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lunedì 15 Ottobre 2007, 11:53

Urne di cioccolata

Non so bene che cosa provo per voi, italiani che siete andati ieri a votare alle primarie del Partito Democratico: se ammirazione per la vostra residua fiducia nella politica italiana, o stupore per quanto sia facile farvi rientrare nel gregge.

Ovviamente quella è la mia area politica, e quello è il partito che voterei se dovessimo andare domani mattina alle urne (quelle vere, non quelle di cioccolata). Ma io, nel mio piccolo, non faccio il prestanome per nessuno; proprio perché rispetto la democrazia sopra ogni altra cosa, l’idea di andare a far parte di una coreografia di massa dal risultato già scritto, come la comparsa in una di quelle scenografie negli stadi della Corea del Nord, mi fa sinceramente ribrezzo.

Vado volentieri a farmi consultare, se mi consultano su qualcosa. Se mi chiedono se sono a favore o meno della legge 30, per esempio, e come cambiarla in meglio. Se mi chiedono se voglio o non voglio il nucleare, la caccia, l’aborto. O perlomeno se c’è qualcosa da decidere, come la composizione del Parlamento.

Quello di ieri, invece, era lo specchio della politica berlusconizzata reinterpretata dalla sinistra italiana. Il candidato era unico; doveva vincere Veltroni, come Prodi alle primarie precedenti; il partito gli ha messo di fronte un paio di candidati di cartapesta, giusto per salvare le apparenze, e un altro paio di sconosciuti sono saltati fuori facilmente, perché in Italia non si nega una telecamera a nessuno. La scelta, insomma, l’avevano già fatta loro per noi, come sempre; volevano solo la nostra benedizione per far bella figura in TV.

I candidati principali, Veltroni e Letta, erano ovviamente lì solo per i propri innegabili meriti; il fatto che siano il figlio dell’ex direttore dell’Unità l’uno, e il nipote dell’ex assistente e manager di Berlusconi l’altro, non ha assolutamente avuto parte nella loro folgorante carriera politica. Si sono fatti da sé, senza aiutini, e sono quindi titolati a rappresentare il nuovo futuro dell’Italia, finalmente libero dalle raccomandazioni e dalle caste.

Questa, più che una elezione, era un negozio di giocattoli in cui ti vendono un solo modello di bambola, però ti chiamano con gran cerimonia a sceglierne il colore. Ti piace il verde? Puoi votare Veltroni ambientalista, con la lista “Con Veltroni. ambiente, innovazione, lavoro”. Preferisci il rosso? Ecco Veltroni presidente operaio, con la lista “A sinistra con Veltroni”. Vuoi l’azzurro? C’è Veltroni moderato, con la lista “Democratici con Veltroni”. Che differenza ci sia tra le tre, non è dato sapere.

Oppure, se proprio vuoi un tocco di anticonformismo, puoi votare per Letta o per Bindi; a differenza di Veltroni che propone… boh?, Letta propone… mah?, e Bindi invece propone… chissà? Una durissima contrapposizione politica: vota per me, che ho la faccia più simpatica. Tanto il risultato è già scritto, un tanto al chilo; facciamo avere un bel plebiscito a Veltroni, così è credibile, e diamo un contentino agli altri due, e agli outsider rompicoglioni mettiamo uno 0,1%, che di meno proprio non si può.

Per carità, i cambiamenti sono sempre difficili, e le attitudini non si modificano in un attimo, e ci sono comunque tante altre ragioni per dare al Partito Democratico una chance, prima fra tutte quella di volerci perlomeno provare. Prima, però, dimostrino che non è l’ennesima pagliacciata, e soprattutto abbiano il coraggio di chiedermi un parere su qualcosa di concreto dandomi veramente voce in capitolo, prima di mostrarsi sulla porta di casa mia.

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7 commenti a “Urne di cioccolata”

  1. Piero:

    Bel post, complimenti. Su La Stampa di oggi a pagina 5 c’è la sua foto, dalla quale si capisce perché tanti italiani gli hanno dato la “benedizione”. ;-))

  2. Attila:

    Il commento migliore lo ha fatto Emanuele Macaluso venerdì sera ad 8 e mezzo…

  3. Yari:

    Si gira attorno al problema, in Polonia è apparso papa Wojtyla sotto forma di elementale del fuoco, sempre focalizzati sul problema sbagliato. Maledetti acher. A lavorare, altro che giocare con web 2.0 tutto il giorno.

  4. Alberto:

    Io sono uno di quegli italiani che sono andati a votare. Nè perché mi senta parte di un gregge, né perché mi senta particolarmente fiducioso. Semplicemente perché quando mi si dà la possibilità di scegliere chi mi deve governare non vedo che motivo abbia di rinunciarvi per starmene a casa. Starsene a casa e poi lamentarsi perché le facce della politica sono sempre le stesse è un po’ come andare ad Eataly e lamentarsi perché c’è la coda e tutto costa carissimo. Il fatto che le primarie abbiano avuto un esito scontato non è figlio di una scelta a priori (tant’è vero che un qualunque Adinolfi si è potuto candidare) ma semplicemente del fatto che la stragrande maggioranza delle persone che hanno votato sono persone che si identificano nel partito e quindi nei suoi orientamenti maggioritari. Il resto della società civile se ne è stato a casa e quindi ha semplicemente rinunciato a scegliere. Io non sono affatto sicuro che voterei per il PD alle elezioni, ma voterei anche alle primarie del Partito delle Libertà, se mai si svolgessero per i motivi di sopra, ovvero che non vedo perché rinunciare a scegliere.
    Per la cronaca una mia conoscente, che non aveva mai fatto politica fino a pochi mesi fa, è stata eletta all’assemblea costituente nazionale, questo per dire quanto la politica sia una casta impenetrabile. Basta aver voglia di impegnarcisi. Ma parafrasando Rino Gaetano quando si tratta di attaccare la politica siamo tutti “incendiari e fieri”, quando dobbiamo partecipare siamo “tutti pompieri”.

  5. Attila:

    Le votazioni senza regole vere e propria sono solo delle fanfaronate ad uso e consumo di chi ci vuole credere…
    Leggi anche il Referfarsum (giusto per usare un espressione che non infanghi la Carta Costituzionale) delle fabbriche (a cui hanno potuto votare cani e porci anche più volte…)

    Ma quando si è alla frutta… si sceglie il frutto che capita… e in Italia sono sempre i cachi…
    Perchè la Terra dei Cachi è la Terra dei Cachi…

  6. rossana:

    Sono giunta per caso nel tuo sito, o bellissimo giovanotto, che hai giusto 35 anni meno di me, ed ho cominciato ad esplorarlo con molta insicurezza, vista la tua grande competenza informatica. Quando ho letto il tuo post sull’evento di ieri mi hai regalato un momento di soddisfazione, perché mi sono riconosciuta in quel che hai scritto.
    Trovo questa operazione gattopardesca e sto a guardare, sperando, sinceramente, di essermi sbagliata. Non mi sembra che sia stato possibile a chiunque candidarsi: soltanto chi non avesse alcuna chance di contrastare il candidato Veltroni lo ha potuto fare. Già prima i giochi erano fatti e le candidature rigorosamente programmate. Come si andrà verso una rinascita non so, se l’ossatura del NUOVO partito è composta dal vecchio apparato, con tutti i vizi che questo comporta. Ma chi non è più giovane ha perso il dono dell’entusiasmo. Il tempo forse darà ragione ad Alberto, ed io sarò felice di prenderne atto.
    p.s.ho ascoltato anche due file musicali: li ho trovati assai godibili .

  7. Alberto:

    Ho l’impressione che si continui a confondere il “credere nel Partito Democratico” con il pensare che a qualsivoglia scelta che, dall’amministratore di condominio al governo del paese, sia meglio partecipare che astenersi. Personalmente sono piuttosto scettico sul fatto che un vero partito progressista possa nascere dalle ceneri di un partito confessionale, così come mi lascia perplesso la scelta di non collocarsi, a livello europeo, in nessuno dei due maggiori schieramenti politici. Tuttavia, visto che:
    1. stare a casa equivale a dare una cambiale in bianco a chi va votare e sono abbastanza diffidente da non farlo,
    2. concettualmente le primarie sono un fatto, a mio avviso, positivo che auspicherei accadesse su tutti gli schieramenti politici (ahi, utopia!!),
    io sono andato, come dicevo, né perché mi senta parte di un gregge né perché abbia una straordinaria fiducia nel PD.
    Certo, ci possono essere dei limiti nella modalità di svolgimento delle cose, ma sono abbastanza convinto che se l’assemblea costituente nazionale l’avessero eletta le segreterie dei rispettivi partiti aderenti difficilmente la mia conoscente di cui parlavo ne farebbe parte.
    Ciao

 
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