Plasmon
Oggi nella pausa pranzo, come talvolta capita, ho fatto un giro alla Fnac di via Roma. E ho notato un fenomeno interessante: l’area dei televisori al plasma, che una volta era limitata al crocicchio nel passaggio di arrivo delle scale mobili al piano inferiore, ha invaso completamente tutta la parte centrale del piano, occupando anche la zona dove una volta c’erano i giochi delle console, e arrivando a lambire e comprimere la zona dei libri e della musica.
Sarà che ciascuno di questi oggetti ha un certo ingombro, e quindi un minimo di assortimento occupa già una superficie considerevole. Eppure, non sono proprio regalati, a 1300 euro per un 42 pollici senza fronzoli, e ben oltre 2000 per un 50 pollici; ma, a giudicare da un indicatore affidabile come la visibilità nei negozi, stanno facendo furore.
Pare quindi che due anni fa ci sbagliassimo, quando ci indignammo per l’allora ministro Prestigiacomo che in televisione da Floris, commentando un servizio sulla crisi della Mivar, disse “E certo, fanno ancora televisori col tubo, al giorno d’oggi chi li vuole più? Tutti si comprano i televisori al plasma.”
D’altra parte, per una generazione che ha indebitato il Paese al 120% del PIL pur di regalarsi assistenza e pensioni oltre le proprie possibilità , volete che sia un problema caricare i propri figli di un rateo decennale per il televisore fighetto?