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Archivio per la categoria 'SinchËstèile'


mercoledì 6 Maggio 2009, 10:16

In tour

In questi giorni sono in giro dal mattino alla sera per visitare i municipi di buona parte dei Comuni della provincia di Torino, per ritirare i certificati elettorali delle persone che ci hanno dato la firma.

Abbiamo circa 400 firme da fuori Torino, sparse in 86 comuni, per ognuno dei quali bisogna mandare un fax in anticipo con i dati personali dei firmatari – precedentemente trascritti dai moduli firma dentro un foglio Excel, con inevitabili errori di trascrizione e di copia e incolla – per poi passare personalmente a ritirare i certificati. Dato che purtroppo soltanto io e un altro ci siamo dati disponibili per questo lavoro, e che tutto deve essere fatto in tre giorni (ieri, oggi e domani), capirete che non è un lavoro semplice: un’altra simpatica mina piazzata sulla via di chi volesse fare una lista civica dal basso.

In più, le cose si complicano continuamente; per esempio capita di andare a Moncalieri e di scoprire che una delle persone che ti ha detto di abitare lì, mostrandoti una carta d’identità di Moncalieri, in realtà si è già trasferito a Villastellone. Allora vai a Villastellone, e ti dicono che nel frattempo è già andato ad abitare a Rivoli… e così via. Naturalmente, a un certo punto smetti di inseguire e depenni la firma, ma in teoria non basta nemmeno un giro solo: dovresti farne uno per verificare i dati, e un secondo per chiedere i certificati ai Comuni giusti.

Oppure ci sono i Comuni pistini: per esempio a Nichelino le signorine (peraltro molto gentili) mi hanno fatto un quiz, perché la data di nascita di una persona era sbagliata e ciò impediva il rilascio del certificato; nome, cognome, luogo di nascita, giorno e mese di nascita ed estremi del documento erano giusti, ma avevamo tracopiato “1965” invece di “1985” come anno di nascita… In realtà il pistinismo è dovuto, per evitare che le liste rubacchino nomi e cognomi sull’elenco telefonico e si inventino i relativi dati (cosa che molti fanno comunque, mentre altri semplicemente hanno un loro raccomandato assunto all’anagrafe che gli passa gli elenchi, ai quali viene aggiunto uno scarabocchio come firma: vi ricorderete i casi romani); però, insomma…

Comunque – oltre ad aver finalmente scoperto l’uso del navigatore: ehi, è comodo, gli dici “municipio di Bruino” e fa tutto lui – è stato davvero interessante vedere un po’ di persone e di posti in provincia.

A Moncalieri l’ufficio è in un posto bellissimo, proprio sul piazzale del Castello; però ho fatto mezz’ora di coda fermo in macchina perché proprio quel giorno avevano deciso di riasfaltare a tradimento la strada che scende verso Trofarello. A Trofarello, dentro l’anagrafe, troneggia una gigantografia nuda di Del Pippa: brrr… A Villastellone la signora è stata gentile, anche se erano presi dalle loro comunali. A Carmagnola il municipio è in un bel palazzo, ma due su quattro erano sconosciuti o trasferiti.

Nel pomeriggio poi ho infilato nell’ordine Nichelino, La Loggia (bello, c’era un bel sole e sembrava davvero estate), Vinovo (paese antico e molto bello, con uno splendido castello, però con una pianta progettata da M. C. Escher: complice la chiusura per lavori dell’unica via in direzione Torino, ci ho messo mezz’ora e almeno tre giri in tondo per capire come uscire dal paese), Candiolo (efficientissimi, ritiro in dieci secondi), Orbassano (in pieno centro, ma mi han fatto una copia sola dei certificati…), Bruino (ne avevamo ben quattro) e infine, dato che c’era ancora tempo, Sangano, dove l’aria è già decisamente montana.

La val Sangone, circondata da montagne e piena di prati e boschi, è sempre bellissima: dev’essere per questo che vogliono farci passare in mezzo la TAV.

[tags]elezioni, certificati, comuni, burocrazia, torino a 5 stelle, torino, provincia[/tags]

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domenica 3 Maggio 2009, 13:22

Beppe Grillo porta sfiga?

Belin, che sfigati che siamo. Quando a febbraio sono andato a depositare l’atto costitutivo dell’associazione & lista civica, mi si è rotta la macchina fotografica. Riparata quella, mi si è fusa la motherboard del server casalingo; sono rimasto dieci giorni senza poter accedere ai miei dischi condivisi, dove avevo tutti i documenti. Comprata una nuova scheda, rimontato tutto, bestemmiato per qualche giorno per ricompilare il kernel di Linux in modo che funzionasse tutto con il nuovo hardware, proprio mentre cominciavo a stampare il materiale per raccogliere le firme si è scassata la stampante.

Ho passato una interessante esperienza con il (peraltro gentilissimo e gratuito) customer care telefonico di Samsung, dove una signorina prima di dirti qualsiasi cosa ti deve sottoporre a una serie di FAQ del tipo “ha verificato che la spina sia inserita?” (belin, dai, se ti dico che si è scassato il rullo che tira su la carta vorrà dire che almeno fino ad accenderla ci sono arrivato…) e vuole a tutti i costi controllare che tu abbia toner originale, poi ti passa “il tecnico” che con un forte accento romeno ti ripone le stesse FAQ; alla fine ti dice di estrarre il cassetto della carta e poi “prema le due linguette di plastica esterne verso il fondo”, e tu ti accorgi che hai in mano un robo progettato dalla NASA pieno di buchi e rientranze e molle e levette dal senso ignoto, finché, dopo cinque minuti in cui “il tecnico” bestemmia contro la tua incapacità di individuare le linguette giuste, trovi un buchino in cui riuscirebbero a infilare le dita solo un bimbo di sei anni oppure un coreano; e ti ingegni a compiere l’operazione con la punta del mignolo.

Comunque, alla fine la stampante ha ripreso a funzionare, dopo vari smontaggi e un paio di pugni, e a quel punto… mi si è rotta la macchina: ha cominciato a fare uno “gnignignignigni” altissimo e fortissimo, e poi ha smesso di funzionare il servosterzo e si è accesa la spia della batteria.

Riparata quella (ma si sono rifiutati di mettermi le gomme estive causa dissidi contrattuali con la ditta di noleggio: cavoli di lorsignori, io spalmerò le invernali sulle rive del Mar Ligure) sembrava tutto pronto; e invece, ieri mattina si è rotto il sito.

Il mio server virtuale, con tutti i siti da esso ospitati, è sparito dal radar alle 8:30 di ieri mattina; e nonostante i ticket, le mail, gli sms e le bestemmie di ogni genere, la prima reazione del mio fornitore di hosting è stata alle 13:45 (una riga per dire che “i tecnici sono stati informati”), e il sito è tornato su a mezzanotte e mezza… e può essere che vi sia stato nel loro data centre di Pianezza un guasto così grave da mantenerli febbrilmente occupati per sedici ore di down, oppure può essere che il “reperibile” fosse in realtà a fare il ponte su qualche spiaggia. Non lo so, domani come promesso vado a prenderli per il collo: voi avete qualche consiglio?

Resta la considerazione che, indubbiamente, Beppe Grillo porta un po’ di sfiga (seriamente, a causa della candidatura sono stato già depennato da un paio di convegni in queste settimane, ma questo era da mettere in conto). Ma io ci sono abituato, non sono mica un tifoso del Toro per caso. La sfiga non si arrenderà mai (ma le conviene?). Noi neppure.

[tags]beppe grillo, grillo, sfiga, sfortuna, hosting, server, stampanti, samsung, riparazioni, arrendersi[/tags]

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venerdì 1 Maggio 2009, 14:06

S’è incazzato Chiamparino

Forse avrete letto l’intervista di oggi su La Stampa a Chiamparino, in cui spara a zero su coloro che si sono opposti alla fusione tra Iride ed Enìa.

La materia del contendere era chiara: alcuni partiti della maggioranza di Chiamparino concordavano con la posizione storica di Grillo e dei comitati del settore, cioè che le aziende municipalizzate devono restare sotto il controllo pubblico, tanto più se gestiscono la distribuzione di un bene vitale come l’acqua (a Torino SMAT “per il momento” è fuori dalla fusione; “per il momento” l’ha dichiarato in consiglio comunale l’altro giorno un esponente della giunta del Chiampa).

C’è da dire che anche la garanzia del controllo pubblico almeno al 51% è fittizia; basta vedere la SAGAT, la società che gestisce l’aeroporto di Caselle, che è a maggioranza pubblica ma che, tramite patti parasociali, è gestita di fatto dal socio privato (Benetton). Comunque, San Paolo Sergio Chiamparino è stato chiaro: il suo obiettivo è rendere la nostra acqua e la nostra elettricità “contendibili”, che significa “acquistabili in Borsa dalle banche mie amiche”; dopodiché, come regolarmente avviene privatizzando beni vitali in regime di monopolio o quasi, i servizi peggiorano e le tariffe salgono, a tutto vantaggio delle banche suddette.

Per questo motivo, la maggioranza si è spaccata, con i gruppi della sinistra (ad eccezione dei Comunisti Italiani) e l’Italia dei Valori che hanno votato contro la fusione dato che la clausola sul controllo pubblico non era stata inserita. Ma non è solo questo ciò che fa incazzare Chiamparino: egli dice nell’intervista che «In consiglio c’è stato un episodio significativo: i simpatizzanti di Attac, un gruppo di sinistra vicino a Grillo, hanno applaudito i discorsi del rappresentante di An, Ravello e dei leghisti. Questo vuol dire che la vera discriminante, il vero avversario, ormai, è il populismo che riguarda un pezzo della sinistra, Di Pietro e buona parte della destra. Se si vuole fare davvero un nuovo progetto per l’Italia è da lì che bisogna prendere le distanze. Dal populismo, sia che si ammanti di sinistrismo sia che si ammanti di perbenismo, al centro o a destra. Questo è il nemico del Paese che vuole affrontare la sfida della modernità».

Lasciamo perdere che la concezione di modernità di Chiamparino è vecchissima: è tutta basata sulla Borsa e sul cemento. Lasciamo anche perdere il fatto che non vi sia un contraddittorio ma solo un giornalista in adorazione (stamattina, come Torino a 5 Stelle, ho scritto al giornale; vediamo se rispondono). Tuttavia, solo una persona ossessionata da una divisione ideologica della società può trovare sbagliato che un gruppo che si batte per difendere il bene comune applauda l’intervento di un leghista che (anche solo per calcolo politico) dice la stessa cosa. Se mai, Chiamparino dovrebbe chiedersi com’è che la Lega dice cose più condivisibili e vicine ai cittadini di quelle che dice lui. Invece, parla seguendo il cliché sinistrorso per cui basta dare del leghista a qualcuno per squalificarlo, senza accorgersi che già alle ultime elezioni buona parte degli elettori di sinistra hanno cominciato a votare Lega.

Io, mercoledì, c’ero; sono andato a seguire il consiglio comunale incriminato. Sono arrivato alle 16 e delle (peraltro gentilissime) signore all’ingresso mi hanno fatto attendere fino alle 16,45, perché non si può entrare prima che la seduta sia ufficialmente aperta (non sia mai che il pubblico veda qualche compromettente chiacchierata preliminare). Poi mi hanno fatto salire, e posare la borsa; io avevo la macchina fotografica, e il vigile all’esterno mi ha confermato che era possibile riprendere, tanto è vero che mi ha fatto lasciare la borsa ma tenere la macchina; del resto i meetup cittadini in passato hanno ripreso il consiglio comunale varie volte.

Stavolta, però, si parlava di soldi, tantissimi soldi: e quindi, in sala, ecco la sorpresa.

Capito? Questi sono i nuovi ordini: il cittadino può ascoltare, ma non può muoversi, e nemmeno fare fotografie, a meno di chiedere una autorizzazione preliminare, cosa che peraltro, per un consiglio straordinario convocato il martedì sera per il mercoledì pomeriggio, mi pare un pelino difficile da fare.

Non posso quindi farvi vedere il cazzeggio continuo di questa gente (un po’ lo vedete all’inizio: nei primi dieci secondi c’è addirittura una votazione in corso, ma sentite il brusio e notate la gente che vaga per la sala) e nemmeno ascoltare le parole di Chiamparino che fa il bullo vantandosi in anticipo che la mozione sarà approvata, con totale disprezzo per il consiglio comunale e per la libertà di pensiero dei suoi consiglieri. Ci sarà prima o poi sul sito un video ripreso da una telecamera fissa, accuratamente pianificato in modo che sembri una cosa seria: anche voi, cliccate e adorate – è tutto quel che potete fare.

Ma io vi invito ad andare, una volta nella vostra vita, a vedere in azione quelli che governano la nostra città: tornerete anche voi con la rabbia.

[tags]torino, chiamparino, iride, enia, acqua, elettricità, fusione, borsa, finanza, informazione, fiato sul collo, grillo, torino a 5 stelle[/tags]

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mercoledì 22 Aprile 2009, 16:13

Cinque firme, cinque stelle, un sacco di carta

E’ incominciata in questi giorni la raccolta delle firme per la presentazione della nostra lista civica provinciale Torino a 5 Stelle. Dobbiamo raccogliere mille firme; ne abbiamo raccolte duecento solo nel sabato di prova, ma il tempo scarseggia, dato che abbiamo tempo solo fino al 4 maggio e che c’è di mezzo pure un ponte che probabilmente desertificherà la città. Insomma, attorno a noi c’è tanta simpatia, ma la simpatia non basta: o le persone si danno da fare, ci trovano altri firmatari, li portano ai banchetti, o non riusciremo a presentarci.

La pagina con l’elenco sempre aggiornato delle opportunità per firmare è qui; questo è l’appello che spiega perché firmare; questi sono i banchetti di raccolta:

Mercoledì 22 aprile – ore 21-23 – corso Ferrucci 65/A, Torino (primo piano)
Giovedì 23 aprile – ore 16,30-18 – piazza Castello angolo via Garibaldi, Torino
Venerdì 24 aprile – ore 20-22,30 – Rivoli, Hotel Davide, via Legnano 21
Sabato 25 aprile – ore 15-19 – piazza Castello angolo via Garibaldi, Torino
Lunedì 27 aprile – ore 16,30-18 – piazza Castello angolo via Garibaldi, Torino

ma si può firmare anche in qualche Comune (tra cui l’ufficio elettorale di Torino al Rondò della Forca, che è aperto anche questo sabato e domenica).

Non è solo questo ciò che volevo dirvi, comunque; l’esperienza di organizzare in prima persona (in un gruppo piccolo ma agguerrito) una roba del genere è stata davvero istruttiva.

Si scopre infatti che tutto il nostro sistema elettorale, su cui è basata la nostra democrazia, è in realtà costruito per essere complesso ed arbitrario. Per presentare una lista esiste un comodo libretto del Ministero dell’Interno di alcune decine di pagine, che però vale fino a un certo punto, visto che ciò che conta è la legge. Voi penserete che ci siano dei moduli; invece no. I moduli devi farteli tu, seguendo una traccia che però varia a seconda dell’edizione del libretto e della fonte che trovi, e che è comunque pensata per gruppi senza problemi di soldi e di braccia: per esempio, le firme vanno raccolte su moduli che devono assolutamente essere dei fogli A3 fronte/retro a colori, e ancora grazie che esistono le copisterie (in realtà si puà fare anche su fogli A4 separati, ma serve poi una procedura magica presso un ufficio sconosciuto, sito in fondo a una grotta nelle miniere di Moria, per poterli riattaccare: “meglio di no”). Oppure, devi essere tu a certificare che i tuoi mille firmatari siano effettivamente elettori, e a questo scopo devi recarti negli uffici elettorali di ciascuno dei 315 comuni della provincia di Torino, uno per uno, e chiedere i certificati elettorali dei firmatari di quel comune, da allegare alla pratica: immaginate un po’.

Non esiste assolutamente nessuno autorizzato a dirti come fare; non solo, ma più sono gli uffici a cui chiedi e più sono le versioni diverse che ricevi. C’è l’ufficio che ti mette un timbro per autorizzare una cosa e quello che assolutamente si rifiuta di mettere un timbro, di solito con commenti tipo “siamo mica qui a timbrar fogli per lei”; c’è quello che accetta le cose scritte a penna e quello che le rifiuta; e poi c’è l’ufficio elettorale centrale, dove una persona (peraltro gentile e disponibile) non può far altro che dirti che non è autorizzata a rilasciare pareri ufficiali sul fatto che una data cosa sia accettabile o meno; tu devi raccogliere tutti i documenti, presentarli, e poi qualcuno deciderà se vanno bene o meno, ma solo quando sarà troppo tardi per rimediare.

Infine, c’è la questione delle firme: perché non penserete mica che basti la volontà del cittadino, e che quindi si possano raccogliere semplicemente le firme in giro. Le firme devono essere autenticate, e attenzione, dice la legge, ci sono due opzioni. Se sei un partito, che già dispone di eletti, i tuoi consiglieri comunali e provinciali possono autenticare le firme; ti basta riempire i moduli con i dati dei tuoi simpatizzanti, farli firmare e metterci il timbro. Se sei una lista civica, dato che ovviamente nessun partito ti vorrà aiutare, la legge ti permette di usare un dipendente comunale, un notaio o un giudice di pace, che però devono venire autorizzati con una procedura che richiede una settimana e la collaborazione di tre uffici (anche qui per fortuna ho trovato sempre persone gentili), e che poi possono ricevere firme solo nel territorio comunale. E soprattutto, devono aver voglia di venire gratis a star lì per intere giornate e weekend: voi lo fareste?

Noi non demordiamo, e insistiamo; se poi non raccoglieremo abbastanza firme, o se l’ufficio preposto deciderà che la congiunzione astrale ci è sfavorevole e la cacca di formica in alto a destra invalida i moduli, pace; è tutta esperienza per le prossime elezioni comunali.

[tags]elezioni, democrazia, torino, torino a 5 stelle, lista civica, burocrazia, moduli[/tags]

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martedì 7 Aprile 2009, 16:02

Euro di tutti i colori

(Nota: Ormai, quando non so più a che santo votarmi, scrivo una lettera a Beppe Grillo.)

Caro Beppe,

qui a Torino la cupola che governa la città – noi li chiamiamo i Chiampa-amici – è sempre più in crisi. Mentre le fabbriche chiudono una dopo l’altra, stanno venendo fuori tutti i loro altarini: nelle scorse settimane si è scoperto che il tanto decantato Premio Grinzane Cavour, uno dei fiori all’occhiello degli amministratori sabaudi, serviva a riversare milioni dei nostri euro nelle tasche di alcuni Chiampa-amici, finiti un po’ nell’acquisto di terreni e appartamenti di lusso, e un po’ nell’offrire cene e viaggi da favola agli altri Chiampa-amici. Lo scandalo è tale che Angelo Soria, il dirigente regionale responsabile delle comunicazioni nonché fratello del direttore del Grinzane a cui firmava vari finanziamenti, per punizione si è addirittura preso un mese di ferie, e forse dovrà addirittura spostarsi di stanza: poveretto!

Imperterriti, comunque, i Chiampa-amici continuano a spendere e spandere i nostri soldi come più conviene a loro. Nell’attesa di risolvere il mistero della diga di terra in mezzo al Po, costruita, spazzata via e ricostruita già cinque volte a spese dei contribuenti, io mi sono chiesto: ma da dove prendono i soldi?

Per questo mi ha colpito leggere nelle scorse settimane una improvvisa ondata di lamentele sulle bollette della luce inviate da Iride (la municipalizzata dell’energia un tempo nota come AEM, poi fusasi con l’equivalente genovese; quindi è probabile che sia l’azienda che dà elettricità anche a te). Persino il giornale cittadino, notoriamente allineato e coperto quando si parla di colà dove si puote, non ha potuto esimersi dal pubblicarle: famiglie, piccole imprese, single, persone che segnalano che improvvisamente, senza nessun motivo e senza alcun cambiamento nei loro usi di energia, le loro bollette della luce sono aumentate del 20, 30, 50, 80 per cento.

Alcuni attribuiscono questo mistero alla sostituzione dei contatori meccanici con quelli elettronici, che sarebbero più sensibili e quindi darebbero letture più alte a parità di consumo. Anche se fosse vero, l’energia effettivamente fornita non è cambiata, dunque a che diritto viene aumentata la bolletta? Se cambia il metodo di misurazione aumentando a tutti la lettura a parità di energia fornita e quindi di costi per Iride, Iride dovrebbe abbassare il prezzo unitario dell’energia, no? In quanto azienda pubblica è lì per fornire un servizio efficiente ed economico, non per guadagnarci, vero?

Ma anche così, ci sono persone che lamentano l’inspiegabile aumento anche senza aver cambiato il contatore: allora, cosa sta succedendo? Immagino che sia tutto regolare: sarà certamente una allucinazione collettiva, una “inflazione percepita” (ti ricordi che ce l’avevano spiegato, che l’aumento dei prezzi dopo l’introduzione dell’euro era solo “percepito”, insomma eravamo pazzi noi), un grappolo statistico in cui chiunque abbia avuto un minimo aumento, anche se normale, si lamenta per principio o per imitazione. Certamente Iride provvederà a spiegarcelo.

Io però, a te che sai tutto, volevo fare una domanda: i giornali hanno parlato molto del fatto che, in una di quelle operazioni di finanza creativa a spese dei contribuenti, Iride dovrebbe prossimamente fondersi con Enìa, la sua equivalente emiliana. Naturalmente, per determinare chi comanda e chi guadagna in una fusione sono fondamentali il fatturato e gli utili di ognuno: dunque non sarà mica che i Chiampa-amici hanno interesse a migliorare i conti di Iride a tutti i costi?

Non solo: sulla testa di Iride è piovuta una grossa tegola quando i tribunali dell’Unione Europea hanno confermato che essa aveva indebitamente goduto di 180 milioni di euro in aiuti di Stato, che doveva quindi restituire (già, perché all’Europa questa strana cosa tutta italiana delle aziende municipalizzate gestite dai politici, che sono pubbliche quando devono socializzare le perdite e private quando devono spendere gli utili, proprio non va giù). Il problema è che l’asfittico bilancio del Comune di Torino, già duramente provato dai geniali investimenti in derivati fatti dai Chiampa-amici, ha assoluto bisogno della sua quota di utili da Iride: dunque, se Iride ripaga lo Stato per gli aiuti indebitamente ricevuti, non ha più i soldi per riempire le vuote casse di Chiamparino. Vero è che i Chiampa-amici sono finalmente riusciti a farsi approvare in Parlamento un emendamento per rimandare la restituzione a fine anno (vedi che contare nel PDmenoL serve sempre), tanto si sa che noi contribuenti, per riavere i nostri soldi, possiamo aspettare all’infinito; ma non sarà che nel frattempo è emersa l’esigenza di costruirsi comunque un dividendo?

Comunque, ho anche un’altro dubbio: ma secondo te, questo improvviso aumento delle bollette della luce dei torinesi sarà mica legato al fatto che – secondo la classifica pubblicata da Repubblica – il presidente e l’amministratore delegato di Iride sono i due manager pubblici meglio pagati del Piemonte, guadagnando rispettivamente 550.000 e 525.000 euro lordi l’anno?

[tags]iride, energia, bollette, chiamparino, torino, enia, finanza, municipalizzate, stipendi, grinzane, scandalo[/tags]

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mercoledì 18 Marzo 2009, 10:26

Incontro

Per chi di voi ha la serata libera e non ha ricevuto l’invito su Facebook, segnalo che questa sera Torino a 5 Stelle svolge un incontro aperto al pubblico per coinvolgere nuove persone e mobilitare chi crede nei nostri stessi obiettivi. C’è in giro un appello con tutti i motivi e i dettagli su come partecipare… per chi viene, ci vediamo là.

[tags]politica, elezioni, cittadinanza attiva, lista civica, torino a 5 stelle, grillo[/tags]

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lunedì 9 Marzo 2009, 23:02

Racconto da Firenze

E che cavolo: avevo promesso un post entro oggi, e non sia mai che manco alla promessa. Ma ho come la sensazione che, se va avanti così, le prossime settimane saranno molto molto intense.

L’incontro è stato davvero interessante; nella mattinata hanno parlato esperti di vario genere che hanno parlato di temi importanti, dall’acqua pubblica all’eliminazione del concetto stesso di rifiuto, dal wi-fi/wi-max ubiquo agli impianti energetici personali, per passare poi a temi più strettamente politici, esposti in particolare da Travaglio, e all’intervento intimista finale di Jacopo Fo.

Secondo me però, specie per persone che ancora non hanno capito a quale stravolgimento dei nostri stili di vita e della nostra società stiamo andando incontro, sono più interessanti i primi; e spero che Grillo li metta in linea presto (su Youtube e soci trovate solo quelli più famosi e meno interessanti). Perché a parlare del fatto che in Italia i linfomi nei bambini crescono del 5% l’anno contro il 2% del resto d’Europa (e i bambini non fumano), o di come le guerre civili nel mondo ora non scoppino più per petrolio o diamanti ma perché, come in Madagascar, il governo svende le terre coltivabili ai coreani che hanno bisogno di cibo per loro stessi, non sono poi così tanti; per me ormai sono questioni ovvie, ma il resto d’Italia vive ancora nell’illusione berlusconiana del “continuate a consumare e non succederà nulla” e del “faremo tanti posti di lavoro con nuove colate di cemento”, pompata grazie al controllo totale dei media.

Il pomeriggio è stato dedicato alle presentazioni delle liste civiche di tutta Italia, tra cui la nostra; l’ho fatta io ed è stata un vero successo. Noi, andando in controtendenza, abbiamo scelto di non parlare delle piste ciclabili piene di buche o dello scandalo di questo o quell’assessore (anche se qualcosa all’inizio ci ho infilato al volo, giusto per non sembrare disinformato) ma, trattandosi di un incontro nazionale, di alcuni problemi fondamentali di un nascente movimento politico, e innanzi tutto di una questione molto semplice: cosa ci evita di diventare un nuovo partito, di sostituire vecchi corrotti con nuovi corrotti?

Se vi interessa, potete leggere la presentazione o il documento completo oppure guardare il video qui sotto. A me resta la piacevole sensazione di un inatteso successo, il fatto che il nostro sia stato l’intervento più applaudito di tutto il pomeriggio, che abbia spinto persino Grillo a uscire sul palco (cosa che non ha fatto per nessun altro) e a chiarire che l’abbraccio con Di Pietro non si farà, che tutto è ancora aperto e da inventare.

Allo stesso tempo, resta un po’ di scoramento: questo intervento è un lavoro di gruppo, ma in pratica l’abbiamo preparato in tre o quattro, e il nostro gruppo è ancora minuscolo. Rovesciare la casta, cambiare radicalmente la nostra società, sembrano obiettivi giganteschi, impossibili. E’ vero che ieri a Firenze c’erano duemila persone, quasi tutte aperte, oneste, positive (poi qualche personaggio un po’ viscido c’era anche, ma li si vede subito). Ma qui, o si sveglia almeno una parte della nostra società e si rende conto che la sua salvezza passa dall’impegno diretto, o l’impresa resta davvero ardua.

[tags]grillo, cinque stelle, torino a 5 stelle, politica, firenze, democrazia, partecipazione[/tags]

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sabato 7 Marzo 2009, 08:56

A Firenze

Oggi sparisco di nuovo: sono in viaggio per Firenze, dove domani si terrà il primo incontro nazionale delle liste civiche a cinque stelle. Ancora non sappiamo se sarà una cosa seria, con possibilità per tutti di discutere e di organizzarsi, o se sarà uno show di Grillo & friends in cui noi saremo chiamati a fare essenzialmente da pubblico. Lo scopriremo presto…

[tags]grillo, cinque stelle, elezioni, firenze[/tags]

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martedì 24 Febbraio 2009, 10:44

Torino a cinque stelle

In questo martedì di febbraio, ho deciso che è il caso di dedicare il mio blog ad un annuncio importante. Se siete lettori assidui di questo blog, l’annuncio non vi sorprenderà; avrete capito infatti che ormai da parecchio tempo non riesco più a sopportare lo stato di degrado e di corruzione in cui si trova l’Italia.

Premetto subito alcune basi del ragionamento: il degrado della politica non è altro che lo specchio del degrado morale dell’intera società; è un sintomo, non una causa. Questo degrado sta anche alla radice della nostra crisi economica, perché in un sistema economico globalizzato, dove almeno nei paesi sviluppati il valore delle attività economiche è legato all’innovazione, alla serietà e alla voglia di fare, un Paese dove il nepotismo prevale sulla meritocrazia, dove la cialtroneria è uno stile di vita e dove l’esistenza di una casta aggrappata al potere blocca il ricambio e impedisce di restare al passo coi tempi è destinato a soccombere in maniera devastante.

Stiamo entrando in una crisi globale profonda, legata all’esaurimento almeno parziale dei modelli di sviluppo su cui si è costruito il benessere dell’umanità negli ultimi trecento anni, che sono basati sull’ipotesi che le risorse a disposizione e la crescita che esse permettono possano essere infinite. Ci avviciniamo ai limiti del possibile; è una crisi che richiede un ripensamento significativo di tutte le nostre strutture sociali e degli scopi stessi della società. Sulle nostre teste, però, a questa crisi si somma l’effetto del degrado di cui dicevamo prima: per questo, in Italia la crisi sarà lunga e pesante, e quel che abbiamo visto finora è solo un accenno.

Da una crisi del genere si può uscire in due modi: tutti insieme, limitando i danni e aiutandosi l’un l’altro; oppure in ordine sparso, contendendosi con la forza l’ultima briciola di ricchezza, in mezzo a un conflitto sociale violento e distruttivo. Tuttavia, per far avverare il primo scenario non si può stare a guardare; è non solo un diritto, ma anche un dovere di chi ha la fortuna di aver maturato esperienze e conoscenze di valore, quello di impegnarsi in prima persona. D’altra parte, sappiamo tutti, senza bisogno di dircelo ancora, che con l’attuale classe dirigente del Paese – politica, industriale, accademica; di destra o di sinistra che sia, non fa più differenza – non potremo che marciare dritti verso un disastro immane.

La situazione, comunque, richiede cambiamenti non solo nelle persone, ma anche nei metodi della politica. Il vecchio sistema piramidale, il potere gestito per delega da persone che voti una volta e che poi per anni sono libere di farsi i fatti propri, non funziona più. In tutto il mondo, da decenni, si parla di concertazione, di partecipazione, di consultazione; la rete trasforma le strutture di potere e mette nelle mani degli individui possibilità di discutere, di informare, di partecipare, di organizzarsi mai viste prima. La gestione del bene pubblico deve sempre più ritornare alle mani dei cittadini, con forme di democrazia diretta per le questioni più importanti – e non è follia, in Svizzera lo fanno da sempre – e con forme di democrazia partecipativa per tutto il resto, dando a ogni persona la possibilità di partecipare direttamente alle decisioni sulle questioni che stanno loro più a cuore, e ritrasformando i politici in quel che dovrebbero essere: dipendenti della collettività, che ne fanno gli interessi e ne eseguono gli ordini.

Per tutto questo, da un paio di settimane abbiamo costituito formalmente una associazione no-profit che si chiama Torino a 5 Stelle – Amici di Beppe Grillo, e che è il risultato di un processo durato oltre un anno, con l’obiettivo di costruire una struttura che possa supportare la nascita di una lista civica cittadina, e presentarsi alle elezioni amministrative per promuovere in prima persona il rinnovamento delle persone e dei metodi.

Perché la politica? Perché da anni tutti noi, ognuno nel proprio campo, ci impegniamo in attività nella società civile; io contro gli attacchi alla libertà di Internet, altri magari contro un inceneritore inquinante o contro la corruzione da cemento ovunque (uno dei veri poteri forti di questo Paese). Ma abbiamo capito che questo non serve: la casta che ci governa ignora le manifestazioni, cestina le raccolte di firme, continua imperterrita a farsi i propri interessi personali, usando i mezzi di informazione per nascondere i problemi e consolidare il proprio potere. Per questo è necessario rinnovare le istituzioni italiane in profondità; e allo stesso tempo cambiarne i metodi, perché una cancrena come l’attuale non possa più ripetersi, perché il potere corrompe le persone e non vogliamo correre il rischio di essere corrotti noi stessi.

Perché Grillo? In passato l’ho criticato anche pesantemente; poi, andando più a fondo nelle questioni, ho scoperto che sotto la semplificazione e un po’ di demagogia ci sono cose che i giornali non mi avevano mai detto, e ho cominciato a capire meglio. Mi sono avvicinato a questo movimento in occasione del V2-Day di Torino nella scorsa primavera, cercando di capire, per vedere se dentro ci trovavo riciclati maneggioni o esaltati integralisti. Di riciclati non ne ho visto neanche mezzo; di esaltati mezzo al massimo. Ho invece trovato un gruppo di persone che la pensavano esattamente come me, che erano mosse dagli stessi obiettivi, che ragionavano con la propria testa; e abbiamo discusso e lavorato intensamente per molti mesi. Insomma, Grillo è soltanto il pretesto, la scintilla che ha acceso il fuoco, il simbolo che permette a tanti giovani in tutta Italia – decine e decine di gruppi attivi ovunque – di ritrovarsi e di farsi conoscere. Noi siamo d’accordo con lui quasi sempre, ma se spara stupidaggini o se si vende non gli andiamo certo dietro; tra Grillo e i nostri principi scegliamo sempre questi ultimi.

Il movimento di Grillo non è un partito; non lo siamo nemmeno noi. Il nostro statuto prevede vincoli chiari: è vietata l’iscrizione ai pregiudicati, a chi frequenta gli attuali partiti e a chi non vive a Torino e provincia. Per il resto, la porta è aperta a tutti; non ci sono direttivi né presidenti, ma semplicemente una assemblea in cui il diritto di voto si acquista partecipando regolarmente alle riunioni, e si perde quando si smette di venire; chi non è attivo può comunque partecipare alle discussioni online e votare sulle scelte più importanti. Non ci sono nemmeno direttivi nazionali; non prendiamo ordini da nessuno. Abbiamo mandato i nostri certificati penali, e una volta provato che eravamo incensurati siamo stati certificati come lista a cinque stelle per Torino.

Non sappiamo ancora se e quando saremo pronti per presentarci alle elezioni; certamente sentiamo l’urgenza di farlo, anche perché, visto come viene trattata la nostra Costituzione, ad aspettare ancora un po’ c’è il rischio che le elezioni non ci siano più – o che siano elezioni farsa, con liste bloccate, sbarramenti al dieci per cento e divieto di candidarsi a qualsiasi movimento che non piaccia a Berlusconi. Ci sono anche ottimi e pressanti motivi sostanziali per farlo, come la faccenda degli inceneritori. Vedremo; innanzi tutto vogliamo coinvolgere altre persone, proprio perché non bisogna cambiare solo la faccia dei politici, ma anche, piano piano, la testa degli italiani.

Chiunque voglia aiutarci è il benvenuto; ci si può iscrivere, partecipando di persona come socio attivo, o soltanto online come socio ordinario; si può partecipare alle discussioni sul forum che abbiamo appena aperto, anche senza iscriversi all’associazione; ci si può limitare a registrarsi alla nostra lista di annunci (nella home del sito), a passare parola, a segnalare dei problemi concreti, a fare delle proposte, e, in caso di elezioni, a darci una firma o a portarci qualche voto.

Non abbiamo una lira se non quelle che mettiamo di tasca nostra – lo stesso Grillo per ora si è limitato a convocare le liste a Firenze l’8 marzo, ma non fornisce alcun supporto organizzativo – e di certo i giornali non ci aiuteranno; possiamo contare solo sull’azione diretta di tante persone, che però, come Internet ha dimostrato più volte, può essere più forte di qualsiasi potere costituito. Io voglio poter dire di averci almeno provato, e quindi, con lucida follia ma anche con molta fiducia, ci metto la mia faccia. Vedete voi che fare della vostra.

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