Marchettare
Oggi mi hanno girato il link ad un sito che mi ha lasciato senza parole: per questo ho pensato di scrivere un paio di paginate di commento.
Il sito si chiama Web al femminile ed è… è… ecco, non ho ancora capito cos’è. Un portale? (Nel 2008 ancora gente che mette su portali, a parte Rutelli?) Una guida pratica all’uso del computer? Una comunità ? Una campagna politica? Una forma nascosta di pubblicità per Microsoft?
No, perché in home page non c’è uno straccio di paragrafo che spieghi cos’è il sito, chi l’ha fatto e perché, a parte un’infilata di loghi di corporation note per spacciare fuffa, da Microsoft ad Accenture passando per la temibilissima Buongiorno. A ben guardare, si trova un video intitolato “Scheda introduttiva” in cui, alternate a immagini di mani che digitano che nemmeno nella sigla del TG5, compare una signora di Microsoft, platinatissima e tailleuratissima, che declama come tutto ciò sia “il progetto che ha l’obiettivo di divulgare come la tecnologia può essere una straordinaaaria alleata delle donne”.
Tutto chiaro no? No? Bene, allora si prosegue spiegando: “Per le donne che sono in azienda e vogliono fare carriera, per avere un’arma in più”. Scusa? Per prima cosa, stai suggerendo che nel 2008 una donna che si presenta a un colloquio di lavoro non sa usare il computer, evidentemente avendo trascorso il proprio tempo tra pentole e candeggina; per seconda, che usare il computer non sia una abilità basilare per qualsiasi lavoratore maschio o femmina che sia, ma che per le donne sia un optional, evidentemente supponendo che le donne normalmente facciano carriera grazie ad altre abilità e non diciamo quali; per terza, che tale optional sia “un’arma in più”, come se il ruolo delle donne negli uffici fosse quello di sparare ai colleghi o comunque di sottometterli a mazzate.
Ma non è finita qui: la microsoftiana platinata aggiunge ancora che il sito è anche “per le studentesse”, e poi conclude in modo spettacolare dicendo: “Ma è anche per le donne normali, le donne comuni!”. Insomma, secondo Microsoft se una donna lavora o studia all’università è una anormale.
Va bene, ma allora quali sono i contenuti di questo meraviglioso progetto di divulgazione sulla tecnologia, per la donna moderna ed emancipata? Beh, la prima casellina sotto i video recita “Test: Il tuo è un buon personal trainer? Conosci le nuove tendenze? Siete complici o rivali?”. Segue poi “Focus on: Salute e benessere – Bellezza – Maternità ”. Di fronte a queste perle di modernità – che peraltro confermano che per gli estensori del sito la donna italiana non solo vive tra pignatte e pannolini, ma a pignatte e pannolini deve essere educata, sia pur tecnologicamente – non possiamo che toglierci il cappello: per fortuna che c’è questo sito, se ne sentiva la mancanza.
Segue poi, finalmente, l’educazione tecnologica: che sarebbe? “Corsi formativi: Il mondo di Windows Live Messenger – Protezione in linea – Il mondo di Office – Antipirateria” Eh già , mica vorrai tu donna cadere vittima dei pericolosi pirati della rete: tra una peperonata e un bambino, non dimenticarti di comperare Windows, altrimenti come faremo a informarti sulle nuove tendenze primavera/estate?
Più si va avanti nel sito, peraltro, e più si rimane perplessi: perché si scava nella fuffa, e si trova soltanto altra fuffa. Ad esempio, c’è una casella intitolata “Mostre / Eventi: Ogni giorno potrai visualizzare nuovi Eventi e Mostre basate sulla donna per un futuro migliore di pari opportunità .” Ma che cacchio vuol dire?? Che cos’è una mostra basata sulla donna? Mica stenderanno una donna per terra e le metteranno le teche appoggiate sopra? E cos’è un evento per un futuro migliore di pari opportunità ? Si saranno mica riunite le dieci donne in tailleur dei vari video dell’home page, e avranno discusso due ore per partorire (no pun intended) una perla marchettara del genere?
E così via: cliccando qua e là potete trovare la pubblicità di una community che “si è rinnovata graficamente e strutturalmente nel 2006 ampliando orizzonti ed obiettivi per diventare più multimediale e partecipativa, con una redazione allargata e diffusa che la rende sempre espressione del mondo delle donne in perenne mutamento e alla sua evoluzione.” Oppure la presentazione di un laboratorio della Bocconi che “Nasce con l’intento di costruire un know how di gestione delle diversità nel mondo aziendale e di comparare prassi operative orientate al tema. L’obiettivo è quello di fornire modelli interpretativi e strumenti per affrontare, gestire e valorizzare le differenze individuali.” Insomma, un caleidoscopio di parole che non vogliono dire niente!
In sé, questo sito è agghiacciante: parte da una visione ottocentesca delle donne italiane, e prosegue promuovendo la visione più triste della parità di genere, quella secondo cui la parità consisterebbe nel far diventare le donne stronze, tirate e carrieriste quanto gli uomini.
Ma fosse solo questo: alla fine, gira che ti gira, mi è venuto un orribile sospetto. Vuoi vedere che anche ‘sta roba, raffazzonata a forza di banalità e di fuffa marchettara con la scusa delle pari opportunità , è soltanto un collettore privato di finanziamenti pubblici addomesticati?
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