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Archivio per la categoria 'SinchËstèile'


sabato 7 Novembre 2009, 17:08

Sforzi

Oggi niente post: dopo aver passato la notte a tossire e la mattinata a trasportare e scaricare le macerie del muretto interno della mia cantina, mi sono ritrovato con la febbre a 38,5.

Sarà la quinta o sesta volta che mi viene la febbre negli ultimi 18 mesi – l’ultima meno di tre mesi fa – e generalmente la cosa si trascina per giorni, con picchi di temperatura tra il 40 e il 41. Vedremo stavolta; certo che sto cominciando a farmi delle domande sulla mia resistenza fisica. Forse dovrei essere un po’ più selettivo negli impegni che mi prendo; vengo da un giovedì sera con prima riunione politica in pizzeria più seconda post-cena, poi venerdì riunione politica in pizzeria a Chivasso via bus + auto + treno + metro, poi stamattina skype call (per fortuna cancellata); poi, oggi pomeriggio avevamo una riunione con i collegnesi alle 16, seguita dall’incontro con Sonia Alfano alle 17, seguita dalla terza pizza di fila e poi manifestazione No Tav a Bussoleno in serata, per poi chiudere domani con riunione regionale tutto il giorno a Vercelli (a cui comunque non sarei andato prima del primo pomeriggio, per ritagliarmi almeno una domenica mattina privata).

I risultati di tutto questo sbattimento – a cui va aggiunto tutto il resto: lavoro, nuovi progetti, viaggi per conferenze, partite del Toro e vita privata – sono ancora tutti da verificare; ho scoperto che in politica, persino al di fuori delle mafie dei grandi partiti, la maggior parte dello sforzo va a gestire piccole beghe di grandi persone o grandi beghe di piccole persone, e comunque capacità e impegno non necessariamente pagano, anzi alle volte hai la sensazione che disturbino o che alcuni (non tutti per fortuna) siano intenzionati per prima cosa a neutralizzare loro e te. In fondo, a partire da me, siamo tutti italiani e come tali ragioniamo; sarebbe stato ingenuo aspettarsi che le cose potessero essere diverse.

[tags]sforzi, influenza, febbre, scelte di vita, politica, 5 stelle, sonia alfano[/tags]

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lunedì 5 Ottobre 2009, 14:30

Due Italie

La giornata di ieri è stata straordinaria: al mattino ci siamo trovati in una ventina a discutere di un piano operativo per le future elezioni regionali, insomma di come far saltare per aria la melassa interessata che soffoca l’Italia. E al pomeriggio ci siamo ritrovati in duemila in un teatro, a celebrare la nascita ufficiale del movimento; duemila persone e non una cravatta.

L’incontro al teatro Smeraldo era un evento mediatico, non un convegno di partito; le discussioni si tengono altrove. Ieri era una festa, un momento di autocoscienza, e il comizio di Grillo – come al solito divertente quanto vero – si è poi allungato sulla presentazione di tante idee concrete per cambiare l’Italia, alcune ovvie, altre davvero innovative (chi ha pazienza può dedicarci un’oretta e vederselo da qui). Sul palco poi non sono saliti i “politici” del movimento (in platea Sonia Alfano e De Magistris) e nemmeno i “padri spirituali” (Piero Ricca, Massimo Fini e la new entry di Adriano Celentano e Claudia Mori).

Oltre a Grillo, hanno parlato tre persone simboliche, per motivi diversi. In video, Rik Falkvinge, il fondatore del Partito Pirata svedese, che ha dato il benvenuto al nostro movimento nella rete dei partiti pirata europei e segnalato che anche da loro i giornali non gli avevano dedicato una riga, ma che loro sono il movimento più menzionato sui blog svedesi e tanto gli è bastato per prendere due parlamentari. Prima di lui, don Farinella, che si definisce “un prete dal cuore laico” e inneggia alla rivoluzione (ma dovrebbero insegnargli a “stringere”…). E prima ancora, Petra Reski, la giornalista tedesca che vive in Italia e che dopo anni di libri sulla mafia italiana ne ha scritto uno su quella tedesca, cioè sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in territorio tedesco. E’ salita sul palco e ha detto che in Germania è stata sbeffeggiata e portata in tribunale, proprio come succedeva da noi trent’anni fa ai primi giornalisti che osavano spezzare l’omertà, mentre “solo gli italiani mi hanno creduto”; ed è scoppiata a piangere, in un momento di grande emozione.

Detto che da ieri, dopo la firma dello scudo fiscale, il nostro Presidente della Repubblica non è più Morfeo Napolitano ma Ponzio Pelato, per noi il pomeriggio è stato pieno di successi: come forse avrete letto (anzi no: per esempio Repubblica.it non ha scritto nulla fino a stamattina, e quando in rete si è cominciato a farlo notare ha fatto apparire un articoletto in fondo in fondo) il movimento presenterà liste regionali in sole due regioni, Emilia e Piemonte (si vedrà per la Campania). Nonostante il Piemonte non sia tra le regioni dove il movimento è più diffuso a livello elettorale – abbiamo un solo consigliere comunale – siamo stati in grado di presentare un progetto convincente, ed è stato bello vedere riconosciuta la cosa.

Infine, la ciliegina è stata data dalla possibilità di incontrare per qualche minuto Grillo in camerino (e prima di lui tutto lo staff dei Casaleggio) dopo lo spettacolo. Abbiamo limitato la discussione al minimo necessario, ottenendo tutte le informazioni che ci servivano per il nostro lavoro – ben più di quanto avessimo sperato di ottenere. La cosa che mi ha colpito però, ancora più che la scorsa volta a Rivoli, è come Grillo sia assediato da chiunque e sia per questo incredibilmente stanco e sotto pressione. Dev’essere disumano trovarsi in quella situazione, con tantissime persone che alternativamente aspettano la sua imbeccata per fare qualsiasi cosa e poi quando arriva si lamentano di non essere stati consultati. Il messaggio di sempre è che il movimento siamo noi, tutti i cittadini; non dobbiamo dipendere da nessun tipo di leader per metterci a difendere i nostri diritti e i nostri interessi.

E’ buffo confrontare la giornata di ieri con quella di oggi, la prima dell’Internet Governance Forum Italia a Pisa: qui, al contrario, giacche e cravatte abbondano, e quasi l’intera mattinata è stata dedicata ai discorsi dei dignitari; siccome erano annunciati Brunetta e Gelmini, la città è militarizzata e paralizzata dalle manifestazioni di dipendenti pubblici e/o studenti (non ho capito quali dei due contro quale dei due). E’ dunque altrettanto impressionante ritrovarsi di botto nel solito clima da repubblica peronista, con le forze dell’ordine impegnate non a difendere i cittadini dai malviventi, ma a difendere i politici dai cittadini. Qui, comunque, ritrovi amici e colleghi di sempre; anche loro sono altrettanto impegnati a cercare di salvare il salvabile nel nostro Paese, chi nell’Università, chi nella ricerca, chi fiancheggiando il PDmenoL e chi fiancheggiando Sinistra e Libertà. Poi, in privato, mentre nessuno ascolta, ti dicono tutti: “ma tu che sei ancora giovane, cosa fai qui! Vattene, emigra appena puoi!”

Ecco, forse la differenza è questa: nell’Italia del teatro Smeraldo saremo anche giovani e ingenui, ma non abbiamo abbandonato la speranza.

[tags]grillo, 5 stelle, movimento, celentano, libertà, informazione, falkvinge, reski, partito pirata, piemonte, elezioni, napolitano, pisa, internet, igf italia[/tags]

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martedì 15 Settembre 2009, 15:30

Scene da un consiglio comunale italiano

Ieri sera, nella ridente cittadina di Rivoli (TO), si svolgeva il consiglio comunale, da poco costituitosi dopo le elezioni del giugno scorso.

Tra gli argomenti all’ordine del giorno ve n’era uno apparentemente di ordinaria amministrazione: la nomina dei revisori dei conti, a garanzia della regolarità del bilancio della città. Il Comune aveva provveduto ad emettere un regolare bando pubblico; erano arrivate una trentina di candidature, e ora il consiglio comunale doveva votare i due da nominare.

Sin dalla notte dei tempi, Rivoli è governata dal centrosinistra; ai bei tempi il Partito con la P maiuscola raggiungeva percentuali bulgare. Così, il Partito Democratico, principale partito della maggioranza, è arrivato in consiglio con una indicazione di voto: il fortunato prescelto dal PDmenoL, destinato a sicura nomina, era il commercialista Ruggero Ragazzoni di Torino.

Peccato che ci fosse qualcuno che si era fatto i compiti a casa: il consigliere comunale di Rivoli a 5 Stelle, Ivan Della Valle, che si era esaminato i curriculum dei candidati e aveva usato uno strumento potentissimo e ipersegreto – Google – per verificarli.

Basta infatti una ricerca con Google per scoprire le credenziali del commercialista Ragazzoni. Per prima cosa, è il commercialista personale di Chiamparino, molto amico degli ex diessini, che in passato già lo fecero nominare revisore dei conti del Comune di Torino (della cui solidità di bilancio ben sappiamo). Ma soprattutto, sette mesi fa il commercialista Ragazzoni è stato coinvolto in un caso di sottrazione di diversi milioni di euro di denaro pubblico, per il quale è stato arrestato e accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa ai danni dello Stato, insieme all’ex procuratore di Torino Giuseppe Marabotto. Non c’è che dire, un ottimo curriculum per una persona a cui affidare i controlli sul fatto che il bilancio di Rivoli sia in ordine e nessuno si freghi dei soldi!

Naturalmente, quando il consigliere grillino ha fatto notare la cosa, è successo il finimondo; tanto che si è dovuto sospendere il consiglio comunale. La maggioranza si è spaccata in due; i consiglieri più giovani si sono rifiutati di votare Ragazzoni, ma i dirigenti del partito hanno insistito che quello era il candidato raccomandato e quello si doveva votare. Come risultato, grazie alla divisione, sono stati nominati i due candidati della minoranza di centrodestra.

A questo punto qualcuno di sinistra dirà senz’altro che i grillini sono mandati da Berlusconi per indebolire il PDmenoL e i suoi alleati; ecco, credo che in questo caso il famoso vaffanculo sarebbe alquanto appropriato.

P.S. Ci piacerebbe tanto mostrarvi le immagini di quanto sopra raccontato. Sfortunatamente, il comune di Rivoli – già protagonista di un famoso video in cui i vigili urbani cancellano la registrazione del consiglio comunale dalla videocamera di un cittadino – ha sì approvato in fretta e furia mesi fa l’intenzione di liberalizzare le riprese, ma purtroppo, per insuperabili motivi tecnici, non è ancora stato capace di emanare il regolamento che attua la delibera. Dato che il vicesindaco Di Croce dell’IDV – parte integrante della maggioranza di centrosinistra – ha più volte dichiarato di essere pienamente in linea con le direttive di Antonio Di Pietro a favore di tale liberalizzazione su tutto il territorio nazionale, confidiamo che gli insuperabili motivi tecnici possano essere presto superati.

Aggiornamento: Per la precisione, il commercialista proposto dal PD non era Ruggero Ragazzoni ma il figlio, commercialista nello studio del padre. Naturalmente, dal punto di vista politico non cambia granché… Comunque, per evitare l’imprecisione sarebbe stato sufficiente che fossero state disponibili le riprese della seduta del consiglio, o anche solo che tutte le candidature fossero state pubblicate sul sito per trasparenza.
[tags]rivoli, trasparenza, pd, idv, amministrazione comunale, fiato sul collo, commercialista, corruzione, ragazzoni[/tags]

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giovedì 16 Luglio 2009, 16:21

Nudi nell’oceano che sale

Scommetto che volete ancora sapere qualcosa di Beppe Grillo, dopo che in tre giorni ha ridicolizzato il PD, messo in rivolta metà degli elettori del centrosinistra contro la loro dirigenza e conquistato tutte le prime pagine con una semplice idea nata sotto gli ombrelloni.

A questo proposito, vi suggerisco di leggere l’intervista al Corriere e poi di fare mentalmente un confronto tra l’idea grillina di politica basata sul “leader autorevole” – un rapporto diretto tra una persona e le masse, che però vive sempre sul filo del rasoio in quanto alla prima stronzata le masse sputtanano il leader su Internet – e l’idea piddina di politica basata sulla compravendita di tessere a Napoli.

“Populista” è il termine che usano i politici di ogni colore (ma specialmente quelli della sinistra classica) per riferirsi a chiunque si interessi dei problemi della gente; già perché per la sinistra la gente non ha mai problemi, a patto che voti per loro aderendo così al mitico, utopico progetto di grande società giusta e perfettamente regolata. Per esempio, la criminalità legata all’immigrazione è un problema che per la sinistra non esiste, in quanto nella società giusta e perfettamente regolata tutti gli immigrati sono poveri sfruttati a cui dobbiamo risarcire gli indubbi millenni di sfruttamento eurocentrico. L’immigrato violento, criminale o antisociale sarebbe per la sinistra un “syntax error” che non può essere ammesso, dunque se qualcuno ne ipotizza l’esistenza è senz’altro un razzista, e se questo qualcuno porta delle prove con cui ne dimostra l’esistenza nella realtà, è la realtà ad essere sbagliata.

Questa mentalità presuntuosa ed elitaria è tuttora profondissima in tutti i vari rami della sinistra; il massimo che il PD è arrivato a fare, capendo di essere fuori mercato e a fronte del rischio di dover mollare le poltrone, è stato quello di adottare posizioni liberiste e berlusconiane senza capirle, dunque ripetendole a pappagallo e provocando il famoso effetto “piuttosto che comprare Ben Cola allo stesso prezzo della Coca Cola, prendo quella originale”, cioè facendo spostare stabilmente verso destra gli italiani e garantendo a Berlusconi la polizza vita di cui parla anche Beppe.

Dunque non stupisce che il PD giudichi populista l’idea che i propri tesserati e simpatizzanti possano votare o non votare per il candidato segretario che pare a loro, sceso in campo direttamente tramite i media e senza tante formalità, al di fuori dell’agghiacciante schema piramidale di feudatari, vassalli e valvassori di cui sono fatti oggi tutti i partiti. La risposta del PD è altrettanto agghiacciante: difatti, invece di aprire un dibattito politico o di contestare a Beppe la differenza di vedute (contestazione peraltro impossibile, dato che le liste a cinque stelle hanno un programma modernissimo e pendente a sinistra, mentre il PD non ha un programma o un’idea che sia una per il futuro del Paese), si sono attaccati alle regole della piramide: e non è residente qui, e il comma nove dell’articolo 3, e insomma non è possibile che uno così possa pensare di candidarsi e avere seguito tra i nostri elettori, e se nella realtà ciò avviene vuol dire che è sbagliata la realtà.

Eppure è proprio l’idea di società a piramide che è morta, sepolta dall’avvento della rete e della società orizzontale, peer to peer, che essa promuove e propaga; e con essa muoiono le regoline e le regolette con cui pochi umani pretendono di decidere per tutti gli altri, dato che le regole di partito non possono opporsi a cambiamenti sociali epocali più di quanto non si possa far girare il sole attorno alla Terra per decreto. Naturalmente ci vorranno ancora decenni, e naturalmente, se il residuo potere riuscirà a controllare e sovvertire le basi della rete, il cambiamento non avverrà mai. Ma il crollo prossimo del partito depressocratico è un altro segnale: se le si dà abbastanza tempo, a forza di ondate, l’acqua distrugge anche la roccia più solida.

[tags]beppe grillo, pd, politica, populismo, sinistra, società, rete, internet, gerarchia, erosione[/tags]

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giovedì 2 Luglio 2009, 11:44

Ragazzate

La vecchiaia incombe, e non solo per motivi anagrafici: ieri sera sono uscito con i soliti vecchi amici e sono rimasto colpito dal fatto che fino a un paio d’anni fa, quando eravamo giovani e single o lascamente fidanzati, l’argomento di discussione principale erano giochi e videogiochi, mentre da qualche tempo, ora che siamo vecchi e sposati o strettamente accoppiati, si parla soltanto più di film porno (anche se in chat sostengono che si è parlato di film porno solo per farci smettere di parlare di Torino a 5 Stelle).

Comunque, tutto ha inizio ieri quando per caso in rete rinvengo questa fantastica risposta alla tremenda, odiosa, vergognosa pubblicità della Coca Cola con Giulia di Pisa, quella che “la crisi non c’è perché basta bere l’intruglio multinazionale gasato” (credo uno spot che entrerà negli annali per essere riuscito in un attimo a distruggere l’immagine italiana del brand più forte del pianeta). E quindi ecco qua:

La lacrimuccia però scende se si notano gli autori: è il parto dell’ineffabile Andrea Camerini, già noto e incrociato un deca d’anni fa a Lucca come fumettista del Vernacoliere e autore dell’immortale personaggio de Il Troio (sottotitolo “Sulle strade de La California (LI)), un giovane sfaccendato di bella presenza caratterizzato dal maschilismo assoluto, dall’occhio bovino e dalla totale assenza di segnali nel cervello. Naturalmente l’umorismo livornese non è per persone timorate di Dio e tantomeno per persone dotate di un qualsivoglia senso del pudore, per cui non vi raccomando di seguire il link.
[tags]amici, ragazzate, porno, coca cola, pubblicità, giulia di pisa, camerini, vernacoliere, fumetti, il troio[/tags]

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martedì 9 Giugno 2009, 15:23

Senza parole

Beh, che devo dire: mi avete lasciato senza parole, e il risultato è andato oltre le aspettative. Abbiamo preso quasi 7500 voti (lo 0,64%) su scala complessiva, e oltre 3600 voti (lo 0,88%) a Torino città, il che ci rende nettamente la prima lista civica della città: a Torino abbiamo preso più voti dei Verdi, più voti de La Destra, più voti della lista civica di Saitta, il doppio dei voti di Sinistra Critica, il triplo dei voti della lista Civica Movimento Democratico, più voti di 7 delle 10 liste che sostenevano Porchietto, più voti di 4 delle 8 liste che sostenevano Saitta.

Certo, le liste comunali (compresa quella di Rivoli) grazie al nome e alla promozione di Grillo hanno preso in media il 3-4%, con qualche debacle (Firenze, Pescara) e qualche exploit (in provincia di Modena ci sono posti dove si arriva al 16%). Ma a noi il nome di Grillo è servito poco, al massimo per avvicinare gli elettori, che però ci siamo dovuti conquistare uno per uno.

Qui sotto trovate la ripartizione dei voti nei collegi, in ordine di risultato, ed è davvero incredibile come abbiamo comunque preso voti anche in parti della provincia dove non abbiamo mai messo piede. Se quello 0,25-0,3 per cento è stato l’effetto riflesso di Grillo, vuol dire che il resto è il nostro passaparola. Ora non ci resta che lavorare e dimostrare che non sono stati voti sprecati.

5 Torino Borgo Nuovo – S. Salvario – Valentino 248 1,13 Raffaella Fanelli 222 1,21
39 Rivoli 318 1,13 Silvia Busuito 304 1,17
4 Torino Borgo Dora – Vanchiglia 225 1,07 Tommaso Errichelli 204 1,11
7 Torino Borgo S. Paolo 213 1,06 Maurizio Penna 189 1,08
10 Torino Gerbido 268 1,08 Silvia Busuito 224 1,03
8 Torino Campidoglio – Cenisia – Monginevro 210 0,96 Tommaso Errichelli 185 0,97
42 Susa 259 0,97 Antonino Iaria 240 0,96
18 Torino Pozzo Strada 242 0,95 Paolo Vigato 215 0,95
6 Torino Borgo S. Donato 211 0,93 Davide Amerio 185 0,95
9 Torino Crocetta – S. Secondo – Statuto 208 0,86 Ermanno Di Nuccio 182 0,91
19 Torino Santa Rita 202 0,89 Alberto Baracco 180 0,9
16 Torino Molinette – Nizza 189 0,9 Federica Panettella 159 0,86
11 Torino La Tesoriera – Parella – Aeronautica 199 0,85 Antonino Iaria 176 0,85
12 Torino Lingotto 208 0,85 Eleonora Cardillo 181 0,83
20 Avigliana 237 0,81 Simone Caldana 216 0,81
29 Grugliasco 214 0,72 Silvia Busuito 197 0,73
3 Torino Borgata Vittoria 147 0,79 Eleonora Cardillo 124 0,73
14 Torino Madonna di Campagna – Villaretto 163 0,74 Raffaella Fanelli 145 0,72
15 Torino Mirafiori 166 0,74 Alberto Camposano 143 0,7
17 Torino Oltre Po 118 0,67 Bengt Ferraris 103 0,7
2 Torino Borgata Aurora 141 0,69 Ermanno Di Nuccio 126 0,68
43 Venaria Reale 219 0,65 Tommaso Errichelli 198 0,64
1 Torino Barca – Falchera 144 0,65 Salvatore Arduino 129 0,64
34 Orbassano 175 0,65 Bengt Ferraris 158 0,63
13 Torino Lucento – Vallette 154 0,66 Ruggero Rosin 131 0,62
32 Moncalieri 148 0,52 Davide Amerio 138 0,52
44 Vinovo 153 0,52 Paolo Vigato 142 0,52
35 Perosa Argentina 135 0,49 Paolo Vigato 124 0,48
26 Collegno 143 0,51 Ermanno Di Nuccio 122 0,47
28 Giaveno 154 0,47 Maurizio Penna 134 0,44
23 Chieri 149 0,42 Federica Panettella 138 0,42
31 Lanzo Torinese 141 0,42 Simone Caldana 123 0,41
24 Chivasso 144 0,43 Simone Caldana 127 0,41
25 Cirié 127 0,42 Salvatore Arduino 111 0,4
30 Ivrea 91 0,4 Ruggero Rosin 85 0,4
41 Strambino 93 0,39 Bengt Ferraris 85 0,38
45 Volpiano 108 0,4 Salvatore Arduino 96 0,38
22 Carmagnola 114 0,4 Eleonora Cardillo 102 0,38
36 Pinerolo 99 0,38 Antonino Iaria 92 0,37
38 Rivarolo Canavese 100 0,36 Ruggero Rosin 93 0,36
21 Caluso 102 0,38 Raffaella Fanelli 92 0,36
37 Poirino 99 0,34 Davide Amerio 92 0,34
33 Nichelino 103 0,33 Alberto Baracco 100 0,34
40 Settimo Torinese 84 0,31 Maurizio Penna 77 0,29
27 Cuorgné 58 0,26 Federica Panettella 54 0,26

[tags]elezioni, amministrative, provincia, torino, politica, beppe grillo, torino a 5 stelle[/tags]

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domenica 7 Giugno 2009, 23:42

Qualche considerazione sul voto

Adesso che le urne sono chiuse ma i risultati sono ancora ignoti (non si sapranno prima di domani pomeriggio, lo spoglio delle provinciali inizia alle 14), posso fare qualche considerazione sulla campagna elettorale e sulla nostra esperienza.

Esperienza che, comunque vada, sarà un successo: so che è quello che dicono anche i politici professionisti, ma nel nostro caso è vero e vi spiego perché. Quando, poco più di tre mesi fa, abbiamo preso la decisione di provare a presentarci alle elezioni provinciali, eravamo un gruppo di dieci persone senza nessuna esperienza; nessuno conosceva il nostro nome o il nostro simbolo.

Abbiamo deciso di esplorare questa idea aspettandoci un appoggio chiaro da Beppe Grillo; appoggio che è arrivato soltanto in parte, visto che, per scelte sue legate alla posizione abolizionista sulla Provincia, ci ha negato l’uso del nome nel simbolo, non è venuto a promuoverci (il suo staff ci ha addirittura vietato di salire sul palco a Rivoli) e non ci ha nemmeno permesso di mandare una mail a nome nostro alle migliaia di persone che si sono registrate sul suo sito per avere informazioni sulle liste a cinque stelle del torinese (molte di queste persone ci avrebbero votato con gioia, ma non hanno mai saputo della nostra esistenza).

Comunque, ci sembrava contraddittorio, rispetto alle nostre idee di partecipazione dal basso e di un movimento non personalistico, rinunciare a partecipare solo perché Grillo non si voleva spendere più di tanto per noi; l’importante sono le idee, non le facce, e sapevamo che, senza di noi, queste idee non sarebbero state rappresentate sulla scheda elettorale. In più, c’era anche il desiderio di fare esperienza e di cominciare a costruire; nessun movimento politico di successo, nemmeno la Lega, ha preso più di qualche frazione di punto percentuale alla sua prima apparizione… con la sola eccezione di Forza Italia, ma noi non avevamo le televisioni a nostra disposizione a fronte del contemporaneo scioglimento di tutti i principali partiti.

E così, abbiamo cominciato a capire come funzionava, e poi a cercare i candidati, pur senza voler accettare compromessi e candidare chiunque; non pensavamo di trovare abbastanza candidati, e invece, a sole tre settimane dalla scadenza della presentazione delle liste, li abbiamo trovati. Allora abbiamo messo in piedi la raccolta firme; onestamente non credevamo proprio di riuscire a raccogliere mille firme in così poco tempo, e invece ce l’abbiamo fatta, grazie al supporto e all’aiuto di tantissime persone; e siamo poi riusciti, grazie a un tour de force, a recuperare i certificati elettorali per mezza provincia, a mettere insieme tutte le firme e i timbri necessari, e a presentare un plico di carta alto trenta centimetri.

A quel punto abbiamo dovuto imbastire la campagna elettorale; anche lì, non pensavamo di riuscire a fare molto, e invece siamo riusciti a mettere in piedi un incontro di presentazione con Sonia Alfano e tanto di streaming video, un incontro con Paul Connett, e il concerto finale con i Fratelli Sberlicchio, nonché un certo numero di apparizioni sui media locali, un po’ di volantinaggi, i manifesti, gli appelli via internet, un programma dettagliato di 40 pagine, e un gruppo Facebook che ha ormai raggiunto gli 800 membri in poche settimane di vita (se ancora non vi siete iscritti…). Tutto questo imparando man mano come fare, tirando fuori i soldi man mano che servivano, ed essendo sostanzialmente quattro o cinque persone più una dozzina a dar man forte ogni tanto.

Sapevamo fin dal principio che, a meno di miracoli di dimensioni bibliche, nessuno di noi sarebbe stato eletto: per l’elezione serve prendere il 3% e vedrete che non lo raggiungeranno nemmeno molti partiti, figuriamoci una lista civica con tre mesi di vita. Un gruppo di venti persone, col passaparola e buone idee da proporre, può arrivare a mettere insieme tra amici e parenti un migliaio di voti; sono quelli che in una città anche di medie dimensioni (diciamo 50.000 abitanti) ti permettono di entrare in consiglio comunale. Sfortunatamente, su una provincia di 2.200.000 abitanti e 315 comuni, quei mille voti non sono nemmeno lo 0,1%…

Dunque voi volete sapere quanto prenderemo? Io ho scommesso che prenderemo circa lo 0,25-0,3%, ovvero attorno ai 3000 voti. Vorrebbe già dire che il nostro passaparola è stato efficace, che siamo andati oltre i mille voti “base” e siamo riusciti a convincere buona parte delle persone che abbiamo raggiunto. Già, perché il numero di voti che prendi è proporzionale non solo alla condivisibilità delle tue idee e all’efficacia del tuo modo di comunicarle, ma anche al puro e semplice numero di persone che riesci a raggiungere; e noi non abbiamo raggiunto che qualche migliaio di persone.

Il sito, ad esempio, ha fatto per tutto il mese di maggio una media di circa 250 visitatori unici al giorno; è salito di botto a 700 mercoledì e giovedì, e a 900 venerdì e ieri. Molte sono le persone che sono ritornate regolarmente; diciamo che il numero di persone diverse che sono passate dal nostro sito in questo mese potrebbe essere tra le 2000 e le 5000. E mica tutti quelli che ci hanno visto ci voteranno!

Poi naturalmente c’è il passaparola per e-mail o su Facebook, però quanto è facile che uno che ci scopre su Internet poi ci voti senza nemmeno aver fatto clic una volta sul sito? Idem per chi ha letto di noi sul blog di Grillo: anche lì è pieno di link (anche deep link) al nostro sito, è difficile pensare che uno interessato a votarci non ci abbia nemmeno cliccato sopra una volta.

Ci sarà ancora un certo numero di persone che ci voteranno senza mai averci visti su Internet, solo per il volantino, o per uno degli spazi che abbiamo avuto sui media. Ma di volantini ne abbiamo distribuiti solo qualche migliaio, i manifesti erano pochi e siccome noi siamo ligi sono spesso stati coperti abusivamente dagli altri, e gli spazi media sono stati davvero pochi. Capite quindi che già arrivare a 3000 voti sarebbe un bel risultato!

Allora, perché sarà comunque un successo? Perché abbiamo cominciato; perché questa è una base su cui costruire. Perché adesso sappiamo come fare, e la prossima campagna elettorale sarà sicuramente più organizzata, più visibile, migliore (magari riuscendo a raccogliere con anticipo un po’ più di soldi…). Perché abbiamo scoperto centinaia di persone che ci hanno aiutato, incoraggiato, promosso, e dato l’energia per arrivare in fondo (e ce ne voleva: chi mi ha visto negli ultimi giorni di campagna elettorale capirà; stanotte ho dormito per circa 13 ore). Perché tre mesi fa eravamo un gruppetto di sconosciuti che persino il resto dei “grillini” torinesi guardava con scetticismo, e ora abbiamo contatti, credibilità, progetti, capacità. Paradossalmente, anche se i voti fossero diecimila o ventimila non cambierebbe quasi niente; quindi l’obiettivo per questo giro è stato raggiunto. Sappiamo tutti che il cammino sarà lungo e difficile; però se non si comincia non si arriva mai da nessuna parte.

Il successo maggiore, però, è stato davvero quello di cui scrivevo il due giugno; il senso di aver finalmente smesso di subire e di andare alla deriva, e cominciato a credere in un progetto e in un futuro. E’ davvero buffo, adesso, vedere quelli che ancora scrivono che “Saitta è stato penoso ma l’ho rivotato” o che, tra un po’ di sarcasmo su un blog e l’ennesimo commento snob sull’impresentabilità di Berlusconi, se la prendono con te e col tuo dito trovandoci un difetto qualsiasi, perché non hanno il coraggio di guardare la luna e di passare dal lamento all’azione (qualsiasi essa sia, non è detto che debba essere la stessa nostra); perché non hanno la coscienza a posto, e il fatto che tu gli dimostri che qualcosa si può fare li lascia senza più scuse. Mi spiace per loro, perché sotto sotto ci stanno male; ma confido che prima o poi capiranno.

Quindi, se domani sera i giornali del potere o i loro assuefatti lettori si divertiranno a criticare i nostri risultati, li lascerò fare: in questo momento, non è quello il punto. Noi, tutti insieme, abbiamo dimostrato che non è obbligatorio essere servi; e in un clima di disperazione e rassegnazione generale mi sembra davvero molto.

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sabato 6 Giugno 2009, 11:31

Il forcone (video)

Grazie a D# che ha registrato la trasmissione, posso farvi vedere i video con le mie risposte e (nel secondo) con l’intervento dell’operaio in cassa integrazione di cui parlavamo ieri.

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venerdì 5 Giugno 2009, 17:32

Il forcone

Ieri sera la trasmissione è stata molto interessante (sto cercando di recuperare il file e metterne almeno qualche parte su Youtube). Non tanto per quello che ci siamo detti, anche se è stata la prima trasmissione dove abbiamo potuto parlare di raccolta rifiuti in qualche dettaglio: Carlo Chiama del PD ha fatto l’errore di provocarmi proprio sull’argomento – interrompendomi a metà mentre parlavo per dire “ma Grillo è contro l’inceneritore, vero?” – e lì ho potuto snocciolare tutta la nostra indubbia competenza sull’argomento.

E’ stato interessante perché ci sono state veramente tantissime telefonate dal pubblico. Ora, il pubblico delle nove di sera su Telecity 7 Gold sicuramente non è il pubblico di questo blog: in gran parte non usa Internet e non si confronta con tutte le nostre belle tematiche e informazioni alternative. Allo stesso tempo, però, esprime esigenze basilari e davvero sentite. E in questo caso, le esigenze erano una sola: “stiamo morendo di fame”.

Prima ha chiamato un signore per lamentarsi con Chiama (che è assessore al Bilancio dell’attuale gestione Saitta, insomma tiene i cordoni della borsa) che la sua piccola azienda edile aspetta pagamenti dalla Provincia da mesi e sta andando a ramengo per questo. Poi ha chiamato una signora per dire al signore di prima che può aspettare in eterno, dato che lei aspetta ancora pagamenti dei lavori olimpici (questo è un altro scandalo di cui non si parla mai: fatte le Olimpiadi e conquistato il relativo consenso mediatico, moltissimi fornitori sono stati abbandonati senza una lira, in balia di vaghe promesse di pagamento).

Poi ha chiamato, due volte, un operaio che è in cassa integrazione alla Teksid, prende 700 euro al mese con cinque figli a carico. E la voce faceva paura, nel senso che sembrava una persona che sta per venire lì e accoppare tutti per la rabbia e la disperazione (tra l’altro una delle poche cose sgradevoli di queste apparizioni elettorali è stata sentirmi chiamare “signor politico”, equiparato a tutti gli altri, solo perché sedevo in TV con loro: temo che il nostro fatto di essere cittadini e volontari si perda facilmente).

E poi ci sono state tante altre telefonate, comprese quelle contro il degrado urbano, sul Lidl di via Aosta usato come base di spaccio o sulle prostitute che risalgono la riva e invadono corso Svizzera già alle sei di sera. Uno solo ha chiesto di rifiuti, precisando però che era cugino dell’assessore all’Ambiente della provincia di Alessandria: insomma di un’altra classe sociale. Ma la base dei torinesi ha un problema solo: la crisi.

E su questo la politica latita. Badate, solo un bugiardo potrebbe promettere di risolvere la crisi governando la Provincia di Torino; eppure tante cose si possono fare, dalla riconversione delle aziende verso nuove produzioni sostenibili e in crescita alla formazione del personale. Ma soprattutto si può fare una cosa: combattere per più equità.

Perché questa crisi non è solo grave, ma ingiusta; non penalizza tutti alla stessa maniera, anzi per alcuni è l’occasione di arricchirsi. In giro si vedono macchine nuove da 50.000 euro, ristoranti sempre pieni, negozi chic con la coda all’ingresso… ecco, il problema è proprio questo. I soldi ci sono (ancora), solo non sono distribuiti equamente; a partire dal problema dell’evasione fiscale, su cui molto si potrebbe fare (la Provincia gestisce il database delle immatricolazioni delle auto nuove: in un attimo si può incrociarlo con le dichiarazioni dei redditi e andare a fare controlli mirati).

E poi un po’ di moralità, un po’ di sobrietà, non guasterebbero. I politici di ogni colore continuano a promuovere enti e società inutili, a piazzarci amministratori amici spesso incapaci e che comunque prendono stipendi fuori da ogni logica (c’è un piccolo elenco nel nostro appello numero 4). Un taglio a queste prebende non farebbe recuperare poi tantissimi soldi, ma darebbe un segnale chiaro di solidarietà.

Nessun regime sopravvive alla fame dei propri sudditi. Se l’equità sociale non sarà aumentata in modo da permettere a tutti di superare la crisi, le nostre strade si riempiranno di disperati; e la disperazione, quando non c’è più nulla da perdere, è l’anticamera della rivolta violenta. Se il modo di governarci non cambierà, tornerà una brutta stagione; batteranno gli zoccoli e verranno le torce e i forconi nelle nostre piazze. In questo tentativo di fornire una alternativa costruttiva, tra la dittatura corrotta ed il caos, sta il nostro piccolo contributo per evitarlo.

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mercoledì 3 Giugno 2009, 23:57

Liquidità

La serata è appena finita e già ci sono i primi video… un po’ di parodia musicale dei Fratelli Sberlicchio per riflettere sul nostro stato “in mutande” non fa mai male.

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