta franca…
    Così come tu dici che è raro che qualcuno dica: “Ho avuto la tal cosa ma non me lo meritavo”, è altrettanto raro che qualcuno dica: “Ho avuto la tal sanzione e me la meritavo tutta”.
    @for those: in realtà, avendo fatto l’arbitro di calcio per molti anni, ti posso assicurare che, così come credo nel rugby, anche nel calcio gli episodi dubbi (dal punto di vista dell’arbitro) sono pochi a partita. Ci sono in effetti situazioni (al massimo due o tre a partita) in cui l’arbitro, perché lontano o coperto, non vede nulla ed il guardalinee è troppo lontano e allora ci si affida al sesto senso per decidere. Questi casi sono fonte del 95% almeno degli errori considerati gravi. Se in uno sport in cui gli errori arbitrali sono accettati si è voluto fare uno sforzo per eliminare questi errori è curioso che la stessa cosa non si faccia in uno sport in cui gli errori arbitrali generano interrogazioni parlamentari…

  16. for those...:

    @Alberto: perfettamente d’accordo con te sul fatto che la moviola aiuterebbe.
    Però, parli appunto di dubbi dell’arbitro/guardalinee. Le polemiche spesso nascono quando l’arbitro/guardalinee NON ha dubbi ma semplicemente vede male.
    Essendo comunque l’arbitro a decidere QUANDO usare la moviola in campo, in questi ultimi casi – essendo lui certo della propria decisione – non la utilizzerebbe. E via al gran ballo delle polemiche! Che poi è quel che succede con la prova televisiva. Interviene solo per episodi che l’arbitro NON ha visto, non per correggere eventuali decisioni sbagliate dell’arbitro. E ribadisco che è giusto che sia così, altrimenti la figura dell’arbitro perderebbe di qualsiasi autorevolezza.
    Insomma le innovazioni servono (l’arbitro di rugby che parla “in chiaro” x es.) ma serve anche una diversa cultura da parte degli addetti ai lavori (non si simula, non si fingono paresi irreversibili e la decisione dell’arbitro è sacra e non si protesta – mai).
    Un comportamento virtuoso da parte dei protagonisti sono certo che servirebbe molto più che non tutte le misure repressive.

  17. Alberto:

    Se tu hai un problema (gli errori arbitrali) e una soluzione (la moviola) che ti risolve anche solo il 30% dei casi, tu adotti quella soluzione, no?
    A meno che tu non abbia motivi diversi che ti fanno temere la soluzione…

  18. Attila:

    E se poi la decisione sulla moviola viene sconfessata dalla Corte Federale… dovremmo andare alla moviola della moviola, così una partita dura dai 3 ai 4 giorni… e scommettiamo sulle polemiche?

  19. Alberto:

    Non mi ricordo che la Corte Federale abbia mai rimesso in discussione il risultato di partite decise dall’arbitro in campo, anche quando l’arbitro era l’unico nello stadio a non essersi accorto dell’errore, perché mai dovrebbe farlo con l’arbitro davanti alla moviola?
    Il mondiale ed il Sei Nazioni di Rugby sono stati decisi alla moviola ed il tutto è durato meno di quanto non duri solitamente nel calcio l’interruzione per le proteste, quando viene concesso un rigore…

  20. Attila:

    Scusami… ma dalla “prova televisiva” il tribunale sportivo ha condannato un atleta, la Corte Federale lo ha riabilitato 24 ore dopo (è storia di oggi… ce ne rendiamo conto)… se poi la prova televisiva (moviola, instant replay o come cavolo volete chiamarla) fosse stata applicata in campo alterando il risultato e da altre immagini (perchè le “altre” immagini esistono sempre) risultasse che la prima prova televisiva era errata, cosa succederebbe?
    Purtroppo il calcio è un giuoco + semplice di molti altri (ho praticato il rugby in serie B e il football americano x qualche tempo, come allenamento ad altre discipline), ma riscuote molti più consensi in tutto il Mondo (è innegabile, vero?) probabilmente proprio per questo e a complicarlo si rischia di nuocere al “movimento”… è bello sognare che un bambino in un campo in terra battuta alla periferia di Città del Messico gioca con le stesse regole di Cannavaro Pallone d’Oro alla finale di un Mondiale.
    A togliere poesia al calcio si rischia solamente di rimetterci…
    Tanto il pallone lo porta sempre il buon Sepp e noi dobbiamo tutti stare alle sue regole… sennò lo porta a casa e se ne va via con il broncio e tutti ne restano senza…

  21. Alberto:

    @Attila: succederebbe la stessa cosa che succede oggi quando un arbitro prende una decisione e le immagini lo smentiscono ovvero che il risultato rimane quello e l’arbitro viene criticato. L’unica differenza è che ad essere criticato sarebbe l’arbitro davanti alla moviola e non quello in campo e che la cosa avverrebbe meno sovente di oggi.
    Per quanto riguarda le regole, ti ricordo che già oggi le regole del calcio di alti livelli sono diverse da quelle del calcio minore. Il quarto uomo c’è solo in Serie A e Serie B e dalla seconda categoria in giù i guardalinee non sono degli ufficiali di gara ma sono solo dei tesserati delle due società e devono solo indicare quando la palla è uscita, ma non hanno il compito di segnalare il fuorigioco o altri falli.
    Ciò detto a me potrebbe anche andar bene il calcio senza la moviola, ma chi vuole un calcio senza errori arbitrali costringendo un povero semidilettante a correre per 90 minuti due volte quello che corrono 22 professionisti strapagati e avere ancora l’occhio di una lince, o non ha mai visto una partita di calcio oppure mi prende per i fondelli.

  22. vb:

    Alberto: Giusto per la precisione, il “semidilettante” prende circa 5000 euro a partita, più una “indennità di preparazione” perché deve allenarsi nel tempo libero…

  23. Alberto:

    vb: tieni presente che la carriera di arbitro non inizia dalla serie A, come qualche volta quella di calciatore. Si parte da 4-5 anni negli organi provinciali in cui i rimborsi spese sono di poche decine di euro comprensive di spese di trasporto. Poi se ci riesci passi al regionale e ci sono altri 5-6 anni di gavetta al termine dei quali pochi eletti riescono ad arrivare in Serie A ed essere pagati bene, seppur sempre molto di meno dell’ultima delle riserve delle squadre che arbitrano, e comunque per un periodo di pochi anni. Visto che è altamente improbabile potersi permettere dieci anni a poche decine di euro la settimana gli arbitri continuano ad avere un loro lavoro e quindi i tre allenamenti alla settimana necessari per poter evitare il linciaggio la Domenica li devono fare alla sera, usciti dal lavoro, come faceva il sottoscritto quando ci è passato.
    Professionisti o dilettanti? Mah, diciamo che sicuramente le carriere di giocatori e di arbitri hanno risvolti molto diversi…

 
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