La cena per farli conoscere
Ieri sera, uscendo con un gruppo che poi si è aggregato a un altro gruppo e così via, mi son ritrovato all’impossibilmente incasinato da raggiungere cinema Ideal per vedere La cena per farli conoscere, sottotitolo Commedia romantica, di Pupi Avati, con Diego Abatantuono; la storia di un vecchio attore comico italiano dalla vita dissoluta che si trova a fare i conti con il proprio declino e la propria vecchiaia (sarà mica una autobiografia?).
Ogni tanto fa bene vedere un film italiano, per ricordare a se stessi com’è che si era deciso di non andare a vedere i film italiani. Questo non era nemmeno totalmente orrendo; insomma, si poteva vedere, e la folla di venti-x-enni dai vestiti strappati ma firmati e dal portafoglio pieno dei soldi di papà , che affollavano il cinema, sembrava gradire. Certo, però, un buon film – buono, eh, mica un capolavoro – è comunque tutta un’altra cosa.
La parte leggera, o comica, era ancora accettabile; qualche scena buffa c’è, anche se è centrata su Abatantuono che imita Bisio (difatti nel film ha i capelli leccati e poco visibili, niente barba e baffi, e gli occhi sporgenti). Alcune battute erano carine, anche se altre erano di quelle in cui il cinema attorno a te ride, tu no, e ti chiedi pertanto se i venti-x-enni attorno a te sono stati talmente lobotomizzati dai film di Muccino e dalle battute di Striscia la Notizia da ridere a giochi di parole puerili, oppure se li paghino per ridere per finta.
Sulla parte drammatica, stendiamo un velo pietoso; essa è centrata su Abatantuono che imita Vasco Rossi, con gli occhiali da sole, i luoghi comuni spacciati per saggezza di vita, e le frasi sconclusionate. Soprattutto, è appiccicata con lo scotch; probabilmente hanno detto ad Avati che sull’ora e mezza (minimo sindacale) di film, dovevano esserci almeno tot minuti di dramma, e quindi ogni tanto, d’improvviso, succede un mezzo colpo di scena alla Chiquito e Paquito (ovviamente non ve li svelo), tutti piangono per tre minuti, e poi ricominciano i lazzi demenziali.
Da segnalare la dubbia prova delle supposte figlie di Abatantuono; Violante Placido è discreta, Ines Sastre è monotona, Vanessa Incontrada… dai, non scherziamo, Vanessa Incontrada sarebbe un’attrice? Vi dico solo che, quando verso fine film arriva sullo schermo Francesca Neri, sembra che sia entrata in scena Ingrid Bergman.
Riassumendo, la cosa migliore del film dev’essere la franca ammissione che neanche troppo velatamente Abatantuono fa nel finale: che la sua carriera d’attore, per quanto lui se la tiri, è stata ‘nammerda.