Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Ven 26 - 20:35
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per la categoria 'Itaaaalia'


martedì 29 Aprile 2008, 09:50

Il 25 aprile è morto

A Roma rigurgiti fascisti: saranno mica i peperoni? Questo è il livello di analisi che, una stupidaggine dietro l’altra, emerge dal centrosinistra ancora una volta perdente, stavolta alle comunali di Roma: mitica l’idea che Rutelli abbia perso perché gli elettori di Bertinotti avrebbero votato Alemanno per punire il PD dopo le politiche. E invece quella di Roma è una seconda svolta storica dopo quella di quindici giorni fa, perché un fascista sindaco di Roma non c’era più stato dalla Liberazione: nemmeno Fini in persona c’era riuscito. E invece, Alemanno è stato eletto a valanga.

Io non sono romano e non sono quindi veramente titolato a giudicare, ma da quel che si legge e si vede è stata una scelta ad personam, contro Rutelli. E molto chiara, visto che un buon 5% degli elettori avrebbero votato centrosinistra alla provincia e Alemanno al Comune; persino quando tutti riconoscono che il centrosinistra non ha amministrato affatto male, anzi, ma evidentemente non è quello che importava.

Allora, perchè? Il mio naso dice che Rutelli è il vecchio: un faccione riciclato, una minestra riscaldata. Che la gente non lo vuole perché rappresenta la casta, quelli che non parlano inglese, hanno fatto politica tutta la vita e non sanno fare niente di preciso, ma in un modo o nell’altro si ripiazzano sempre. Che un piacione accomodante e sorridente, quindi senza nerbo e senza palle, andava bene nell’Italia berlusconian-speranzosa degli anni ’90, non nell’Italia berlusconian-rabbiosa del 2008.

Già, dicono tutti, verissimo, ma dall’altra parte c’era un fascista dichiarato, uno che è stato accolto dai saluti romani, e che ha stravinto tre giorni dopo la Festa della Liberazione! Ecco, questo secondo me è l’aspetto più importante. E’ inutile, cara Repubblica, che tu mi piazzi foto di croci celtiche (di due anni fa) in prima pagina: non fanno più paura a nessuno. Anzi, in una parte crescente degli italiani ispirano sicurezza.

Insomma, gli italiani preferiscono i fascisti ai partigiani, se i fascisti promettono di occuparsi una buona volta della feccia che invade liberamente le nostre città, mentre i partigiani non solo sono vecchi e stanchi, hanno murato le armi e sono troppo impegnati a festeggiarsi da soli, ma non considerano la feccia nemmeno un problema, anzi negano persino la sua esistenza. E’ molto bella e commovente la storia del nonno di Suzukimaruti, ma è, appunto, una storia: una favola che ha la stessa attualità di Pollicino e di Biancaneve.

Perché il venticinque aprile è morto, e non da ora; l’hanno ucciso decenni di feste stinte, svogliate e fotocopiate, in cui al popolo veniva intimato di partecipare perché sì, e anzi chi non lo faceva era spesso additato come un criminale. Soprattutto, l’ha ucciso l’essere stato usato per anni dalla sinistra come una coperta di Linus, cioè noi facciamo errori, ci beccano con le mani nella marmellata come dei democristiani qualsiasi, non capiamo niente dei nuovi strati sociali e della nuova organizzazione del lavoro né ci interessa capirli, non ci interessano i problemi della gente perché la gente è imbecille e berlusconiana, però noi abbiamo il venticinque aprile quindi abbiamo ragione punto. E a forza di agitare i vessilli partigiani per coprirsi dagli sputazzi, i vessilli si sono coperti di sputazzi.

Ho trovato commovente, nei commenti al post di cui sopra, come persone intelligenti e d’animo nobile come Axell e GiorgioV abbiano difeso fino all’inverosimile la manifestazione ufficiale del 25 aprile, dicendo che in fondo quando suonavano i Marlene Kuntz è apparso di botto qualche migliaio di giovani (tutti sicuramente interessatissimi alla Resistenza), che “meglio cinquecento volenterosi che centomila pecore” (riferendosi a Grillo). La verità è che, a parte qualche intellettuale, la gente è, se va bene, indifferente al venticinque aprile; se va male, ne ha le scatole piene per via degli sputazzi di cui sopra.

E quindi, è ora che smettiamo di farci illusioni: il venticinque aprile è morto. Se il centrosinistra vuol governare al posto dei post-fascisti, deve rispondere concretamente ai problemi che la gente percepisce come fondamentali. Al sindaco di una grande città, che non ha potere diretto sull’economia, la maggior parte delle persone chiede una sola cosa: ordine e sicurezza. Chiede l’eliminazione dei campi nomadi, la ripulitura delle strade da lavavetri e venditori abusivi, una repressione forte della criminalità anche e soprattutto extracomunitaria. Il miracolo sarebbe che la sinistra elaborasse una risposta a questa richiesta che non passi per la via della spranga. Ma se alla sinistra non piace occuparsene, non c’è problema: vada pure definitivamente in pensione, perché è lì pronto un piccolo Alemanno per ogni città.

P.S. Se vi sentite tranquilli perché Roma è lontana, pensateci meglio: a Orbassano, città ex operaia che ha sempre avuto sindaci di centrosinistra eletti senza neppure andare al ballottaggio, ha vinto il centrodestra con il 60%.

[tags]elezioni, politica, sinistra, rutelli, alemanno, roma, ordine, sicurezza[/tags]

divider
sabato 26 Aprile 2008, 10:01

Il V2-Day è il messaggio

Come avete visto, questo blog ha deciso di dedicare un ampio spazio al V2-Day (che finisce qui, se non altro perché sarò offline fino a domani sera). Ciò non tanto perché io condivida completamente la manifestazione: da anni scrivo che Grillo è luci ed ombre, e se va ammirato il suo coraggio nel denunciare senza giri di parole le abbondanti storture e vergogne della nostra classe politica – ripagato da notevoli ritorni anche economici, ma onestamente non credo che Grillo lo faccia per soldi -, sentire centomila persone che urlano in coro “vaffanculo!” fa un po’ preoccupare per il futuro della nostra democrazia.

Non va però dimenticato che Grillo è l’effetto, non la causa; è l’effetto di un sistema politico bloccato, incapace, corrotto, e che dimostra di non reagire a nulla a meno che non si arrivi alle piazze urlanti, ai lanci di monetine o alle rivoluzioni giudiziarie. E’ l’effetto di un sistema mediatico in cui i giornali fanno i titoli su Peter Falk seminudo per strada o sul tyrannosaurus antenato del pollo, e che ha abbandonato la stessa idea che si possa fare una inchiesta giornalistica o che si possa dire qualcosa di scomodo, limitando l’informazione sulle richieste e sulle necessità della gente al fatto che (ultim’ora!) il 28% delle donne italiane pagherebbe fino a 5000 euro per una notte di sesso con Massimo Giletti.

In un sistema del genere, dove migliaia di persone provano continuamente a denunciare piccoli e grandi problemi e non hanno il minimo spazio sui media, l’unico modo di far emergere un messaggio rivoluzionario è quello di Grillo: un mix di provocazione, verità, esagerazione, comicità, showbusiness, piazze piene e slogan facili. Sarà populista, sarà demagogico, ma, signori intellettuali con la puzza sotto il naso e signori politici che vi cagate sotto, è la logica conseguenza dell’Italia ignorante, delusa e sfruttata che voi, destra e sinistra a braccetto, avete costruito negli ultimi trent’anni. E perlomeno è un fenomeno violento soltanto a parole; non provoca la violenza vera, anzi sublima in gestacci ed in amare risate la rabbia che altrimenti veramente rischierebbe uno sfogo alla maniera degli anni ’70, e anzi che probabilmente lo farà, se il tentativo di Grillo di provocare cambiamenti radicali non avrà successo.

Per questo, sapendo che i media di regime avrebbero minimizzato, io mi son fatto un punto d’onore di pubblicare qui sopra più informazioni possibili, il meno mediate possibili. Non sono un giornalista, ma credo di aver fatto, ieri, più giornalismo io che tre quarti dei giornalisti che erano in quella piazza. Sta poi ad ognuno scegliere da che parte stare, se da quella di Grillo o da quella della contromanifestazione ufficiale; o meglio ancora, stare dalla parte di se stessi, appoggiando Grillo quando dice qualcosa di condivisibile, e criticandolo quando non lo fa.

Sono quindi rimasto molto deluso dal fatto che la blogosfera ne abbia parlato così poco, e soprattutto così male: per una volta che Internet doveva supplire al silenzio dell’informazione ufficiale, dimostrando il proprio fondamentale ruolo di promozione del pluralismo e della libertà, i bloggherz erano impegnati a montar foto e filmini sì, ma solo quelli delle marchette e del relativo catering offertogli da Microsoft. Ho molto apprezzato che ne abbia parlato .mau. che di Grillo non è certo un fan, ma che come me ha visto il problema; ho apprezzato anche che lo stesso Mantellini si sia chiesto come mai se ne parlasse poco, anche se poi si è pure lui concentrato sulle tartine di Steve Ballmer. Per carità, le PR aziendali sono legittime ed ognuno scrive di ciò che vuole, ma a che serve avere blog seguitissimi, se davanti a un Paese che affonda ci si rifugia nel parlar di fuffa e di quanto è stato bello ingoiarsela? E ha senso interpretare il blogging come una brutta copia del giornalismo piccino di questi anni, da regalino e marchetta?

Spero che queste mie considerazioni non provochino offesa, ma riflessione. Purtroppo, non si è visto in rete un grande dibattito sul rapporto tra informazione, politici, cittadini e nuovi media; ha riscosso più successo il tentativo, fondato ma anche velenoso, di screditare la manifestazione sostenendo che le firme raccolte non saranno valide. Ma chi se ne frega! Il mezzo è il messaggio, il punto fondamentale di ieri non è se abolire o no l’ordine dei giornalisti, è che centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per provare a cambiare l’Italia, senza alcun battage pubblicitario e con tutti i media contro e quasi sempre in chiarissima cattiva fede.

Queste persone pongono una richiesta politica che poi, come sappiamo tutti benissimo, è la stessa di milioni di persone che ieri non erano in piazza e che, obtorto collo e turandosi il naso, hanno votato Veltrusconi con scarsa convinzione. E’ questa richiesta politica che va capita, documentata, affrontata. Si possono anche annullare le firme, ma, in un paese civile, un movimento di piazza così ampio per abolire la legge Gasparri provocherebbe l’immediata abolizione della legge Gasparri, o perlomeno una pronta discussione in Parlamento su come accogliere queste istanze; non ci sarebbe nemmeno bisogno del referendum.

Per cui, per favore, smettiamola di guardare il dito e cominciamo a guardare le nostre responsabilità. Di cittadini, che hanno il diritto e il dovere di fare qualcosa per salvare il proprio Paese. E in particolare di blogger e di esperti di Internet, visto che è la rete a rompere gli schemi ed è la rete a rendere possibile una vittoria contro un regime che controlla tutti gli altri media; almeno finché non troveranno il modo di imbavagliarla.
[tags]v2day, grillo, media, blog, italia[/tags]

divider
venerdì 25 Aprile 2008, 22:19

Fiasco o successo?

Stasera sono tornato a casa dopo un bel giro in centro, che ha incluso un passaggio per le due manifestazioni per poi approdare agli gnocchetti di patate con crauti e speck e al panino con salsiccia calabra piccante della Fiera Europea.

Comunque, tornato a casa, ho già potuto constatare che è partita la solita guerra di cifre sul V2Day: i giornali parlano di 30.000-40.000 persone per Grillo e di 3.000-4.000 per la contromanifestazione istituzionale, i cui organizzatori politici avrebbero dichiarato che “la nostra piazza è stracolma” e “è stato un grande successo”. Bene, io non so contare le persone, ma se dovessi basarmi su quello che ho visto attorno alle 17, direi che il numero dei partecipanti di Grillo tendeva più verso i centomila, mentre quello della manifestazione ufficiale era di qualche centinaio al massimo. Certo è difficile valutare, visto che il centro era anche pieno di curiosi, di amanti dello shopping e di famiglie in gita, ma la sensazione è stata che Grillo avrebbe avuto probabilmente ancora più seguito se la piazza fosse stata più grossa, visto che a un certo punto era praticamente impossibile entrare nella piazza e persino aggirarla sui bordi.

Comunque, anche in questo caso direi che potete farvi una vostra opinione: ho messo su un album fotografico di ciò che ho visto. Anzi, riporto qui sotto le foto, in ordine di scatto, e i miei commenti.

Piazza San Carlo, sede del V2-Day di Grillo, vista da sud: si riesce a malapena a mettere piede nella piazza, l’interno è completamente zeppo di persone.

Persino sotto i portici opposti al palco è quasi impossibile passare, per la gente ferma per firmare o per guardare.

Anche dal lato opposto al palco è impossibile entrare nella piazza, che è completamente piena.

Anche dal lato nord, angolo di via Santa Teresa, si vede una piazza pienissima e densa di gente.

In via Roma, dove si trova un gruppo di banchetti per la raccolta di firme, centinaia di persone sono ordinatamente in fila e in attesa.

Da via Roma lato nord, guardando indietro verso la piazza: la calca straborda dalla piazza e inizia a metà isolato.

Questa è piazza Castello, fotografata due minuti dopo le foto di piazza San Carlo, giusto il tempo di arrivarci a piedi. La piazza è semivuota, e occupata principalmente da gente che chiacchiera o passeggia per i fatti propri, e non è lì per la manifestazione.

Avvicinandosi, siamo ormai a poche decine di metri dal palco e la piazza è ancora semivuota.

Siamo ormai a pochi metri dal palco: qui cominciano ad esserci persone che assistono alla manifestazione “ufficiale” organizzata dalle istituzioni, ma sono comunque abbastanza sparse.

Senza difficoltà siamo arrivati proprio sotto il palco: persino la prima fila è semivuota… A seguire la manifestazione saranno state a dir tanto qualche centinaio di persone.

Non so se la situazione sia stata diversa in altri momenti della giornata; questo però è quello che ho visto io, e mi sembrava giusto farlo vedere anche a voi.

[tags]v2day, grillo, torino, foto[/tags]

divider
venerdì 25 Aprile 2008, 16:34

Il discorso di Grillo

Beppe Grillo è salito sul palco verso le 15:45 – la piazza è pienissima, anche le vie intorno e piazza CLN, ci saranno cinquantamila, centomila persone – e ha attaccato un comizio di tre quarti d’ora. Ecco qualche frase riportata il più fedelmente possibile, e senza commenti: ognuno faccia i propri.

“Grazie! Questa immagine me la segno, me la tengo qui…”

“Hanno cercato di metterci contro la resistenza, ma dedico la manifestazione anche all’altra piazza [quella delle celebrazioni ufficiali, ndr], perchè noi siamo la continuazione dei nostri nonni e di quei valori lì… se tutti noi insieme avessimo un centesimo dei coglioni di quella gente lì…”

“Le televisioni son tutte lì che mi scrutano per cercare di attaccarsi a qualcosa, ma io voglio dare il benvenuto alle nostre televisioni, a quelli che ci riprendono: la BBC, la CNN, Al Jazeera, la Digos…”

“Le nostre armi non sono le spranghe, sono scendere in piazza e mettere una firma; la nostra arma principale è prenderli per il culo!”

“Hanno cercato di tutto per mettere zizzania: tirate giù le bandiere, non è una piazza da bandiere, questa è una festa del 25 aprile che appartiene a tutti gli italiani!”

“Sono scesi gli uomini di sani principi, da Chiamparino [fischi] che non condivide, è chiaro che non condivide perchè se la libera informazione ci fosse tutti saprebbero il livello intellettuale del vostro sindaco!”

“Un altro grande uomo che conosco per averlo avuto contro in varie cause è l’avvocato della fiat, Franzo Grande Stevens, che sta sempre dalla parte delle grandi società, il mio avvocato si chiamava Pino Ciriculino, lui Franzo Grande Stevens… ha abbracciato i valori della libertà, ma adesso, perchè qualche mese fa lui che è avvocato della IFI insieme a Gabetti e Marone, il trio lescano della FIAT, hanno saccheggiato la FIAT attraverso la loro finanziaria facendo un equity swap… un altro modo di rubare che non è più rubare, è fare equity swap, con una società finta in Lussemburgo… hanno comprato a 5 euro azioni che ne valevano 8, sottraendo questi soldi alle buste paga, vaffanculo!”

“L’8 di settembre si sono materializzati mezzo milione di persone, e dall’8 settembre vi sembra che non sia successo niente? cinque partiti non ci sono più, toh!” (gesto dell’ombrello)

“Abbiamo votato in elezioni assolutamente incostituzionali, irregolari e fuori legge, con un presidente della repubblica, Morfeo Napolitano, che dorme, dorme, dorme… il referendum si doveva fare prima delle elezioni, non dopo! è come mettersi il profilattico dopo che hai trombato… dovrebbe essere il presidente degli italiani, non dei partiti, non ci sono più i partiti!”

“Non abbiamo scelto il candidato, non abbiamo scelto i partiti perchè si sono fusi tra loro, non abbiamo scelto il programma perchè quello di Berlusconi testa d’asfalto… gli danno quello drenante… e di Topo Gigio Veltroni è identico. Ci hanno trattato come delle bestie e tramite questa croce abbiamo mandato in parlamento 70 pregiudicati senza che voi ne sappiate niente!”

“Ci sono delle new entry in Parlamento, Cuffaro, cinque anni per mafia… adesso è senatore, protetto dall’immunità parlamentare… Ciarrapico, condannato ai lavori sociali, ha la residenza in una baracca per non pagare i debiti… il Piotta in confronto a Ciarrapico è Lord Brummel, Ciarrapico parla così, “aoh nun me rompe il cazzooo…” “

(fa la lista dei pregiudicati eletti e 100.000 persone gridano “vaffanculo” a ognuno di loro)

“Hanno preso centocinquantamila firme raccolte in un giorno e le hanno messe in un cassetto, allora questa volta gliene porteremo 2.500.000! Poi troveranno un cavillo, i costituzionalisti, per dire che non sono valide… ma lo diranno nel marzo 2009, io sono qui adesso! Non me ne frega che qualsiasi servo del potere mi elimina la validità di 2.500.000 persone che sono uscite di casa a mettere una firma!”

“Qui ci sono centomila persone, ma per la questura sarete 300, 350… vedrete i giornali domani… ma voi c’eravate, a voi almeno non vi prenderanno per il culo!”

(Poi comincia a spiegare il primo quesito, ed elenca i giornali di partito e non, con i milioni di euro pubblici che prendono – La Padania 4 milioni, Libero 5 milioni, Repubblica 12 milioni, Il Sole 24 Ore 18 milioni di euro… – e centomila persone gridano all’unisono “vaffanculo!”)

“Hanno tirato un uovo, uno solo, a Ferrara… tutta la politica solidale con lui… mi han chiesto cosa ne pensavo, e io ho risposto: sono solidale anch’io, ma con l’uovo…”

“Siamo in un libero mercato, vorrei che in Italia uscisse un giornale pagato da chi lo legge, porca puttana!”

Poi passa al secondo quesito:

“L’Ordine dei Giornalisti è stato fondato da Mussolini per tenerli in braghe di tela!”

“Con la rete chiunque è giornalista, la rete li farà fuori tutti lo stesso! Ci dev’essere qualcuno che pagando ti dice che sei giornalista, ma che vuol dire? Allora facciamo anche l’ordine dei poeti! Via le cose del passato, pensiamo al futuro se vogliamo un paese giovane, veloce, dinamico, basta con le cose del fascismo!”

Passa poi al terzo quesito:

“La legge Gasparri è un affronto alla democrazia e alla libertà, fa sì che un nano coi capelli d’asfalto, un ologramma che non esiste, una salma riesumata dal Partito Democratico perchè era morta, era morta!, un ipod nano, possa avere in un paese civile tre televisioni e venti giornali ed essere presidente del consiglio… non esiste al mondo!”

“Berlusconi si è fatto dare tre frequenze da uno che poi è scappato, Craxi, poi con quello ha raccolto tanta pubblicità che è diventato miliardario, ci sarebbe riuscito anche mio figlio Ciro di otto anni! poi ha comprato la Mondadori corrompendo un giudice, che quello che se l’è presa nel culo è Previti, lui invece corruzione semplice, perchè l’ho già corrotto prima quindi è semplice…”

“Noi pagheremo 330 milioni di euro [di multa all’UE, ndr] per mantenere Emilio Fede lì, ma dagli un calcio un culo e vai sul satellite!”

“Io voglio che in Italia ci sia una televisione come la BBC, pagata da chi la guarda! Che metta il suo magazzino a disposizione degli utenti…”

“Berlusconi ha detto che Biagi è andato via perchè voleva la liquidazione, e Riotta è rimasto lì adorante come un cagnolino… la verità è che Biagi prima di morire ha detto, mi hanno mandato via con una raccomandata…”

“Un intervista di un politico che lo paghiamo noi, fatta da un giornalista della Rai che lo paghiamo noi, in uno studio della Rai che la paghiamo noi, tu mi togli l’intervista perchè vuoi i diritti d’autore, che l’autore siamo noi? Sulla BBC vai sul sito e trovi tutto… Non come qui, con i politici che telefonano ai direttori di rete e dicono, gli do due troie in cambio di due senatori…”

“Nella piazza di là… alla fine di questa cosa andremo tutti in piazza Castello a trovarli… noi dobbiamo combattere con un altro tipo di fascismo, il fascismo dell’informazione, un fascismo che non lo vedi, che ti fa vedere delle fighe con un culo così, è questo fascismo, che è molto più difficile da vedere…”

“Oggi 25 aprile è la festa della semilibertà, perché non siamo neanche liberi… abbiamo quelli che ci hanno liberati che si son trovati talmente bene da noi che sono rimasti, parlo degli americani e della NATO, parlando non da estremista di sinistra o di destra ma da cittadino informato, noi siamo una portaerei della NATO… secondo voi quante basi NATO ci sono in Italia? Due? Sette? Ve lo dico io, e mi guarderete e direte che è impossibile… 113, 113 basi, presenti in quasi tutte le regioni italiane tranne due, la Val d’Aosta e l’Abruzzo perchè non capivano la lingua…”

“Solo a Ghedi ed Aviano ci sono 90 testate nucleari… però abbiamo una grande Costituzione che aveva previsto questo, e siamo riusciti a infangare anche quella! L’articolo 11…” (applausi) “e qui, al governo, vogliono far ampliare le basi a Vicenza, ne abbiamo 113, non bastano?”

“Qui non sono venuti grandi artisti, grandi giornalisti – tranne uno che chiuderà la manifestazione [Travaglio] – perchè pochissime persone nel mio settore oggi sono libere, perché se vengono qua si giocano il culo e il posto di lavoro, e li capisco, li capisco ma non ci mancate, bastiamo noi!”

“Un cittadino informato non lo prendi più per il culo, lo prendi per il culo quando non sa o sa cose sbagliate!”

“Noi siamo in diretta in tutto il mondo, senza televisione!”

“Ancora non tirano fuori i numeri delle schede nulle… Ve li dico io, quindici milioni di italiani su cinquanta non hanno votato o hanno annullato la scheda, sono il terzo partito!”

[tags]v2day, grillo, beppegrillo[/tags]

divider
venerdì 25 Aprile 2008, 12:03

L’informazione e il V2-Day

Oggi a Torino in piazza san Carlo, dalle 15 alle 22, si svolge il V2-Day: vorrei potervi dare qualche informazione in più, ma purtroppo non ce le hanno date.

Su La Stampa, persino la cronaca locale di Torino – dove l’evento richiamerà probabilmente decine, se non centinaia, di migliaia di persone – si apre oggi con un interessantissimo reportage su “Attori e prof nel bordello gay”; solo in seconda battuta si parla di “I due 25 aprile”, con il titolone che linka a un articolo dove si spara a zero su Grillo e si promuove la manifestazione istituzionale; più sotto ci sono i due link in corpo otto quasi invisibile, prima “Il popolo della Resistenza” che… porta di nuovo all’articolo che critica Grillo, e poi “Il V2-Day: faremo il pienone”, che finalmente fa parlare i sostenitori di Grillo; infine una grafica dove per la manifestazione ufficiale vengono riportati tutti gli artisti compresi i più infimi, in modo che sembrino tanti, mentre per quella di Grillo se ne omettono alcuni probabilmente ritenuti di scarsa importanza, tipo Caparezza, Frankie Hi-NRG e (pare) Zucchero. Magari è solo un caso: comunque trovate altri esempi di minimizzazione mediatica in questo post di .mau..

Soprattutto, tutta la “informazione” che ci viene data è accuratamente tarata per parlare di polemiche e contrapposizioni, ma si guarda bene dallo spiegare cosa voglia ottenere Grillo e perché abbia organizzato questa manifestazione (qui il suo proclama). E così ve lo spieghiamo noi blogger (quelli non occupati a svaligiare il buffet di Microsoft o a intervistare Al Gore): vuole raccogliere le firme per tre referendum finalizzati ad abolire il consistente finanziamento pubblico alla stampa – sapevate che esiste, vero? -, l’ordine dei giornalisti e la legge Gasparri.

C’è peraltro chi dice che, per via del vigente divieto di proporre referendum per i 18 mesi attorno alle elezioni politiche, le firme raccolte oggi saranno nulle (qui una analisi). Io non sono un legale e non me ne intendo, ma decine o centinaia di migliaia di firme per questi referendum, anche se dovessero poi essere annullate per un cavillo, sarebbero comunque un atto politico significativo, anche se sono certo che la nostra classe politica farebbe allegramente finta di niente.

Nello specifico, trovo che il populismo di Grillo perlomeno sia finanziato coi suoi soldi e finalizzato a cause condivisibili, mentre il populismo di risposta delle istituzioni – lamentarsi per il presunto abuso del venticinque aprile e riscoprirsi d’improvviso desiderosi di festeggiarlo con grandi manifestazioni – sembra soltanto una risposta di casta finanziata con i soldi di tutti. Mi fa piacere vedere comparire i manifesti del PD che ricordano la “festa di libertà” e il maxipalco istituzionale in piazza Castello con artisti di nome, ma come mai tutto questo gli anni scorsi non c’era?

Oggi, comunque, farò un giro per rendermi conto con i miei occhi: perché se c’è una cosa che tutto questo insegna, è che dell’informazione “professionale” non ci si può fidare, e quindi bisogna informarsi, valutare, capire, incrociare le fonti di persona. I blog e Internet, in questo, forniscono uno strumento aggiuntivo molto importante… a patto che si impari a distinguere le fonti credibili dalle banfate.

Nel frattempo, per seguire il V2-Day in remoto, dalle 15 ci saranno una diretta televisiva via Internet su C6 TV e un’altra diretta televisiva satellitare in chiaro su EcoTV (canale 906 di Sky); in città, Radio Flash ha promesso una imparziale copertura per tutto il giorno di entrambe le manifestazioni.

[tags]v2day, grillo, torino, informazione, giornalisti[/tags]

divider
giovedì 24 Aprile 2008, 11:48

Il Fronte dell’Uomo Qualcuno

Ieri pomeriggio, quando tramite Mantellini e i suoi vetri ho scoperto questa storia – quella per cui Al Gore arriva a Roma e vuole incontrare i blogger, e prontamente gli organizzatori tirano fuori una lista di amici degli amici ai quali chiedono pure di portare gli amici, dopodiché a quelli che si lamentano dicono “ma se c’è ancora posto potete entrare anche voi” e “che volete, noi siamo i blogger col talento, abbiamo pubblicato un sacco di post in questi anni” – mi sono girate un po’ le scatole. Ho lasciato qualche commento qua e là, e poi ho lasciato perdere, convinto che in parte sia un errore altrui – l’azienda che organizza, semplicemente, non capirà una mazza di blog e Internet – e che quelli della lista (non tutti per fortuna) che se la tirano perché “io sono un blogger famoso” e si scambiano inviti a vicenda finiranno seppelliti dalla storia, anzi lo sarebbero già stati se non fossimo in Italia.

Poi però ho avuto l’illuminazione, e ho pensato che il commento migliore l’ha appena scritto Caparezza. E visto che questa è una settimana musicale, eccolo qui: leggete per bene il testo.

Audio clip: Adobe Flash Player (version 9 or above) is required to play this audio clip. Download the latest version here. You also need to have JavaScript enabled in your browser.

Io diventerò qualcuno. Non studierò, non leggerò, a tutti voi dirò di no: ecco perché diventerò qualcuno. Se vuoi parlare un po’ con me ti devo addare al mio MySpace.

Nel dopoguerra non c’era chi urlava nei comizi più di un cherokee. Non c’erano tv colme di Nembo Kid, né radio_attive come nubi a Chernobyl. C’era l’uomo qualunque, sostenuto dal Fronte dell’Uomo Qualunque. Nella schiena dei partiti affondò le unghie: “Io non sono di destra nè di sinistra, sono un uomo qualunque! E lo stato è demagogo, nel sistema bipolare non mi ci ritrovo.” Oh, ferma tutto! Devo aver avuto un herpes, dato che questo sfogo non mi è nuovo. Vivo decenni dopo nello stesso clima, che su questo fuoco getta più benzina; ma non c’è più l’uomo qualunque, tutti sono qualcuno, tutti sono in vetrina.

Io diventerò qualcuno. Non studierò, non leggerò, a tutti voi dirò di no: ecco perché diventerò qualcuno. Se vuoi parlare un po’ con me ti devo addare al mio MySpace.

Il qualcunista milita in una banda che prende piede se la prendi sotto gamba. Gode come te quando ti stendi sotto Ramba, ma è talmente finto che sembra un ologramma. Partecipa al raduno di quelli che gridano “Italia uno!” poco prima di un programma. Scrive recensioni di cd nel web e non distingue Zenyatta Mondatta da Ummagumma. È una farsa, ha una cultura scarsa, ma non gli basta il ruolo della comparsa. Prima parla per bocca di Giorgio Bocca, poi la pensa come Giampaolo Pansa. Lascia nei forum commenti di boria, ma sì!, sono piccoli momenti di gloria. Porta avanti una staffetta scorretta: non passa il testimone ma passa a testimonial.

Io diventerò qualcuno. Non studierò, non leggerò, a tutti voi dirò di no: ecco perché diventerò qualcuno. Se vuoi parlare un po’ con me ti devo addare al mio MySpace.

«Il Fronte dell’Uomo Qualcuno è il primo partito di questo paese. Grazie e arrivederci.»

Bene, adesso mister e miss faranno del Parlamento la Diaz del blitz. Non distinguono il Foglio dal Manifesto, del resto io non distinguo Libero da Gin Fizz. La democrazia fa la fine del vip che ritrova H.P. sull’uscio dell’hotel Ritz. E siamo tutti nelle mani di chi? Di questi che per diventare qualcuno cambiano nick? Si, il Fronte dell’Uomo Qualcuno ha voti al cubo, mamma che dolore al culo, lo appuro, se questo è uno scherzo manca di sense of humor. Uh, che manrovescio stiamo seppellendo nell’Endemol generation. Devo aspettare di perdere il mio diritto di voto per guadagnare il diritto alla nomination?

Io diventerò qualcuno. Non studierò, non leggerò, a tutti voi dirò di no: ecco perché diventerò qualcuno. Se vuoi parlare un po’ con me ti devo addare al mio MySpace. Io diventerò qualcuno. Non studierò, non leggerò, a tutti voi dirò di no: ecco perché diventerò qualcuno. Se vuoi parlare un po’ con me ti devo addare al mio MySpace.

[tags]caparezza, uomo qualcuno, musica, blog, gore, blogger, quand’è che riaprono blogbabel?[/tags]

divider
mercoledì 23 Aprile 2008, 19:33

La sinistra del Nord

Non sono mai stato tenero con Chiamparino, però merita un applauso per la risposta pubblicata oggi su Specchio dei Tempi. Ieri una signora, lamentandosi del degrado e della feccia extracomunitaria illegale (questo è l’eufemismo usato, ma si capisce cosa intende la signora) del quartiere a nord di Ponte Mosca, aveva scommesso che il sindaco non avrebbe mai accettato un invito a prendere un caffé a casa sua. Oggi, la pronta risposta di Chiamparino.

Si badi, l’applauso non è tanto per aver risposto o per aver prontamente accettato l’invito; dopotutto, potrebbe benissimo essere una sterile operazione di facciata precotta per l’opinione pubblica, e sarà da vedere se produrrà effetti concreti. L’applauso è invece per aver capito che non è più momento di perdere tempo o di mantenere le distanze e le formalità, e quindi per non avere inviato la risposta che qualsiasi suo dirigente o dipendente ti manda se provi a contattarlo in qualsiasi modo, ovvero “Ci pregiamo di informarLa che la Sua segnalazione è stata girata agli uffici competenti” (che prontamente la usano per impacchettare il pesce, magari comprato facendo la spesa in orario d’ufficio), ma aver risposto “Gentile signora Totaro, metta pure su il caffè. Prima di accendere il fornello, però, la prego di farmi avere i suoi recapiti, ché non risultano rintracciabili, in modo che sia possibile combinare la data e le modalità per incontrarci. I miei riferimenti sono Piazza Palazzo di Città 1, 011.442.30.00, oppure segreteria.sindaco@comune.torino.it.”; proprio come risponderebbe l’idraulico dei vostri sogni se gli lasciaste un messaggio in segreteria. Efficiente, diretto e al vostro servizio.

Non so se avete seguito la vicenda del Partito Democratico del Nord: già ben prima delle elezioni, i pochi amministratori di peso che il centrosinistra conserva nella parte più avanzata del Paese – Bresso, Chiamparino, Cacciari, Illy e pochissimi altri – avevano lanciato un appello perché il PD si desse una struttura fortemente federale, o addirittura ventilando un partito collegato ma separato. Dopo le elezioni, la proposta è stata rilanciata, ma è stata subito stoppata dai leader nazionali, in primis Prodi e Veltroni, timorosi probabilmente di perdere il controllo della situazione. Leggere le dichiarazioni di quei giorni è stato assistere a un dialogo tra sordi, con i residui leader del centrosinistra del Nord a spiegare che il rischio è la sparizione completa del progressismo proprio là dove è concentrata l’innovazione culturale, sociale, economica e tecnologica, e i leader nazionali a non cedere di un millimetro.

Eppure, la distanza che ormai passa tra un Chiamparino e un Veltroni è evidente. Per me è stato emblematico ricevere uno spammone elettorale da un candidato piddino-rutelliano nelle comunali di Roma, una persona che da tempo si occupa di rete all’interno del PD, e che per questo, avendo pescato il mio indirizzo da qualche parte, mi riempie di messaggi. La lucida analisi post-elettorale di questo candidato era la seguente:

“la così forte presenza della Lega riporta in auge una divisione del Paese quantomai deleteria in questo momento di crisi internazionale e difficoltà interne. Le prime dichiarazioni testimoniano l’odio viscerale verso una parte importante di Italia e in particolare contro Roma indicata come unico male supremo.” (grassetto suo)

Ora, mi sono contemporaneamente offeso e messo a piangere. Offeso, perché qualcuno possa permettersi di pensare che il raddoppio dei voti della Lega sia dovuto a buzzurri che odiano Roma per partito preso, invece che a gente che è semplicemente stufa, e a buon diritto, di vedere ignorati dallo Stato nazionale i problemi del proprio territorio e del proprio gruppo sociale. E messo a piangere, perché se questo è il livello di comprensione che gli ambienti politici romani hanno delle dinamiche del Nord Italia…

Ho anche risposto, e il risultato non è stato incoraggiante: come proposte risolutive per riconquistare il Nord mi sono state presentate il solito aumento per decreto dei salari (in una zona dove ci sono sempre meno lavoratori dipendenti e sempre più microimprese e partite IVA) e il solito aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (in una zona dove il risparmio è ancora un valore e dove quasi ogni famiglia ha una casa e un po’ di BOT e fondi vari, e si chiede perché, visto che rendono meno dell’inflazione reale, lo Stato se ne debba pure prendere una fetta crescente).

Forse è proprio stata questa conversazione a rendermi ancor più convinto di due idee. La prima è che ci sono poche speranze che il vecchio apparato statale italico, di destra o di sinistra che sia, possa arrivare in fretta a capire la società dell’informazione globale, in cui bene o male il Nord ormai è dentro fino al collo, e che quindi un forte federalismo sia per noi l’unica speranza di salvezza. La seconda ne è la conseguenza, ed è che ora più che mai la nascita di un forte ed autonomo movimento riformista del Nord, un contraltare progressista della Lega, incernierato nel PD ma percepibilmente distinto, sia la miglior strada perché il Nord non diventi del tutto e definitivamente una marca leghista.

[tags]politica, sinistra, pd, chiamparino, torino, roma, lega[/tags]

divider
martedì 22 Aprile 2008, 15:36

Monetine (2)

Anche oggi, la continuazione del post di ieri avrà un sottofondo musicale: è quello di Daniele Silvestri, che ha appena pubblicato un nuovo singolo intitolato appunto Monetine.

Audio clip: Adobe Flash Player (version 9 or above) is required to play this audio clip. Download the latest version here. You also need to have JavaScript enabled in your browser.

In realtà – trattandosi del singolo che precede la raccolta in uscita tra poco – non è un brano nuovo, ma una canzone di quasi dieci anni fa, Pozzo dei desideri, riarrangiata pesantemente in stile Manu Chao e senza ritornello. Comunque, parla anch’essa del gioco d’azzardo, di come sia diventato in questi anni la speranza dei disperati, l’unica proposta che la società riesce ad offrire a un consistente strato di persone.

E’ interessante vedere Caparezza e Silvestri affrontare contemporaneamente il problema di chi resta ai margini del fiume di ricchezza che attraversa le nostre società, molto visibile ma accessibile soltanto a pochi. Tanto sicuro e rabbioso è Caparezza, quanto intimo e amaro è Silvestri, un artista forse sottovalutato per via di questa sua dimensione un po’ minore nei toni, ma che ha prodotto alcuni dei pezzi più emozionanti di questi anni, da Cohiba a L’autostrada.

Il gioco d’azzardo è sempre stato un no-no, monopolizzato dallo Stato, vietato ai figli come e più della droga, e mantenuto sotto traccia, come vizio imbarazzante dei ricchi. E’ per questo che qualche giorno fa, andando in centro, io mi sono indignato per una intera parete di piazza Carlo Felice occupata da una enorme pubblicità del poker.

Per fortuna non sono stato l’unico, tanto che ne ha parlato qualche giorno fa La Stampa in cronaca. Eppure, quel cartellone non è arrivato lì da solo: qualcuno deve averlo commissionato, certo. Ma qualcun altro deve averlo stampato, trasportato, montato. Immagino anche che un certo numero di uffici pubblici l’abbiano vagliato ed autorizzato. E certamente hanno dato il loro via libera, in cambio di una congrua quantità di denaro, i proprietari del palazzo. Che a nessuno di questi sia venuto un qualche dubbio è francamente deprimente: testimonia di quanto in basso sia sceso il livello di etica, il senso di comunità e di responsabilità reciproca che sta alla base di qualsiasi convivenza civile.

Forse, è davvero questione di disgregazione sociale. Perché i signori degli appartamenti ottocenteschi di piazza Carlo Felice devono aver pensato che, loro, non avranno mai problemi col gioco d’azzardo, e che comunque avranno i soldi per pagarselo, o i mezzi culturali per evitarlo. Perché storie come questa, che risale solo all’inizio del mese, accadono regolarmente, ma alla Falchera, alle Vallette, al fondo di via Artom o nelle strade più popolari di Santa Rita. Moneta dopo moneta, le vite degli altri, private di ogni credibile alternativa, si consumano; ma, appunto, sono altri.

[tags]silvestri, monetine, gioco, azzardo, pubblicità, torino[/tags]

divider
lunedì 21 Aprile 2008, 15:01

Monetine (1)

È un periodo in cui si parla molto di gioco d’azzardo. I casinò e il totocalcio sono sempre esistiti, ma raramente come negli ultimi anni si è assistito ad un boom: da una parte i videopoker e i siti di scommesse sono ormai ovunque, compaiono sui giornali e sponsorizzano le squadre di calcio; dall’altra sempre più persone cercano nel gioco una fuga dalla realtà o la soluzione ai propri problemi. E così, ne parla anche la musica.

In particolare, il brano di cui voglio parlare oggi è il nuovo singolo di Caparezza, Eroe, ovvero La vera storia di Luigi delle Bicocche, non a caso pubblicato nel weekend delle elezioni. Non parla solo dei videopoker, ma della vita di oggi; non sappiamo quanto Caparezza sia sincero e quanto sfrutti l’ondata del grillismo (ammesso che Grillo sopravviva all’abbuffata di politica di questi mesi e al rigetto che seguirà), ma sentendo questo brano verrebbe voglia di fare ministro lui.

Perché le cose che racconta sono vere, fanno parte della vita comune di milioni di italiani; e in più sono espresse in un modo che colpisce, emotivo quindi artistico. In pochi secondi, tra testo, musica e immagine, Caparezza dimostra quanto sia tragicamente ridicolo tutto l’armamentario di puttanate propinatoci dai media, dai giornali, dal cinema, dalla politica, se confrontato per un attimo e senza bende sugli occhi con la realtà. Vedere Caparezza nei panni di una persona normale che sotto la musica da Morricone fa il 300 con gli imballaggi, o che si trascina sulle spalle una limousine, un pullman di papa-boys o la betoniera al contrario, è la fotografia di chi oggi in Italia nonostante tutto continua a vivere onestamente senza mollare, armato di spade di cartone come gli alpini in Russia e con tutta l’italica zavorra di benpensanti e nullafacenti addosso.

Il testo, come al solito, è una fonte inesauribile di tumblrate; forse la mia preferita è “io sono al verde, vado in bianco ed il mio conto è in rosso, quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera”. Insomma, sarà un successo, anche se non contribuirà certo a rappacificare gli italiani con chi li governa.

[tags]musica, caparezza, eroe, gioco d’azzardo, italia[/tags]

divider
sabato 19 Aprile 2008, 08:48

Iva

Mi è capitato, nella settimana prima delle elezioni, di fare un lavoretto per la sezione locale di un partito; l’ex regista della compagnia teatrale parrocchiale in cui suonavo anni fa lavora lì, e aveva bisogno di qualcuno che gli montasse velocemente un piccolo servizio Web. L’importo della commessa, prezzo da amico, è stato di ben trecento euro lordi, più IVA.

Così, martedì mattina, mando la fattura; ricevo una risposta che mi dice che la fattura è sbagliata, perché ho applicato l’IVA al 20%. Chiedo lumi, e mi viene spiegato che “ai sensi del DPR 633/72, tabella A, parte seconda, n. 18 e successive modifiche, art. 18 L. 515/93”, su tutte le spese relative alla campagna elettorale i partiti (ma anche i singoli candidati) pagano l’IVA ridotta al 4%. Non so se ci siano dei limiti, ma ho il sospetto che pure i PC e i tavoli, se da usare durante eventi della campagna elettorale, possano essere acquistati risparmiando l’80% dell’IVA.

Pur mantenendo la mia indipendenza, non sputo nel piatto che mi ha pagato (una volta tolte le tasse) un paio di cene, e quindi alzo un sopracciglio ma non mi lamento; del resto, se le proprietà della Chiesa in Italia non pagano l’ICI, cosa c’è di male nel fatto che i partiti non paghino l’IVA? Solo, spero che questa non sia l’unica riduzione di tasse che il mondo politico riuscirà a partorire…
[tags]tasse, partiti, iva[/tags]

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike