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Archivio per il mese di Gennaio 2008


mercoledì 23 Gennaio 2008, 15:36

Il desiderio di non scendere in dettagli

Vorrei tanto potervi scrivere qualcosa di intelligente.

Ma non solo sono nel mezzo del trasloco: ho anche passato tutta la tarda sera di ieri, la notte, la prima mattinata e la pausa pranzo a premere F5 come un cretino sulle pagine del forum di Forzatoro, per condividere l’incredulità e poi sfogare l’incazzatura per la vicenda Rolando Bianchi.

Per riassumere, come la mette Nesti, “Si percepisce, attraverso le voci dei dirigenti granata, il desiderio di non scendere in dettagli, al di là della grande delusione sul piano umano.” In pratica, stamattina Nesti ha telefonato a Cairo chiedendo “Allora, mi racconta com’è che s’è fatto fregare il giocatore quando l’aveva già annunciato a mezzo mondo?” e Cairo ha risposto insultandolo per dieci minuti…

[tags]toro, cairo, nesti, rolando bianchi, calciomercato[/tags]

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martedì 22 Gennaio 2008, 17:08

Secondo loro

Oggi a Torino è una giornata meravigliosa; il sole splende e in fondo ad ogni via si vede una montagna innevata. Per questo motivo, ho deciso di passare la pausa pranzo sulle panchine di piazza Castello, ed è lì che, con un pezzo di pizza in mano, ho assistito allo sbarco di una truppa televisiva composta da gentile signorina scosciata e cineoperatore con camera a spalla, sulla quale campeggiava un vistoso adesivo Mediaset.

I due, con piglio convinto, hanno abbordato due giovani signore che stavano sedute sulla panchina di fronte alla mia, e hanno cominciato a porre loro domande di vario genere su temi di attualità, spaziando dal Papa alla politica. Dopo qualche domanda, una delle due signore ha chiesto “ma scusate, ma per che cosa è?” e la scosciata ha risposto: “E’ per ‘Secondo voi’, va in onda su Italia 1 alle 12:15”.

Ho effettivamente scoperto che esiste una trasmissione con tale nome, ed è l’ultima erede delle rubriche che Mediaset tira fuori quando le elezioni si avvicinano, quelle in cui intervistano cento italiani a caso divisi equamente: cinquanta entusiasti sostenitori di Berlusconi, e cinquanta implacabili critici del centrosinistra. In questa incarnazione è condotta nientepopodimenoche da Paolo Del Debbio, noto principalmente per due cose: è docente di Etica della pubblicità allo IULM (un po’ come insegnare Sobrietà col whisky agli Alcolisti anonimi) ed è uno dei fondatori di Forza Italia. Non per nulla ne faceva la parodia persino Gene Gnocchi

Comunque, io ho sperato che venissero da me, pur sapendo che nulla di ciò che avrei potuto dire ce l’avrebbe mai fatta a superare la selezione dei berlusconiani. Però mi sono immaginato alcuni modi appropriati di reagire alla fatidica richiesta “Scusi, possiamo farle alcune domande?”, naturalmente dopo che avessero acceso la telecamera. Ad esempio, avrei potuto improvvisamente venire posseduto da una voce rauca e demoniaca, urlando “Diiiiteee a Beeerlusscooooniiii che verroooo preesttooo a rissscuoooteereee il suoo deebitoooo…”. Oppure, avrei potuto dichiarare che i media sono tutti venduti e servi di un sistema corrotto. Oppure avrei potuto esporre lo stesso concetto nascondendolo in modo che non potessero capirlo, ad esempio usando dei congiuntivi. Insomma, ci sono tante cose che si possono fare quando il biscione bussa alla tua porta. Peccato che non andranno mai in onda.

[tags]televisione, tv, secondo voi, italia 1, mediaset, del debbio, berlusconi, media[/tags]

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lunedì 21 Gennaio 2008, 13:55

Il fascino del fascio

Poco fa, mentre tornavo a casa, ho ascoltato per caso il giornale radio su Radio Uno. Mi sono così beccato un pippone micidiale sotto forma di servizio, che decantava l’operazione di recupero svolta dalla Rai su di un brano televisivo scritto cinquant’anni fa da tal Tommaso Landolfi.

A fine servizio, parte a tal proposito una intervista a Giorgio Albertazzi, che alla domanda di cosa pensi di Landolfi risponde innanzi tutto che secondo lui è il più grande scrittore italiano del Novecento. Mentre io immagino Pavese, Montale, e una dozzina abbondante di altri letterati del secolo scorso che si rivoltano nelle proprie tombe, mi chiedo anche – conoscendo sia l’Italia, sia le simpatie politiche di Albertazzi – se questo Landolfi sia per caso parente di Mario Landolfi, ex ministro delle Comunicazioni per Alleanza Nazionale nell’ultimo governo Berlusconi.

Nel frattempo, però, Albertazzi si supera, completando a tono il ridicolo dell’affermazione iniziale: difatti, la frase, infilati un paio di altri superlativi di circostanza, si conclude con “…e poi Landolfi era un grande tombeur de femmes, e questo è qualcosa che ci unisce: difatti nel mio caso non sono io ad aver successo con le donne, sono le donne ad aver successo con me!”.

Per quanto ammiri la capacità e la voglia di Albertazzi, a 84 anni suonati, di rigirare una intervista su un argomento qualsiasi per baccagliare in diretta qualche centinaio di migliaia di donne italiane, non posso non commentare: “Bum!”

[tags]landolfi, albertazzi, baccagliamento, rai, il fascino del fascio[/tags]

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domenica 20 Gennaio 2008, 15:55

Un altro anno da Toro

Ben sapendo quanti granata leggono questo blog, mi sento in dovere di dedicare la domenica a scrivere due righe sulla situazione del Toro; che dopo il 2-1 di ieri, come tante cose in Italia, è grave ma non è seria, anche se domenica scorsa in casa con il Livorno si è vista la prima vera contestazione dell’era Cairo, con migliaia di persone a gridare “Ma ci prendi per il culo, fai giocare pure Oguro” (peraltro giocatore non meritevole certo di sfottò simili) e “Per restare in A, per restare in A, noi vogliamo Oronzo Canà.

Guardando la squadra di quest’anno, il fatto di avere chiuso il girone d’andata con meno punti persino rispetto alla derelitta compagine dell’anno scorso non si spiega proprio; il gioco è di un altro livello, i giocatori pure, l’allenatore altrettanto. Certo, c’è una chiara mancanza di un centravanti serio, e pure di un paio di ali di livello; ma se nel calcio ci fosse una logica, questa squadra, sistemando decentemente tali buchi, nel girone di ritorno farebbe trenta punti.

La partita di ieri, peraltro, è stata segnata pure dal solito delirio arbitrale; la Fiorentina, pur essendo nettamente più forte del Toro, è riuscita a segnare soltanto su due rigori regalati. Per dare un’idea, riportiamo qui sotto la sequenza del “fallo” su Mutu che avrebbe causato il secondo rigore:

mutu1.jpg mutu2.jpg mutu3.jpg mutu4.jpg mutu5.jpg mutu6.jpg mutu7.jpg mutu8.jpg

Su Sky, a un certo punto, hanno cercato disperatamente di giustificare l’arbitro proponendo il fermo immagine del primo fotogramma, ingrandendolo fino a far sembrare ciascun piede un quadratone, e dicendo “mah… qui forse c’è un contatto…”. Poi ci hanno ripensato, e hanno concluso anche loro che Mutu si butta spudoratamente.

Dopo la partita, sia Novellino che Cairo erano furibondi; quest’ultimo ha dichiarato apertamente che “questo rigore mi sembra una cosa assurda, allucinante, il trattamento che ci riservano gli arbitri è incredibile”, che credo sia una cosa vergognosa e scandalosa”, che mi è piaciuto il Toro stasera per il temperamento, poi purtroppo quando ci sono i cascatori è difficile andare avanti”, e addirittura che da quando ho criticato il gol di Trezeguet, da allora in poi ci hanno trattato in modo incredibile”.

Effettivamente, favori al Toro non ne capitano proprio mai, se si esclude un rigore regalato a Napoli e subito compensato da rigore ed espulsione contro. Effettivamente, nonostante faccia piacere il gemellaggio e i cori di sostegno reciproco, a Firenze ormai la società è fatta da “gobbi dipinti di viola”, partendo da quei Della Valle che non esitarono a farsi aiutare da Moggi pur di rientrare nel club di quelli che contano, e che nelle ultime giornate hanno inanellato favori arbitrali uno dietro l’altro (vedi rigore su tuffo di Vieri a Parma domenica scorsa).

La Stampa, ovviamente, si guarda bene dal sollevare il problema, o dal riportare le dichiarazioni di Cairo sul presunto dazio da pagare per aver protestato contro un discusso omaggio fatto dall’arbitro ai cugini rigatini all’ultimo minuto del derby. Allo stesso tempo, quella di buttarla sul superclassico “arbitro venduto, gobbi ladri” è per il presidente una buona tattica per distogliere l’attenzione dalle oggettive carenze della squadra: è difficile avere dei rigori a favore se non si entra mai nell’area avversaria…

Comunque, sperando nell’acquisto di una punta seria, il vero rischio per il Toro è precipitare in un clima d’isteria: è bene protestare, ma non si può entrare in uno psicodramma in cui al minimo ostacolo si perde la testa, si parla di complotti o ci si manda a stendere l’un l’altro. Ieri il Toro ha giocato un’ottima partita, e a parità di peso politico avrebbe portato a casa un punto senza problemi; soprattutto, preso il primo gol non si è disunito ed è arrivato a pareggiare su un bello schema. Bisogna continuare a crederci e a lavorare in tranquillità.

[tags]toro, fiorentina, cairo, novellino, mutu, cascatori, arbitri, il calcio è tuttora una mafia esattamente come tutto il resto[/tags]

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sabato 19 Gennaio 2008, 11:35

Mastella uno di loro

Credo che difficilmente si possa trovare un video che illustra l’Italia meglio di quello qui sotto.

Si tratta della Iena Alessandro Sortino – quello rosso – che va ad intervistare Elio Mastella, figlio di Clemente, cercando nel solito stile delle Iene di metterlo all’angolo sui presunti privilegi che l’ex Ministro della Giustizia avrebbe conquistato per i propri familiari. Mastella jr. snocciola il proprio curriculum – laureato in Ingegneria con 110 e lode, settimo livello metalmeccanico in Finmeccanica con contratto da 1800 euro al mese – e poi, quando proprio non ce la fa più, fa notare alla iena che lui, invece, è figlio di Sebastiano Sortino, giurista di Siracusa, direttore generale della FIEG (la federazione degli editori), e uno degli otto commissari dell’Autorità Garante per le Telecomunicazioni, quella che regolamenta le televisioni (proprio bene, come dicevamo per Sky).

Se sia più a rischio raccomandazione la carriera di Sortino jr. da intrattenitore in Mediaset, rispetto a quella di Mastella jr. da ingegnere in Finmeccanica, giudicatelo voi. Io continuo a sperare di non vedere mai più alcun Mastella in posizioni di rilievo politico in questo paese, e anche di vedere invece una Mani Pulite 2 che tolga di mezzo un po’ di “corrotti di poi”, cioè quei personaggi politici che, ora come nel 1991, sembrano o incapaci o corrotti, e di cui poi, grazie alla magistratura, si scopre tipicamente che è la seconda ipotesi.

Ciò detto, vedo anche evidente il rischio che di Mastella, come di Craxi quindici anni fa, una classe politica non meno compromessa di lui faccia il capro espiatorio da offrire alla cittadinanza incazzata, per cercare poi di tirare avanti esattamente come prima.

E quindi, ben venga questa conferma che, con pochissime eccezioni, tutti coloro che lavorano oggi in posizioni di rilievo, sia nella politica che nei media, sono dentro il sistema fino al collo; non importa quanto pretendano di essere alternativi.
[tags]mastella, sortino, iene, mediaset, politica, televisione, agcom[/tags]

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venerdì 18 Gennaio 2008, 20:35

Cucina di svuotamento

Piatti che possono esistere soltanto quando si è in vista di un trasloco e si devono eliminare i fondi della dispensa:

Pizzoccheri della Valtellina tonno e cipolle

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venerdì 18 Gennaio 2008, 14:16

Proposta di acquisizione

L’Italia è un paese europeo di grandi dimensioni e di forte attrattiva turistica; esso quindi avrebbe tutte le caratteristiche in regola perché la sua compagnia aerea nazionale diventi uno dei leader del trasporto aereo europeo, anche visto che, per posizione geografica, la sua capitale è potenzialmente il miglior hub per i collegamenti verso l’Africa e il Medio Oriente. Peccato che questa compagnia aerea sia talmente piena di assenteisti e incompetenti da poter sopravvivere solo se tenuta in vita artificialmente, e abbia un sito web talmente ben fatto che, se mi ci collego dal secondo provider ADSL italiano, mi risponde “It seems the system you are using is in USA. Do you want to access the American site?”.

Esiste invece un altro paese europeo, di piccole dimensioni, turisticamente inutile e situato in una posizione geografica estremamente infelice: la Finlandia. Come può allora succedere che la compagnia aerea nazionale di questo piccolo paese venga a farsi pubblicità sulla home page del maggior quotidiano online del grande paese?

Succede che presumibilmente i finnici hanno un management sveglio e capace, che, posto di fronte al problema di come espandere il fatturato della compagnia, si è reso conto che esiste un solo tipo di rotta su cui un passaggio per Helsinki può essere competitivo, quello dall’Europa centro-meridionale all’Estremo Oriente; è entrato in una alleanza globale, rinunciando ad altre rotte per specializzarsi su queste; ha ottimizzato orari e prestazioni per essere particolarmente conveniente su di esse; e poi si è affidato a una agenzia di pubblicità capace e internazionale, che ha organizzato una campagna promozionale multi-canale in inglese, che conduce su di un sito molto divertente, accattivante, e che riesce effettivamente a promuovere l’immagine di una compagnia innovativa, efficiente e piacevole.

Di converso, gli italiani hanno un management selezionato in base a logiche politiche, che apparentemente non si pone affatto il problema di come far crescere la compagnia e anzi nemmeno quello di portarla in pareggio, probabilmente perché è stato ingaggiato con un contratto non legato agli obiettivi e anzi che prevede magari, quando se ne andrà, una buonuscita miliardaria come premio per l’ottimo lavoro. Di conseguenza, quando si tratta di ingaggiare una agenzia pubblicitaria o di realizzare il sito, immagino che le logiche di selezione non siano legate alla capacità del fornitore, ma a chi è amico di chi.

Dopo questa constatazione, io avrei una proposta da fare: non potremmo vendere in blocco l’Italia alla Finlandia? Sono sicuro che, se fossero liberi di cacciare il nostro attuale management e sostituirlo con uomini di loro fiducia, dopo un po’ cominceremmo ad andare decisamente meglio.

[tags]italia, alitalia, finlandia, finnair[/tags]

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giovedì 17 Gennaio 2008, 20:32

La misura della crisi

Oggi è stata una giornata pienissima, tanto che terminato l’ultimo appuntamento della giornata non ho potuto fare altro che infilarmi nel take away cinese dietro casa mia, per un mix di riso alla cantonese e pollo fritto; schivando, dal suo menu italiano, l’eccezionale offerta di un piatto di spaghetti al misto di male.

Volevo soltanto dire che la misura della crisi morale della classe politica italiana non sono soltanto le disgustose dichiarazioni di Romano Prodi a difesa di Clemente Mastella, che personalmente spero sia, in caso di colpevolezza, solo la prima vittima di una nuova e ampia rivoluzione giudiziaria sulla falsariga di Mani Pulite. Capisco la necessità di difendersi la poltrona, visto che la defezione di Mastella farebbe cadere il governo, e quindi meglio sostenuti da un indagato a capo di un partito arrestato (come lo definisce Travaglio) che a casa e privi dell’agognato potere. Dopo tale scivolone etico pro interesse personale, tuttavia, per me Prodi ha perso ogni dignità; se insiste, temo che comincerò seriamente a dubitare persino della sua onestà.

La vera misura della crisi, però, l’ho avuta stasera, passando un quarto d’ora in piazza Chironi, dove la circoscrizione organizzava un incontro con i cittadini a proposito del progettato parcheggio sotterraneo nella piazza; e dove un manipolo di cittadini allibiti, cercando con difficoltà di infilare qualche domanda pratica o qualche opinione ogni tanto, hanno dovuto assistere al teatrino di quattro consiglieri di circoscrizione che infilavano battute alla Ballarò interrompendosi a vicenda, chiamando in causa praticamente qualsiasi tema dall’immondizia di Napoli alle attitudini di Chiamparino, pur di criticarsi l’un l’altro; senza mai ascoltare nessun altro che il proprio dirimpettaio di teatrino, né dire quale fosse la loro proposta per migliorare l’impatto del parcheggio oppure per risolvere il problema della carenza di posti auto in maniera alternativa.

Se pure a questi livelli c’è una simile alienazione dei politici dal resto della società e dalla realtà delle cose, temo che non esista altra via che farne interamente pulizia.

[tags]mastella, prodi, casta, giustizia, politica, piazza chironi, pollo fritto[/tags]

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mercoledì 16 Gennaio 2008, 13:57

Un paese ridicolo

Si può non parlare oggi del Papa alla Sapienza? Forse ne avrei fatto a meno, ma più ci penso e più concludo che siamo un paese ridicolo.

Forse il meno ridicolo di tutti è proprio il rettore della Sapienza. Non sapremo mai se nell’invito al Papa ci fosse un qualche desiderio di visibilità o di acquisizione di meriti presso la Santa Sede, però resta il fatto che, da che mondo è mondo, all’inaugurazione degli anni accademici presenziano tutte le autorità locali, comprese quelle religiose. Sicuramente l’idea di invitare il vescovo può sollevare qualche dubbio, sicuramente essa è complicata dal fatto che tale vescovo è anche il Papa e che viviamo in un’era retrograda, con una espansione strisciante del clericalismo che fa davvero paura. Ma alla fin fine Ratzinger non sarebbe stato necessariamente fuori posto.

In quest’ottica, ci sta ovviamente anche che i docenti possano sollevare obiezioni, chiedendo che a parlare siano altre figure. E’ però francamente ridicolo ritirare in ballo Giordano Bruno, Galileo e dichiarazioni di vent’anni fa: il pastore tedesco lo conosciamo, ma anche esser bigotti è democraticamente permesso, e non si può addossare a questo poveruomo pure la responsabilità di duemila anni di intolleranza cattolica. Inoltre, è legittimo ma sgradevole chiederne l’allontanamento, perché comunque le idee vanno ascoltate, e soltanto dopo contestate. Sarebbe stato di gran lunga meglio far parlare il Papa, e poi riempirlo di critiche, magari anche di fischi, per le sue affermazioni.

Gli studenti okkupanti sono ridicoli di per sé; pensassero mai a studiare, o perlomeno a protestare per ragioni più concrete… Oggi su Radio Popolare intervistavano uno dei capi, che ha rilasciato la seguente dichiarazione: “L’annullamento della presenza del Papa è una grande vittoria, ma continuerà la lotta, perché è tuttora prevista la partecipazione di Veltroni e di Mussi, che meritano altrettanta contestazione.” Con uno che chiama alle armi contro quel noto fascio di Fabio Mussi, che discorso politico vuoi fare?

Ridicolo è ovviamente il Papa, e non soltanto per le sue dichiarazioni sui peni della persona e per la sua visione del mondo che fa sembrare il mio trisnonno un rivoluzionario. E’ ridicolo perché invece di andare a prendersi i meritati fischi si chiama fuori e fa la vittima, atteggiandosi a soggetto di censura quando il pensiero papista è tutti i giorni su tutte le televisioni e tutti i giornali; e questo è un comportamento furbo ed ipocrita che ci si aspetterebbe da un Mastella, non certo dal Papa. Così, certo, ottiene la solidarietà generale e non dovrà rendere conto di quel che dice in un ambiente non sdraiato verso di lui, ma allo stesso modo si sottrae al confronto delle idee. Pare che persino al Vaticano scuotano la testa e constatino ancora una volta come, a differenza del precedente, questo Papa magari passerà alla storia come un buon politico di affari italiani, ma certo non come un leader spirituale su scala planetaria.

Il più ridicolo di tutti, comunque, è – con tutto il rispetto – il Presidente della Repubblica Napolitano, seguito peraltro da tutti i politici grandi e piccini del centrosinistra (e del centrodestra, ma quelli nemmeno li contiamo). Invece di ribadire che l’Italia è un paese laico – una affermazione di cui ci sarebbe moltissimo bisogno – e che la scelta di chi invitare a una propria cerimonia può essere al massimo un affare privato della Sapienza, Napolitano fa dichiarazioni di prostrazione totale verso il Vaticano. Invece di ripetere il fatto che comunque il Papa avrebbe potuto tranquillamente parlare, salvo poi – come s’usa in democrazia – sottoporsi al rischio che altri non fossero d’accordo, blatera di “manifestazioni di intolleranza”, come se gli studenti e i docenti di una Università non avessero diritto di esprimere una opinione sull’opportunità di invitare qualcuno a casa loro.

Triste, molto triste; ma del resto, da una parte politica che esprime totale solidarietà al ministro della Giustizia a cui hanno “solo” indagato la moglie per concussione – invece di cacciarlo a pedate – che ci vogliamo aspettare?

[tags]papa, ratzinger, sapienza, università, mastella, napolitano, centrosinistra[/tags]

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martedì 15 Gennaio 2008, 17:58

Una franca opinione sul corriere Bartolini

Proseguo nella mia sequenza di avvisi ai naviganti per lanciare un appello: diffidate, se potete, del corriere Bartolini. Certo, può darsi che io sia stato particolarmente sfortunato, ma a giudicare dalle esperienze di amici e da storie ritrovate in rete pare che questo corriere sia sinonimo di inefficienza; che per qualcuno che si occupa di logistica è un peccato mortale.

Nel mio caso, il martedì mattina mi è arrivata la mail dal negozio online dove ho acquistato il frigorifero, con il link per l’interfaccia di tracking; io però ero in giro, per cui ci clicco sopra nel pomeriggio. Entro così in un sito scarno, dalla navigazione confusa e pieno di sigle incomprensibili, e perdipiù tutto in un inglese scolastico; sulla sinistra, guardando bene, c’è un minuscolo drop-down che ti permette di cambiare l’interfaccia in italiano, in “français” o in “deutsche” (misteriosamente femminile).

Dall’interfaccia risulta non solo che il mio frigo è partito già lunedì pomeriggio da Milano, ma che quella mattina alle 8 è stato messo in consegna, e alle 12 è stato rimesso in “delivery prevented”. Terrorizzato all’idea che questi siano già arrivati sotto casa mia con il frigo prima ancora che io aprissi la mail di inizio spedizione, chiamo subito la filiale di Torino Pescarito: difatti sul sito è ben specificato che ogni filiale vive di vita propria e non si coordina assolutamente con le altre. Peccato che siano già le sei, e quindi i telefoni siano staccati: il corriere è raggiungibile solo in orari postali (con tanto di pausa pranzo dalle 12,30 alle 14).

Riprovo subito la mattina dopo alle nove; dopo un paio di chiamate a occupato, finalmente parte il disco e dopo un po’ arriva l’operatrice. Le dico nome e mittente, lei trova la spedizione e mi spiega che in realtà ieri il frigo non è mai uscito dal deposito, e che è invece in consegna quel giorno stesso. Le chiedo se è possibile concordare un orario: mi dà come alternative “dalle 10 alle 13” o “dalle 14 alle 18”. Siccome, sapete com’è, lavoro e alle 14,30 ho appuntamento da un cliente, scelgo la prima alternativa e mi precipito presso la casa nuova – vuota – ad aspettare.

Ammazzo l’attesa pulendo e montando il biustel (un nome così, insomma è quel suono che indica sia un tipo di pizza da Roma in giù, sia un modello di tavolo Ikea). Peccato che l’attesa si prolunghi, e insomma, girandomi i pollici in una casa vuota, si fanno le 13; datagli una mezz’ora accademica, chiamo il numero di Bartolini e ovviamente risponde il disco: sono tutti a mangiare (pizza ai biustel, immagino).

Dovendo ancora tornare a casa, mangiare, cambiarmi ed essere dal cliente in meno di un’ora, mollo tutto di corsa riempiendo Bartolini di bestemmioni. Arrivato a casa trovo pure lo schiaffo della concorrenza: nei sette minuti in cui sono in casa suona il corriere Executive, che mi sta portando la mia nuova stampante ordinata da Punto Informatica di Sala Consilina (SA). Ecco un’esperienza di e-commerce che funziona: il negozio è economico ed efficiente, il corriere arriva a casa all’ora di pranzo (cioè quando c’è speranza che qualcuno ci sia), ed è un ragazzo slavo gentilissimo che non sbatte il pacco, me lo porta di sua iniziativa fino all’ascensore invece di lasciarlo sul cancello, sorride, saluta e ringrazia.

Io invece sono ancora alle prese con Bartolini: scattate le 14, li richiamo per sapere cosa sta succedendo: sono in giro per Torino con il mio frigo o cos’altro? Risponde un altro operatore, che nega tutto: il pacco non è mai stato in consegna oggi, ci mancherebbe; sarà consegnato domani. Mentre li ringrazio per avermi fatto perdere una mattinata così, spiego che il giorno dopo sono a Roma e che bisogna fare venerdì. Nessun problema, mi dice, concordiamo l’ora: dalle 10 alle 13 o dalle 14 alle 18? Stavolta l’appuntamento ce l’ho al mattino, per cui scelgo la seconda.

Arriviamo dunque a venerdì mattina, quando mi arriva un SMS da mia mamma, che mi dice che il giorno prima ha chiamato un corriere dicendo che deve consegnarmi un frigo, e che lei ha fissato per le 15. Io mi meraviglio, visto che non ho mai lasciato al corriere il numero di casa di mia mamma, anzi ho scritto esplicitamente di cercarmi sul cellulare; quel numero l’ho messo nella registrazione del negozio, giusto perché un fisso era obbligatorio e io non ce l’ho. Ho il serio sospetto che anche in questo caso non fosse rimasta traccia dell’accordo sull’ora che io avevo preso con l’operatore mercoledì, tanto da richiamare una ulteriore volta per fissare di nuovo l’appuntamento (probabilmente cancellano il database tutte le sere per risparmiare spazio sul disco).

Mi avvio quindi lì verso le 15, quando succede un piccolo inconveniente: io e mia mamma rimaniamo chiusi nell’ascensore. Ma non importa, perché tanto Bartolini chiama e dice che si sono sbagliati: arriveranno alle 17.

Effettivamente poi alle 17 sono arrivati; insomma, al quarto appuntamento si sono presentati, sotto forma di due ragazzi italiani, anche simpatici, ma di cui almeno uno non pareva particolarmente portato per gestire spostamenti di pacchi, o per qualsiasi altra attività che richiedesse pianificazione spaziotemporale. Dopo che hanno tentato per dieci minuti di far entrare un pacco alto 205 cm in un ascensore con la porta da 195 cm, ho fatto l’ingegnere: ho suggerito che forse si poteva eliminare la parte alta dell’imballaggio… E poi al piano gli ho suggerito anche che caricando l’angolo basso del frigo sullo zerbino lo si sarebbe potuto fare scorrere…

Insomma, il corriere è sempre il punto debole di qualsiasi esperienza di acquisto online, però Bartolini si è rivelato veramente scarso, tanto da farmi ripromettere di scartare i negozi che usino questo corriere: magari spenderò dieci euro in più, ma non passerò le giornate in attesa.

[tags]corriere, bartolini, executive, consegne, e-commerce[/tags]

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