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Archivio per la categoria 'SinchËstèile'


venerdì 26 Novembre 2010, 13:49

Primarie sì, primarie no, primarie fantasma

È un po’ che devo pubblicare un nuovo aggiornamento sulle vicende verso le comunali a cinque stelle; qui le cose si evolvono di giorno in giorno, ma alla fine eccolo qui.

Eravamo rimasti al momento in cui abbiamo dovuto tagliare i ponti con una parte del gruppo perché si era messa di traverso per impedire le primarie, pensando che il proprio candidato non le potesse vincere. Di lì in poi, speravamo di esserci tolti un peso dalle spalle, e siamo arrivati in scioltezza fino a domenica 7, il giorno del primo turno delle primarie, in cui i cinque volontari vengono ridotti a tre e io e Viviana Ferrero emergiamo come candidati quasi alla pari (rispettivamente 13 e 15 voti su 29 votanti).

A quel punto noi pensavamo ancora di organizzarci le primarie online per i fatti nostri; tuttavia il lunedì, parlandone con lo staff di Grillo, abbiamo saputo che avevano deciso di offrire la loro piattaforma per le primarie delle comunali, dato che varie città l’avevano richiesto. Meglio ancora: così ci risparmiavamo il lavoro di realizzare una nostra piattaforma di voto. Cominciamo dunque a spiegare come ci si registra alla piattaforma, mentre Grillo accetta le nostre richieste di certificazione e ci apre gli account sullo spazio ufficiale della lista civica torinese.

Nei giorni successivi, però, si è creata una situazione che non ci piaceva. Le primarie erano state concepite quando ancora il gruppo comprendeva il “comitato centrale”, per permettere ai nostri simpatizzanti di scegliere l’orientamento politico preferito; e le avevamo preservate come un modo per rimarcare che la sovranità sul Movimento è dei cittadini, promuovendo una discussione pubblica su meriti e demeriti oggettivi dei candidati, per capire insieme quale fosse il più tecnicamente adatto al ruolo. Invece, sin dal primo giorno è partito una specie di concorso di bellezza tra facce, con persone che si schieravano pro questo o pro quello, fan club e gara di sorrisi. Abbiamo tentato di portare la discussione sulle idee, ad esempio tramite l’intervista tripla di Zipnews, e ci siamo resi conto che in realtà le idee erano proprio le stesse: è un fatto più che positivo, ma allora che senso aveva la competizione tra candidati?

Dall’esterno varie persone (ad esempio dal popolo viola) ci dissero che erano interessate solo a parlare di programmi; già nel weekend successivo, io espressi vari malumori, discutendone anche su Facebook con alcuni di voi; infine lo stesso staff di Grillo, il lunedì, ci disse in contemporanea che la loro piattaforma non sarebbe stata pronta in tempo (attualmente la data di lancio delle nuove funzionalità è il 31 dicembre) e che comunque anche secondo loro era meglio tagliare corto sulle persone e dare più spazio alla discussione sulle idee (sono i concetti che poi Grillo ha espresso nel suo famoso post sulle primarie un paio di giorni dopo). Ne abbiamo parlato e ci siamo trovati tutti d’accordo sul cancellare le primarie e scegliere un candidato unico.

A quel punto, e siamo a mercoledì 17, io mi sono trovato in seria difficoltà: avevo detto che non avrei fatto il candidato sindaco se non legittimato tramite le primarie; e poi, mi sembrava che i due candidati che avevano ottenuto circa metà dei voti a testa non fossero le persone ideali per portarsi dietro l’intero gruppo in una situazione così difficile. Per questo motivo, a inizio riunione io ho ritirato la mia candidatura, tra lo stupore generale.

Dopodiché, il gruppo ha chiesto a me e ai due candidati rimasti di uscire, e ha iniziato a discutere. A mezzanotte ci hanno richiamato dentro, e mi hanno chiesto di riconsiderare la mia decisione di ritirarmi, perché in un’ampia discussione era emerso che per il gruppo io, anche grazie alle due campagne elettorali già svolte, ero la persona più adatta allo specifico ruolo di portavoce, che è poi quello che il candidato sindaco fa in campagna elettorale.

Naturalmente, quando io ho reagito con perplessità invece che con gioia, c’è stato un attimo di gelo; ho chiesto una notte per pensarci e ho ottenuto dieci minuti, ne ho parlato con la mia compagna (visto l’impatto sulle nostre vite che un impegno del genere comporta), e alla fine ho accettato. Mi è costato il rimangiarmi in parte quel che avevo detto sulle primarie e non è stato facile, ma non mi sembrava nemmeno accettabile “scaricare” il gruppo che mi aveva appena dato piena fiducia.

Questo per quanto riguarda le primarie; vi è poi la situazione col gruppetto dissidente. In queste settimane loro sono andati avanti con la loro campagna di disturbo e di fango, mediante account identici ai nostri su Facebook, spam sulle nostre bacheche, canzoncine dileggiatorie e comunicati inviati a ripetizione a tutti i giornali, permettendo a questi ultimi di marciarci sopra per dimostrare che il Movimento 5 Stelle è “come gli altri partiti”. Ci hanno costretti a mantenere chiuse le nostre riunioni, e quando poi abbiamo fatto un incontro pubblico, sono venuti davanti all’ingresso a volantinare per il loro incontro successivo, cercando di ingannare la gente facendole pensare che loro fossero noi; insomma, una serie di comportamenti che trovo proprio infantili.

Nel frattempo, hanno cominciato a telefonare in privato ad alcuni di noi, invitandoli a passare dalla loro parte, o dicendo che la campagna di critica in pubblico e sulla stampa si sarebbe fermata se il gruppo avesse espulso me dalla lista, e se avesse scelto un candidato sindaco del loro gruppo o comunque di loro gradimento.

Noi ne abbiamo discusso e siamo tutti concordi che su questo piano non si può assolutamente scendere: non ci sarà alcuna trattativa. Questo non tanto perché non vogliamo fare passi indietro – io l’ho già fatto una volta e mi toglierei tante rogne – ma perché se si accetta oggi un comportamento di questo genere, cosa succederà domani? Ogni volta che il Movimento farà una scelta che loro non condividono, ripartiranno il fango in pubblico e le telefonate in privato? E se per caso una di queste persone venisse eletta in consiglio comunale, cosa le impedirebbe di litigare il giorno dopo e magari di migrare con questa scusa verso il primo partito che capita?

Io penso veramente che le persone debbano essere politicamente intercambiabili; la scelta del candidato sindaco – che è un portavoce e non un capo – è funzionale alle sue capacità tecniche nel ruolo e alla stima che riceve dal gruppo. Non è accettabile che un gruppetto di minoranza si separi e pianti casino non su problemi politici, ma perché vorrebbe imporre i propri candidati, e che per ottenere questo risultato non esiti a danneggiare l’intero Movimento. Sono metodi da vecchissima politica: se non ti danno ciò che vuoi, forma una corrente e fai casino finché non sono costretti a darti qualcosa. Accettare questa dialettica sarebbe la morte del Movimento.

Grillo in questi giorni ha parlato di “primarie tra liste”, nel caso in cui veramente si palesasse una seconda aspirante lista a cinque stelle: ben vengano, io nelle primarie ci credo e sarei molto più sereno con una investitura dal basso che tolga ogni dubbio. Basta che si facciano in fretta, perché la cosa peggiore di questa situazione è che non possiamo lavorare al nostro vero compito, che è quello di ascoltare i cittadini, preparare un programma che risponda alle esigenze della città e poi farci conoscere il più possibile.

Certo, se mi chiedete com’è possibile che la settimana prima si annullino delle primarie e quella dopo le si riconvochino con altri candidati (perché francamente possiamo anche raccontarci che sarà una competizione “sulle idee e non sulle persone”, ma sappiamo tutti perfettamente che non sarà così), io allargo le braccia e vi dico di tenere duro e starci vicini, che certe difficoltà sono inevitabili per neofiti della politica come noi, e che non bisogna perdere di vista l’obiettivo finale. Ma siamo in una situazione davvero esasperante, in cui io metto la faccia sui comportamenti altrui, dato che purtroppo nel cesto di mele sono capitati pure dei cachi: saranno pure a cinque stelle, ma sempre cachi sono.

P.S. Se poi a qualcuno interessa discutere di problemi veri, noi ci troviamo domani sera alle 21 in corso Ferrucci 65/A a parlare di rifiuti.

[tags]movimento 5 stelle, torino, elezioni comunali, primarie, grillo[/tags]

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lunedì 22 Novembre 2010, 10:55

Un esperimento di amministrazione dal basso

Ieri pomeriggio e sabato sera abbiamo provato un esperimento: abbiamo invitato un po’ di cittadini in una stanza e gli abbiamo chiesto di fare proposte su come migliorare la città di Torino, adottando un metodo strutturato di discussione – quello sviluppato da Paolo Michelotto, una delle persone che da tempo portano avanti progetti di partecipazione dal basso a Rovereto e in tutto il Triveneto.

In pratica, ogni partecipante può esporre una proposta; gli si dà un minuto di tempo per spiegarla e altri due minuti per rispondere a tre domande poste dagli altri partecipanti. Alla fine si vota per determinare non tanto il gradimento quanto l’interesse della platea: per alzata di mano si decide in sostanza quali sono le proposte che la platea vuole approfondire. A quel punto si può poi approfondire la discussione per giungere a una proposta che raccolga il consenso di tutti e possa essere poi messa in pratica. Noi per ora ci stiamo limitando soprattutto alla prima fase, dato che abbiamo davanti ancora sei mesi per concretizzare i dettagli delle proposte; in questo modo però possiamo avere un’idea di quanto i vari argomenti siano più o meno sentiti.

Per farvi capire meglio di cosa si parla, queste sono le proposte emerse nei due incontri con il relativo interesse:

Sabato: Autostrade delle bici, Allargamento della raccolta differenziata a tutta la città (24); Incremento e pianificazione dei toretti (23); Locali circoscrizionali per i GAS, Incremento dei micronidi condominiali (22); Eventi di scambio e baratto in ogni quartiere (21); Pulizia delle strade (20); Last minute market (19); Estensione della metropolitana alla zona Barca (17); Aumento delle corsie preferenziali, Promozione dell’amministrazione virtuosa dei condomini (16); Promozione del car pooling con corsie preferenziali (14); Promozione dell’uso del VoIP (13); Costruzione di tunnel per tubazioni sotto le strade (12); Riorganizzazione della sosta a pagamento in centro (3).

Domenica: Introduzione di strumenti di democrazia diretta nel Comune (28); Ripensamento della griglia del trasporto pubblico (25); Riformulazione del calcolo della TARSU (23); Diffusione dei prodotti alla spina (21); Stop al consumo di territorio, Mappatura dei terreni e edifici comunali in disuso (20); Monitoraggio delle cooperative che ricevono appalti (19); Distributori di acqua del rubinetto accanto a quelli di bibite, Corsi di economia domestica sostenibile, Maggiore severità sulle infrazioni stradali, Consulenza sul bilancio familiare (18); Analisi del bilancio comunale (17); Diffusione di percorsi per ipovedenti, Incremento dell’attività delle biblioteche di quartiere, Nonni adottivi nelle circoscrizioni (16); Mediazione sulle cause di condominio (8).

Credo che sia un esperimento interessante: spesso ognuno dei partecipanti scopre problemi ed idee a cui altrimenti non avrebbe mai pensato. Per migliorare la qualità della vita spesso non servono grandi investimenti e nemmeno grandi pensatori e grandi leader; serve semplicemente una organizzazione a rete che porti l’istituzione ad ascoltare davvero i propri cittadini.

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[tags]elezioni comunali, torino, movimento 5 stelle, comune, pubblica amministrazione, democrazia diretta, michelotto[/tags]

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mercoledì 10 Novembre 2010, 09:21

Primarie del Movimento 5 Stelle di Torino – secondo turno

Stamattina leggerete sui giornali della nostra conferenza stampa di ieri mattina, in cui abbiamo presentato ufficialmente il processo delle primarie del Movimento 5 Stelle Torino. Vorrei dunque chiarire a tutti cosa succederà adesso.

Domenica il gruppo ha selezionato tre candidati: Viviana Ferrero, Antonino Iaria e un certo Vittorio Bertola che già conoscete. Nelle prossime due o tre settimane i candidati si confronteranno in pubblico; in particolare, sabato 20 sera e domenica 21 pomeriggio si svolgeranno due dibattiti all’americana, a cui siete invitati a partecipare. Il voto avverrà in data da definire, verso fine mese, e potranno votare tutti i residenti a Torino che siano già iscritti o che si iscrivano in questi giorni sul sito nazionale del Movimento 5 Stelle. Per iscriversi è necessario compilare un modulo con i propri dati e allegare (dopo la registrazione) la scansione di un documento d’identità, in modo da controllare la veridicità dei dati ed evitare voti farlocchi (vogliono un JPG di massimo 150 kB, dunque non esagerate con la risoluzione della scansione).

Chi prenderà più voti online farà il candidato sindaco: Grillo ci ha chiesto di eliminare il voto pesato di cui avevamo discusso nelle scorse settimane, e noi abbiamo accondisceso con piacere – in particolare io, essendo quello che sosteneva sin dal mese di giugno l’idea delle primarie online aperte a tutti i cittadini. Dunque, ora la scelta è completamente nelle vostre mani, come è giusto che sia.

Chiudo allegando la parafrasi del discorso che ho fatto ieri durante la conferenza stampa, quando mi hanno chiesto di spiegare perché mi candido e quale sia la mia visione per il futuro di Torino. Spero che vi piaccia.

Mi candido per mettere le mie capacità e la mia esperienza internazionale al servizio della mia città, pensando di poter essere un buon sindaco per ringiovanire e rilanciare Torino.

Torino è una città economicamente in crisi: è la città più indebitata d’Italia pro capite (quasi 6000 euro per abitante) e anche l’economia privata sta svanendo – chiudono non solo le fabbriche ma anche gli uffici, e per trovare un lavoro stabile si deve spesso emigrare a Milano o all’estero. Finora questa situazione è stata nascosta sotto il tappeto delle Olimpiadi, dei grandi eventi, dei comunicati trionfali; Chiamparino sta vivacchiando e rimandando i problemi per arrivare a scadenza. Chiunque si troverà ad amministrare il Comune si troverà di fronte a una situazione drammatica, sia dentro che fuori dalle casse comunali.

Io credo che la città abbia le risorse e i valori per aprire una nuova stagione e uscire dalla crisi, a patto che si verifichi un cambiamento profondo, generazionale. Né il centrosinistra né il centrodestra sono capaci di questo; sono privi di idee, legati alle clientele e ai salotti, e ragionano con modelli di sviluppo ottocenteschi – la grande fabbrica, la grande infrastruttura. Ma nel ventunesimo secolo, nell’Occidente sviluppato, la ricchezza può derivare solo dalle idee, dai servizi, dalle produzioni immateriali e sociali.

Dunque a Torino servono due cose: innovazione e meritocrazia. L’innovazione è necessaria perché le nostre aziende offrano prodotti che a qualcuno interessa comprare; la meritocrazia, attraendo a Torino i migliori giovani cervelli d’Italia e del mondo e affidando la città a persone capaci anziché agli amici dei salotti, permette alle idee intelligenti di emergere e venire realizzate.

In questo modo si può riportare a Torino lo sviluppo; ma uno sviluppo nuovo, che non miri all’incremento della produzione di beni materiali, ma alla solidarietà, alla qualità della vita, a un nuovo senso di comunità, a un benessere durevole per tutti. L’obiettivo della politica non deve essere l’arricchimento di pochi, ma la felicità di tutti. Noi saremmo contenti se potessimo amministrare questa città con questo obiettivo: quello di rendere ogni torinese innanzi tutto un po’ più felice.

[tags]movimento 5 stelle, beppe grillo, torino, elezioni comunali, primarie, candidati sindaco, bertola, ferrero, iaria[/tags]

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lunedì 8 Novembre 2010, 15:52

In risposta agli attacchi personali

Riassunto: Questo lunghissimo post, in risposta a una serie di attacchi sulla mia bacheca Facebook, espone i recenti avvenimenti all’interno del Movimento 5 Stelle di Torino e spiega come, a mio parere, un gruppo organizzato di persone, di ideologia di estrema sinistra, stia cercando di bloccare il Movimento cittadino visto che non può prenderne il controllo. In conclusione, commenti personali. Non si parla di politica ma di tristi beghe di cortile che avrei fatto volentieri a meno sia di vivere che di raccontare. Leggete solo se vi interessa proprio l’argomento o se per caso vi è venuto il dubbio che io sia un criminale assassino; da domani si parla d’altro.

Ho scritto, riscritto, triscritto e quadriscritto questo post, dopo essere stato tirato per i capelli in mezzo a una rissa da cortile scatenata ad arte da un gruppetto di persone contro il Movimento 5 Stelle; è un post lunghissimo, perché vuole essere esaustivo; non parla di niente di utile al mondo; e se però vi fa schifo il fango in politica, è meglio per voi se non leggete.

Già, perché la lotta nel fango, per chi vuole distruggere, è una carta vincente per definizione: appena qualcuno la gioca, le persone normali si schifano e non stanno nemmeno più a capire chi ha ragione e chi ha torto – se ne vanno e basta. E’ dunque l’arma perfetta per chiunque voglia eliminare un nemico: basta trovare, come diceva Lenin, degli “utili idioti” da mandare avanti a fare il lavoro sporco (non ridete, è un termine tecnico che identificava gli infiltrati sovietici nelle democrazie occidentali, nell’alta opinione in cui erano tenuti dai loro capi).

Questa tattica politica da manuale di marxismo-leninismo non è peraltro sorprendente, dato che l’ideologo di questo gruppetto (meglio, l’unico che sappia mettere insieme un discorso in maniera intellettualmente presentabile) è un bibliotecario di Palazzo Nuovo che, a protezione della privacy, indicheremo parzialmente con le iniziali: un certo Alberto B., anzi no, facciamo A. Baracco.

Dunque, A. Baracco, pur non ammettendolo mai apertamente, tenta da anni di introdurre nel Movimento il marxismo-leninismo in salsa maoista, ad esempio proponendo l’adozione del “centralismo democratico”, parlando dei cittadini come masse da educare o dedicando interi mesi alla discussione de “Il Metodo” (guarda caso è il titolo del secondo capitolo di Questioni del leninismo, opera maestra di un certo Josif Stalin). Chi segue questo blog lo sa, perché ne ho già parlato in passato. A riprova della sua ortodossia, A. Baracco non appare mai, mandando avanti in riunione e sul web tutta una serie di altre persone; apparirà soltanto quando gli avversari saranno stati screditati.

La storia completa dietro a quello che sta accadendo inizia due anni e mezzo fa (in particolare, l’astio contro di me risale a quando il gruppetto organizzato che ora si lamenta non riuscì a far votare A. Baracco come candidato a presidente della Provincia, e fui scelto io), ma ci vorrebbero venti pagine per raccontarla, e sarebbe più deprimente che altro. Vorrei dunque spiegare solo gli ultimi avvenimenti, dal mio punto di osservazione, e solo perché il gruppetto dei leninisti a cinque stelle (quasi tutti peraltro inconsapevoli di esserlo) sta riempiendo la rete di resoconti parziali.

Il percorso verso le elezioni comunali avanzava a velocità di lumaca, gestito inizialmente dal gruppetto di cui sopra (nel seguito lo chiameremo ossequiosamente il comitato centrale; include persone come T. Errichelli, H. Nevola, E. Cardillo – nessuno li conosce, ma vedrete questi nomi in abbondanza sulla mia bacheca Facebook…). Era un percorso assolutamente non trasparente: non c’era un sito, si discuteva su una mailing list di Google privata e non accessibile al pubblico, le riunioni non erano mai pubblicizzate e la partecipazione media era di dieci persone, di cui otto erano il comitato centrale.

Quando si sollevava il problema della scarsa legittimità e trasparenza di un simile processo, le risposte di A. Baracco erano invariabilmente due: la prima era “sto mettendo in piedi un forum che sarà pronto a brevissimo”, la seconda era “le riunioni sono aperte a tutti”. Chi ha letto la Guida Galattica per Autostoppisti si ricorderà dell’inizio, in cui la casa del protagonista viene distrutta per costruire una superstrada e alle sue rimostranze viene risposto che il progetto era pubblicamente consultabile da nove mesi, in uno scantinato privo di luce e senza scala di accesso, “in fondo a un casellario chiuso a chiave che si trovava in un gabinetto inservibile sulla cui porta era stato affisso il cartello Attenti al leopardo: ecco, era esattamente quel genere di trasparenza lì.

Dopo le ferie, e più ancora di ritorno da Woodstock 5 Stelle con il relativo entusiasmo, molti di noi pensarono che fosse il caso di dare una accelerata alla questione: per esempio, di fronte alla dichiarazione di intenti di aprire le discussioni sul forum del gruppo regionale, il forum che da sei mesi doveva essere installato ma non lo era mai apparve immediatamente. All’epoca comunque pensavamo ancora che il comitato centrale fosse in buona fede, solo incapace di lavorare in concreto; e allora ci demmo da fare noi a pubblicizzare le riunioni e allargare la partecipazione.

La pubblicizzazione fu resa difficile dal fatto che il comitato centrale aveva delegato qualsiasi comunicazione con l’esterno a un gruppo stampa che io ribattezzai “ufficio stampa senza toner”, perché non comunicava mai niente; era fatto da una persona che voleva lavorare e due membri del comitato centrale che non facevano assolutamente nulla se non bloccare le comunicazioni per inerzia (alla fine cominciammo a comunicare quando l’unica persona cominciò a fregarsene e agire in solitario).

Quando si trattò di decidere il candidato sindaco, il comitato centrale propose una votazione interna al gruppetto di partecipanti alla riunione; io proposi le primarie pubbliche aperte a tutti i cittadini. Il gruppo regionale, volendo mediare, propose la soluzione intermedia che fu poi adottata, col voto contrario, in blocco, del comitato centrale (votano praticamente sempre in blocco, spesso alzando le mani all’unisono: è davvero impressionante).

Nelle riunioni successive, il comitato centrale partecipò a tutte le votazioni che decisero le regole delle primarie che ora contestano, finendo regolarmente in minoranza su tutto. L’unica votazione su cui furono d’accordo, tanto che fu fatta all’unanimità, fu quella di restringere il diritto di voto a una lista di una cinquantina di attivisti riconosciuti, loro compresi, visto che aumentava il loro peso specifico; bloccarono tuttavia la riunione per un’ora finché, per sfinimento, non ottennero l’aggiunta alla lista dell’unico loro membro che mancava, H. Nevola.

Quest’ultima mancava dalla lista perché lei stessa aveva dichiarato mesi prima di non voler più partecipare; ricomparve magicamente dal nulla la sera di quella riunione, e di lì in poi cominciò a presidiare costantemente il forum, giorno e notte. Qualsiasi persona non del comitato scrivesse qualcosa di sgradito sul forum veniva subito attaccata da H. Nevola (ha postato oltre duecento messaggi in quindici giorni), se necessario seguita da messaggi di supporto di E. Cardillo e T. Errichelli.

Sul forum si creò un clima di terrore per cui molti non osavano più scrivere niente; in teoria c’erano dei moderatori, a cui però l’amministratore unico del forum (A. Baracco) non aveva dato sufficienti poteri, che erano stati nominati in gran parte dal comitato centrale, e che non agivano quasi mai (uno mi scrisse addirittura che gli attacchi personali erano permessi). Quel che si scriveva nella parte organizzativa del forum erano soprattutto attacchi personali verso il gruppo regionale e verso di me.

Resta da spiegare perché si decise di restringere la votazione agli attivi: ciò accadde dopo una riunione in cui si presentarono circa 40 persone nuove. La maggior parte erano cittadini volenterosi, ma tra gli intervenuti ci furono anche un ex consigliere comunale della Margherita e poi una certa Alessandra Corino, che fino a prima dell’estate era tesserata e coordinatrice dei giovani PD di Nichelino, e il suo fidanzato Carlo Ferreri (sono altri due nomi che vedrete molto in questi giorni).

Fu la serata in cui si votò che non sarebbe stato permesso di candidarsi a chi aveva avuto in passato tessere di partito; gli ex tesserati avrebbero potuto partecipare e contribuire e magari candidarsi in futuro, ma per queste elezioni ritenemmo che fosse giusto evitare di candidarli. Sia lì, sia nei giorni successivi si scatenò sul forum una lunga polemica per portarci a rivedere questa decisione, discussione di cui i due ex piddini succitati furono i protagonisti.

Di lì in poi, il comitato centrale cominciò a mettersi di traverso per cercare di bloccare i lavori; il motivo ufficiale fu la decisione, presa con un voto a larga maggioranza e con i soli membri del comitato centrale contrari, di votare i candidati sindaco a voto segreto invece che a voto palese. A parte la questione di principio – tutte le istituzioni usano il voto segreto quando si vota sulle persone, tanto che, in politica, esso è definito come un diritto umano dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, articolo 21 comma 3, e dall’articolo 48 della nostra Costituzione – la decisione poneva un problema molto concreto: come può un gruppo organizzato controllare la fedeltà al capo dei propri membri se il voto non è palese? E come può sperare di influenzare il voto degli altri tramite pressioni psicologiche sul forum se poi gli altri hanno la protezione della segretezza del voto? Il voto palese era strumentale per aumentare significativamente le chance di successo di A. Baracco (che naturalmente non era ancora uscito allo scoperto, lasciando andare avanti come candidato di prova l’ingenuo S. Arduino) e dunque bisognava ottenerlo ad ogni costo; e poi è un argomento su cui è facile fare populismo e infiammare le folle.

Si arriva così alla riunione di giovedì 28 ottobre, quando in teoria bisognava decidere le ultime questioni pratiche per poter effettuare la prima fase delle primarie il 7 novembre, come deciso (anche col voto del comitato centrale) alcune riunioni prima. In apertura, la riunione fu immediatamente interrotta da T. Errichelli, che richiese a gran voce di ridiscutere la “violazione dei principi del movimento” avvenuta con l’adozione a larga maggioranza del voto segreto.

L’intera riunione fu deragliata; durante di essa, tra l’altro, Davide Bono raccontò che qualche settimana prima il comitato centrale era venuto in segreto da lui in ufficio, chiedendo addirittura l’espulsione dal Movimento per me e per un altro attivista, Agostino Formichella – guarda caso, le due persone con il miglior risultato elettorale alle regionali, dunque i due potenziali ostacoli più ostici per l’elezione di A. Baracco. Ovviamente Davide si era rifiutato e allora il comitato centrale gli aveva promesso vendetta, in ossequio a “o sei con noi o sei contro di noi” (altro tipico motto dei rivoluzionari di sinistra).

Più volte cercammo di riportare la discussione all’ordine del giorno e più volte questo fu impedito, con continue tattiche dilatorie a cui si unirono i due ex piddini già citati. Alla fine si riuscì a mettere in votazione la seguente mozione: “L’assemblea ritiene che adottando il voto segreto siano stati violati i principi del Movimento”. Per evitare il voto, in cui sarebbe sicuramente finito in minoranza, A. Baracco si alzò e boicottò la votazione, uscendo di corsa dalla sala con uno scatto da centometrista, e cercando di far finire la riunione sul posto; la mozione fu votata e ovviamente respinta, ma il verbale stava venendo scritto da E. Cardillo, H. Nevola e A. Corino (ingenui noi ad accettare che lo facessero loro) che sostennero che la mozione non era valida e la riunione era da considerarsi già chiusa. Fu l’ultima goccia: lì capimmo che continuando in quella situazione il Movimento non sarebbe mai riuscito a presentarsi alle elezioni comunali di Torino, perché qualsiasi questione sarebbe diventata un pretesto per bloccare i lavori, mentre il forum sarebbe rimasto inutilizzabile.

Era chiaro che qualcosa andava fatto; anche se si supponesse che quanto sopra non sia vero, che non ci sia una strategia ideologica ben congegnata ma solo una diversità di visioni politiche, resta una palese impossibilità di vivere insieme produttivamente, il cui unico risultato sarebbe l’immobilità e il fallimento del Movimento a Torino.

Ora, va ribadito che nessuno può espellere nessun altro dal Movimento 5 Stelle; non funziona così. Chiunque è libero di partecipare e di proporre a Beppe Grillo una lista civica per farsi certificare (finché questo non avviene, però, non può usare nome e simbolo; questo è il motivo per cui il sito regionale può usare nome e simbolo, ma l’attuale sito del comitato centrale, che loro stanno linkando in ogni dove, è assolutamente abusivo). E’ Grillo che decide, di volta in volta, quale gruppo rappresenta il Movimento in ogni città. Ne deriva che ogni gruppo può decidere liberamente con chi lavorare; se due gruppi si presentano separatamente, sarà poi Grillo a scegliere quale adottare.

Per questo motivo, nessuno ha espulso nessuno, ma semplicemente 30 attivi (la maggioranza assoluta) hanno votato la chiusura del forum gestito da A. Baracco e hanno deciso di continuare i lavori autonomamente. Una decina sono quelli rimasti col comitato centrale (la rimanente decina erano persone che erano state inserite in lista per attività svolte nei mesi precedenti ma che alla fine, anche visto il clima, avevano deciso di non partecipare proprio, e non hanno sposato nessuno dei due gruppi). Beppe Grillo e il suo staff hanno valutato la situazione e hanno deciso di certificare come unica lista per Torino quella gestita dal gruppo di maggioranza, che è dunque l’unica autorizzata d’ora in poi a presentarsi come Movimento 5 Stelle di Torino.

In sostanza, c’è un gruppo che comprende tutte le persone che si sono sbattute in questi anni, che è riconosciuto da Grillo e in continuo contatto con lui, e che vuole fare le elezioni comunali per portare avanti il programma del Movimento; e un gruppo di persone semisconosciute (il comitato centrale non ha nemmeno partecipato alle elezioni regionali: con l’eccezione di S. Arduino, tutti gli altri non hanno raccolto una firma o affisso un manifesto che sia uno) che le vuole fare solo se il candidato sindaco è un loro uomo.

Questo secondo gruppo, guidato dal comitato centrale, raccoglie anche gli ex piddini – che da noi non troverebbero spazio – e varie persone inconsapevoli che sono state ingannate dai racconti fiammeggianti. La disinformazione urlata all’infinito infatti è un’altra tattica politica ben nota; e le lamentele sulla trasparenza e sull’apertura del gruppo degli attivisti sono davvero fuori luogo, da parte di persone che hanno sempre fatto di tutto per evitare che la partecipazione si allargasse nel tempo e hanno sempre combattuto l’idea della democrazia in rete aperta a tutti.

Dopodiché, noi siamo andati avanti seguendo le decisioni che avevano preso anche loro; le stesse date, gli stessi metodi. Abbiamo dovuto mantenere riservata agli attivi la sola cartella organizzativa (tutte le altre sono aperte in lettura e scrittura) e segreto il luogo della riunione del primo turno delle primarie, perché martedì scorso S. Arduino si è presentato nell’ufficio del gruppo regionale urlando e insultando, bloccando il lavoro (lavoro e non divertimento, retribuito dai cittadini per fare altro e non per discutere di aspirazioni a fare il sindaco) dello staff di Bono per parecchio tempo: avete visto i toni di queste persone, non potevamo pensare di esaminare i candidati col rischio piuttosto concreto che qualcuno si presentasse in massa a bloccare strumentalmente i lavori. Anche i candidati discussi ieri sono tutti quelli che si sono fatti avanti entro la scadenza concordata, il 28 ottobre, con la sola eccezione di S. Arduino visto quanto sopra. E nonostante le accuse sparse a piene mani (“sappiamo già chi vincerà”, “fanno tutto per far candidare un collaboratore di Bono”) non c’erano collaboratori di Bono tra i candidati e i risultati sono stati abbastanza imprevisti.

Vorrei aggiungere ancora qualche riflessione sui commenti che ho letto in queste ore. Il primo è relativo alle gare di purezza: vedo tantissime persone pronte a fare le pulci al Movimento in maniera veramente dettagliata. Lo prendo come un complimento: da noi si pretende coerenza e trasparenza assoluta. Lo prendo un po’ meno come un complimento, e un po’ più come un attacco al Movimento, quando ciò è fatto in maniera distruttiva, spesso in presenza e con l’appoggio interessato di tesserati di altri partiti (ieri sul profilo di Bono, a dire “bravi” al comitato centrale, c’erano tesserati dell’IDV, tesserati del PD, persino la coordinatrice regionale di Per il Bene Comune <- sì, è un partito e odia Grillo). I principi sono importanti, ma di là, nei partiti, c'è gente che stupra la democrazia ogni giorno, che ruba, che è d'accordo coi mafiosi, che manipola la stampa, che favoreggia gli amici. Ma tu del Movimento, ah! quella volta hai fatto una riunione e non hai messo subito un verbale dettagliatissimo, parola per parola, accessibile a tutti! Ok, noi dobbiamo essere meglio degli altri, ma attenzione a non cadere nel tranello per cui se non si può essere perfetti meglio non far nulla; per non parlare del fatto che cercare di sconfiggere un avversario cento volte più forte di te raccontandogli in anticipo "per trasparenza" tutte le tue mosse è una strategia estremamente pura ma estremamente inefficace. Insomma, occhio a non distruggere la credibilità pubblica del Movimento, per mancanze di un paio di ordini di grandezza inferiori al bene che si sta facendo, o peggio per ambizioni personali frustrate. Le critiche anche pubbliche sono legittime e anzi importanti, ma se sono fatte in buona fede sono misurate e costruttive, accompagnate da proposte e soluzioni invece che da insulti e minacce. Se qualcuno invece critica in maniera distruttiva, come stanno facendo questi adesso, vuol dire che in realtà del Movimento non gli importa nulla, gli importa solo della possibilità di usare il Movimento a proprio vantaggio; e se non ci riesce, preferisce distruggere tutto che permettere al Movimento di candidare altre persone. Se ciò è fatto in buona fede, è un comportamento da bambini; se è fatto in cattiva fede, è ancora peggio; in ogni caso, non ci si può dichiarare attivisti del Movimento e poi cercare di demolirlo in pubblico. Probabilmente, per persone che non hanno contribuito più di tanto alla durissima costruzione della popolarità del Movimento in Piemonte, alle giornate al freddo per strada e al convincimento uno a uno degli elettori, l’idea di distruggerlo non è un problema: meglio che il giocattolo venga distrutto piuttosto che lasciar giocare qualcun altro. Peccato che questo non sia un giocattolo, ma sia per molti versi l’ultima speranza che la nostra città e il nostro Paese hanno per uscire dalla melma, dalla mediocrità, dalle collusioni, dalla devastazione ambientale, morale ed economica.

Sarebbe tanto facile per me fare come hanno fatto altri (pochi per fortuna, temevo di più): tirarsi indietro, non metterci la faccia, cercare di apparire equidistanti perché magari poi si rimedia qualche voto anche di là; alla fine, queste cose purtroppo pagano, perché l’Italia è un Paese di pavidi e di “armiamoci e partite”.

Invece, io ci voglio mettere la faccia e difendo le decisioni che il gruppo ha preso, persino quelle che non ho inizialmente condiviso. Forse mi costerà la candidatura a sindaco, perché (come avvenuto ieri) appena aprirò bocca su Facebook o dal vivo mi troverò una claque organizzata di dieci persone a fischiare e insultare, prontamente seguiti da tesserati di un po’ tutti i partiti; ma non importa, qualcun altro farà il candidato al posto mio; e non importa, perché la mia coscienza vale più di una candidatura. Del resto, se mai facessi il sindaco mi troverei di fronte la ndrangheta degli appalti, figuratevi se mi spaventano quattro borghesi col culo al caldo che non hanno niente di meglio da fare che divertirsi giocando a Risiko su Facebook con le nostre vite, mentre fuori è pieno di gente che muore di fame, e noi già siamo soli e accerchiati dal sistema. Mi fa incazzare, questo sì, ma che ci volete fare: è l’Italia di oggi.

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sabato 6 Novembre 2010, 19:09

Primarie del Movimento 5 Stelle di Torino – primo turno

Mi spiace dover fare l’annuncio così, all’ultimo momento; la data era fissata da un paio di settimane, ma sono state probabilmente le due settimane più convulse nella storia del Movimento cittadino e ancora ieri sera era tutto in discussione. Domani alle 15, comunque, si svolgerà il primo round delle primarie per la scelta del candidato sindaco di Torino del Movimento 5 Stelle, quello riservato agli attivisti; secondo il metodo di cui vi avevo parlato nell’ultimo aggiornamento, i candidati saranno ridotti a tre e saranno espresse le preferenze finali del gruppo.

Le persone che hanno dato la propria disponibilità e che soddisfano i requisiti già decisi sono cinque; non sono poi così tante, anche perché fare il candidato sindaco implica lasciare quasi interamente le proprie attività professionali e dedicarsi solo a questo da qui fino al prossimo maggio, senza contare la concreta chance di venire poi eletti in consiglio comunale (il che comporterebbe un impegno quasi a tempo pieno per circa mille euro al mese per 11 mensilità, ad agosto niente). Se nella carica di consigliere si potrà poi eventualmente ruotare (anche se ci sono pro e contro a questa idea), durante la campagna elettorale questo non sarà possibile, e il candidato dovrà garantire la massima presenza: di qui l’impossibilità di offrirsi per molte persone anche di valore.

Comunque, la riunione di domani sarà fisicamente ristretta agli attivi, ma per permettere trasparenza e partecipazione stiamo preparando uno streaming web, che sarà disponibile in questa pagina (pazientate, di solito la riunione inizia un po’ in ritardo). Durante la riunione ognuno dei cinque volontari sfilerà singolarmente davanti al gruppo e sarà sottoposto a domande, in parte uguali per tutti, in parte diverse. Se volete, potete inviare le vostre domande per i candidati all’indirizzo movimentocinquestelle.torino@gmail.com; a inizio riunione i presenti selezioneranno le migliori.

Dopo questa prima fase, partirà l’organizzazione della seconda – le primarie dei cittadini. I tre candidati finali saranno presentati e discussi sia in rete che di persona, e sarà possibile registrarsi su un sito per poi, tendenzialmente verso fine mese, votare il proprio preferito tra i tre. Quel che ancora non sappiamo è se ci sarà un sito ad hoc o se il tutto si svolgerà sulla piattaforma nazionale di Beppe Grillo, e quindi come si farà in pratica a partecipare; speriamo di potervelo dire a breve. Nel frattempo, nonostante il brevissimo preavviso, speriamo domani di avere una buona audience collegata via streaming.

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venerdì 5 Novembre 2010, 14:59

Dalla cripta a 5 stelle

No, non temete, non vuol dire che siamo tutti morti e nemmeno che siamo chiusi in cantina. In realtà, dopo mesi di vicende inenarrabili che comprendono il viaggio di alcune cassette da Biella a Torino e ritorno e tentativi di loro lettura con almeno quattro apparati diversi, sono finalmente riuscito a montare e pubblicare due video relativi al comizio di Beppe Grillo a Novara una settimana prima delle scorse elezioni regionali.

Il primo inizia con una presentazione over the top del sottoscritto fatta direttamente da Grillo che sul momento mi imbarazzò (piacevolmente) non poco – tanto che quando mi diede il microfono ero senza parole – e poi contiene il mio discorso dell’epoca; e mi ha fatto piacere ritrovarlo, perché è proprio l’entusiasmo e la speranza di quei giorni che stiamo cercando di risvegliare, in vista del prossimo ciclo elettorale; e perché ogni promessa è debito, dunque dopo aver chiesto personalmente il voto è il caso di mantenere personalmente l’impegno.

Il secondo, invece, contiene gli ultimi due minuti del comizio di Beppe, quelli in cui spiega cosa vuol fare il Movimento 5 Stelle e perché votarlo: fa sempre bene ricordarlo e in più diverte.

P.S. I ringraziamenti vanno ai Grilli Biellesi (Alessandro Lumia e Lorenzo D’Amelio) per le riprese e per il trasporto delle cassette, e ad Alberto Airola per aver mobilitato un intero studio per riuscire a convertirle in file.

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mercoledì 27 Ottobre 2010, 18:51

La supercazzola

Che poi, dicono i puristi, sarebbe in realtà supercazzora; ma non divaghiamo. Raccontiamo invece che due giorni fa su Micromega, l’estensione snob del giornale del PD, è comparso un articolo intitolato: “Dibattito. Beppe Grillo è un po’ qualunquista? Dì la tua”. In allegato, due altri articoli per introdurre il dibattito dai due punti di vista: uno di Gilioli, contro Grillo anche se possibilista, e uno di tal Pellizzetti, contro Grillo e basta.

Ora, nessuno nega che nelle uscite di Beppe ci sia alle volte del qualunquismo; la mia risposta infatti è stata “Beppe Grillo è indubbiamente un po’ qualunquista. Tutti gli altri, in compenso, sono un po’ corrotti, nepotisti, ipocriti, raccomandati, incompetenti, collusi, obsoleti, provinciali e incollati alle sedie col Bostik. Continuo a preferire Beppe.”. Ma l’organizzazione del “dibattito” era chiaramente prevenuta, e così, avendo capito che non sarebbe stato possibile discutere seriamente, ho deciso di prenderla sul ridere; questo anche a fronte del testo del suddetto Pellizzetti, che vi invito assolutamente a leggere – un vero capolavoro di politichese quasi totalmente incomprensibile.

E così, ho lasciato sotto l’articolo di Pellizzetti un commento vagamente ironico, e precisamente questo:

Parla come mangi

Sono Vittorio Bertola del Movimento 5 Stelle di Torino e volevo solo dire che ho letto due volte il suo commento ma non sono riuscito a comprenderlo. Ora ho chiesto aiuto a un mio conoscente di vent’anni più vecchio, lui negli anni ’70 c’era e magari lo capisce: parlatevi pure tra voi nel vostro politichese, mentre noi andiamo avanti a cambiare il mondo. Distinti saluti,

Apriti cielo! Ovviamente mi hanno subito accusato di non essere costruttivo. Eppure l’assurdità del testo di Pellizzetti, pieno di paroloni per nascondere un sapido rosicamento, non dovrebbe sfuggire a nessuno; tantomeno è sfuggita a Beppe, che difatti ha cominciato in questi giorni a ripubblicarne ogni giorno un estratto, in fondo al post del giorno, sotto il titolo “La supercazzola di oggi”.

E allora stasera ho deciso di rispondere a Pellizzetti per le rime, e gli ho lasciato una risposta concreta, precisa e scritta in un linguaggio che anche lui potesse capire. Eccola qui:

Una risposta concreta

Chiarissimo professor Pellizzetti, mi pregio di permanere nella mia identità di Vittorio Bertola, artefice del più dibattuto contributo sin qui caduto nel suo acuto commentario, forcipe di un’anticipatoria e preveggente apertura dialettica e prospettica nel dialogo politico del suo sé col non-sé collettivo, sfigurato e – a suo modo – anonimamente deprivato di una identità propria, qual è quello che Lei attribuisce a ciò che implicitamente denomina “grillianesimo”. Ciò che la sua pur puntuale analisi pare non cogliere è l’estensione obnubilante di un’anàbasi politica da molti di noi vissuta, alla quale non può, freudianamente parlando, non corrispondere una sensazione di personale esaltazione. Incorporando dunque cortesemente il suo comprensibile appello a una minore iomaniacità, ma suggerendole l’inevitabile autoriflessività di un simile messaggio, mi pregio ulteriormente di invitarla a recarsi a comporre poesie con Sandro Bondi. Rispettosamente, Suo V. B.

Tutto chiaro? Guardate che gli sto persino dando in parte ragione…

La verità è che la supercazzola, prima di venire utilizzata a nostro danno menando il can per l’aia per nascondere la realtà, era un’arte sopraffina del nonsenso; e chi di supercazzola ferisce, meritatamente di supercazzola dovrà perire!

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martedì 19 Ottobre 2010, 17:40

Aggiornamenti sulle comunali a 5 stelle

Alcuni di voi, dopo i post passati, mi hanno chiesto aggiornamenti su come procedano le vicende della lista civica torinese del Movimento 5 Stelle. Il tema è delicato, ma mi sembra comunque giusto fare un piccolo e asettico rapportino.

In queste due settimane si sono tenute due riunioni serali. Nella prima si sono confrontate le due visioni a riguardo della composizione della lista, quella (da me sostenuta) che spingeva per una lista interamente fatta dai cittadini attraverso le primarie, e quella che spingeva per una lista fatta all’interno del gruppo di una ventina di persone che si è riunito regolarmente in questi mesi. Alla fine, in una riunione abbastanza partecipata, si è optato per una soluzione di compromesso che accontentasse o scontentasse ugualmente tutti: dunque si è scelto di affidare la scelta del candidato sindaco (si suppone che per i consiglieri ci saranno meno aspiranti che posti, come è sempre stato) a un doppio voto parallelo – uno tra gli “attivisti” e uno tra tutti i cittadini. Ciascuno dei risultati dei due voti peserà per il 50%.

Chiaramente, un sistema di questo tipo non rispetta in senso stretto il principio “ognuno vale uno”, perché se supponiamo che nel primo voto votino 50 attivisti e nel secondo 500 cittadini risulterà che il voto di un attivista vale come quello di 10 cittadini. D’altra parte lo stesso principio è stato molto dibattuto; varie persone lo interpretano come “ognuno vale uno se è attivo nel Movimento”, conservando la distinzione tra attivista e simpatizzante-cittadino generico; queste persone hanno paura di ogni genere di cattivo fenomeno associato ai voti di massa, cioè di voti non informati, dati con superficialità, manipolati tramite il “rastrellamento” di amici e parenti e così via. Alla fine, la via di mezzo è stata ritenuta l’unica percorribile per non spaccare il gruppo; io sono comunque contento di avere ottenuto che le primarie pubbliche vengano fatte.

Si è anche deciso che soltanto tre candidati saranno ammessi alle primarie, affidando al gruppo degli “attivisti” una scrematura iniziale tra tutte le candidature presentate; si è inoltre deciso che solo chi è attivo nel Movimento da almeno sei mesi possa candidarsi a sindaco, mentre la candidatura a consigliere è più libera, fatti salvi i requisiti di Grillo e un controllo da parte del gruppo per evitare persone poco raccomandabili.

La riunione successiva è stata molto partecipata; si sono presentate una settantina di persone, di cui una ventina mai viste prima, grazie anche all’attività di promozione su Facebook svolta da uno dei partecipanti. Questa attività di promozione ha suscitato notevoli polemiche, in quanto una parte del gruppo ha accusato il suo autore di voler portare in riunione “truppe cammellate” per influenzare il risultato delle votazioni. La polemica è stata acuita anche dal risultato un po’ a sorpresa delle votazioni della serata: si è deciso che anche gli ultimi arrivati, se lavoreranno alacremente nel prossimo mese, potranno essere considerati “attivisti” e votare nella prima parte delle primarie; e si è deciso che per potersi candidare, sia a sindaco che a consigliere, è necessario non aver mai avuto una tessera di partito in vita propria.

Su questo punto, nei giorni dopo la riunione, si è aperto un ulteriore fronte di polemica: un gruppo di persone entrate da poco nel gruppo – tra cui alcune persone che avevano la tessera del PD fino a pochi mesi fa e un ex consigliere comunale della Margherita – hanno iniziato a contestare pesantemente la scelta di vietare le candidature agli ex tesserati, chiedendo che venisse ridiscussa, e anche a mettere in discussione la scelta di non allearsi con alcun partito.

La prossima riunione si terrà domani sera; sarà aperta al pubblico, ma, per evitare le polemiche della scorsa volta, sulle metodiche del voto tra gli attivisti saranno ammessi a votare solo gli attivisti stessi (una lista di 55 persone). Nel frattempo le discussioni continuano sul forum, che è aperto a tutti, in maniera anche parecchio accesa (io stesso ho dovuto smettere di scrivere per alcuni giorni dopo essermi trovato nel mezzo di una classica flame war).

Per quanto mi riguarda, sono in una fase di riflessione: il clima acceso e le parziali differenze di vedute sul rapporto tra Movimento e cittadini non incoraggiano la mia partecipazione, ma per portare avanti un progetto politico bisogna agire in gruppo e per far sopravvivere il gruppo ogni individuo deve accettare qualche compromesso e fare qualche passo indietro. Io ho le idee molto chiare su come vorrei cambiare Torino; non vedo l’ora che si possa finalmente parlare di questo.

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giovedì 30 Settembre 2010, 09:52

Cosa vuol dire “ognuno vale uno”?

Un paio di giorni fa ho inviato a coloro che si sono registrati sulla mia piattaforma di partecipazione (che al momento, in attesa di quella promessa da Grillo, non è più stata sviluppata) una serie di domande relative al “tema caldo” nel Movimento torinese in questi giorni: la definizione di candidati e programmi per le prossime elezioni comunali.

Ho ricevuto una dozzina di risposte, tutte ben argomentate e interessanti, e allora mi sembra utile aprire il dibattito anche qui e riceverne altre. L’argomento sarà discusso in una riunione lunedì prossimo; nel frattempo, aspetto di sapere cosa ne pensate.

Ecco il testo del messaggio con le domande; aspetto risposte nei commenti.

Vorrei ora consultarti su una questione che verrà discussa nelle prossime settimane: il metodo di definizione di candidati e programmi per le elezioni comunali torinesi del prossimo anno.

E’ in corso infatti una discussione tra diversi punti di vista: c’è chi sostiene che la sovranità sul Movimento è dei cittadini e dunque che almeno le candidature e i punti chiave del programma vanno decisi in votazioni primarie aperte a tutti, svolte nelle piazze e tramite la rete, e chi sostiene che è meglio, per evitare infiltrazioni e per garantire una decisione più esperta, affidare tali scelte soltanto agli “attivi” del Movimento, ovvero a chi partecipa regolarmente alle riunioni fisiche. Sono poi naturalmente possibili anche le vie di mezzo, come ad esempio che soltanto chi è stato attivo nel Movimento per un certo periodo possa candidarsi, ma che siano comunque i cittadini a scegliere tra i vari possibili candidati.

Io vorrei capire dunque la tua opinione: come la pensi?

Cosa vuol dire per te “ognuno vale uno”? Ritieni che questo sia un principio fondamentale, o tutto sommato la partecipazione dal basso non è così importante purché il Movimento resti fedele ai suoi principi?

Pensi che la scelta dei candidati tocchi a tutti i cittadini, o solo agli attivisti del Movimento?

Ritieni giusto che qualsiasi torinese possa candidarsi nelle nostre liste o vorresti liste composte soltanto da persone che già hanno partecipato negli scorsi anni?

Sarebbe giusto accogliere anche candidati espressi da comitati e gruppi spontanei, magari sollecitati dal Movimento stesso tra persone che non sono mai state attive ma che hanno raggiunto posizioni di rilievo nella “società civile” senza mai schierarsi coi partiti, o meglio di no?

Secondo te, la scelta dei candidati (specie del candidato sindaco, che sarà la voce del Movimento durante la campagna elettorale) è importante oppure più o meno chiunque può andare bene purché rispetti i requisiti? In altre parole, cosa caratterizza secondo te un buon candidato?

In generale, tu personalmente riterresti giusto essere coinvolto almeno sulle grandi scelte (candidato sindaco, temi forti del programma) o vorresti delegare anche queste scelte a chi è più attivo? E in questo caso, che genere di attivismo “conta” per avere diritto a dire la propria? La partecipazione alle attività sul campo, quella alle riunioni organizzative, la diffusione delle idee del Movimento su Facebook o via Internet…?

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lunedì 27 Settembre 2010, 19:17

Dopo Cesena, il sole

L’evento di Cesena è andato oltre le mie aspettative, lo dico subito: come sapete temevo di finire sotto la pioggia nel pantano a sorbirmi musica poco interessante, e invece… invece sono stati davvero due giorni indimenticabili, baciati dal sole e dall’energia naturale e rinnovabile delle persone. Aveva ragione Beppe: per un Movimento fuori dagli schemi è stato davvero meglio fare una festa così, con una marea di gente contenta solo per essere lì con altra gente che condivide la stessa visione del mondo e la stessa voglia di cambiamento, piuttosto che organizzare una serie di incontri e dibattiti nello stile della politica tradizionale.

Che poi, come saprete, gli incontri li abbiamo organizzati, e sono andati bene, e sono stati interessanti, e però… a un certo punto, di fronte all’ennesima discussione sulla teoria della politica partecipativa, credo di aver visto la luce… e sono tornato sotto il palco ad ascoltare la musica in mezzo a decine di migliaia di persone. Perché sì, le teorie sono importanti, le idee sono importanti, l’organizzazione è importante; ma prima ancora è importante l’empatia, il sentirsi parte del tutto, un pezzo di una armonia. Sì, è importante la politica, entrare nelle istituzioni per cambiarle, ma prima ancora è importante non perdere il contatto tra noi, non isolarci, non venire così presi dalle discussioni politiche da perdere di vista che il cambiamento più importante è quello culturale, è lo stare insieme con un sorriso – un atto assolutamente rivoluzionario, in una società che ci vuole soli e inermi di fronte al controllo e alla schiavitù morbida del consumo.

A Cesena si è ricreata per due giorni quell’atmosfera magica che già ci aveva avvolto verso la fine della campagna per le elezioni regionali; quella in cui tutti condividono l’obiettivo, in cui non esiste io che non sia parte del noi, del grande flusso delle cose. Spero che quella atmosfera possa arrivare un po’ anche qui a Torino, dove il clima, a livello di Movimento cittadino, è alle volte tutt’altro. Spero che, se proveremo a cimentarci con il cambiare la città, lo faremo sul serio: portando migliaia di persone in piazza per un mondo nuovo, invece di chiuderci in una stanza a parlare di politica litigando pure tra di noi; perché davvero ho la sensazione che la politica, senza l’energia del sogno, potrà soltanto farci marcire.

Volevo comunque ringraziare tutti quelli che ho conosciuto o ritrovato e con cui ho scambiato due chiacchiere, e perdonatemi se in certi momenti ero fuso dalla stanchezza, se magari non vi riconosco al volo, se non sento bene cosa dite. Vorrei applaudire vari artisti, alcuni hanno davvero spaccato (cito i Linea 77 e il Teatro degli Orrori, ma ce ne sarebbero tantissimi, e non li ho nemmeno sentiti tutti, anzi non perdonerò la discussione che mi ha fatto perdere l’esibizione di The Niro). Mi piacerebbe montare un filmato del dietro le quinte, per farvi vedere cosa è stato davvero – dall’incontro di wrestling con la bici del consigliere Bono da mettere sulla cappelliera del treno, fino alla cura maniacale della raccolta differenziata (però dalle nostre tende non c’erano i bidoni, maledetti! ho dovuto trasportare tutto per un pezzo).

Intanto, comincio con questo: i primi dieci minuti del concerto “after hours” organizzato dal Movimento 5 Stelle Piemonte (cioè da Paolo Vinci, l’unica persona veramente indispensabile senza cui il Movimento piemontese non sarebbe mai esistito). A forza di portarsi a spalle casse e mixer, Paolo è riuscito a far esibire a Woodstock 5 Stelle nientepopodimeno che Tony Troja (che poi, partecipando alle nostre discussioni e girando per la festa, si è rivelato davvero un grande). E’ stato un momento di felicità condivisa; e in fondo è noto da tempo che solo una risata li potrà seppellire.

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