Alleanze
Stamattina ho acceso il televisore e, per caso, ho visto il notiziario della CNN; parlava della visita odierna di Bush in Albania e la commentava così: “E’ davvero impressionante confrontare le migliaia e migliaia di persone che ieri hanno marciato per le strade di Roma per protestare contro la visita di Bush con l’entusiasmo con cui è stato ricevuto qui in Albania, dove le persone sono scese in strada agitando bandiere americane e festeggiando in massa.” Ed effettivamente le immagini di folle festanti lasciavano pochi dubbi.
Il filoamericanismo è comune a tutti i paesi dell’Est Europa, che vedono gli americani come i liberatori dall’oppressore russo, un po’ come doveva essere da noi sessant’anni fa, e in più li identificano con potere, ricchezza e benessere. Per l’Albania c’è anche un motivo contingente, visto che i russi – per conto dei serbi – stanno per vetare una risoluzione del Consiglio di sicurezza a favore di ulteriori concessioni al Kosovo, il che provocherà (come sanno tutti) la dichiarazione di indipendenza da parte degli albanesi del Kosovo, e l’immediato riconoscimento del nuovo stato da parte degli Stati Uniti, che lo imporranno al resto del mondo.
Certo, però, è interessante chiedersi cosa significhi tutto questo: di fronte a un blocco storico dell’Unione Europea sempre più indipendente politicamente e indifferente, se non ostile, culturalmente, è ragionevole pensare che gli Stati Uniti spostino le loro alleanze e i loro aiuti sui paesi dell’espansione; pare un fenomeno storico potenzialmente senza ritorno, e chissà quali saranno le conseguenze di lungo termine per noi.