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Archivio per il mese di Marzo 2007


venerdì 23 Marzo 2007, 21:03

Vodafurb

Io non so se il nuovo servizio SMS Vocale di Vodafone, attivato di soppiatto il 6 marzo a tutti gli utenti, sia veramente una tentata truffa, come sostengono associazioni varie e le centinaia di migliaia di persone che hanno sommerso Vodafone di proteste e che, a forza di cercare di disattivare il servizio, hanno abbattuto il sito del 190 per due giorni. Vodafone ha chiarito che il servizio non era poi così strano, visto che l’utente veniva comunque avvertito chiaramente del costo di lasciare il messaggio vocale, mentre l’ascolto (a differenza di quello della segreteria) era gratuito. E però, ha dovuto sospendere di corsa il servizio, sotto l’onda di un tam-tam inarrestabile di mail e bloggate che l’accusavano di essersi inventata una furbata per sottrarre soldi agli ignari utenti e compensare il mancato introito per l’abolizione, guarda caso lo stesso giorno, delle entrate da costi di ricarica.

La cosa che un po’ sconvolge, invece, è l’insipienza o meglio l’arroganza del marchettaro milanese che si è inventato il tutto, pensando che, al solito, il popolo bue se la sarebbe bevuta senza fiatare. Come non capire che tutti gli italiani, ben conoscendo l’andazzo, avrebbero avuto non due ma quattro occhi aperti per almeno un mesetto, per poi naturalmente scordarsi tutto il mese successivo? (Bastava aspettare un attimo…)

E però, per fortuna che c’è Internet, che ci sono mail e blog liberi e gratuiti. Perchè la cosa che sconvolge davvero è che nonostante negli ultimi giorni siano arrivate a tutti varie e infuocate segnalazioni tramite catene di e-mail, l’abbondanza di risultati dati da Google News sull’argomento riguarda solo fonti online e newsletter indipendenti. Avete per caso visto un giornale o telegiornale “mainstream” che ne abbia parlato?

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giovedì 22 Marzo 2007, 23:54

Pagamenti in natura

L’argomento clou di questo meeting di ICANN sarà la decisione finale sulla creazione o meno del dominio .xxx per i siti porno. Rispetto a un mese fa, sono più possibilista; in generale, la situazione è ancora molto incerta.

Proprio per questo motivo, gli attivisti pro o contro l’approvazione del dominio si sono fatti più visibili. E così, sabato ho un appuntamento con un gruppo che si definisce “coalizione per la libertà di espressione”, formata dalle principali aziende del porno su Internet.

La domanda, comunque, non è cosa mi vorranno dire; lo so già. La domanda è: nel caso decidessi di aiutarli, cosa potrei chiedere come ricompensa a un gruppo di webmaster porno?

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mercoledì 21 Marzo 2007, 18:45

In volo?

Ecco, quando è suonata la sveglia alle sei meno cinque, le magliette erano ancora bagnate, così mi sono messo ad asciugarle col phon, e poi le ho messe in valigia bagnaticce cercando di isolarle tra gli asciugamani, e poi sono uscito in ritardo, e poi ho fatto guidare mia mamma che ha sfrecciato a novantacinque all’ora per tutta la tangenziale, e poi… insomma, sono arrivato al check-in Iberia e la signorina mi ha guardato male e mi ha detto: “Ma lei non dovrà mica andare a Madrid?!?”.

Insomma, avevano già chiuso il volo… però io ho fatto gli occhi dolci, e in fondo sono arrivato a -32 minuti dal decollo (il check-in chiude a -35), e insomma m’ha preso ‘sta valigia senza nemmeno pesarla (per fortuna, visto che fatico a sollevarla) e m’ha infilato sul volo, e io ho persino fatto la scena di tagliare (chiedendo) l’infinita coda dei metal detector, visto che avevano già fatto l’ultima chiamata.

E così, le mie magliette ora garriscono allegramente sul balcone di una bella casa di Lisbona, per completare l’asciugatura. Col vento che c’è, basteranno dieci minuti…

…e ho già anche sperimentato i caffè storici del posto!

Pasteis do Belem
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mercoledì 21 Marzo 2007, 09:38

In volo

Mentre leggete queste righe, io dovrei essere in volo per Lisbona via Madrid (oh, finalmente una coincidenza tutta dritta). Sto andando al meeting di ICANN, che comincerà solo sabato mattina – prima, mi godrò un paio di giorni a casa di amici.

Sperando che il tempo sia clemente e che le connessioni abbondino, mi piacerebbe fare qualche foto e metterla su in tempo quasi reale: dicono che Lisbona sia una gran bella città.

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mercoledì 21 Marzo 2007, 00:48

L’Olandesino

Quando devo partire, finisco inevitabilmente per trovarmi a fare la valigia all’ultimo momento, ossia, di solito, verso mezzanotte della sera precedente (se parto col primo volo del mattino).

Questa abitudine, tuttavia, ha un piccolo problema: che potresti accorgerti solo all’ultimo secondo che, nell’addensamento di cose da fare e persone da vedere di questi ultimi giorni, non ti sei ricordato di fare il previsto bucato dei colorati.

Bene, in queste situazioni ci si arrangia: si rimedia un vecchio pigiama invece di quello che si usa di solito, ci si rassegna alle canottierine di cotone a coste da cinquenne (eredità della mamma) invece delle magliette in sintetico colorate, e ci si adatta alle calze beige anche col vestito scuro. Eppure, alla fine di tutto questo, c’è una cosa su cui non ho potuto arrangiarmi: è che, a valigia praticamente chiusa, mi sono reso conto che era rimasta sporca la maglietta da calcio!

Dovete sapere che ad ogni meeting di ICANN o quasi si tiene un torneo di calcio. E che l’ultima volta, in Brasile, l’abbiamo vinto noi dell’At-Large, sfoggiando perdipiù un completino in magliette acriliche verdeoro edizione Germania 2006, donatoci personalmente dal nostro munifico manager Bret Fausett. Ovviamente, dopo la combattutissima finale con i sudamericani di casa, le nostre divise erano sporchissime; a casa, però, il dilemma sul fatto se il capo fosse lavabile in lavatrice aveva procrastinato il lavaggio finchè non me ne ero dimenticato. Ora, cerco la maglietta per metterla in valigia e mi rendo conto che è rimasta nel cestone dei vestiti sporchi!

E così, a mezzanotte e dieci, mi accingo all’esperimento del bravo lavanderino: mi ricordo di avere un fondo di detersivo per lavaggio a mano, riempio il lavandino di acqua tiepida, ci verso un tappo e mezzo di detersivo, infilo la maglietta, la strofino ben bene, la sciacquo, la strizzo… un successone: è pulita, e ha ben cinque ore e mezza per asciugare prima di finire in valigia!

L’esperimento è talmente un successo che decido di proseguire: parte una seconda lavandinata, stavolta con un pigiama, un paio di calze scure e un paio di magliette intime. Sono perfino dotato di Omino Bianco Smacchiatore da versare sulle macchie difficili prima del lavaggio. Approfitto dell’opportuna fase di ammollo per bloggare l’esperienza, e poi vi saluto, che devo ancora sciacquare, strizzare e stendere, e poi anche dormire un po’, se possibile.

Nel frattempo, vedete di farmi avere almeno qualche punto MiraLanza.

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martedì 20 Marzo 2007, 22:37

Sulla pelle degli altri

In fondo è bene quel che finisce bene: il giornalista è stato liberato, La Stampa oggi lo chiama già Daniele, per nome, persino nel titolo a nove colonne, come fosse un amico o una rockstar. Prodi e D’Alema si bullano del risultato, Gino Strada ha fatto un figurone, l’Italia ha riconfermato la propria fama di nazione di brava gente a cui nessuno in fondo vorrebbe far del male.

Certo, ci sono alcuni dettagliucci che sono passati un po’ in secondo piano. L’autista del giornalista è morto, decapitato sul posto. Il suo interprete è ancora nelle mani dei rapitori, ma essendo afgano, non è che ce ne freghi più di tanto. Per permettere al nostro giornalista di tornare a casa da eroe, sono stati liberati cinque guerriglieri talebani, colpevoli di numerosi omicidi, che presumibilmente torneranno ad ammazzare (afgani). E il mediatore (afgano), il direttore di uno degli ospedali di Emergency, è stato prontamente arrestato dal governo (americanafgano) di Karzai, e interrogato perchè riveli i nomi dei suoi contatti con i rapitori.

Ma appunto, cos’è tutto questo di fronte al brivido che potrà di nuovo provare la casalinga di Voghera, aprendo Repubblica e trovando altri servizi sul massacrprocesso di pace in Afghanistan?

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martedì 20 Marzo 2007, 14:49

Pranzo al sole (2)

Anche oggi sono andato a pranzare con la pizza di Angelo. A dire il vero non c’era il sole, ma c’era invece una torma di bambinetti che arrivavano dal vicino Politecnico, principalmente ingegneri mescolati a qualche architetto (si riconoscono dal tubo a tracolla).

Che emozione! Mi ha ricordato come ero io all’epoca: pieno di brufoli… incapace di spiccicar parola e di sollevare lo sguardo dal pavimento… in crisi esistenziale per interi minuti, con tanto di conciliaboli di gruppo, su dubbi fondamentali come scegliere tra la pizza pancetta e piselli e quella salsiccia e patatine… intento a complessi calcoli trigonometrici per concludere che, finite tutte le compensazioni, dovevo 35 centesimi di euro (all’epoca erano 300 lire) al mio vicino… e naturalmente, intento a parlar di donne con la competenza e la credibilità di un africano che parla di sci.

Qualcosetta di tutto ciò potrebbe ancora applicarsi, però è bello accorgersi di essere cresciuti.

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lunedì 19 Marzo 2007, 17:59

Un paese libero

Oggi, in comune a Torino, era prevista un’altra tappa della questione stadi: la discussione di una interpellanza con cui un consigliere comunale chiedeva di sapere se la Juventus avesse almeno pagato le rate del regalo ricevuto.

Bene, trattandosi di seduta pubblica del consiglio comunale, un gruppetto di tifosi particolarmente interessati alla questione – cinque, per la precisione – hanno deciso di andarla a sentire, e questo è l’agghiacciante racconto che ne consegue, fatto da una signora che faceva parte dei cinque. A scanso di equivoci, preciso che la signora in questione ha i capelli grigi e lavora nella segreteria direzionale della Regione Piemonte, insomma non è precisamente un ultras o un facinoroso.

Dunque, la seduta inizia in orario, discutendo di altri argomenti; i cinque arrivano, e, come richiesto in queste situazioni, si registrano come pubblico, lasciando i documenti agli uscieri. Quando, dopo un’oretta, si giunge al momento dell’interpellanza in questione, l’assessore Montabone, competente a rispondere, risulta misteriosamente assente. A questo punto, la seduta viene sospesa.

I cinque stanno lì a chiacchierare attendendo la ripresa dei lavori, quando improvvisamente spuntano un manipolo di vigili e tre funzionari della Digos, che, informandoli che la seduta non riprenderà ancora per parecchio tempo, ordinano lo sgombero della tribuna, invitando il gruppetto a spostarsi al bar. I cinque si dirigono allora verso il bar interno, ma vengono invece invitati ad andare all’esterno, nella piazza di fronte al Municipio.

Pertanto i cinque escono, prendono un caffè, e dopo una decina di minuti, non volendo comunque rischiare, tornano dentro. A questo punto la prima sorpresa: non appena loro sono usciti, la seduta è stata riaperta in tutta fretta, e Montabone ha cominciato a rispondere in assenza del pubblico. Riescono comunque a cogliere parte del racconto, secondo cui a Montabone risulta che siano stati versati sette milioni di euro. Il mistero si infittisce, non solo perchè l’accordo con la Juve, deliberato il 17/2/2003, prevedeva il versamento di un milione sull’unghia, due milioni all’anno ogni febbraio, e sei al rilascio delle licenze o comunque entro il 2003, quindi i milioni dovrebbero essere tredici, con altri due in corso di pagamento; ma perchè nei bilanci comunali di questi anni non compare nemmeno il versamento di sette milioni che “risulta” a Montabone. In pratica, sostengono quelli che hanno spulciato i bilanci, la Juve, dopo aver avuto lo stadio a prezzo stracciato, non avrebbe nemmeno pagato le rate, se non una l’anno scorso.

Ma non è finita qui: perchè a questo punto, finita la seduta a rotta di collo, i cinque escono e tornano sotto a riprendersi i documenti. E qui, c’è un attimo di panico: gli uscieri non li trovano, non sanno dove sono, sono visibilmente imbarazzati, chiedono di attendere. Dopo qualche minuto, arriva correndo uno dei funzionari della Digos, con i documenti in mano; chiama le persone per nome e glieli dà. In pratica, mentre i cinque assistevano alla seduta, i loro documenti sono stati portati in questura, dove loro sono stati registrati e schedati. Sfortunatamente, la fretta di chiudere la seduta ha fatto sì che l’operazione non fosse completata in tempo, altrimenti i cinque non l’avrebbero mai saputo.

Ora, sulla questione degli stadi la si può pensare come si vuole, ma che in questo paese si venga schedati dalla Digos solo per essersi interessati a una questione scomoda per i politici che ci governano è semplicemente agghiacciante. Dimostra come molti dei nostri governanti, dietro qualsiasi colore politico si nascondano, si siano ormai trasformati in un gruppo d’interesse dedito alla pura occupazione del potere a scopo d’affari, per cui le opinioni diverse dalle proprie vanno screditate in ogni modo o messe sotto controllo.

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domenica 18 Marzo 2007, 12:48

Nervosismo

Ci sono periodi in cui la tua vita ti manda segnali come ingrassare di tre chili in dieci giorni, ricominciare ad essere pieno di ferite in faccia, e litigare per qualsiasi motivo più o meno con chiunque passi di lì, dagli amici a Vint Cerf.

Riassaporando la sana lezione per cui, in certi momenti, la vita da soli potrebbe alla fin fine essere più piacevole che quella a contatto troppo stretto con gli altri, c’è una sola cosa da fare: uscire in bicicletta!

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sabato 17 Marzo 2007, 20:39

Reazioni

A Moncalieri, lui, sedotto e poi abbandonato da una estetista in favore del palestrato e carrierissimo manager della palestra Virgin, si è presentato davanti alla coppia per strada, con una pistola: ucciso il rivale, si è poi suicidato davanti a lei.

A Fucecchio, lei, abbandonata dal marito, riempie di psicofarmaci se stessa e la bambina di quattro anni, poi scappa a cercare aiuto; peccato che la dose che per un adulto è da tentato suicidio, per un bambino sia quasi certamente letale.

Anche se ogni persona reagisce in modo peculiare ed è difficile fare categorie, è interessante notare quanto diversa sia solitamente la risposta di genere alla disperazione da abbandono (quella che, sottintendendo il mancato raggiungimento dello stato di adulto, differisce dalla tristezza da abbandono per l’incapacità di continuare a vivere): tanto sanguinosa, finale e vendicativa quella del maschio, quanto silenziosa, dubbiosa e autodiretta quella della donna.

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