Un derby con la D maiuscola
Certo, avrei preferito non perderlo, ma alla fine oltre che incazzato sono soddisfatto e orgoglioso: questo è un Derby con la d maiuscola, non più quelle schifezze degli ultimi anni.
Sì, perché il risultato più giusto sarebbe stato un pari, e forse, ai punti, avrebbe vinto il Toro, che specie nel secondo tempo ha condotto quasi sempre il gioco, con ripetute occasioni (anche se la Juve ha sciupato un gol fatto con Nedved). Ma, alla fine, io temevo che si rivelasse una disfatta, che la Juve fosse nettamente superiore. E invece, siamo ritornati alla grande; l’abbiamo giocato alla pari e l’avremmo potuto vincere, e ho l’impressione che almeno per un po’ non si vedranno più gli 0-4 indegni del periodo del sicario Cimminelli (a proposito, drughi, si scrive con due “m”; lo striscione “Ieri Ciminelli, oggi Cairo, domani Tutankhamon?” non faceva granché ridere, ma almeno potevate scriverlo giusto).
E insomma, siamo ritornati alla vera storia di molti derby: quella in cui il Toro fa un gran gioco, e la Juve vince con un gol di culo, al 94′, su un rimpallo e in fuorigioco di cinque metri (e certo i gobbi si appiglieranno all’infinito ai cavilli del regolamento; del resto anche Moggi diceva che le regole vanno “interpretate”). Questo derby è il prototipo della gobbitudine; i gobbi hanno fatto un’infamata andando (pare) ad aspettare il pullman dei nostri giocatori, e hanno cercato la violenza in ogni modo; come coreografia hanno fatto schifo, vestiti da steward e con una bandiera ogni venti persone; come tifo non ne parliamo, si sono sentiti solo per gli otto secondi tra il gol e il fischio finale; come gioco sono andati bene nel primo tempo, ma poi hanno subito per tutto il secondo; e poi hanno vinto rubando (se sia rubando per culo o rubando per dolo, poco importa). Per i gobbi l’unica cosa positiva è il risultato; e quindi, se domani un gobbo si vanta, lo lasceremo fare perché significa che non ha capito niente né di calcio, né di vita.
Mi dispiace per ragazzi e vecchi in lacrime, ma passerà ; c’è un derby ogni sei mesi, e dopo stasera penso proprio che ce li giocheremo tutti, e magari con ancora più rabbia. Più preoccupante è il fatto che una partita finita così non farà altro che alimentare ulteriormente la violenza, che già è stata montata per mesi dai dirigenti e dai due giornali cittadini. Tra persone ragionevoli, i gobbi riconoscerebbero di aver vinto senza merito, e noi che nel calcio ci stanno anche partite così, e che per il primo derby del nuovo Toro possiamo accontentarci, pur se con amarezza, di una chiara vittoria morale. Invece, continueranno polemiche e accuse tra dirigenti e giornalisti, e di conseguenza anche gli scazzi e le violenze tra tifosi.
La rabbia è enorme, e persino io, stasera, ho fatto fatica a non rispondere davanti al tarro con la Punto modificata che sgommava con la sua bandierina di plastica in corso Ovini, gridando ai nostri tifosi “minchia vuoi la foto?”. Ma sono ulteriormente fiero di come nessuno, ma proprio nessuno, abbia detto una parola ai pochi disabili bianconeri che sono stati fatti uscire proprio in mezzo al flusso della massa granata. E ci mancherebbe, ma in una situazione del genere, a parti invertite, non sarebbe andata così.
P.S. Però lo striscione “ROCCHI COBOLLI E MOGGI LADRI DI IERI E DI OGGI” domenica va fatto assolutamente, perché va bene non soffiare sul fuoco, ma non bisogna neanche farsi mettere i piedi in testa: era fuorigioco di cinque metri!