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Archivio per la categoria 'VitaDaToro'


sabato 14 Aprile 2007, 11:47

Credito Zero

Come forse già saprete – o più probabilmente non saprete, visto che alla conferenza stampa di lancio si sono presentati tutti i giornali e le emittenti torinesi ad eccezione di La Stampa e TGR Piemonte – è stata formalmente presentata una richiesta di referendum abrogativo per la delibera del Consiglio Comunale che permette alla Juventus di ottenere un regalo da 66 milioni di euro dalle tasche dei cittadini per costruirsi un centro commerciale.

Ricapitolando, tale delibera concede il (necessario) sostegno della Città al fatto che gli Europei 2012, se assegnati all’Italia, si svolgano allo stadio Delle Alpi (precedentemente svenduto alla Juventus a prezzo stracciato) anzichè al nuovissimo Olimpico, di proprietà della città stessa; e al fatto che la Juventus possa usufruire, per la ristrutturazione del suddetto, di un prestito del Credito Sportivo (istituto statale) concesso al tasso zero che si applica agli enti pubblici per le grandi manifestazioni sportive, anzichè ai tassi di mercato normalmente applicati ai privati.

Grazie a questa decisione, la Juventus è passata da un progetto di ristrutturazione minimale da 18 milioni di euro (vedi dichiarazioni della Juve a La Stampa del settembre 2006) a un progetto faraonico da 120 milioni di euro; i 102 milioni extra servono per un megacentro commerciale, che altrimenti non si sarebbe potuta permettere. Già, perchè si calcola che il costo degli interessi su 120 milioni di euro di mutuo pluridecennale sia di circa 66 milioni di euro, che invece della Juventus metteranno i cittadini. In pratica, lo Stato, con i nostri soldi e grazie all’appoggio del Comune, regalerà alla Juventus oltre un terzo del suo centro commerciale, e le permetterà di pagare il resto a rate nei prossimi venti o trent’anni.

Cosa ancora peggiore, la Città avrebbe potuto decidere invece di far convergere i fondi degli Europei sul suo stadio piuttosto che su quello di un privato – uno stadio, inoltre, che allo stato attuale rischia seriamente di essere chiuso e abbandonato dopo tre anni dall’inaugurazione, visto che così com’è ora non è adatto al calcio di serie A ed entrambe le squadre non vedono l’ora di andarsene altrove (ah già, ma Chiamparino disse che ci metterà il rugby).

Mentre la questione è arrivata persino all’antitrust europeo – la Juventus è una società privata a fine di lucro, in competizione con altre società di tutta Europa in lucrose competizioni internazionali, e questo prestito si configura quindi come un aiuto di Stato al fine di alterare la concorrenza – a Torino si è dato il via a questo referendum. E’ necessario raccogliere duemila firme nei prossimi giorni; dopodichè, una commissione comunale valuterà l’ammissibilità, e in questo caso sarà necessario raccoglierne altre diciottomila per poter arrivare al voto la primavera prossima.

Per ora, sarà possibile firmare davanti allo stadio Olimpico prima di Toro-Atalanta, domenica pomeriggio; probabilmente dalla settimana prossima si potrà firmare anche in Municipio (informazioni sul blog). E’ necessario un documento valido (e un pubblico ufficiale). Passate parola.

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lunedì 9 Aprile 2007, 17:31

Un appello ai signori dell’UEFA

Is Italy ready to host the European Football Championships in 2012?

Italian football has been making headlines on national and international newspapers for years now. But not for what happens on the field.

Among the most known scandals of the last few years… passports forged to disguise foreign players as European, bankruptcies of several top tier teams, players betting on their own matches (twenty years later, again). Finally, in 2006, “Calciopoli”, the scandal of scandals, involving many top teams – among which Milan, Juventus and Lazio – and bringing Juventus to relegation and a penalty of 17 points (promptly reduced to 9 after a few months). In the meantime, Juventus had already been involved in the use of illegal drugs for doping – there was no punishment only because the time allowed for trial had expired.

And then, rankings and relegations decided in tribunals rather than by playing, the scandal of phone calls by team managers to direct referees, the scandal of the GEA, a company of player agents owned by sons of politicians, bankers and football managers, that controlled the careers of hundreds of Serie A players.

Was the World Cup won in Germany enough to clean up the conscience of Italian football from its failures and sins? It seems so, given that Italy is now up for being awarded the Euro 2012 Championships.

In Italy, however, many citizens are disgusted by this. After “Calciopoli”, the attempt to change the trend of corruption and scandals has clearly failed; all seems to change on the surface not to change anything in practice. And the Italian Federation and League shamelessly reappointed their old managers.

Even among fans, there is often no true culture of fair play. Juventus supporters, when the scandal erupted, exposed a banner saying “Il fine giustifica i mezzi” (“The purpose justifies any means”); Palermo supporters once showed banners against laws that hardened the prison regime for Mafia bosses.

In this rotten situation, violence erupts continuously, with frequent riots among fans of different clubs and with the police, with several seriously injured fans per week. Sometimes, it leaves dead people on the ground; the last, a police officer killed on the 3rd of February 2007 in Catania, during the match against Palermo.

Italy is a place where violence is contrasted only after someone dies, and only by laws and practices that are theoretically very hard – even unconstitutional – but have no practical effect. Only a few days ago, the supporters of Manchester United experimented in Rome how violent and ineffective is the Italian police in keeping stadiums peaceful. Italy is a place where there is no prevention, but just useless and random repression.

By awarding to Italy the European Championships, the idle and corrupt policies of the Italian government and football leaders would be supported; not awarding them would finally make everyone in Italy aware that this country does not lack repression, but a true sporting culture.

Moreover, the European Championships in Italy would give way to further corruption in the building of new stadiums and in the other necessary activities, as it already happened for the 1990 World Cup. For example, in Torino strong quarrels have already arisen over the town council’s decision to request public financial assistance to Juventus for the rebuilding of the Delle Alpi stadium. The money for Euro 2012 would surreptitiously fund a few Italian teams, thwarting once again competition among teams in Italy and in Europe.

For all these reasons, we – a group of Italian supporters and citizens that are ashamed of the situation of football in our country – plead your kind support to our request: please, do not award Euro 2012 or any other competition to Italy, as long as there is not a real change of culture and leaders in the Italian football.

Thank you.

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martedì 3 Aprile 2007, 14:50

Parlando di stadi (4)

Sempre per il balletto degli appaltistadi torinesi, c’è un’altra cosa che non ho ancora raccontato ma che merita menzione.

Difatti, regalatoceduto il Delle Alpi alla Juventus, la città si è chiesta: e adesso, i concerti dove li facciamo? Certo, “i concerti” è un parolone, visto che se va bene al Delle Alpi si fa un concerto l’anno, solitamente dell’anziano Vasco Rossi; e in fondo, per i grandi eventi – a seconda della dimensione – la città possiede solamente il Palasport del Ruffini, il PalaIsozaki, l’Oval del Lingotto e lo Stadio Olimpico; più il Mazdapalace (ex Palastampa) dato alla famiglia Togni, che da anni medita cause miliardarie contro il Comune, visto che prima gli avevano garantito l’esclusiva sui concerti di media dimensione a Torino e poi hanno cominciato a spingere il PalaIsozaki.

Dunque, volete non spendere dei soldi per costruire un’altro bell’impianto? Cinque milioni di euro dei cittadini, per la precisione; cioè, pare che il costo preventivato all’inizio (due anni fa) fosse di 1,6 milioni di euro, ma poi, si sa, l’inflazione, il carovita… Il povero appaltatore mica ce la poteva fare, senza triplicare il costo.

Già, ma chi è l’appaltatore? E’ la De-Ga, una delle più famose aziende di immobiliaristi torinesi. “Ga” sta per Gallesio, il presidente dell’associazione dei costruttori edili torinesi. “De” sta per De Giuli, ovvero la famiglia di costruttori il cui rampollo ha sposato la figlia dell’ex sindaco e presidente del Toroc, Castellani. L’azienda ha fatto i fantastilioni negli anni ’90 quando, a Castellani sindaco, ristrutturò l’intero quadrilatero romano, zona allora degradata, trasformandolo in case trendy per i nuovi ricchi. Pochi mesi fa, il Comune ha assegnato alla De-Ga il lavoro di ristrutturazione in albergo della “Casa Gramsci” di piazza Carlina, preferendola “solo” alla Radisson, una delle maggiori catene alberghiere di lusso del mondo, svedese. Ma vuoi mettere i leader mondiali in confronto al genero dell’ex sindaco?

Ciliegina sulla torta, dove si fa, questa nuova e vitale costruzione? Ovviamente, alla Continassa; esattamente tra lo Stadio delle Alpi e il Mazdapalace. Metti che vengano a suonare i ricostituiti Police, così puoi mettere Andy Summers al Mazdapalace, Stewart Copeland nel nuovo palazzetto e Sting al Delle Alpi: comodo, no? Che poi questa nuova opera contribuisca ulteriormente a valorizzare il costruendo e dirimpettaio centro commerciale della Juve è solo un dettagliuccio; peraltro, i ben informati insinuano che il Comune abbia concesso alla Juve un’opzione di acquisto su qualsiasi cosa venga costruita su quel terreno, ma ciò parrebbe troppo anche a me.

E l’Olimpico? In fondo è della città e per il momento pare che lo resterà, e lì cinquantamila persone per un concerto (usando anche il prato) ci starebbero senza problemi… ma che domande, è ovvio che non si può fare: quello sarà lo stadio del rugby, mica vuoi rovinare il prato con un concerto di Vasco Rossi ogni due anni…

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domenica 1 Aprile 2007, 12:35

Un paese libero (2)

Speravo di non dover più tornare sull’argomento delle relazioni tra politica e cittadini, così come emergono dalla vicenda degli stadi torinesi, e invece mi tocca farlo ancora.

Ma non tanto per le solite dichiarazioni che aggiungono acqua sul bagnato; dall’assessore Montabone che avrebbe dichiarato che “nessuno si aspettava che il Torino tornasse ancora a questi livelli” (grazie per l’affetto) a Chiamparino che spiega come la città abbia speso trenta o quaranta milioni di euro nell’Olimpico con il solo fine delle cerimonie olimpiche, e se il risultato non è adatto al calcio ci si può mettere il rugby “che è uno sport in grande crescita”: complimenti per l’attenta pianificazione strategica.

Concluderei però con il mitico consigliere comunale Cuntrò (Ulivo) che, ansioso di distogliere l’attenzione dai misfatti della giunta comunale, si scaglia con una lunga invettiva contro Cairo, accusandolo perchè, nonostante sia alla guida del Toro da diciotto mesi, non ha ancora spostato la sede degli allenamenti al Filadelfia. Attimo di gelo in sala, dopodichè lo tirano giù e gli spiegano in modo caritatevole che il Filadelfia l’ha raso al suolo il Comune dieci anni fa, e al momento ci sono solo un prato pieno di buche e qualche rudere.

Tutto questo sarebbe triste folklore o normale prova di assodata incompetenza; se ne volete un bel riassunto, eccolo qui (da caricare due volte, se alla prima finite sulla home page). Quello che invece indigna è che, dopo un paio di settimane, è saltato fuori il video della seduta più contestata, quella in cui Chiamparino in persona arringa la platea lamentandosi delle proteste organizzate dai tifosi, e invitandoli a dirigerle contro Cairo. (Il video è del computer sintonizzato sulla seduta, trasmessa in streaming audio.) La platea fa un commento, e subito Chiamparino li minaccia: “Vi ricordo che voi non potete parlare.” I cittadini si ribellano, e, dopo un minuto di proteste, ai vigili viene ordinato di portarli via a forza. Siamo quasi a tre minuti da inizio filmato: scoppia un mezzo parapiglia, qualcuno grida “Vergogna!”, e Chiamparino che fa? Gli risponde beffardo, “Vai, vai”, e poi pronuncia davanti a tutti la seguente, agghiacciante frase: “Tanto non mi servono più.” E ridacchia.

Siamo contenti, come cittadini prima ancora che come tifosi, di essere stati cinicamente utilizzati da Chiamparino per la propria carriera politica; non che fosse possibile fare altrimenti, visto che l’altra parte, casualmente, ha candidato Buttiglione invece che una alternativa credibile (che dura opposizione). Ma questo video dovrebbe andare in onda nelle scuole, per far capire cosa pensano i nostri politici – e ricordiamo, Chiamparino sarà uno dei leader del prossimo Partito Democratico – dei propri cittadini.

P.S. Oggi, negli stadi, entra in vigore la nuova norma sugli striscioni: ogni striscione deve essere consegnato sette giorni prima della partita alle forze dell’ordine, che decideranno se ammetterlo o no. Ma tutto questo non è censura nè repressione del dissenso, è solo per la sicurezza delle famiglie, eh!

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lunedì 26 Marzo 2007, 15:31

Parlando di stadi (3)

Oggi pomeriggio, altro giro in Comune: si discuteva l’interpellanza presentata il 26 febbraio dal consigliere Carossa a proposito dei crediti relativi allo stadio Comunale (sul sito del Comune non è ancora accessibile, ma la trovate qui). In pratica, dopo il fallimento dell’A.C. Torino di Cimminelli, il Comune è diventato non solo proprietario dell’area dello stadio Filadelfia ma anche creditore delle garanzie che lo stesso Cimminelli aveva offerto a garanzia dei lavori di ristrutturazione olimpica del Comunale; tali garanzie dovevano ammontare a 3,5 milioni di euro, e avrebbero dovuto costituire il fondo che la Città metterà a disposizione per la ricostruzione del Filadelfia stesso.

Naturalmente, esattamente come il Comune si è dimenticato di farsi pagare dalla famiglJuventus per le rate del Delle Alpi, pare che si sia dimenticato di farsi pagare anche dalla famiglErgom di Cimminelli (ricordo, azienda che vive e tuttora prospera facendo sostanzialmente una cosa, i cruscotti della Punto).

Infatti, oggi pomeriggio l’assessore ha risposto che non c’è problema, che anzi il credito risulta persino superiore, pari a 4.329.060 euro. E che non si capisce perchè la gente pensi male, visto che loro, dopo il fallimento (avvenuto, lo ricordo, quasi due anni fa), avevano regolarmente dato il via al recupero crediti. Peccato che poi sia saltato fuori che il suddetto recupero crediti è stato iniziato il 13 marzo scorso… due settimane fa, e due settimane dopo la presentazione dell’interpellanza. Ma è solo un caso, eh!

Però c’è una buona notizia: pare che almeno stavolta non ci fosse la Digos

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lunedì 19 Marzo 2007, 17:59

Un paese libero

Oggi, in comune a Torino, era prevista un’altra tappa della questione stadi: la discussione di una interpellanza con cui un consigliere comunale chiedeva di sapere se la Juventus avesse almeno pagato le rate del regalo ricevuto.

Bene, trattandosi di seduta pubblica del consiglio comunale, un gruppetto di tifosi particolarmente interessati alla questione – cinque, per la precisione – hanno deciso di andarla a sentire, e questo è l’agghiacciante racconto che ne consegue, fatto da una signora che faceva parte dei cinque. A scanso di equivoci, preciso che la signora in questione ha i capelli grigi e lavora nella segreteria direzionale della Regione Piemonte, insomma non è precisamente un ultras o un facinoroso.

Dunque, la seduta inizia in orario, discutendo di altri argomenti; i cinque arrivano, e, come richiesto in queste situazioni, si registrano come pubblico, lasciando i documenti agli uscieri. Quando, dopo un’oretta, si giunge al momento dell’interpellanza in questione, l’assessore Montabone, competente a rispondere, risulta misteriosamente assente. A questo punto, la seduta viene sospesa.

I cinque stanno lì a chiacchierare attendendo la ripresa dei lavori, quando improvvisamente spuntano un manipolo di vigili e tre funzionari della Digos, che, informandoli che la seduta non riprenderà ancora per parecchio tempo, ordinano lo sgombero della tribuna, invitando il gruppetto a spostarsi al bar. I cinque si dirigono allora verso il bar interno, ma vengono invece invitati ad andare all’esterno, nella piazza di fronte al Municipio.

Pertanto i cinque escono, prendono un caffè, e dopo una decina di minuti, non volendo comunque rischiare, tornano dentro. A questo punto la prima sorpresa: non appena loro sono usciti, la seduta è stata riaperta in tutta fretta, e Montabone ha cominciato a rispondere in assenza del pubblico. Riescono comunque a cogliere parte del racconto, secondo cui a Montabone risulta che siano stati versati sette milioni di euro. Il mistero si infittisce, non solo perchè l’accordo con la Juve, deliberato il 17/2/2003, prevedeva il versamento di un milione sull’unghia, due milioni all’anno ogni febbraio, e sei al rilascio delle licenze o comunque entro il 2003, quindi i milioni dovrebbero essere tredici, con altri due in corso di pagamento; ma perchè nei bilanci comunali di questi anni non compare nemmeno il versamento di sette milioni che “risulta” a Montabone. In pratica, sostengono quelli che hanno spulciato i bilanci, la Juve, dopo aver avuto lo stadio a prezzo stracciato, non avrebbe nemmeno pagato le rate, se non una l’anno scorso.

Ma non è finita qui: perchè a questo punto, finita la seduta a rotta di collo, i cinque escono e tornano sotto a riprendersi i documenti. E qui, c’è un attimo di panico: gli uscieri non li trovano, non sanno dove sono, sono visibilmente imbarazzati, chiedono di attendere. Dopo qualche minuto, arriva correndo uno dei funzionari della Digos, con i documenti in mano; chiama le persone per nome e glieli dà. In pratica, mentre i cinque assistevano alla seduta, i loro documenti sono stati portati in questura, dove loro sono stati registrati e schedati. Sfortunatamente, la fretta di chiudere la seduta ha fatto sì che l’operazione non fosse completata in tempo, altrimenti i cinque non l’avrebbero mai saputo.

Ora, sulla questione degli stadi la si può pensare come si vuole, ma che in questo paese si venga schedati dalla Digos solo per essersi interessati a una questione scomoda per i politici che ci governano è semplicemente agghiacciante. Dimostra come molti dei nostri governanti, dietro qualsiasi colore politico si nascondano, si siano ormai trasformati in un gruppo d’interesse dedito alla pura occupazione del potere a scopo d’affari, per cui le opinioni diverse dalle proprie vanno screditate in ogni modo o messe sotto controllo.

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domenica 11 Marzo 2007, 13:45

Non fidarsi è meglio

Tra un’ora si gioca la giornata di serie A: match clou, Torino-Catania.

In secondo piano, tra le altre partite della giornata, c’è un derby Inter-Milan in cui l’attrattiva principale è il ritorno di Ronaldo sull’altra sponda di Milano, con prevedibile bordata di critiche da parte delle ex balie nerazzurre del suddetto. Per dimostrare che siamo tutti in un clima di follia legalizzata, la polizia ha sequestrato i fischietti che i tifosi interisti si stavano portando, definendole “armi improprie”.

E così, per sdrammatizzare, le due società si sono accordate per far giocare prima della partita le squadre dei pulcini, in modo che la tenerezza e l’innocenza dei bambini di dieci anni intenerisca i cuori.

Però, non essendo scemi, hanno organizzato non una ma due partite separate: prima Pulcini Inter A contro Pulcini Inter B, e poi Pulcini Milan A contro Pulcini Milan B. Perchè se facevano giocare i bambini dell’Inter contro quelli del Milan, poi finiva a cazzotti!

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mercoledì 7 Marzo 2007, 10:01

Parlando di stadi (2)

In risposta a un articolo di Gramellini che lo accusava di non voler investire, oggi Cairo pubblica su La Stampa una risposta che mi pare eloquente, giusto per sottolineare il regalo che Chiamparino, a danno delle casse pubbliche, sta facendo alla famiglia Agnelli. Perlomeno, se regalo dev’essere, che la città faccia regali equivalenti ad entrambi i suoi figli calcistici…

“IL PRESIDENTE GRANATA RISPONDE A GRAMELLINI

Caro Gramellini,

tramite la sua rubrica vorrei rassicurare tutti i tifosi del nostro Toro. Non è vero che io non voglio comprare lo stadio Olimpico perché non ho un progetto a lungo termine. Semmai il contrario: è proprio perché ho un progetto che non lo compro.

Sarei un matto a buttare via soldi per un bene che, purtroppo, a mio giudizio non li vale. Il costo innanzitutto: l’equivalente di circa 1500 euro per ogni spettatore, mentre alla Juventus il Delle Alpi mi risulta sia costato circa 400.

E poi vogliamo mettere la differenza fra i due impianti? Quello è uno stadio che la Juve potrà far lavorare 7 giorni su 7, allargando addirittura di oltre 20.000 metri quadrati la zona commerciale, mentre all’Olimpico manca lo spazio fisico per impiantare qualsiasi attività (ristoranti, cinema, negozi). Aggiungiamo che la capienza e la visibilità sono modeste e che, anche ampliandolo, parecchi spettatori continuerebbero a vedere male la partita. Hanno fatto uno stadio senza pensare né al calcio né al Toro e adesso vorrebbero farmi sentire in colpa se io non pago il prezzo dei loro sbagli?

La città di Torino è in debito con i tifosi granata da almeno vent’anni. Mi sarei aspettato che assumesse su di sé almeno l’onere della ricostruzione del Filadelfia. Invece il Comune finora si è detto disposto a investire solo 3 milioni e mezzo di euro. Di questo passo non si va da nessuna parte e i nostri tifosi hanno tutte le ragioni di lamentarsi della diversità del trattamento riservato ai due grandi club cittadini. Io sono disposto a sedermi anche domani a un tavolo con il Sindaco e gli assessori per riavviare un dialogo. Ma deve essere chiaro che non ho nessuna intenzione di portare il Toro sull’orlo di un altro fallimento per rimediare agli errori strategici che altri hanno commesso sulla questione stadi.”

[tags]torino, toro, juve, juventus, chiamparino, stadio, delle alpi, olimpico[/tags]

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venerdì 2 Marzo 2007, 11:03

Virtual flash mob

Ieri pomeriggio, Kataweb ospitava una “videochat” con il presidente del CONI Petrucci; uno di quegli eventi in cui i lettori possono mandare domande da casa, e l’intervistato risponde online. Di solito si fanno per sembrare moderni, ma la partecipazione è piuttosto ridotta, tanto che la redazione prepara finte domande per riempire il tempo.

Naturalmente, quelli di Kataweb non avevano fatto i conti con la potenza della rete: pronti via, thread su Toronews, e Petrucci finisce letteralmente sommerso di domande sul regalo del Delle Alpi alla gobba. “Sommerso” vuol dire che ieri, nel forum su cui si postavano le domande, circa il 97% erano sul Delle Alpi. Al che Petrucci, con la faccia scocciata (pensa te ‘sto popolo, che si permette di far domande scomode invece che limitarsi ad applaudire), ha dovuto dichiarare che “Non ci sarà nessun finanziamento del Credito Sportivo, che io sappia non ci sarà nessun uso privato dei soldi dei contribuenti.” (non che qualcuno ci creda, eh).

D’accordo, talvolta questo potere è usato a fini meno nobili, come ad esempio portare in un giorno solo Angiolino Ogbonna da fuori classifica a primo in uno dei più prestigiosi premi italiani per giovani calciatori, dopo averlo fatto vincere l’anno scorso a Ricky Vailatti. Insomma, ogni volta che leggete un sondaggio sportivo della Gazzetta (talvolta anche di Repubblica), sappiate che dietro ai risultati potremmo esserci noi :-P

Però, è bello sapere che Internet non porta con sè soltanto occasioni per farci sorvegliare, ma anche occasioni per riprendere in mano il controllo della nostra società, far sapere ciò che i potenti non vogliono far circolare, organizzare manifestazioni anche significative (ultimamente Chiamparino si ritrova domande sul Delle Alpi persino all’inaugurazione delle biblioteche di quartiere, e par proprio nervosetto). Basta organizzarsi e mettere in piedi gli spazi opportuni, autogestiti, per incontrarsi.

Forse è proprio per questo che Internet – specie quella dei forum, dei newsgroup, dei blog – dà spesso tanto fastidio a chi comanda.

[tags]calcio, toro, delle alpi, petrucci, coni, internet, forum[/tags]

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giovedì 1 Marzo 2007, 12:03

Imbarazzante

È il solo commento che riesco a fare per il Festival di Sanremo versione Pippo Baudo 2007, dopo averne visto un po’ tra ieri e l’altro ieri, sorretto dal commento della Gialappa’s Band su Radiodue (che se no ci sarebbe davvero da spararsi).

Ok, la musica a Sanremo ha sempre fatto abbastanza schifo almeno da vent’anni in qua, ma quest’anno siamo veramente sotto il livello della decenza. L’altra sera erano ospiti gli Scissor Sisters a cantare in playback I Don’t Feel Like Dancing – canzonetta carina, ma nulla di che – e sembrava fossero arrivati gli U2 dei tempi migliori sul palco della Festa di Sant’Alfio a Lentini (SR). Con la folla sotto che li snobba e urla imbestialita di ridargli subito Riccardo Gennaro.

E pensare che, per tutto questo, hanno fatto giocare il campionato di calcio mercoledì alle 15, prima assoluta di una giornata di serie A in pieno orario lavorativo, con gli abbonati imbestialiti di fronte alla scelta tra prendersi ferie o non vedere la partita. D’altra parte, anche il collegamento serale con trentamila persone, vecchietti e signore comprese, che urlano in coro e in delirio “La mamma di Farina è una puttana”, non avrebbe fatto una bella figura. Anche se Farina se lo meritava proprio.

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