Craxi nostri
Ho letto in giro tanti commenti alla scelta dei ministri, ma quasi nessuno ha parlato dei sottosegretari; eppure, in quella lista ci troviamo tanti nomi interessanti. E non mi riferisco soltanto allo scontato Martinat, al fatto che finalmente abbiano trovato una seggiola su cui piazzare la Brambilla, o che abbiano scontatamente ringraziato Pizza con un posto all’Istruzione, o che uno dei due sottosegretari “tecnici”, ai Trasporti, sia il nostrano Bartolomeo “Mino” Giachino, che di pullman sicuramente se ne intende.
Non mi riferisco soltanto alla brillante assenza di Lucio Stanca dalla lista dei sottosegretari dopo aver mancato quella dei ministri, il che significa che per il momento l’innovazione tecnologica è vacante (suvvia, almeno potevano metterci Malan, che a un IGF è venuto).
E non parlo nemmeno dei vari cognomi noti e figli di papà , da Giuseppe Cossiga alla Difesa – sì, è il figlio di Cossiga; sì, persino Cossiga si è riprodotto – a Enzo Scotti agli Esteri – e in questo caso non è il figlio, è proprio lui, l’ex ministro democristiano degli anni ’70 e ’80.
Parlo invece di un caso che è così esemplare di come stia la politica italiana in questi anni che è incredibile che non sia citato su tutti i blog. Sapete chi era sottosegretario agli Esteri nel governo Prodi? No? Era lui, Vittorio “Bobo” Craxi. E chi è sottosegretario agli Esteri nel nuovo governo Berlusconi? Ma, ça va sans dire, è lei, Stefania Craxi. E noi stiamo ancora qui a scannarci tra sostenitori del PD e sostenitori del PDL…
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