E’ ora di farsi sentire
La notizia era già stata anticipata nelle scorse settimane in varie occasioni, ma ora è ufficiale: il governo italiano ha aperto una consultazione pubblica sui temi della società dell’informazione, dal diritto d’autore ai problemi dell’accesso a Internet, dallo spam alla diversità culturale.
Si tratta di uno dei risultati del recentemente costituito “Comitato consultivo sulla governance di Internet”, presieduto dal professor Rodotà , di cui faccio parte insieme ad altri sei esperti. Nato per volontà del ministro Nicolais e del sottosegretario Magnolfi, il comitato ha lo scopo di preparare la posizione italiana per il prossimo Internet Governance Forum delle Nazioni Unite, che si terrà ad Atene a fine ottobre.
Allo stesso tempo, abbiamo cercato di costruire un canale di comunicazione tra il governo e il “popolo della rete”, trasformando la prima esperienza del “tavolo Stanca” istituito dal governo precedente in qualcosa che potesse essere aperto a tutti gli utenti della rete, inclusi i singoli individui. E’ nata così l’idea di una consultazione pubblica online, che in Italia ha pochissimi precedenti: da oggi fino al 22 ottobre, partendo da questa pagina e seguendo il link “consultazione virtuale”, è possibile leggere le bozze della posizione italiana ed inviare commenti di qualsiasi genere. Si terrà comunque anche un incontro fisico, il 12 ottobre a Roma, per il quale è necessario registrarsi sul sito, e che sarà trasmesso in webcast in diretta.
Personalmente, l’obiettivo per cui ho spinto per questa apertura è molto chiaro: anche alla luce delle esperienze del passato, legge Urbani in testa, ritengo che i governi italiani di qualsiasi colore debbano prendere l’abitudine di ascoltare molto più attentamente la voce del pubblico, e in particolare di quegli individui e quelle associazioni attive sulla nostra rete che dispongono di idee, competenza specifica, esperienza e capacità di innovazione; tutte caratteristiche che troppo spesso mancano alle istituzioni italiane, rendendo ad esse così difficile gestire adeguatamente l’impatto sociale ed economico delle nuove tecnologie, e così facile cadere vittima della sindrome da “colazione con Bill Gates” – quella per cui la modernità è firmare accordi miliardari con le multinazionali in cambio di un comunicato stampa.
Finora, ci siamo trovati davanti ad interlocutori politici inusualmente aperti e liberi da questo genere di impostazione mentale; tuttavia, si sa, la politica segue il consenso. E’ per questo che è così importante che dalla rete venga un supporto vasto e rumoroso alla pratica di concertazione che stiamo tentando di mettere in piedi, e una opinione libera e indipendente su tutti i temi di Internet, con l’obiettivo di orientare la politica del nostro governo anche dopo Atene, e di segnare una svolta rispetto al quinquennio passato; una svolta a favore dei diritti degli individui, della privacy, della piccola impresa, degli standard aperti, dell’inclusione digitale, della lotta al digital divide, della condivisione della conoscenza, della protezione dei consumatori dell’ICT; in un’Italia che ristagna, una innovazione vera.
Con tutti i caveat e i limiti di una prima volta, la possibilità c’è: sta a tutti noi sfruttarla. La politica è un territorio spesso imprevedibile e legato a logiche difficili da contrastare, per cui nessuno può garantire che questa esperienza avrà risultati tangibili; eppure, vale la pena di provare a farsi sentire. In questo caso, bastano tre minuti, due click e una mail.