Stai punito
Oggi, come qualsiasi venti dicembre di ogni anno, mi sono preparato per pagare l’ICI. Peccato che, mentre ricontrollavo le aliquote, abbia scoperto che, zitto zitto, il governo Prodi ha avuto la bella idea di anticipare la scadenza al giorno 17.
Dunque, cerchiamo di descrivere in modo preciso la situazione. Tu ti alzi il giorno della scadenza e vai (tu) presso alcuni tizi che vogliono da te dei soldi per il solo fatto che esisti e possiedi una casa, peraltro comprata con denaro sul quale hai già pagato le tasse una volta quando l’hai percepito come reddito. Arrivi da loro, e loro ti fanno: sai che c’è? Abbiamo deciso che da quest’anno ci devi i soldi tre giorni prima del solito; però ci siamo guardati bene dal comunicartelo in alcun modo. Per cui, adesso ti puniamo.
La logica di essere puniti per qualcosa che un altro ha deciso che dovevi fare senza nemmeno dirtelo non fa una grinza; del resto, per sopravvivere oggi in Italia bisogna fare miracoli, quello della lettura mentale nel cervello di Prodi (ammesso che vi sia ancora vita là dentro, tra una biascicata e l’altra) è solo uno dei tanti.
Dunque, la punizione è la seguente: se ti ravvedi di tua spontanea volontà (per un peccato che nemmeno sapevi di avere commesso), e lo fai in modo “operoso” (qualsiasi cosa voglia dire; probabilmente è un modo per farti sentire ridicolo durante l’operazione), puoi cavartela con solo il 3,75% di sanzione, più lo 0,007% al giorno di interessi.
Che è un trucco sporchissimo per dire che tre giorni di ritardo ti costano il 3,771%, che equivale – visto che gli interessi non crescono linearmente, ma si compongono – all’8935,8% su base annuale.
Naturalmente, puoi ancora pagare tutto ciò online; guarda caso, esistono due codici tributo specifici (3906 per l’interesse e 3907 per la sanzione) proprio per pagare in questa situazione. Peccato che ci sia una ulteriore clausolina: tutte le cifre vanno arrotondate all’euro più vicino, con un minimo di un euro. Quindi, visto che la sanzione è spezzata in due parti, e che bisogna pagare separatamente a ciascun comune, gli 0,09 euro e 0,02 euro che devo al comune di Torino e a quello di Saint Vincent a titolo di interessi diventano un euro ciascuno.
Non parliamo nemmeno di cosa succede nel caso opposto; del resto vi ho raccontato un pezzettino della trafila – neanche tutta – che devo fare per riavere quattromiladuecento euro (non bruscolini) che lo Stato ha preteso da me tre anni fa, per poi accorgersi dopo due anni e mezzo che in realtà non ne aveva diritto; se va bene li rivedrò tra un anno, ovviamente senza una lira di interessi.
Poi non lamentatevi se al prossimo giro voto il centrodestra; non cambierà niente, ma almeno a parole mi prometteranno di abbassare le tasse, invece di proclamare che sono bellissime.
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