Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Gio 4 - 17:14
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per la categoria 'StillLife'


sabato 23 Maggio 2009, 23:26

Anche di sabato sera

Questi ultimi giorni sono stati frenetici: infatti stasera abbiamo pubblicato in contemporanea il programma della lista, il secondo appello ai cittadini e il blog elettorale, e delle prime due cose io ero il responsabile nonché “lead drafter”. Produrre un documento di 38 pagine mettendo insieme le tue idee, i contributi di testo di una decina di altre persone, i risultati dei questionari ai cittadini e suggerimenti di varia origine non è una operazione immediata, specialmente se nel frattempo hai la casa invasa di operai che spaccano tutto per cambiarti le finestre…

Le ultime operazioni – come fare una versione HTML del programma da mettere sul sito, mandare una mail con il nuovo appello a tutti gli utenti registrati, aggiornare lo spazio sul blog di Beppe Grillo… – sono terminate pochi minuti fa. Comunque anche questa è andata, anche se la polvere che questa operazione ha generato resterà per settimane, e se devo ancora ripristinare la funzionalità del mio salotto (soprattutto la stampante, che in questi giorni è vitale).

Domani, però, prendo “ferie” e dormo: se no mi esaurisco per consunzione prima di arrivare al giorno del voto…

[tags]elezioni, provincia, torino a 5 stelle, beppe grillo, liste civiche[/tags]

divider
venerdì 22 Maggio 2009, 19:08

Piccole cose

Stamattina ero proprio soddisfatto: ero in giro in auto e ho trovato un posto proprio vicino a dove dovevo andare. Oddio, era un po’ strettino, tipo lungo come l’auto più cinque centimetri e non di più: vi dico solo che quando sono andato via, uscendo dopo una ventina di manovre, la gente seduta ai tavolini del bar di fronte si è alzata e mi ha tributato una standing ovation (ho dei testimoni). Comunque, ci entravo!

Purtroppo, quando sono sceso ho realizzato che il parchimetro più vicino era relativamente lontano. Cammino i miei tre minuti buoni, arrivo lì, realizzo di non avere moneta e infilo il bancomat (sì, a Torino si può pagare la sosta ai parchimetri col bancomat, non so se lo sapevate). Peccato che il parchimetro mi risponda “tessera illeggibile”: ok, è rotto.

Con le pive nel sacco faccio altri due minuti a piedi, arrivo al successivo parchimetro, infilo il bancomat: lo prende. Trattandosi di parchimetro al confine tra due zone diverse, devo premere il pulsante giallo per selezionare la mia tariffa. Premo il pulsante giallo e non succede niente: è rotto il pulsante giallo. Siccome il mio appuntamento è ormai imminente, decido di pagare la cifra che dovrei usando l’altra tariffa: seleziono tutto, premo il pulsante verde, e… “tessera illeggibile” pure qui, però solo a fine procedura.

Siccome sono ligio, cammino fino a un terzo parchimetro, completando il giro di un grosso isolato. Questo funziona, ma c’è un problema: pur essendo anche questo al confine tra due zone tariffarie diverse, non permette di selezionare la tariffa; si può pagare solo la tariffa più economica, che non è la mia. Non ce la faccio più: pago la cifra giusta con la tariffa sbagliata e spero di non incappare in un controllore sadico, cosa che effettivamente non avviene.

Mentre arrivo appena al pelo al mio appuntamento, avendo perso un quarto d’ora solo per pagare il parcheggio, penso a quanto male sono gestite le nostre piccole cose pubbliche. Non solo ci sono tre parchimetri rotti o mal configurati su tre, ma non esiste nemmeno un sistema efficiente per segnalare la cosa a chi di dovere. Io vorrei andare su un sito pubblico dove trovo una mappa della città, cliccare e spiegare il problema in un modulo, che sarebbe poi inviato in automatico a chi di competenza. Solo che poi così gli toccherebbe ascoltarci sul serio.

[tags]torino, pubblica amministrazione, parchimetri, sosta, efficienza[/tags]

divider
mercoledì 20 Maggio 2009, 14:38

Addio Fido

All’ora di pranzo ho acceso il televisore per vedere un po’ di telegiornale, e mi sono reso conto che i canali Rai non si vedevano più. Allora mi sono ricordato che oggi è il giorno in cui nel Piemonte occidentale spariscono RaiDue e Rete4 dall’analogico; il mio televisore è già digitale, ma probabilmente nel contempo hanno redistribuito le frequenze dei canali digitali, e così ho dovuto rifare la preselezione automatica dei canali.

Alla fine, sono ritornati i canali Rai, ma mi sono reso conto di un’altra cosa: la preselezione automatica mi ha riempito le prime posizioni con tutti i vari canali Rai, relegando quelli Mediaset molto più avanti. Sto per mettere mano al menu e riportare Rete4 sul 4, e proprio allora ho una illuminazione: ma che bisogno ho io di Emilio Fido? Già la televisione generalista è tutta inguardabile, ma Rete4 poi…

Del resto, sappiamo tutti benissimo il perché di questa forzata transizione al digitale terrestre (oltre al noto fenomeno per cui negli scorsi anni Berlusconi Silvio introduceva incentivi pubblici per comprare decoder digitali e Berlusconi Paolo li importava dalla Cina e li vendeva sotto il marchio Amstrad). Ormai da un decennio, Rete4 trasmette indebitamente; le sue frequenze analogiche sono state assegnate per legge a Europa7, che però non le ha mai ottenute, perché in questo paese nessuno può toccare le televisioni di Berlusconi. L’Unione Europea ovviamente ci ha multati, e noi contribuenti dal 2006 paghiamo 130 milioni di euro l’anno per mantenere Emilio Fido sull’etere analogico.

E siccome la situazione, persino per Berlusconi, era chiaramente insostenibile, qual è la soluzione? Passare tutti al digitale terrestre, dove le frequenze sono ottime e abbondanti e dove è possibile promuovere la nascita di milioni di canali che non guarda nessuno, in modo da giustificare la sopravvivenza di Rete4. E così, invece di spegnere Rete4 e accendere Europa7, si spengono sia Rete4 che RaiDue, con tanto di campagna pubblicitaria (sempre pagata con i nostri soldi) fatta in amicizia dalle due reti, che tanto ormai sono sotto lo stesso padrone.

E così, io sul pulsante 4 ci ho lasciato Rai4, il nuovo canale parapubblico di repliche e boiate che esiste solo sul digitale. Sì, alla fine è la stessa roba, la stessa manipolazione: ma almeno mi son tolto la soddisfazione di veder sparire Emilio Fido e il suo canale dal mio zapping dopo venticinque anni. Clic.
[tags]televisione, digitale terrestre, berlusconi, fede, rai, mediaset, unione europea, multe, disinformazione[/tags]

divider
sabato 16 Maggio 2009, 13:02

Dietro le quinte

Ieri sera è stata la mia prima esperienza da ospite in una tribuna politica televisiva, ed è stata molto interessante.

Ero già stato in studi televisivi prima d’ora, quindi la sensazione di finzione totale non è una novità; in questo caso, nell’intero studio (piuttosto grande) non c’era traccia di pubblico, a parte una manciata di accompagnatori dei candidati; ma con le inquadrature strette si fanno miracoli.

Così, ancora pochi minuti prima dell’andata in onda lo studio era occupato solo da un capannello di candidati, impegnati a presentarsi l’un l’altro; così ho conosciuto quasi tutti i miei concorrenti. Ieri sera, in buona sostanza, mancava solo Saitta, la cui strategia pare essere quella di rifiutare i confronti diretti con i concorrenti, sapendo che inanellerebbe figure barbine una dietro l’altra.

Comunque, era evidente una certa suddivisione in gruppi, se non altro per motivi anagrafici: io, Brescia e i tre candidati comunisti siamo simili di età e di atteggiamento informale, mentre Vietti e Porchietto, con molta più esperienza di potere, “si danno un tono”. Vietti è arrivato tardi e ha subito sparato che lui è un ex sottosegretario e questo e quello, mentre la Porchietto era l’unica con uno staff, tre o quattro persone che le scodinzolavano dietro portandole le carte e gestendo telefonate. C’erano poi i due rappresentanti di due partiti inconoscibili, uno era una roba tipo “socialisti liberali” (?) e l’altro era di un movimento talmente di centro che la conduttrice ha dovuto interromperlo disperata più volte perché sparava frasi in politichese prive di qualsiasi contenuto.

Indubbiamente – e immagino che la cosa fosse calcolata – il tutto ha fatto fare bella figura alla Porchietto, di cui la conduttrice continuava a sottolineare che è l’unica donna tra i candidati (e si candida col partito delle veline… mah). Casualmente, si aprono le telefonate del pubblico e pronti via, prima domanda: “Signora Porchietto, come mai Saitta rifiuta il confronto con lei?”.

Io credo di aver detto le mie cose e di aver fatto una buona figura, compatibilmente con la mia inesperienza di televisione e con il mio parlare concitato. Certo le domande non aiutavano: la prima, la terza e la quarta erano relative all’abolizione delle province (abbiamo capito eh, siamo favorevolissimi, ma le cose che fa la Provincia le dovrà pur fare qualcuno e sarà anche meglio che le faccia bene e nell’interesse dei cittadini) mentre la seconda era relativa al problema dell’immigrazione (importante, ma con la Provincia c’entra poco o nulla). Finalmente verso la fine si è parlato di rifiuti, e lì ovviamente ho steso tutti: prima che parlassi io erano tutti (partendo dalla Porchietto) a lamentarsi dei “ritardi nella costruzione del termovalorizzatore”, dopodiché io ho spiegato gli altarini della questione in lingua “parla come mangi” (resteranno le immagini di me che grido “rifiuti zero, rifiuti zero!”) e di lì in poi è stato tutto un coro di “come ha detto il candidato dei grillini…”.

L’altro momento in cui ho steso la platea è stato quando ci hanno imposto di caratterizzarci come “sinistra, centro o destra” e io ho risposto “siamo solo disgustati”.

Il momento migliore però me l’ha dato Rabellino, il candidato di No Euro Lista del Grillo (non c’entra con Beppe Grillo), nonché di Democrazia Cristiana (non c’entra con l’UDC), Verdi Verdi (non c’entra con i Verdi), Lega Padana (non c’entra con la Lega), Lista granata per il Filadelfia (non c’entra con nessuno dei movimenti di tifosi per il Filadelfia) e Pensionati: sulla serietà di questa candidatura giudicate voi… Lui è entrato in ritardo e si è presentato esibendo lo spillone con la scritta “lista” (minuscolo) “GRILLO” (gigantesco) “parlante” (microscopico) “no euro” (minuscolo). Al che, quando è toccato a me, dopo aver fatto il mio intervento sui rifiuti ho chiuso chiedendo apertamente a Rabellino di confermare che, come ha detto l’ufficio elettorale, il suo grillo è quello di Pinocchio e non ha nulla a che fare con Beppe.

Proprio allora si va in pubblicità, mi giro, e mi accorgo che in cinque secondi Rabellino ha sostituito lo spillone con scritto “GRILLO” con un altro recante “LEGA PADANA”! Si torna in onda, e lui comincia come se niente fosse un fantastico discorso sull’indipendenza del Canavese, Canavese provincia, Torino ladrona, da perfetto legapadanista… il tutto detto con una serietà e una credibilità da vero professionista del trasformismo che mi hanno portato ad ammirarlo profondamente. Chi è Mastella rispetto a Rabellino? Nessuno: chapeau.

Chiudo con una nota: alla fine mi sono fermato a parlare un attimo con Ciro Argentino, il candidato dei Comunisti Italiani nonché operaio Thyssen-Krupp di quelli veri, quelli che non hanno preso soldi né accettato compromessi e sono lì impegnati nel processo contro l’azienda. Mi ha raccontato con amarezza, fuori telecamere, di come tutti li abbiano abbandonati, per prime le istituzioni e il sindacato, che invece hanno premiato quelli che hanno accettato i compromessi. Lui mi ha fatto un’ottima impressione e la loro vicenda è non solo drammatica ma vergognosa: al di là dell’ideologia, quando persone che lavorano per poche lire al mese rischiano la pelle e vengono discriminate solo per avere alzato la testa c’è sempre da essere solidali nei fatti, e penso che anche quella per la sicurezza e per la giustizia sul lavoro sia una battaglia che porteremo avanti tutti insieme.

[tags]politica, elezioni, provinciali, torino, televisione, primantenna, beppe grillo, torino a 5 stelle, bertola, porchietto, vietti, rabellino, argentino[/tags]

divider
venerdì 15 Maggio 2009, 18:56

Giornalismo (2)

Parlando ancora di giornalismo, oggi mi ha colpito questa notizia: non il fatto che in Spagna i tifosi del Barcellona e dell’Atletico Bilbao – squadre simbolo di regioni da sempre separatiste – abbiano fischiato l’inno nazionale all’inizio della finale della Coppa nazionale, né il fatto che tali fischi siano stati censurati dalla televisione di Stato spagnola, ma il fatto che il giornalista che ha ordinato la censura sia stato immediatamente cacciato.

Da noi, manipolazioni del genere sono all’ordine del giorno; in qualsiasi convegno con un politico le inquadrature sono sempre sapientemente scelte per far sembrare piena la sala, quando non si montano in mezzo alle immagini del palco le immagini di repertorio del numeroso pubblico di eventi completamente diversi. L’ultima moda nel pastone politico – non so se l’avete notato – è quella di fingere che il politico di turno parli davanti a degli intervistatori, anche se in realtà si vede benissimo che lo sfondo è finto e che lo sono anche le mani, caratterizzate da microfoni completamente anonimi tenuti perfettamente fermi da braccia ignote di cui si vedono solo le maniche del vestito: una tristezza orwelliana che fa accapponare la pelle.

E così, da noi succede regolarmente che eventuali contestazioni vengano ridimensionate abbassando il volume degli effetti o azzerandolo del tutto; solo che da noi il giornalista che si comporta in questo modo, invece di essere licenziato, fa velocemente carriera. Quali telegiornali hanno mandato in onda queste immagini? Ma non succede solo con Berlusconi; succede anche a livello più piccolo, nelle regioni, nelle città, con politici di destra e di sinistra; spesso con un coro zelante di adoratori che tacciano chi contesta di “disfattismo” o “populismo”.

P.S. Siccome la fortuna aiuta gli audaci, ieri al sorteggio siamo usciti per primi e così occuperemo sulla scheda la prima posizione in alto a sinistra: almeno non dovrete faticare per trovarci. Inoltre, stasera esordisco in televisione su Primantenna alle 20,50, in un dibattito con una dozzina di altri candidati; sono molto curioso di sentire le posizioni altrui.

[tags]giornalismo, censura, spagna, italia, berlusconi, contestazione, calcio, elezioni[/tags]

divider
mercoledì 13 Maggio 2009, 16:20

Piccione e comunista

La maggior notizia di oggi è la seguente: il piccione che abita nell’intercapedine del mio balcone ha deposto le uova e ora è lì che le vigila senza tregua. Noi facciamo il tifo per il miracolo della vita e aspettiamo la buona notizia:

DSC02112s.JPG

Nel frattempo, ieri sono andato all’incontro con Travaglio e De Lucia. Marco Travaglio un paio di settimane fa ha ricevuto a Berlino il premio annuale dei giornalisti tedeschi per il collega che a livello mondiale più si è distinto per la difesa della libertà di stampa; certamente l’avete letto sui giornali italiani, quelli che riportano i fatti in maniera indipendente e oggettiva, un po’ come questo articolo di ieri del Giornale che ho trovato per caso cercando un link per la notizia di cui sopra; un articolo in cui il giornalista commenta in maniera imparziale alcune fondamentali notizie di pubblico interesse sulla famiglia Travaglio.

Conosco Franco Travaglio da dieci anni e posso testimoniare che metteva in piedi i suoi musical (con me alle tastiere) ben prima che suo fratello andasse da Luttazzi e diventasse famoso; invece ieri era la prima volta che vedevo Marco, e mi sono limitato a domandargli se i politici che ci hanno portato in questa bagna erano le persone sbagliate, o se è un problema di sistema; e lui ha commentato che il dubbio da me posto sul fatto che Veltroni da giovane fosse intelligente e idealista e poi sia finito così lo ha trovato interessante.

Peccato però che l’intero incontro fosse in realtà un comizio del partito radicale. De Lucia racconta fatti più o meno noti: come il PCI di metà anni ’80 (responsabile politico delle comunicazioni tal Veltroni Walter) abbia barattato i decreti craxiani pro-Berlusconi con il controllo totale su Rai 3, giungendo al punto da far avere a Berlusconi il primo contratto pubblicitario nell’Unione Sovietica della perestrojka (questo manifesto non è affatto un fotomontaggio), e come Il Moderno, giornale di partito della corrente migliorista del PCI guidata dal nostro attuale Presidente della Repubblica Napolitano, fosse pieno di inserti pubblicitari di quindici pagine sulle trasferte del Milan, riempiendo le proprie casse con i soldi di Berlusconi.

Purtroppo, però, parlando De Lucia cade nella sindrome tutta radicale del fatto che loro sono meglio di tutti; che le cose che dice Grillo loro le dicevano già trent’anni fa, che Pannella e la Bonino non passano mai in TV, che loro sono gli unici ad opporsi a questo sistema di dominanza berlusconiana – il che, detto da gente che nel 2001 si presentò alle elezioni insieme a Berlusconi, è quantomeno bizzarro. In più, far smettere un radicale di parlare è impossibile: ma li selezionano geneticamente?

Comunque, mi ha fatto piacere constatare che anche un amico appena tornato da un viaggio di tre settimane all’estero ha provato il mio stesso stupore: ha acceso la BBC, la CNN, Al Jazeera, e ha scoperto che il giornalismo e l’informazione sono cose completamente diverse da quello che crediamo noi in Italia. Berlusconi ci ha rubato le parole; oltre a “comunista” (che poi i comunisti in Italia hanno svenduto la democrazia per un piatto di lenticchie, come dicevamo sopra) anche “giornalista” è un termine dal significato ormai completamente stravolto.

Chiudo con un video: volevate vedere un comizio, no? E comizio sia. Ci sono anche quelli dei miei colleghi, in questa pagina.

[tags]torino, elezioni, politica, 5 stelle, grillo, travaglio, de lucia, radicali, pci, comunisti, berlusconi, veltroni, informazione, giornalismo, piccioni[/tags]

divider
martedì 12 Maggio 2009, 14:18

Brevi

Segnalo velocemente alcuni appuntamenti: oggi alle 18, al Teatro Espace di via Mantova, Travaglio e De Lucia presentano il libro di quest’ultimo sull’inciucio televisivo tra Berlusconi e la sinistra. Domenica pomeriggio organizzeremo probabilmente un incontro con Maurizio Pallante e Paul Connett, per parlare di decrescita e di rifiuti. Infine, lunedì 25 maggio alla sera Beppe Grillo scenderà a Rivoli: un’altra serata da non perdere.

[tags]torino, appuntamenti, travaglio, de lucia, connett, pallante, beppe grillo[/tags]

divider
sabato 9 Maggio 2009, 21:28

Demoburocrazia

Presentare una lista civica alle elezioni provinciali non è un lavoro facile; dopo aver raccolto le firme e aver recuperato tutti i certificati elettorali nei vari Comuni della provincia, è necessario riordinare e controllare tutte le carte e tutti i timbri, assicurarsi firma per firma della corrispondenza perfetta tra elettore e certificato, contare le firme valide e impacchettare il tutto, facendosi al contempo una fotocopia di tutto, da utilizzare in caso di contestazioni.

Abbiamo iniziato alle 18 di venerdì (e vario lavoro era già stato fatto prima) e solo qualche minuto dopo le tre di notte abbiamo completato tutto, infilandolo in un borsone per la consegna. Ecco quindi alcuni dei candidati al lavoro presso la sede centrale del movimento, temporaneamente stabilita nel salotto di casa mia:

DSC02098s.JPG

Dopodiché, ieri mattina alle 7:30 circa – dopo circa tre ore di sonno – ci siamo presentati all’ingresso del Tribunale di Torino, pronti per la consegna delle firme. Speravamo di essere i primi; l’ordine di presentazione non determina l’ordine di apparizione della lista sulla scheda, ma è rilevante per due motivi; il primo è che, se qualcuno ha firmato per più di una lista, la sua firma viene assegnata alla lista presentata per prima; il secondo è che, se due simboli sono simili o confondibili, anche qui è il primo arrivato ad avere la precedenza.

Naturalmente siamo stati ingenui: al nostro arrivo c’erano già lì varie liste, ognuna rappresentata da un nutrito gruppo di persone a garanzia della posizione in coda, di fronte ai metal detector ancora chiusi. In particolare, i primi ad arrivare erano stati tutti i gruppi della sinistra (nell’ordine Comunisti Italiani, Sinistra Critica e Sinistra e Libertà, mentre Rifondazione era poco dopo di noi) per un motivo molto semplice: oltre ad avere simboli relativamente simili, contano su basi di militanti significativamente sovrapposte, per cui hanno problemi di doppie firme in quantità rilevante; la legge impedisce di presentare più di 1500 firme e dopo lo scarto dei doppioni ne devono avanzare almeno 1000, per cui chi arriva per ultimo rischia l’esclusione.

L’ufficio elettorale apriva alle 8, e man mano che l’ora si avvicinava l’assembramento si infittiva. Il sottoscritto, allenato da anni di stadi aeroporti e concerti, è riuscito a spogliarsi di ogni oggetto metallico e pertanto ad entrare tra i primissimi, non venendo fermato dalle guardie; avrei potuto prendere il numero 2, ma nel rispetto dell’ordine di arrivo all’esterno mi sono accontentato del numero 5.

Peccato che la presentazione di una lista sia una cosa lunga, perché è necessario ricontrollare, contare e verbalizzare tutto ciò che viene presentato, e in particolare le firme. Dunque siamo giunti alla scrivania del cancelliere soltanto alle dieci e un quarto; dopo mezz’oretta ci è stato chiesto di tornare dopo tre ore per concludere il verbale, dando loro il tempo di contare la pila delle firme e dei certificati, che qui potete vedere, depositata sulla scrivania, in tutto il suo splendore.

IMAGE_179s.jpg

Noi abbiamo consegnato 1348 firme, di cui solo 1225 valide e certificate, tra firme apposte con errore o trascritte in modo illeggibile, persone che sono risultate irreperibili nel Comune di residenza dichiarata (già vi dissi che molta gente non sa dove abita…) e persone il cui Comune era davvero troppo lontano perché riuscissimo a recuperarne il certificato nei soli tre giorni che avevamo a disposizione, oppure dove abbiamo incontrato uffici comunali ostruzionisti. Alla fine quelle accettate e verificate sono state 1183; quindi siamo stati ufficialmente ammessi alla competizione.

C’è solo una piccola aggiunta da fare: tra le persone in coda ho visto una faccia che mi era nota, e infatti tra le 38 liste presentate ve ne sono un paio (entrambe presentate dalle stesse persone, con due diverse scatole di firme: complimenti per la capacità di raccolta) che riportano bella grossa la scritta “grillo” o “grilli”, naturalmente senza alcuna autorizzazione o correlazione con Beppe Grillo, che anzi ha già ottenuto ragione dai tribunali lo scorso anno. Abbiamo presentato ricorso, ma la legge – che protegge i simboli dei partiti rappresentati in Parlamento – non protegge invece il simbolo di un movimento come il nostro, né si preoccupa di evitare l’evidente confusione che questo genererà negli elettori, forse perché è funzionale al risultato elettorale dei partiti suddetti.

In più noi non abbiamo il nome di Grillo nel nostro simbolo in alcuna maniera, per via della sua richiesta di lasciarlo fuori per coerenza con la sua posizione sull’abolizione delle province (che condividiamo, ma che per noi non è un motivo sufficiente per lasciare la Provincia nelle mani dei partiti fino a che esiste). E quindi… beh, la forma è salva, la democrazia boh: dato che ci sono persone che da dieci o vent’anni presentano a ogni elezione liste civetta di vario genere, ci devono essere sotto delle motivazioni che mi sfuggono.

[tags]elezioni, beppe grillo, torino a 5 stelle, burocrazia, tribunale, torino[/tags]

divider
venerdì 8 Maggio 2009, 15:23

In tour (3)

La morale del terzo e ultimo giorno di giri è che devo fare i complimenti a due frequentatori assidui di questo blog, cioé i due che sono andati a firmare presso il municipio di Lanzo Torinese. Ieri ci sono andato io, e ho così scoperto che mentre nel resto del mondo i municipi sono situati davanti a un’ampia piazza dotata di parcheggi e facilmente raggiungibile da chiunque, a Lanzo il municipio è situato in cima alla montagna, su una stretta stradina medievale, praticamente irraggiungibile da qualsiasi direzione; luogo bellissimo con palazzo d’epoca, ma assolutamente impossibile dal punto di vista logistico. Dopo che il navigatore ha cercato per varie volte di farmi imboccare una via contromano, oppure un vicolo largo quanto una bicicletta, oppure una scalinata, mi sono arreso; ho parcheggiato e sono salito per le scale a piedi. In più, è anche l’unico posto dove l’ufficio elettorale non è con l’anagrafe, ma è in cima alle scale nel palazzo a fianco, segnalato a malapena da una scrittina a pennarello semi-cancellata.

Il motivo per cui andavo lì è che quando abbiamo ripreso il modulo con le due firme non ci hanno dato anche gli altri certificati che avevamo chiesto per fax; chiedo spiegazioni alla signora e mi mostra il fax dicendo “vede, è illeggibile!”. Effettivamente il fax era illeggibile, ma dato che io ho inviato direttamente il PDF via Internet la cosa dipende dal fatto che ogni tanto dovrebbero cambiare il toner al loro fax…

Il giro di ieri mi ha portato a Venaria, Robassomero, Cafasse, Lanzo, Villanova Canavese, Nole, San Carlo Canavese, Ciriè, e poi una puntata a Settimo.

A Cafasse il navigatore mi ha fatto percorrere altri sterrati e altre strade impossibili (lo odio già), ma non è solo colpa sua: hanno chiuso la principale strada di accesso al paese e hanno gestito la cosa con cartelli scritti a pennarello associati a dei segnali di direzione obbligatoria da cantiere (i normali segnali tondi blu con la freccia bianca) usati però per indicare “di là” invece che per obbligare alla svolta. C’era quindi questa scena surreale di un pezzo di recinzione piazzato in mezzo a un quadrivio, con sopra un foglio recante scritto “CAFASSE CENTRO” con l’uniposca e sotto un cartello di svolta obbligatoria che però non voleva obbligare nessuno, ma solo informare.

Poi, a seconda del municipio, le esperienze cambiano. A Villanova Canavese l’ufficio elettorale era chiusissimo (era l’una e mezza) ma la signora che ho trovato è stata gentilissima, mi ha aperto il municipio e saputo il nome (nei paesi piccoli l’impiegata dell’anagrafe conosce per nome tutti gli abitanti!) mi ha detto che la signorina si era trasferita a Ciriè già da anni. A Nole invece sono arrivato alle due meno venti e mi hanno fatto rigorosamente aspettare le due (è lì che ho scritto gran parte di questo post) e poi mi hanno pure detto che l’ufficio elettorale era sì aperto, ma fino alle cinque non c’era la persona in grado di fare i certificati (ma allora che lo aprite a fare?). A San Carlo Canavese il problema era che solo il sindaco può firmare – lì però la signora è stata davvero gentilissima. Poi sono passato da Cirié, dove l’impiegata si è lamentata giustamente della quantità mostruosa di certificati che vengono ordinati per fax e poi mai ritirati (d’altra parte se vai senza averli richiesti alcuni si rifiutano di farli subito, per cui è il sistema che incentiva questo comportamento perverso). Infine sono andato a Settimo: è la città con meno parcheggi del mondo, anche lì arrivare in municipio è stata un’impresa.

Dopodiché sono tornato a casa, sono arrivati gli altri e siamo stati fino alle tre e mezza di notte a impacchettare e far fotocopie, per poi dormire tre ore e andare alle sette e venti a far la coda in tribunale… ma questo ve lo racconto con calma. Vi segnalo solo che stasera dalle 18 alle 19,45 presentiamo la lista al Teatro Alfa di via Casalborgone 16, con ospite Sonia Alfano, la presidente dell’Associazione Familiari Vittime di Mafia. Se fate un salto, ci vediamo là.

[tags]elezioni, torino, provincia, burocrazia, certificati[/tags]

divider
giovedì 7 Maggio 2009, 11:23

In tour (2)

Bene, anche ieri il tour è stato interessante, toccando nell’ordine Collegno, Grugliasco, Rivalta, Rivoli, Rosta, Buttigliera Alta, Avigliana, Almese, Rubiana, Valdellatorre, San Gillio, Druento, Pianezza e infine di nuovo Rivoli.

E la notizia principale è che il tizio che ci aveva detto di abitare a Moncalieri, dove però ci avevano dato notizia del suo trasferimento a Villastellone, da cui però ci avevano segnalato il trasloco a Rivoli, all’ufficio di Rivoli risulta essersi trasferito due anni fa a Bruino. Lo ammetto, ho desistito!

Rinnovo la sensazione che la provincia di Torino sia davvero interessante; ogni paese ha una sua identità e una sua armonia, spesso con monumenti misconosciuti (per esempio, ho frequentato Collegno per trent’anni e non avevo mai notato la chiesa romanica che sta subito a destra di corso Francia dopo il cavalcavia).

Certo, per vederli devi pagare lo scotto di una viabilità improbabile, infilandoti in stradine impossibili: e qui la palma va al municipio di Avigliana, situato nella piazza centrale del borgo medioevale (davvero bellissimo e da poco restaurato) nella quale ci sono una ventina di posti auto che sono gli unici parcheggi nel raggio di centinaia di metri; avendo incautamente superato la piazza per carenza di parcheggio, mi sono ritrovato a salire su strade pavimentate di pietre in direzione cielo, senza manco poter fare inversione.

Ieri però la giornata era bellissima e quindi anche salire a Rubiana o a Valdellatorre (quest’ultimo pure un giro a vuoto, dato che l’unico firmatario in realtà era residente a Corio Canavese: ho desistito anche lì) è stato davvero un piacere. Tra l’altro andavo spesso in bici a Valdellatorre quando stavo a Rivoli; se vi capita l’occasione, è un giro piacevole anche da Torino (per quanto non brevissimo), andata via Collegno – BruereAlpignano, ritorno via San Gillio – Druento – Savonera. E la torre di Valdellatorre merita un book fotografico.

Poi ci sono anche i lati negativi: per esempio, shame on il municipio di Rosta, dove, nonostante l’ordine prefettizio di tenere aperto l’ufficio elettorale anche al pomeriggio martedì, ieri e oggi, in modo che noi poveri cercatori di certificati potessimo reperire qualcosa, hanno sbarrato tutto e alla mia scrollata di campanello hanno risposto che “la signora c’è solo al mattino, è part time”.

Infine, ieri ho visto anche i lati negativi del navigatore: ero in piazza ad Almese e dovevo andare a Rubiana, e sapevo già dove andare, ma avevo il navigatore acceso e mi ha detto “ma no, passa di là”. Io ho commesso l’errore di fidarmi, e il navigatore mi ha fatto fare un giro impossibile per salite e stradine per cinque minuti, per poi riportarmi venti metri prima del punto in cui ero, in modo da poter prendere la strada giusta senza fare inversione. Aoh, ma chi ti scrive gli algoritmi?

[tags]torino, provincia, elezioni, torino a 5 stelle, certificati, tour[/tags]

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike