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venerdì 24 Aprile 2009, 23:51

Prospettive per Bologna

Con tutto il rispetto per chi si trova a portare un cognome difficile, i giganteschi cartelloni murali uniti alle prospettive nel centro di Bologna giocano brutti scherzi. Però poteva almeno scegliere un simbolo con una forma un po’ diversa!

DSC02023s.JPG

[tags]bologna, elezioni, cartelloni[/tags]

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mercoledì 22 Aprile 2009, 16:13

Cinque firme, cinque stelle, un sacco di carta

E’ incominciata in questi giorni la raccolta delle firme per la presentazione della nostra lista civica provinciale Torino a 5 Stelle. Dobbiamo raccogliere mille firme; ne abbiamo raccolte duecento solo nel sabato di prova, ma il tempo scarseggia, dato che abbiamo tempo solo fino al 4 maggio e che c’è di mezzo pure un ponte che probabilmente desertificherà la città. Insomma, attorno a noi c’è tanta simpatia, ma la simpatia non basta: o le persone si danno da fare, ci trovano altri firmatari, li portano ai banchetti, o non riusciremo a presentarci.

La pagina con l’elenco sempre aggiornato delle opportunità per firmare è qui; questo è l’appello che spiega perché firmare; questi sono i banchetti di raccolta:

Mercoledì 22 aprile – ore 21-23 – corso Ferrucci 65/A, Torino (primo piano)
Giovedì 23 aprile – ore 16,30-18 – piazza Castello angolo via Garibaldi, Torino
Venerdì 24 aprile – ore 20-22,30 – Rivoli, Hotel Davide, via Legnano 21
Sabato 25 aprile – ore 15-19 – piazza Castello angolo via Garibaldi, Torino
Lunedì 27 aprile – ore 16,30-18 – piazza Castello angolo via Garibaldi, Torino

ma si può firmare anche in qualche Comune (tra cui l’ufficio elettorale di Torino al Rondò della Forca, che è aperto anche questo sabato e domenica).

Non è solo questo ciò che volevo dirvi, comunque; l’esperienza di organizzare in prima persona (in un gruppo piccolo ma agguerrito) una roba del genere è stata davvero istruttiva.

Si scopre infatti che tutto il nostro sistema elettorale, su cui è basata la nostra democrazia, è in realtà costruito per essere complesso ed arbitrario. Per presentare una lista esiste un comodo libretto del Ministero dell’Interno di alcune decine di pagine, che però vale fino a un certo punto, visto che ciò che conta è la legge. Voi penserete che ci siano dei moduli; invece no. I moduli devi farteli tu, seguendo una traccia che però varia a seconda dell’edizione del libretto e della fonte che trovi, e che è comunque pensata per gruppi senza problemi di soldi e di braccia: per esempio, le firme vanno raccolte su moduli che devono assolutamente essere dei fogli A3 fronte/retro a colori, e ancora grazie che esistono le copisterie (in realtà si puà fare anche su fogli A4 separati, ma serve poi una procedura magica presso un ufficio sconosciuto, sito in fondo a una grotta nelle miniere di Moria, per poterli riattaccare: “meglio di no”). Oppure, devi essere tu a certificare che i tuoi mille firmatari siano effettivamente elettori, e a questo scopo devi recarti negli uffici elettorali di ciascuno dei 315 comuni della provincia di Torino, uno per uno, e chiedere i certificati elettorali dei firmatari di quel comune, da allegare alla pratica: immaginate un po’.

Non esiste assolutamente nessuno autorizzato a dirti come fare; non solo, ma più sono gli uffici a cui chiedi e più sono le versioni diverse che ricevi. C’è l’ufficio che ti mette un timbro per autorizzare una cosa e quello che assolutamente si rifiuta di mettere un timbro, di solito con commenti tipo “siamo mica qui a timbrar fogli per lei”; c’è quello che accetta le cose scritte a penna e quello che le rifiuta; e poi c’è l’ufficio elettorale centrale, dove una persona (peraltro gentile e disponibile) non può far altro che dirti che non è autorizzata a rilasciare pareri ufficiali sul fatto che una data cosa sia accettabile o meno; tu devi raccogliere tutti i documenti, presentarli, e poi qualcuno deciderà se vanno bene o meno, ma solo quando sarà troppo tardi per rimediare.

Infine, c’è la questione delle firme: perché non penserete mica che basti la volontà del cittadino, e che quindi si possano raccogliere semplicemente le firme in giro. Le firme devono essere autenticate, e attenzione, dice la legge, ci sono due opzioni. Se sei un partito, che già dispone di eletti, i tuoi consiglieri comunali e provinciali possono autenticare le firme; ti basta riempire i moduli con i dati dei tuoi simpatizzanti, farli firmare e metterci il timbro. Se sei una lista civica, dato che ovviamente nessun partito ti vorrà aiutare, la legge ti permette di usare un dipendente comunale, un notaio o un giudice di pace, che però devono venire autorizzati con una procedura che richiede una settimana e la collaborazione di tre uffici (anche qui per fortuna ho trovato sempre persone gentili), e che poi possono ricevere firme solo nel territorio comunale. E soprattutto, devono aver voglia di venire gratis a star lì per intere giornate e weekend: voi lo fareste?

Noi non demordiamo, e insistiamo; se poi non raccoglieremo abbastanza firme, o se l’ufficio preposto deciderà che la congiunzione astrale ci è sfavorevole e la cacca di formica in alto a destra invalida i moduli, pace; è tutta esperienza per le prossime elezioni comunali.

[tags]elezioni, democrazia, torino, torino a 5 stelle, lista civica, burocrazia, moduli[/tags]

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martedì 21 Aprile 2009, 19:09

Bullo di merda

Lo sapete che dei gobbi penso tutto il male possibile; con i giornali pieni di titoli sul caso Balotelli – giocatore italiano di pelle nera, bersagliato da cori razzisti per tutta la partita, dall’intero stadio della Juve, al punto da far squalificare il campo bianconero – posso perdermi una occasione per sparare a zero su di loro?

No, non posso: e infatti vi lascio a titolo di esempio un paio di link al forum dei Drughi, lo storico gruppo ultrà bianconero, in cui della manciata di thread attivi ce n’è uno dedicato a ribadire che “ho cantato NEGRO DI MERDA a quel NEGRO DI MERDA e lo rifarò” e un altro a festeggiare il compleanno di Adolf Hitler. Giuro che quando ho letto quest’ultimo pensavo che fosse uno scherzo…

Eppure non è credibile che trentamila persone, compresi i vecchietti dei distinti, si mettano in coro unanime a insultare un giocatore solo per la sua pelle nera, tanto più quando in campo ce ne sono altri tre o quattro, in entrambe le squadre, a cui non viene dedicato nemmeno un buh.

Già vi dissi che lo stadio non va sempre preso sul serio, che si verificano fenomeni emotivi poco controllabili che però, tra sani di mente, rimangono lì dentro e non rappresentano più di tanto il pensiero effettivo delle persone. A questo però aggiungiamoci che Balotelli è un ragazzino con seri problemi psicologici, il cui atteggiamento in campo è provocatorio, bullesco e spesso volutamente scorretto; tutto meno che un gentleman, forse più un Cassano di colore.

Solo che ha la pelle nera, per cui si verificano due cose: da una parte si svela come, sotto sotto, per l’italiano medio un nero che mal si comporta vada insultato non per le sue azioni, ma innanzi tutto per il colore della pelle; un razzismo diffuso che probabilmente la maggior parte degli italiani controlla e non fa vedere, ma che, per palesarsi anche a livello di tribune VIP, è davvero onnipresente.

Dall’altra, proprio perché è nero a Balotelli non si può dire niente: appena qualcuno lo critica, lui si attacca al razzismo; e se il mal comportamento non giustifica il razzismo in chi lo subisce, il razzismo non giustifica l’impunità per i comportamenti di chi vi è soggetto.

E allora questa vicenda mi fa pensare come in Italia si sia ancora ben lontani dalla parità, visto che, da qualsiasi parte si prendesse questa vicenda, per giorni tutti hanno parlato soprattutto del colore della pelle delle persone, e quasi per nulla dei loro comportamenti; e invece la vera parità sarebbe applaudire o criticare le persone per quello che fanno, senza condannarle e senza assolverle a priori per il loro colore.

[tags]razzismo, calcio, serie a, juventus, gobbi, drughi, nazisti, hitler, inter, balotelli[/tags]

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lunedì 20 Aprile 2009, 12:35

Il Poli è radioattivo?

Ho ricevuto ieri sera un messaggio inquietante dal dottor Roberto Topino, già noto per avere individuato le misteriose piante deformi nei prati di Torino.

Tutto nasce da una delle tante cose dette con faciloneria quando si magnifica la costruzione di inceneritori: tutte quelle ceneri (in gran parte tossiche e classificate come rifiuto speciale) si potranno smaltire da qualche parte, ad esempio come materiale per costruzione o per terrapieni stradali. E così al dottor Topino è venuto un dubbio: ma non sarà che questa idea circola perché l’hanno già fatto in passato?

Così si è preso un contatore Geiger (buona parte dei rifiuti speciali sono costituiti da materiale radioattivo, ad esempio quello prodotto dagli ospedali) e ha percorso in bici un tratto del più grande lavoro di scavo mai effettuato in città: il passante ferroviario. E guardate qui…

Secondo il dottor Topino, il livello naturale di Torino è di 0,1 microsievert per ora; il livello misurato al Politecnico è di 0,6-0,8 in superficie (stessa cosa vicino all’igloo di Merz). Non so quanto sia pericoloso un tale livello, né se la cosa sia spiegabile in altro modo, né se il valore sia stabile nel tempo e correttamente misurato; certo che è una scoperta inquietante, e spero che ci sia qualche esperto disposto a capirne di più, magari al Politecnico stesso.
[tags]torino, rifiuti, inceneritore, radioattività, politecnico, inquinamento[/tags]

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domenica 19 Aprile 2009, 09:18

Mi scrive Brunetta

Ieri mi è arrivata una mail da Staff di Renato Brunetta (renatobrunetta1950@gmail.com) per avvertirmi dell’imminente uscita del suo prossimo libro, che muoio dalla voglia di non leggere (l’introduzione specifica che è un libro che ci spiega come è facile cambiare le istituzioni se davvero lo si vuole e se si sa cosa fare, non come le “chiacchiere dei politicanti”). La mail è in orrido HTML e si chiude con un rimando al “blog di Renato Brunetta”.

Questo mi ha fatto insospettire, e mi son chiesto come mai mi avessero spammato. Risposta facile, perché io ho la buona abitudine di registrarmi sui vari siti non con il mio indirizzo di e-mail, ma con indirizzi usa-e-getta che posso creare al volo grazie a un trucco sul mio server di posta; in questo modo so esattamente qual è il sito che ha tradito e ha ceduto i miei dati agli spammer.

In questo caso, il sito traditore è Blogitalia, un indice di blog su cui devo essermi registrato secoli fa non so più perché. Ma cosa fa pensare ai gestori di un sito (a parte eventuali $$$ che potrebbero aver incassato) che i blogger italiani potrebbero essere interessati a un libro di Brunetta? A me sembra il target peggiore: perlomeno uno che ha un blog non crede immediatamente a qualsiasi stupidaggine, come chi si limita a vedere i telegiornali. O forse no?

[tags]brunetta, spam, blogitalia, blog, blogger[/tags]

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sabato 18 Aprile 2009, 10:25

Bollettino

Oggi sono un po’ di corsa: nel pomeriggio, in piazza Castello lato via Garibaldi, comincia la raccolta delle firme per presentare la lista civica alle prossime elezioni provinciali (sì, la prossima volta ve lo dico con più anticipo: gli ultimi giorni sono stati un delirio di burocrazia e autorizzazioni di ogni genere, ma dovremmo riuscire a pubblicare presto luoghi e orari per le prossime due settimane).

Vi lascio quindi con il bollettino cittadino di questi ultimi due giorni: hanno infine arrestato Angelo Soria e adesso vorrei proprio sapere con che faccia la Bresso giustificherà il fatto di non averlo cacciato prima.

Nel frattempo è partita l’indagine sull’appalto dell’inceneritore del Gerbido, già bloccato dal TAR per irregolarità, o meglio per il sospetto che la cordata vincitrice non avesse in realtà i requisiti adatti, ma abbia magicamente vinto lo stesso. Bene, e allora come reagisce la cupola cittadina, all’idea che abbiano dato l’appalto a una cordata dai requisiti insufficienti e che è sotto indagine per accertare se abbia mentito in proposito?

Chiamparino sbotta: “Non capisco i tempi della giustizia”. Si sa, il problema sono queste maledette leggi e i giudici che si ostinano a farle rispettare, invece di permettere ai politici di assegnare liberalmente gli appalti come ritengono più opportuno; peraltro non si capisce come possa essere considerata lenta una inchiesta che è stata ufficialmente aperta da 24 ore. Si percepisce tutto il fastidio all’idea che, volendo costruire l’inceneritore a tutti i costi, si sia invece costretti a rendere conto della spesa di soli 12 milioni di euro solo per la costruzione. E allora la cupola che fa?

Beh, La Stampa pubblica a fianco il solito spaventapasseri: “rischiamo la fine di Napoli”. Intanto, anche se fosse vero il rischio, sarebbe perché loro non sono stati capaci di fare un appalto regolare, mica perché i giudici hanno trovato gli indizi e hanno cominciato a indagare. Ma sapete bene che se rischiamo di affogare nei rifiuti è più che altro perché le procedure per portare la raccolta differenziata porta a porta in tutti i quartieri torinesi vanno a rilento, proprio perché se andassero troppo in fretta poi non ci sarebbe più niente da bruciare, prima ancora che l’inceneritore sia pronto. Eppure, loro usano tutti i mezzi per spaventare la gente e convincerli che questi cattivi giudici gli faranno fare la fine dei napoli.

Colgo quindi l’occasione per segnalare che domani, sul sito del costruendo inceneritore, ci sarà una festa (portatevi da casa piatti posate e bicchieri non usa e getta) con tanto di semina di orto; anche se io non ci sarò causa matrimonio.

[tags]torino, chiamparino, bresso, grinzane, inceneritore, gerbido, no inc, scandali[/tags]

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venerdì 17 Aprile 2009, 17:37

Mentalità

Nessuna persona potrà mai essere libera se ha una mentalità da servo.

[tags]televisione, media, domenica in, silvan, berlusconi, rai, servi[/tags]

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giovedì 16 Aprile 2009, 17:21

Strani treni

La settimana prossima sarò a Bologna per parlare a questo convegno e partecipare all’assemblea di Società Internet; per questo motivo, mi sono messo a valutare orari e prezzi dei treni, sperando di non dover prendere l’auto (che costa 85 euro tra andare e tornare, per tre ore e qualcosa di viaggio in ciascun senso).

L’andata già è problematica: gli unici due treni che arrivano all’ora di pranzo sono questi:

screenshot-trenitalia-toboav-andata.png

Naturalmente, non c’è alcun treno che faccia la strada più breve, passando da Alessandria; è noto che ormai per andare in treno da Torino a qualsiasi parte d’Italia a parte Liguria e Versilia bisogna passare da Milano.

In pratica, il mio destino è partire alle 8:50 e metterci quasi quattro ore, perché è vero che l’ultimo tratto si svolgerà su un fantastico treno ad altissima velocità che sfreccerà per la pianura, ma per arrivarci devo prima prendere il solito regionale a carbonella che mi porterà a Milano Centrale, dove troverò una “ottimizzata” coincidenza di soli 45 minuti; il tutto per 46 euro, cioé più o meno lo stesso costo dell’auto.

Però, mi dice Trenitalia, c’è una alternativa: posso prendere il treno dopo, che fa lo stesso giro ma costa otto euro in più perché al posto del regionale c’è un EurostarCity (che sono i vecchi intercity rinominati per poter aumentare i prezzi senza vincoli); grazie all’aumento di prezzo e di velocità ci metterei… 25 minuti in più!

Va bene, non sono tanto contento, comunque proviamo a vedere il ritorno; ecco qui le mie opzioni per partire da Bologna subito dopo pranzo.

screenshot-trenitalia-toboav.png

Allora, ci sono finalmente due treni che suppongo passino da Alessandria – suppongo, perché con la nuova fantastica interfaccia di Trenitalia non basta più un solo click per scoprire le fermate intermedie di un treno e capire così che strada fa, ma bisogna cliccare una volta sul pallino nella colonna a destra, poi cliccare una seconda su “dettagli per selezione” e poi scrollare in basso e cliccare una terza volta sul secondo pallino che compare nella nuova riga apparsa in fondo alla schermata: che comodo!

Comunque, se riesco a prendere il primo treno sono contento, perché facendo la strada giusta ci mette le sue oneste tre ore e mezza (comparabili con l’auto) e costa 33 euro (meno dell’auto). Certo, uno poi guarda il treno gemello (quello delle 19:08) e si chiede perché i due treni simili non siano sincronizzati (come da manuale dell’orario cadenzato, quello per cui i treni partono sempre allo stesso minuto di ogni ora) e perché il secondo ci metta 22 minuti in meno a fare la stessa strada: ma come pianificano queste tracce?

Ma la cosa che mi lascia più perplesso è l’alternativa velocissima. Qui finalmente, per la prima volta, potrei fare l’intero percorso in alta velocità. La prima opzione prevede un cambio a Milano e ci mette due ore e 41 minuti. Risparmierei quasi tre quarti d’ora, anche se il risparmio è solo un quarto d’ora sull’intercity della sera: ma non sarà che quello del pomeriggio è stato rallentato perché se no l’alta velocità per Torino era chiaramente inutile? Comunque, per questo risparmio di tempo il costo è quasi il doppio: 60,90 euro. Ed è il 50% in più di quello che costa andare in auto, anche viaggiando da solo!

Oppure posso prendere il treno alta velocità successivo: che ci mette lo stesso tempo del precedente, ma è migliore in quanto non devo cambiare, e costa oltre dieci euro in meno. A questo punto mi chiedo: ma questi prezzi e questi orari come li decidono, tirando un dado?

Una volta, da Torino a Bologna c’erano degli intercity piuttosto comodi; anzi, mi sembra che negli anni ’80 e ’90 ci fossero addirittura degli interregionali. Questi treni facevano lo sporco lavoro del treno sulle medie distanze, che è costare meno dell’auto e non metterci molto di più, dandoti la comodità di non dover guidare e parcheggiare in cambio della scomodità di partire da punti fissi in orari prestabiliti. E a queste condizioni io prendo il treno tutta la vita; anzi, io ho sempre adorato il treno e odiato guidare.

Oggi, la competitività del treno è inesistente: in pratica la tua unica opzione è prendere dei treni a lunga percorrenza che vanno velocissimi per venti minuti (grazie a infrastrutture costate a tutti noi 60 milioni di euro al chilometro) ma che poi si impantanano tra stazioni intasate e coincidenze casuali; e alla fine il viaggio risulta in genere più lento e/o più costoso rispetto all’auto, persino quando sei da solo (se per caso hai una famiglia non pensarci nemmeno: per viaggiare in treno ti servirebbe un mutuo). Certo che poi, tra un po’, ci diranno che i treni sono semivuoti e devono aumentare i prezzi, tagliare le linee, ridurre i servizi… tranne quelli che giustificano le mega-opere da miliardi di euro su cui tutti devono mangiare.

E’ per questo che, per la prima volta e con la morte nel cuore, sto pensando seriamente di fare un viaggio simile in auto.

[tags]ferrovie, treni, trenitalia, alta velocità, torino, bologna[/tags]

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mercoledì 15 Aprile 2009, 13:31

Berlusconiani

Ho sentito poco fa al TG1 la notizia della cacciata dalla Rai (meglio, “sospensione”) di Vauro, unico capro espiatorio dell’ultima, contestata puntata di Annozero. La notizia è stata peraltro detta in modo estremamente buffo: il “giornalista” leggeva il comunicato della Rai dicendo lentamente e con enfasi le parti iniziali che criticavano la trasmissione, poi improvvisamente accelerava per buttare un po’ via la parte centrale non critica (“Nonsonstatinveceravvisatisostanzialielementi disquilibrioneldibattitosvoltonstudio nelcorsodellatrasmissione.”) e poi con voce stentorea proclamava la cacciata.

Non guardo più Santoro da anni; ne apprezzo la capacità di essere fuori dal coro, l’ultimo mohicano in una televisione ormai completamente al servizio del PD±L, ma non ne sopporto più la trombonaggine, il pippobaudismo di sinistra, e la generale necessità di ricondurre tutto a logiche banali tipo “operai buoni – padroni cattivi” oppure “veneti razzisti – immigrati sfruttati” (per non parlare dell’essersi fatto eleggere al Parlamento Europeo prendendo lo stipendio per fare poco o nulla). Quindi non ho visto la puntata scorsa; sono però andato a vedermi le vignette di Vauro incriminate.

Bene, che dire? Il gelo nello studio si avverte sin dal principio, e lo stesso Santoro cerca disperatamente di minimizzare. Si sente anche che Vauro è sinceramente indignato, e che le sue battute sono esplicitamente pensate come coltellate al governo; Vauro certamente pensa di agire per vendicare i morti, non per speculare su di loro. Allo stesso tempo, sono però chiaramente e totalmente fuori luogo: non fanno ridere, perché non c’è niente da ridere. Sarebbe stato meglio se si fosse limitato al primo disegno.

Però, è sufficiente questo per far cacciare con ignominia uno dei migliori disegnatori satirici italiani? Secondo me no, anche se sarebbe meglio che Vauro specificasse, per la forma, che naturalmente non voleva offendere nessuno e che se qualcuno dei terremotati se l’è presa è ovvio porgere le proprie scuse.

E infatti, l’uscita della Rai è parte del newspeak di questi giorni: il terremoto è una grande tragedia, ma grazie agli sforzi del nostro caro leader, sempre inseguito dalle telecamere in mezzo al fango e ripreso in pose ducesche, le sofferenze dei poveri abruzzesi sono state lenite. Il rancio è ottimo e abbondante; del resto vi basta ascoltare attentamente un qualsiasi servizio di un qualsiasi telegiornale in questi giorni per accorgervi che dopo ogni critica anche minima c’è sempre un “ma”; nelle tende fa freddo, “ma” sono state date coperte a ognuno; le case sono crollate, “ma” entro l’inverno ce ne saranno di nuove; l’ospedale è mezzo distrutto, “ma” senza dubbio qualcuno pagherà (anche se dubito che sarà chi l’ha costruito).

Quindi, quale migliore occasione per indebolire uno dei pochi programmi non allineati? E però, la colpa è anche di Santoro & friends, che insistono nel non capire più gli italiani. C’è chi ha detto che Santoro è uno dei pilastri fondanti del berlusconismo italiano, e io tutto sommato sono d’accordo.

[tags]rai, santoro, annozero, vauro, vignette, satira, censura, politica, berlusconi, televisione, terremoto, abruzzo[/tags]

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martedì 14 Aprile 2009, 20:50

Link

Anche oggi, al rientro dalle vacanze, avrei dovuto fare un post per lamentarmi di qualcosa. Ma era una giornata talmente bella! E poi lo scoop a cui lavoravo da qualche giorno, sulle piante deformi che crescono sopra i veleni della Spina 3 – cosa che peraltro, se leggete il mio blog, avevate potuto immaginare già da mesi – e di tante altre parti di Torino, è arrivato fino sulle pagine di cronaca della Stampa, e ora non c’è più bisogno che ne parli (il merito comunque è tutto del dottor Roberto Topino dei comitati contro l’inceneritore).

E allora, con cosa vi lascio stasera? Beh, vi lascio con il link al nuovo blog dell’Athletic Daspo, il club formato da tutti i tifosi granata oggetto di divieto di accesso allo stadio. Tra essi vi sono parecchi ultrà, ma anche gente che vi è finita in mezzo abbastanza per caso: pare che qualche giornata fa abbiano diffidato anche i due ragazzini che si erano aggrappati alle recinzioni della curva per afferrare prima degli altri le maglie lanciate dai giocatori. Al di là della benemerita raccolta di materiale per l’Abruzzo, la cosa più interessante – a patto che le questioni legali non vi facciano venire il mal di testa, e che abbiate un quarto d’ora da dedicarvi – è l’analisi del testo della legge che regola tale dispositivo.

Non perdetevi la chicca dell’articolo 6 quater, terzo comma: quello che dice che ai tifosi può essere imposto di tutto per garantire la sicurezza, ma nel caso in cui “si tratti di impianti costruiti nel territorio di comuni aventi una popolazione inferiore a 100 mila abitanti e la competizione riguardi una squadra calcistica, avente sede o radicamento territoriale nel medesimo comune, promossa al predetto campionato per la prima volta negli ultimi venti anni”, anche gli stadi piccoli, inadeguati e insicuri possono essere utilizzati per giocare in serie A. Perché? Perché proprio quell’anno era appena stato promosso in serie A il Treviso, e volete mica che la Lega lasciasse che la squadra di casa dovesse andare a giocare da un’altra parte…

[tags]veleni, torino, spina 3, piante, inceneritori, calcio, serie a, treviso, lega, daspo, violenza, ultras[/tags]

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