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Archivio per la categoria 'SinchËstèile'


mercoledì 1 Febbraio 2012, 16:01

La trasparenza e la maggioranza

Il lavoro del politico, se fatto bene, è molto diverso da quanto ci si immagina. Il politico infatti non dovrebbe, come attività principale, andare in televisione o pontificare sui grandi problemi del mondo, ma dovrebbe lavorare in modo approfondito sugli atti dell’organo in cui è stato eletto. Fatto come noi dall’opposizione, questo è un lavoro duro, invisibile e ingrato, in quanto comunque è difficile che la maggioranza poi approvi le tue proposte, e in quanto le persone che ti hanno votato raramente si accorgono di questo sforzo; alla fine molti ti giudicheranno per le tre righe imprecise (talvolta proprio false) che qualche giornalista diffonde in pubblico, e non per gli anni di lavoro istituzionale. Qualche volta, però, questo lavoro paga; ed è una soddisfazione.

Questa storia inizia dunque nel pomeriggio di venerdì 13 gennaio, alla conferenza dei capigruppo. In un clima da week-end imminente, ci viene presentato un atto mai visto prima, con un titolo lungo e non immediatamente comprensibile, con riferimenti ad altri atti e a una legge. Ci spiegano che è solo un adempimento formale, un adeguamento di un regolamento relativo a una vecchia legge, e che lo dovremmo esaminare oggi (venerdì alle 15) per poterlo votare subito in consiglio (lunedì alle 10).

La legge è la numero 441 del 1982, quella che rende obbligatoria la pubblicazione dei redditi e dei patrimoni dei parlamentari, e poi, per estensione, anche dei consiglieri comunali. Il nostro atto, ci viene detto, è ancora più nel segno della trasparenza: si vuole estendere l’obbligo anche alle persone che noi nominiamo nei consigli d’amministrazione delle varie partecipate, escludendo però quelli che non prendono un compenso, perché già ci fanno un favore e non li vogliamo costringere a rivelare i loro dati.

A me questa cosa non piace: lo scopo della trasparenza è anche verificare se a qualche amministratore venga, che so, regalata una casa a sua insaputa, e questo potrebbe accadere indipendentemente dal fatto di percepire un compenso. Inoltre, quando arriva un atto all’ultimo minuto, venerdì per lunedì, è naturale chiedersi il perché di tanta fretta.

Sabato mattina dunque approfondisco la questione e recupero il testo della legge. Scopro così altre cose; per esempio, che la trasparenza sui nominati è già prevista dalla legge, che però include anche una ulteriore figura, quella dei direttori generali. Preparo dunque sei emendamenti; due servirebbero ad allargare gli obblighi di trasparenza anche a chi non riceve compensi, altri due ad allargarli ai direttori generali delle partecipate, uno ad estenderli ai consiglieri di circoscrizione, e uno a garantire la pubblicazione sul Web delle informazioni su come accedere a questi dati, dato che altrimenti bisogna sapere che esistono e presentarsi di persona presso gli uffici. Lunedì mattina alle nove e mezza, ci presentiamo con i nostri emendamenti.

Lunedì pomeriggio, in consiglio comunale, la prima sorpresa: la giunta chiede di rinviare la delibera per approfondimenti. Nella settimana successiva, gli uffici mi avvertono che i due emendamenti relativi ai direttori generali sono secondo loro tecnicamente inammissibili, per questioni di titolarità della loro nomina. La delibera torna in aula lunedì 23… e quello che doveva essere un semplice adempimento diventa per la maggioranza un pomeriggio di passione.

Intanto otteniamo il primo risultato: la maggioranza sceglie spontaneamente di approvare il nostro emendamento sui consiglieri circoscrizionali. A me questo emendamento è particolarmente caro e lo dedico al consigliere circoscrizionale Gavino Olmeo, attualmente nell’UDC, ex consigliere comunale ed ex candidato alle regionali nel listino bloccato della Bresso (senza i “dannati grillini” a quest’ora sarebbe consigliere regionale). Nelle scorse settimane Olmeo ha più volte attaccato in pubblico la nostra consigliera di Circoscrizione 3, perché lavora per una associazione che (da prima che esista il Movimento) riceve finanziamenti dal Comune, guadagnando ben 400 euro al mese da precaria. Naturalmente noi non abbiamo niente da nascondere e dunque saremo lieti di leggere lo stato reddituale e patrimoniale di entrambi.

Ma la vera sorpresa si verifica quando si tratta di votare gli altri nostri emendamenti: cominciano subito a vedersi astensioni e smarcamenti. Al primo emendamento sui direttori generali, attimo di panico: la votazione finisce 17 pari. Emendamento respinto, ma per un solo voto! Peccato, penso io: ora capiranno che stanno scherzando col fuoco e si rimetteranno in riga. E invece no, al secondo emendamento sui direttori generali succede il patatrac: nonostante il parere contrario della giunta, nonostante il parere negativo sulla regolarità dagli uffici, nonostante il capogruppo del PD che invita a votare contro, la votazione finisce con 13 contrari e 16 favorevoli: emendamento approvato. Sui 25 teorici voti della maggioranza, tra assenze vere, uscite dall’aula, astensioni e voti favorevoli all’emendamento ne spariscono la metà; in pratica, vota contrario solo il PD e nemmeno tutto.

E’ la prima volta dall’inizio del mandato che la maggioranza “va sotto” e fa clamore, perché una cosa è che la maggioranza in blocco condivida una nostra proposta e la voti (da noi ormai succede abbastanza spesso) e un’altra è che mezza maggioranza voti diversamente dalle direttive del sindaco e del capogruppo. La seduta viene sospesa, mentre PDL e Lega rigirano il coltello nella piaga chiedendo alla giunta e agli uffici di spiegare cosa succede dopo l’approvazione di un emendamento “irregolare” (niente, va bene lo stesso).

Sarebbe bello se tutto questo fosse dovuto solo alla bontà della nostra proposta; in realtà non sarebbe successo se nella maggioranza non ci fossero tanti scontenti per i più vari motivi, da quelli che lo sono per questioni personali (ad esempio aver perso la corsa a un posto in giunta) a quelli che non concordano sul modo in cui Fassino si relaziona col consiglio comunale. E’ stato un messaggio trasversale interno alla maggioranza, ma noi siamo riusciti a muoverci tempestivamente, creare l’occasione giusta e usarla per raggiungere un nostro obiettivo, cioé un po’ più di trasparenza.

Sarebbe stato senz’altro più facile, come fanno i politici, dedicare il sabato mattina a rilasciare una intervista sulla manovra economica o direttamente andare a sciare; ma avremmo perso l’occasione. Credo che sia anche da queste cose che si valuta la capacità del Movimento di mantenere le proprie promesse.

[tags]movimento 5 stelle, torino, trasparenza, redditi, politica[/tags]

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venerdì 20 Gennaio 2012, 17:51

Il Movimento e la cittadinanza ai figli degli immigrati

L’immigrazione, si sa, è un tema che accende gli animi, e che io ho sempre cercato di affrontare senza pregiudizi e concentrandomi sui problemi concreti, a costo di beccarmi del razzista o del comunista da chi ragiona per dogmi ideologici (vedi una dottissima discussione da 585 commenti con me e il collettivo Wu Ming).

Lunedì, dunque, io e Chiara dovremo votare su un ordine del giorno del centrosinistra che esprime adesione all’appello di Napolitano e alla campagna L’Italia sono anch’io, che chiede la cittadinanza italiana automatica per chiunque nasca qui, anche se figlio di immigrati, e il diritto di voto alle elezioni amministrative per gli stranieri che risiedono qui da almeno cinque anni. Non stiamo dunque parlando di modificare i requisiti per poter immigrare in Italia, ma della situazione di bambini che attualmente, pur nascendo e crescendo in Italia con la cultura e la lingua degli italiani, devono fare tutte le scuole da “diversi” e attendere i 18 anni per diventare cittadini italiani, con l’obbligo di risiedere qui “ininterrottamente”: se a quattro anni vai a passare qualche mese dalla nonna che sta morendo, rischi che poi a 18 non ti diano la cittadinanza (è un caso che conosco personalmente) e che tu debba scegliere se vivere da straniero in Italia o tornare in un Paese di origine che praticamente non conosci.

Sapete che io non sono certo favorevole all’immigrazione senza regole o al buonismo verso gli immigrati delinquenti (o gli italiani delinquenti, o i politici delinquenti, o i rom delinquenti… il punto è il delinquere e non l’origine). Personalmente, rispetto alle proposte della campagna, avrei preferito qualche cautela in più per la concessione automatica della cittadinanza ai bambini; ad esempio che almeno un genitore sia residente in Italia da almeno qualche anno (come in Germania, dove gli anni di residenza sono 8) oppure che il bambino svolga in Italia almeno le scuole elementari, concedendogli la cittadinanza a 11 anni. Tuttavia, il problema è reale e improcrastinabile e tra la situazione attuale e quella proposta preferisco decisamente quella proposta; la soluzione alle difficoltà di integrazione dei figli degli immigrati non è escluderli ma è farli sentire orgogliosamente e pienamente italiani. Per questo motivo, personalmente io vorrei votare a favore dell’ordine del giorno e aderire alla campagna.

Io, però, rappresento il Movimento 5 Stelle e i cittadini torinesi che l’hanno votato, e dunque mi ritengo in dovere di portare una posizione collettiva e non personale. Per questo motivo, già martedì scorso ho iniziato un piccolo sondaggio su Facebook, da cui emerge una prevalente opinione favorevole, ma anche una serie di dubbi non da poco. La situazione si è complicata discutendone con gli altri gruppi e consiglieri del Movimento; da una parte vari gruppi locali hanno aderito anche formalmente alla campagna, dall’altra alcuni esponenti di punta sono contrari ad essa (potete leggere qui il ragionamento di Davide Bono). In Emilia-Romagna i due consiglieri regionali hanno votato a favore dell’adesione alla campagna (nonostante Repubblica abbia subito scritto il contrario…) ma non hanno partecipato al voto sull’adesione alle parole di Napolitano; linea concordata con i consiglieri regionali piemontesi.

I contrari all’adesione, pochi ma agguerriti, sottolineano anche questi punti di metodo: il problema è nazionale e non locale, dunque i consiglieri comunali non sono titolati a prendere posizione; un sondaggio su Facebook non è certo attendibile; nel programma comunale non si dice niente in merito (ovviamente, perché non è competenza comunale); nel programma nazionale idem (e questa è una mancanza da colmare). Qualcuno ha suggerito una votazione tra attivisti o tra eletti, ma questa è una soluzione “da partito” che è stata più volte (secondo me giustamente) sconfessata da Grillo. Insomma, detto che io devo pur votare qualcosa e che abbandonare l’aula mi sembra un triste mezzuccio politico, so che qualsiasi cosa io faccia ci sarà qualcuno pronto a gridare che ho tradito il Movimento e il mandato elettorale.

Credo di non poter fare diversamente da come sto facendo, e dunque, come sempre, usare Facebook e blog per sentire il maggior numero possibile di pareri da parte delle persone che mi hanno votato, e poi valutare e decidere secondo coscienza. Questo post vuole dunque sollecitare i vostri commenti sia sulla campagna, sia sul comportamento da tenere in quanto portavoce del Movimento 5 Stelle di Torino; lunedì prenderemo una decisione definitiva.

[tags]immigrazione, cittadinanza, diritti, movimento 5 stelle, politica, democrazia[/tags]

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mercoledì 18 Gennaio 2012, 17:51

Ancora sugli attraversamenti pedonali

Lo confesso: per molte settimane, man mano che l’incidente di corso Peschiera si allontanava nel tempo, ho pensato che anche questa volta lo Stato avrebbe “gettato la spugna con gran dignità”, come diceva De André. Infatti non vi era traccia dei colpevoli, né avevano alcun esito gli appelli a chi sapeva e li stava probabilmente proteggendo; dopo aver frettolosamente rimosso le strisce in quel punto, si erano soltanto più sentite polemiche strumentali tra politici sull’efficacia del tipo di ringhiere adottato.

Lunedì il consiglio comunale ha finalmente approvato all’unanimità la nostra mozione presentata il 17 ottobre, che chiedeva di censire e mettere in sicurezza tutti gli attraversamenti pedonali non semaforizzati sui grandi viali; dopo aver giaciuto per due mesi in attesa di discussione in commissione, giaceva in attesa di votazione in aula dal 12 dicembre; una volta la maggioranza non era pronta e ne chiedeva il rinvio, l’altra volta eravamo troppo presi dagli aumenti delle tariffe e non c’era il tempo di discuterne. Una mozione del consiglio comunale non cambia di per sé la realtà – è molto più importante la volontà concreta dei dirigenti comunali, che hanno il vero potere di fare le cose – ma è almeno un segno di interesse e una richiesta di impegno all’amministrazione, con in più l’obbligo di ritrovarsi dopo quattro mesi per verificare cosa è stato fatto. Io avevo invitato tutti i consiglieri a firmarla, se lo volevano, e comunque a votarla all’unanimità; e così è stato, senza distinzioni.

A margine della discussione, quando è venuto fuori che io avevo scritto la mozione due mesi prima dell’incidente, qualcuno ha platealmente suggerito che io portassi sfiga. In realtà, stavolta la coincidenza è stata positiva; il giorno dopo è stata annunciata la cattura dei responsabili, che non erano rom o immigrati (sui social network già qualcuno lo diceva) ma due tossici sardo-aostani, in corsa per procurarsi la dose, fuori di testa e senza un euro ma comunque con la macchina nuova. I vigili urbani hanno fatto veramente un gran lavoro, gestendo direttamente tutte le indagini grazie al proprio nucleo scientifico; sono partiti dall’elenco di tutte le Clio di quel modello (prodotto da poco più di un anno: sono 7600) e piano piano le hanno ridotte a 12 in base ai pezzi ritrovati e altre deduzioni; poi hanno mandato i vigili delle varie città a controllarle, e ad Aosta hanno trovato quella giusta.

So che l’assessore Lubatti, dopo l’incidente, aveva già iniziato a fare di suo quanto chiede la mozione, e che mi pare banale buon senso: censire tutti gli attraversamenti e per ognuno valutare cosa fare, se mettere un semaforo, dissuasori di vario genere, o transenne per bloccare il passaggio… o magari studiare qualche soluzione innovativa, come questa (la producono a Villarbasse). Intanto, stamattina aspettavo il bus a Porta Susa e ho visto ancora una volta un’auto aggirare le macchine già ferme alle strisce, proiettarsi in velocità sul passaggio zebrato e poi inchiodare evitando di un soffio il pedone che stava attraversando.

Alla fine quel che conta di più è il comportamento di chi guida; però un po’ d’attenzione organizzata, per eliminare i punti neri e per punire più regolarmente la guida pericolosa, potrà fare molto.

[tags]traffico, viabilità, incidenti, sicurezza stradale[/tags]

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mercoledì 28 Dicembre 2011, 11:51

Tutti gli aumenti di Fassino

Alla fine, nonostante una settimana di opposizione dura, l’aumento generalizzato delle tariffe della mobilità torinese – un altro tassello nel sistematico smantellamento dei nostri beni comuni – è stato approvato: ne leggete su tutti i giornali di oggi.

Di fatto ci è stato impedito di elaborare e presentare delle controproposte serie; il piano di Fassino & c. era approvare un aumento lampo la sera di venerdì 23 dicembre, in modo che i giornali non potessero parlarne. Noi abbiamo fatto resistenza e siamo riusciti ad arrivare fino a ieri, e almeno oggi ne parla tutta la città; ma all’arroganza del metodo vorrei dedicare un post nei prossimi giorni, perché da fuori non lo potete nemmeno immaginare.

Parliamo invece di sostanza, che è pesante: +50% sulla corsa singola, da 1 a 1,50 euro; +30% sui carnet da 15 corse, da 0,90 a 1,17 euro per corsa; +28% il giornaliero; +19% il mensile; +7% l’annuale. Altrettanto sulle strisce blu: +12% la tassa annuale per i residenti; +25% in centro; +13% alla Crocetta; addirittura +100% (da 0,65 a 1,30 l’ora) nelle zone meno centrali.

La motivazione ufficiale è che ci sono stati tagli sui fondi per i trasporti, sia a livello nazionale che regionale. E’ vero; peccato che i tagli siano in buona parte rientrati la settimana scorsa, grazie anche a ulteriori tasse sulla benzina. Di fatto, su questi tagli non ci sono stati forniti dati precisi, se non qualche percentuale sparata lì, e così si fa strada il dubbio che il vero scopo degli aumenti sia quello di ingrassare GTT per renderla più appetibile ai privati, avendo già deciso di venderla tra tre mesi.

Gli effetti saranno evidenti: innanzi tutto un forte disincentivo a prendere i mezzi pubblici, specialmente per chi li usa saltuariamente. Se andare e tornare in due in bus costa 6 euro, l’auto è quasi sempre più conveniente, anche perché in genere se ne calcola solo il costo marginale (benzina e sosta) dato che tutti comunque hanno un’auto. Di fatto, si alimenta una segregazione classista: chi può, gira in auto; chi non ha i soldi deve utilizzare mezzi pubblici sempre più costosi e inefficienti, anche perché non sono previsti potenziamenti del servizio ma se mai nuovi tagli di percorso a partire da marzo, dopo quelli di un mese fa.

Eppure si è visto con il gigantesco ingorgo di venerdì 16 cosa succede se chi normalmente usa gli autobus passa all’auto; la città sarà sempre più intasata, bloccata e inquinata (a proposito, avrete notato le scelte della giunta a fronte dei 140 giorni di sforamento dei limiti di legge o giù di lì: parlare di grandi iniziative a lungo termine e intanto non fare niente).

Ci sono poi alcune categorie particolarmente danneggiate: per esempio, l’abbonamento ridotto per gli anziani, che prima partiva dai 60 anni, ora partirà dai 65 e solo per chi ha meno di 36.000 euro di reddito. Grazie a un intervento dell’ultimo minuto, richiesto anche da noi in commissione, si è quantomeno permesso a chi già aveva questo abbonamento di continuare a mantenere la riduzione anche se non rientra nelle nuove condizioni; analogamente è sparito all’ultimo minuto l’aumento dell’11% sull’abbonamento per i disoccupati (da vergognarsi solo ad averlo pensato), che però dovranno farlo per minimo sei mesi anziché tre. L’esenzione fino a un metro di altezza è diventata fino a 11 anni, mentre inizialmente prevedevano un biglietto “ridotto bambini”.

E’ stata inoltre approvata in principio, in quanto adottata anche da IDV e SEL, una proposta che facevamo sin dalla campagna elettorale, ovvero di far pagare in futuro tariffe di sosta differenziate in funzione delle dimensioni, del valore e dell’inquinamento dell’auto.

Non è stata invece approvata la nostra proposta di un biglietto ridotto a 1,70 euro per chi deve fare due viaggi brevi in metropolitana (con tram e bus si fanno con un solo biglietto); e sono state bocciate dalla maggioranza varie altre nostre proposte generalmente a costo zero, come il poter portare la bici su tutti i mezzi, l’aumento dei controllori, il tasso zero sulle rateizzazioni degli abbonamenti, una migliore accessibilità per i disabili, una generale razionalizzazione degli orari.

E’ stata bocciata dalla maggioranza anche una nostra mozione che chiedeva due cose molto semplici, ovvero di fissare un tetto massimo pari allo stipendio del sindaco per tutti i dirigenti GTT (attualmente l’amministratore delegato, l’ex senatore DS Barbieri, incassa a vario titolo quasi 250.000 euro l’anno, e continuano le nomine politiche), e di riportare in gestione interna le linee subappaltate a fornitori privati, che costano a parità di servizio anche il 60% in più.

Insomma, le alternative c’erano… In parte erano politiche; per esempio, se ce ne avessero dato il tempo, si poteva studiare una riformulazione delle tariffe della sosta che magari colpisse meno determinati quartieri ma si allargasse su altri, con opportune salvaguardie per concentrare i costi sulle auto più grosse e inquinanti, incentivando così l’uso del mezzo pubblico. In parte erano semplicemente legate al taglio degli sprechi e dei favori, come i due citati poco fa o come il lucroso contratto per i controllori della linea 4, per cui GTT spende 145.000 euro al mese che vanno in gran parte nelle tasche della cooperativa Rear, presieduta da un consigliere regionale del PD, che paga ai lavoratori stipendi di pochi euro l’ora… basterebbe usare invece il personale interno che, divenuto inabile alla guida, non ha granché da fare.

Credo di avervi dato il quadro della situazione; mi scuso se è un po’ lungo, ma noi a questo tema dedichiamo da sempre gran parte delle nostre energie, per affrontarlo in modo serio e realistico. Speriamo che ci sia la possibilità di farlo in questo modo anche col resto del consiglio comunale, perché in questa occasione proprio non c’è stata.

[tags]gtt, torino, fassino, aumenti, tariffe, trasporti[/tags]

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martedì 20 Dicembre 2011, 17:35

I violenti No Tav

Tra le prerogative dei consiglieri comunali, c’è anche quella di poter chiedere al sindaco di riferire in aula, all’inizio del consiglio comunale, su fatti importanti e appena accaduti. Purtroppo il sindaco non risponde troppo spesso, visto che in questi sei mesi le richieste sono state quaranta ma solo dodici sono state accolte. Se il sindaco non risponde, al richiedente vengono concessi ben sessanta secondi per sintetizzare la domanda.

Mercoledì scorso, nella prima seduta utile dopo le manifestazioni No Tav dell’8 dicembre, abbiamo dunque chiesto al sindaco di spiegare le sue dichiarazioni secondo cui in Valsusa “comandano i violenti”. Chi sarebbero questi violenti? Fassino non rispose, nemmeno alla domanda da noi ripetuta in aula. E così, nel video, abbiamo messo anche alcune delle terribili immagini di violenza giunte da Susa; ringraziando Marco Carena per la colonna sonora.

[tags]no tav, susa, fassino, torino, movimento 5 stelle, violenza[/tags]

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lunedì 19 Dicembre 2011, 19:17

Il dibattito sui rom in Consiglio Comunale

L’articolo della scorsa settimana, come prevedibile, ha fatto molto discutere; e se mi ha fatto dispiacere ricevere qualche accusa di razzismo, mi ha fatto piacere notare come, su un tema così difficile, con molte persone si sia riusciti a impostare una discussione razionale sui fatti, indipendentemente dalle loro opinioni di partenza.

Mercoledì scorso ne ha parlato anche il consiglio comunale; il sindaco Fassino ha sorpreso tutti con una dichiarazione che un tempo sarebbe stata etichettata “di destra”, ovvero – pur parlando anche di pregiudizi e di accoglienza – dicendo che i rom che rifiutano l’integrazione devono essere allontanati dall’Italia. A me sembra esagerata; io mi sarei limitato a dire che i rom che commettono reati devono essere puniti e incarcerati secondo la legge, dato che sono quasi tutti cittadini italiani o comunitari.

Comunque, sono stato positivamente sorpreso che Fassino non abbia scelto la linea poi tenuta dal ministro Riccardi, che è andato giustamente a promettere aiuto e integrazione ai rom della Continassa, ma non ha trovato nemmeno cinque minuti per parlare con gli abitanti delle Vallette e preoccuparsi anche dei loro problemi.

Ad ogni modo, questo è il video del mio intervento nella discussione.

P.S. Stamattina ho fatto un piccolo esperimento, pubblicando su Facebook questa notizia: ignoti criminali, pur di rubare il rame e i sanitari, hanno devastato un asilo di Moncalieri, temporaneamente chiuso per ristrutturazione, causando danni ingenti che probabilmente ritarderanno di chissà quanto la riapertura e lasceranno molte famiglie senza un posto asilo. Né io né il giornalista abbiamo parlato di rom, eppure già al secondo commento si era finiti sul tema.

[tags]rom, integrazione, torino, vallette, fassino, consiglio comunale[/tags]

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giovedì 15 Dicembre 2011, 17:55

Alcune domande a Fiat

Lunedì 28 novembre, il consiglio comunale si è riunito in seduta straordinaria per discutere del futuro della Fiat a Torino e in Italia. E’ stata una estenuante maratona di sei ore in cui sono state dette molte parole, ma poco o nulla di concreto; i rappresentanti della Fiat presenti in aula hanno rimarcato di avere fatto un grande onore alla città a essere presenti, ma nelle loro conclusioni hanno più che altro criticato lavoratori e sindacati.

Noi abbiamo deciso di usare i nostri cinque minuti per porre alla Fiat alcune domande; invece di prendere le parti dell’una o dell’altra parte, abbiamo cercato di fare proposte su come la Fiat possa garantire lavoro a Torino, non solo per venti mesi ma per vent’anni, non solo per gli operai ma per i quadri, i dirigenti, i ricercatori, perché ormai, in prospettiva, sono a rischio anche loro. Abbiamo cercato di sottolineare che la strada non è certo quella di tagliare diritti e qualità per competere con i cinesi, ma quella di puntare sull’innovazione, sulla ricerca, sulla mobilità verde, ovvero su prodotti ad alto valore aggiunto.

Alla fine, comunque, la politica industriale della Fiat può essere fatta solo dalla Fiat; sono loro a dovere dare risposte che per ora, purtroppo, non hanno dato – limitandosi a marciare spediti verso la fuga dall’Italia.

[tags]fiat, consiglio comunale, torino, movimento 5 stelle[/tags]

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martedì 13 Dicembre 2011, 18:32

Più aree per i cani in città

Lunedì 5 dicembre il consiglio comunale ha approvato ben due mozioni proposte dal Movimento 5 Stelle. Una è quella per contrastare il gioco d’azzardo, una vera piaga sociale; l’altra riguarda invece il benessere dei cani che vivono in città.

I cani, infatti, hanno il bisogno naturale di “sgambare”, ovvero di correre liberamente in un’area di dimensioni sufficienti. Poiché però non a tutti piacciono i cani e qualche cane maleducato potrebbe anche infastidire anziani e bambini, la Città permette di farlo soltanto all’interno delle apposite aree cani, ovvero dei recinti posti nei giardinetti; altrove, i cani devono sempre avere il guinzaglio. Il problema è che in alcune zone della città, a partire dal centro, non esistono aree cani: chi abita in centro e possiede un cane è costretto a violare quotidianamente le regole, rischiando anche un centinaio di euro di multa.

Per questo noi abbiamo presentato una mozione che chiedeva all’amministrazione di impegnarsi su due fronti: il primo è quello di valutare la possibilità di concedere il passeggio dei cani senza guinzaglio in alcuni giardini del centro in certe fasce orarie, ad esempio al mattino presto e alla sera, quando comunque non ci sono bambini che giocano; il secondo è quello di concordare con le circoscrizioni e con le associazioni animaliste un piano per creare nuove aree cani in tutta la città, specialmente nelle zone in cui mancano.

Purtroppo la maggioranza ha bocciato la prima proposta, ma ha accolto la seconda; e così la nostra mozione, tolto il primo punto, è stata approvata all’unanimità.

A questo punto, l’assessore ha quattro mesi di tempo per avviare le consultazioni e definire il piano di nuove aree cani; e noi siamo contenti di aver dato la spinta a risolvere un problema apparentemente piccolo ma molto importante per migliaia di torinesi e per i loro animali.

[tags]cani, animali, torino, movimento 5 stelle[/tags]

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lunedì 12 Dicembre 2011, 19:28

Qualche fatto sui rom

Di parole sui rom se ne sono fatte già troppe; io vorrei solo puntualizzare qualche fatto.

romcontinassa1.jpg

Il primo riguarda il luogo del rogo, che non era un campo nomadi ma un misero accampamento clandestino di baracche, dentro le rovine della splendida e derelitta cascina Continassa, di proprietà del Comune ma futura sede della Juventus. Ci eravamo andati in sopralluogo circa due mesi fa (le foto in questo post sono di allora) e avevamo trovato soprattutto miseria, topi di mezzo metro e condizioni disumane.

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Si erano allora presentati anche un paio di abitanti del quartiere, che avevano lamentato soprattutto il fumo tossico che arrivava dentro le case delle Vallette, a causa dei roghi per estrarre il rame dai cavi rubati. Pochi mesi fa, proprio in quell’accampamento la polizia aveva arrestato sedici persone per questo reato.

romcontinassa3.jpg

Il secondo fatto è questo: gran parte della città odia i rom. Li odiano non solo un po’ di beceri leghisti, ma, sempre più, anche la classe media e gli stessi elettori di Fassino. Li odiano perché hanno la sensazione che agli zingari tutto sia permesso: sporcare, rubare, sfruttare i bambini, minacciare per ottenere dei soldi. E soprattutto, li odiano perché da vent’anni, ogni volta che pongono alle istituzioni il problema non “dei rom” ma “di quel rom che ruba il rame e intossica il quartiere”, gli amministratori di questa città rispondono che sono dei razzisti e devono stare zitti – e non affrontano il problema.

romcontinassa4.jpg

Vedi l’agghiacciante intervista di Chiamparino: caro Chiampa, al signore che si lamenta di Porta Palazzo “ostaggio dei marocchini e dei neri”, magari perché è stato scippato o minacciato con un coltello sotto casa sua, non bisogna dare del razzista e poi lasciarlo lì tornandosene nel proprio elegante appartamento di piazza Vittorio. Bisogna mandare la polizia a dimostrare che la legge vale anche per i non italiani, e allo stesso tempo bisogna mostrare che esistono anche degli esempi di integrazione positiva. Chiamparino ha governato per dieci anni e non è stato capace di fare né l’una né l’altra cosa… e ancora parla.

Per combattere l’odio bisogna riportare la discussione sui fatti e sulle responsabilità personali. La città è invece piena di fantasiose leggende metropolitane: persino quella che gli zingari sono protetti perché sarebbe zingara la moglie di Novelli e pure quella di Chiamparino. Io vorrei cominciare a mettere sul tavolo dei fatti: quanto spende la città per i nomadi? E’ vero che ricevono dei sussidi? E’ vero che non pagano le bollette? E’ vero che sono favoriti per le case popolari? Il tasso di criminalità tra i rom è più alto della media? Se avete altre domande sui rom che vi siete sempre posti, mandatecele: le porremo all’amministrazione, e poi potremo cominciare a ragionare sui fatti.

[tags]rom, zingari, torino, continassa, incendio, razzismo, chiamparino[/tags]

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domenica 4 Dicembre 2011, 13:06

La politica aspetta il morto

È da quando sono bambino, allievo delle vicine scuole Baricco e Maritano, che vedo persone morire sulle strisce pedonali di corso Peschiera all’altezza di via Sagra San Michele. E’ un attraversamento pericolosissimo in cui si concentrano vari fattori di pericolo; sta subito dopo l’incrocio con via Bardonecchia, a cui c’è un semaforo che è sempre verde o per l’una o per l’altra strada, e da entrambe le strade le auto arrivano a velocità sostenuta, visto che da via Bardonecchia ci si immette quasi senza curvare, mentre corso Peschiera è uno stradone rettilineo a sei corsie.

Il tutto è complicato dal fatto che ci sono auto che inchiodano e svoltano a sinistra verso via Sagra San Michele in modo vietato, usando un varco nel controviale che sarebbe riservato alla scorta del giudice Caselli, che abita proprio lì accanto. I pedoni che attendono di passare – spesso bambini, perché all’angolo c’è un grosso negozio di giocattoli – sono sostanzialmente invisibili, persi nell’ombra in mezzo agli alberi sulla banchina. Qualche anno fa hanno fatto un attraversamento semaforizzato solo cento metri più su, ma, per abitudine decennale, quasi tutti continuano a usare le strisce in quel punto.

Sabato 15 ottobre, come molti sabati, passavo di lì subito dopo pranzo; è sul percorso da casa di mia mamma a casa dei genitori di Elena. Arrivavo da corso Peschiera con una fila di verdi, e ho visto un’auto accostare sulla destra subito dopo via Bardonecchia. Sembrava volesse far scendere qualcuno; ci ho messo qualche secondo a capire che era il raro automobilista che decide di fermarsi per far passare i pedoni sulle strisce. Tutti gli altri davanti a me l’hanno capito tardi, e all’ultimo secondo hanno cominciato a inchiodare. Anche io ho inchiodato, e abbiamo mancato di poco uno spettacolare tamponamento a catena. Accanto a me, sulla corsia di sinistra, uno non si è proprio fermato e ha attraversato le strisce a settanta all’ora, mancando di un metro i pedoni.

Lunedì 17 ottobre dunque sono arrivato in ufficio e ho deciso di fare qualcosa; ho presentato questa mozione, intitolata “Messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali non semaforizzati”, che impegna l’assessore a fare una ricognizione di tutti i casi in cui vi sia un attraversamento di questo tipo, per poi decidere se installare un semaforo, mettere un dosso, o chiudere il passaggio se se ne può fare a meno, visto che possiamo discutere per ore sull’inciviltà degli automobilisti, ma non cambieremo mai la loro testa; quel tipo di attraversamento è soltanto un invito alla strage.

Dal 17 ottobre, tuttavia, la mozione giace abbandonata nei cassetti, in attesa che il presidente della seconda commissione, quella che si occupa di urbanistica, edilizia, viabilità e trasporti, decida di metterla all’ordine del giorno. Il perché ve l’avevo raccontato in un post proprio il 15 ottobre: “sarebbe bello parlare di viabilità e trasporti, ma la relativa commissione è intasata di palazzi da costruire e dunque non ce n’è mai il tempo”.

La seconda commissione è un buco nero, e lo è in particolare per le nostre mozioni: dopo questa ne ho presentate altre, per reprimere gli accessi non autorizzati alle zone pedonali, per combattere la doppia fila, per chiedere di aumentare le tariffe della sosta privata piuttosto che il biglietto dei mezzi pubblici. Nessuna è ancora stata messa all’ordine del giorno: sono perse nel limbo.

Ieri, come avrete letto, è successa la stessa identica cosa che è successa a me il 15 ottobre, ma questa volta l’auto sulla corsia di sinistra ha falciato la vita di tre persone, tra cui un bambino. A me è venuta una gran rabbia; per carità, anche se la mozione fosse stata prontamente discussa e approvata non è che un minuto dopo avrebbero messo il semaforo. Ma è evidente che l’amministrazione non ha attribuito alcuna importanza a questo tema.

Adesso, improvvisamente, questo diventerà un problema urgente. Scommetto che a brevissimo metteranno il semaforo; già successe così pochi anni fa in un altro noto attraversamento pericoloso, quello di via Pietro Cossa angolo via Nicomede Bianchi, subito dopo che un nonno morì investito per salvare la nipotina. Scommetto anche che ora in consiglio comunale pioveranno altre mozioni, richieste, interpellanze. Magari anche la mia verrà calendarizzata al volo, oppure chiederò che venga messa ai voti in consiglio comunale senza che sia passata dalla commissione (di solito questo implica una bocciatura certa, ma in questo caso chi oserà votare contro?).

E poi? E poi succederà come con questa mozione la cui esistenza ho scoperto poco fa: presentata il 7 aprile 2008 dopo l’investimento di via Pietro Cossa, rimasta nel cassetto un anno, e poi approvata il 6 aprile 2009. E non servita a niente. Perché o questa cosa se la prendono a cuore il sindaco, l’assessore e i dirigenti dallo stipendio di giada, oppure non succederà niente: i consiglieri comunali possono solo sollecitare. Chissà se i torinesi riusciranno a far capire a Fassino che questa è una priorità.
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