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venerdì 18 Luglio 2008, 13:28

Proud to be fancazzist

Raramente ho visto qualcosa che faccia venire voglia di emigrare quanto i risultati di questo sondaggio di Repubblica, secondo cui – al momento in cui scrivo – il 51% dei lettori del giornale sarebbe contrario all’effettuare controlli medici più stringenti sui dipendenti pubblici che si mettono in mutua, anche se per un solo giorno, come proposto dal ministro Brunetta.

Ci ho pensato un po’, ma non sono riuscito a vedere alcun argomento anche solo vagamente potabile a sostegno del no a questo progetto. L’unica cosa che posso pensare è che questo 51% di italiani (meglio, 51% di elettori del centrosinistra, visto il pubblico di Repubblica) rivendichi il proprio “diritto” di poter rubare in santa pace un giorno di stipendio alla collettività ogni volta che si vuole.

Comincio a sviluppare il sospetto che cambiare l’Italia sia un’idea futile. Quel che mi sfugge è solo come questo 51% abituato ad arrangiarsi rubacchiando pensi di sopravvivere alla crisi economica strutturale di questi anni; probabilmente non si è mai posto il problema.

[tags]pubblica amministrazione, lavoro, brunetta, assenze, fancazzismo[/tags]

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69 commenti a “Proud to be fancazzist”

  1. Tizio:

    la crisi economica strutturale di cui parli porterà sicuramente alcuni vantaggi: per esempio, sopravviveranno solo i migliori, quelli che verrebbero premiati da una meritocrazia che adesso non esiste.
    Niente più scuse, insomma.
    Io non vedo l’ora.

  2. simonecaldana:

    Stamattina Bordin alla radio citava non so chi che sosteneva la tesi per cui la speculazione accelera il processo di rimozione delle inefficienze, il che e’ vero, facendo pero’ anche danni collaterali. Insomma un po’ come la febbre, che aiuta il sistema immunitario ma influisce negativamente su altre funzioni dell’organismo. Inoltre, se troppo alta, puo’ provocare danni permanenti… Chissa’ a quanto salira’ la febbre dell’Italia.

  3. daniele:

    A dirla tutta, io in effetti mi sono trattenuto dal votare (posso definirmi “astenuto”?) perché non ho aperto il sondaggio, ma l’ho trovato linkato al contenuto dell’articolo dove viene riportata la proposta di Brunetta. Che è più articolata. Ad esempio io sono MOOOLTO favorevole a controlli A TAPPETO a partire dal primo giorno. Ma ho perplessità sul taglio della retribuzione per i primi 10 giorni di mutua (non dico che sono contrario, solo che ho qualche perplessità e ci devo riflettere prima di sbilanciarmi sulla “mia” posizione). E tutto ciò mi ha trattenuto dall’esprimermi nel sondaggio. Volendo (ribadisco: VOLENDO) essere ottimisti, magari parte di quel 51% ha intesto la domanda come: “Sei d’accordo con la proposta così formulata nel suo complesso da Brunetta?”.

  4. simonecaldana:

    Faccio notare che il contratto collettivo del commercio (ambiamente usato anche nei servizi) decurta del 25% la retribuzione durante i primi 3 giorni di malattia.

  5. Attila:

    Ieri su R24 (la Zanzara) sentivo una simpatica statale che si lamentava che con “solo” 1 ora di pausa pranzo non riusciva ad andare a prendere il figlio a scuola, a fare la spesa, a mangiare etc… ovviamente iniziando alle ore 8 e finendo alle 17 (come moltissimi cristiani che lavorano nel privato) ha diritto ad 1 ora di pausa pranzo, però non riesce a tutto, per cui quel bastardo di Brunetta si è messo in testa di fargliela rispettare…
    inoltre ha fatto notare che se le mandavano a casa la visita di controllo nell’unico giorno di malattia, non sarebbe potuta andare dal medico a farsi fare il certificato… come se tutti non sapessero che il periodo in cui è possibile avere la visita è regolato entro un certo orario e se si porta giustificazione dell’assenza perchè si era dal medico e/o in ospedale/farmacia (con scontrino) si è tutelati… ma davvero fare lo statale è/era un bengodi tale? In pratica “oggi non ho voglia/non vado”? Ma il concetto di produttività non li ha mai nemmeno sfiorati?
    Pensiero malizioso: probabilmente un 51% di chi ha votato su Repubblica, riesce a leggere il giornale (e non sarà l’unico giornale che riescono a leggere, immagino) sul posto di lavoro… per cui ha molto probabilmente un posto non troppo “controllato”…

    Come diceva Belzebù, grande amico degli statali: “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si prende”…

    P.S. Si accettano scommesse sulla defenestrazione/avviso di garanzia al piccolo Brunetta… al massimo tra 6 mesi lo do 1 a 1,4…

  6. raccoss:

    Non solo, Attila, va comunicato all’azienda entro 48 ore. Quindi come farebbero a mandarti il medico il primo giorno di mutua, se vieni a scoprire che il tuo dipendente è in mutua già da due giorni?

    Per finire, io non concepisco la “obbligatorietà”. Ovvero, ammesso che fosse veramente possibile fare la visita, quanti cavoli di medici devo assumere perchè ce ne siano a sufficienza che, immediatamente, vadano a fare la analisi?

    Al solito, tutta fuffa, buona per i benpensanti.

    @simonecaldana: non è vero, il contratto commercio prevede una decurtazione a partire dal 4o giorno di assenza fino alla fine del secondo mese. I primi tre giorni e a partire dal terzo mese lo stipendio è pieno. Fonte: ho il contratto commercio.

  7. raccoss:

    Non avevo letto correttamente l’intervento di Attila. Ribadisco la mia contrarietà alla fuffa Brunettiana.
    Sopratutto considerando l’impraticabilità della cosa.

    @attila: avendo un giorno di tempo per fare la visita medica, e 2 per la comunica: come si attiva la visita fiscale?

  8. vb:

    Raccoss: Mi stai dicendo che se tu sei un dirigente pubblico e alle 10 del mattino un tuo dipendente non è ancora arrivato in ufficio, tu non lo chiami per sapere dov’è? O che lui può risponderti “non te lo dico, ho fino a domani sera per farmi i cazzi miei e poi dirti qualcosa”?

  9. simonecaldana:

    racoss: fonte: l’ho avuto anche io. chiedi a vb :)

  10. .mau.:

    Nel contratto TLC c’è scritto che io devo dare comunicazione immediata e poi giustificare l’assenza entro il secondo giorno; il problema della comunicazione è quindi una palla.
    Siamo però arrivati al paradosso che io ho flessibilità in ingresso dalle 8 alle 9:30, ma devo comunicare che sono in malattia entro le 8 (e notate che se io mi alzassi alle 8:15 riuscirei ad arrivare in ufficio per le 9…)

    Ma detto tutto questo, la soluzione Telecom mi sembra ancora la piu onesta:
    Il certificato medico non è normalmente richiesto quando la malattia si risolva in un’unica giornata o frazione di essa; tuttavia la Società, previa apposita comunicazione, potrà richiederlo anche in tali ipotesi
    Se ti capita un giorno di stare male, nessun problema; se ti capita un po’ troppo spesso (e magari di lunedì o venerdì…) a questo punto ti controlliamo rigirandoti come un calzino.

  11. MailMaster C.:

    L’unico motivo per non attuare l’idea di Brunetta è che non ci sono abbastanza medici per fare tutti i controlli, anche se fossero a campione. E assumere più medici significa maggiori costi, quindi non conviene farla! :)

    Mandi

  12. raccoss:

    Art. 168 – Trattamento economico di malattia

    Durante il periodo di malattia, previsto dall’articolo precedente, il lavoratore avrà diritto, alle normali scadenze dei periodi di paga:
    a) ad una indennità pari al cinquanta per cento della retribuzione giornaliera per i giorni di malattia dal quarto al ventesimo e pari a due terzi della retribuzione stessa per i giorni di malattia dal ventunesimo in poi, posta a carico dell’INPS ai sensi dell’articolo 74 della legge 23 dicembre 1978, n.833, secondo le modalità stabilite, e anticipata dal datore di lavoro ai sensi dell’ art. 1, Legge 29 febbraio 1980, n.33. L’importo anticipato dal datore di lavoro è posto a conguaglio con i contributi dovuti all’INPS, secondo le modalità di cui agli articoli i e 2, Legge 29 febbraio 1980, n.33;
    b) ad una integrazione dell’indennità a carico dell’INPS da corrispondersi dal datore di lavoro, a suo carico, in modo da raggiungere complessivamente le seguenti misure:
    1) 100% (cento per cento) per primi tre giorni (periodo di carenza);
    2) 75% (settacinque per cento) per i giorni dal 4° al 20°;
    3) 100% (cento per cento) per i giorni dal 21° in poi

  13. Mike:

    Ma se un dipendente pubblico è anche nomade, nel primo giorno di malattia il medico fiscale gli prende anche le impronte digitali?

    Seriamente: il problema è l’obbligo di richiedere la visita fiscale da parte dell’amministrazione, obbligo che non c’è per i privati, sia pur ex-IRI, come ha detto .mau. Dato il blocco delle assunzioni, dove li si va a prendere i medici fiscali?
    Ed in ogni caso,se un ente richiede la visita fiscale ovviamente questa deve essere pagata da chi la richiede.

  14. S.:

    Io sono contrario all’obbligatorietà della visita medica.

    Sarei favorevole alla facoltà del suo diretto superiore di richiederla salvo poi rendere conto al diretto superiore se, come diceva .mau., i singoli giorni di assenza diventano molteplici ed a ridosso del finesettimana (o del giorno di mercato).

    Però prima di andare a controllare chi è a casa per un giorno vorrei un controllo ben approfondito su chi timbra e non è in ufficio.

    A suo tempo (ormai 20 anni fa) ho fatto uno stage presso l’ASL. Il giorno di mercato in ufficio non si trovava anima viva, ma io che mi occupavo della parte amministrativa vedevo tutti i cartellini regolarmente timbrati.

    Spero che in 20 anni le cose siano cambiate, altrimenti con una pattuglia ad ogni ingresso si blocca tutto e si fa l’appello. Chi manca senza giustificazione a casa senza storie.

  15. simonecaldana:

    racoss: non so che dire, da qualche parte devo ancora avere la busta paga che mostra la retribuzione al 75% per i primi 3gg…

  16. RidendoMores:

    L’intento di moralizzazione, vera o presunta, dei comportamenti dei lavoratori può andar bene “a prescindere”.
    L’inefficienza delle organizzazioni è però spesso imputabile a scelte manageriali sbagliate relativamente agli strumenti (ad esempio mancanza di investimenti) ed ai sistemi di gestione delle persone che non incentivano comportamenti organizzativi corretti. Per non parlare dell’incapacità di agire sugli aspetti motivazionali.

    Il ricorso annunciato ad una falange di medici-poliziotti incaricati di verificare lo stato di salute di dipendenti presunti fannulloni sembra più un’iniziativa indirizzata a soddisfare le aspettative dei luogo-comunisti che vedono in ogni dipendente pubblico un parassita da debellare che non a risolvere concretamente i problemi della Pubblica Amministrazione.

  17. vb:

    Beh, per quanto possa essere disorganizzato un ente pubblico, ti garantisco che recuperando quel 5-10-20% (a seconda dell’ente) di assenteismo cronico alcuni dei suoi problemi potrebbero anche cominciare a risolversi…

    Ammiro comunque il coraggio nel sostenere che, se uno si dà malato un giorno a settimana o timbra e poi esce, il problema è che il suo capo non lo sa motivare. Si sa, esiste un diritto costituzionale a fare solo lavori che piacciono dal primo all’ultimo minuto, e comunque solo se quel giorno gira di lavorare…

  18. Tizio:

    per chi fosse interessato, la circolare è disponibile all’indirizzo http://www.innovazionepa.gov.it/ministro/salastampa/notizie/1825.htm

  19. RidendoMores:

    Una squadra vincente deriva è una squadra motivata, e la motivazione deriva dall’opportuna combinazione di sistemi premianti che incentivano i comportamenti virtuosi e disincentivano quelli negativi [“bastone e carota”, una sapienza antica :) ]. D’altronde nessun generale, o allenatore di calcio, vincente ha mai comandato utilizzando il solo terrore…
    Peraltro il dirigente/generale/allenatore deve saper premiare e punire senza timore ed in modo equo, ossia saper fare il suo mestiere.

    Nel caso in questione parrebbe delegarsi a qualcun altro che non è il responsabile la “motivazione” dell’ufficio attraverso l’utilizzo di un simil-bastone, senza ad esempio tentare di legare gli incrementi salariali alla produttività . Magari i tempi sono reputati troppo lunghi o l’impresa troppo difficile, per cui per ora ci si limita alla propaganda. Che sembra proprio soddisfare i luogo-comunisti…

  20. franco:

    provo a dire il mio punto di vista e perchè non ritengo scandaloso opporsi all’obbligo di visita fiscale in caso di certificati di un giorno:
    1 la visita fiscale costa all’ente 26 euro;
    2 il medico fiscale può solo certificare lo stato di salute al momento della visita, nulla può dire sullo stato di salute certificato dal medico di base (non può dire “te stamani stavi bene e quindi dovevi andare a lavorare”) e quindi nel caso in cui trovi la persona in salute, può fare un certificato di guarigione affinchè il dipendente l’indomani torni a lavorare (o accorciare la prognosi in situazioni di diangosi più lunghe). Mi chiedo a che serve per certificati di un giorno, visto che comunque il dipendente andrà al lavoro?

    Aggiungo la mia esperienza personale. per 5 anni sono stato reponsabile di un ufficio personale di un ente pubblico (relativamente piccolo, circa 120 dipendenti). Ho inviato molte visite fiscali.
    Ebbene in 5 anni quelle poche volte che la prognosi è stata modificata, mai è stata accorciata, ma sempre allungata.

    Per i controlli di un giorno basterebbe che la funzione pubbica incaricasse dove ci sono esubueri, delle persone che si limitino a controllare la presenza in casa, basterebbe questo per raggiungere a costo zero l’obiettivo di far stare in casa il malato vero o finto.

    Chiudo, per me i controlli rigorosi sono sacrosanti, ma qui siamo di fronte alla pura demagogia, neanche a costo zero.

    (non è vero che un dipendente ha 48 ore di tempo per comunicare la malattia, deve inviare un fax il giorno stesso o al limite comunicare l’assenza per telefono entro le 10, a meno di impossibilità accertata: se uno viene investito da un auto ed entra in coma è ovvio che non può fare la comunicazione. La febbre a 37,5 non è un caso di impossiiblità accertata.)

  21. roberto celani:

    Motivazioni per non condividere le nuove norme varate dal Ministro Brunetta? Più d’una.
    Provo a sintetizzarle.

    Inutilità pratica per i motivi molto efficacemente esposti da franco #20.

    Ridondanza demagogica: le stesse norme (obbligo di certificazione, controllo dal primo giorno, decurtazione voci e indennità accessorie) sono già contenute nei contratti del pubblico impiego dal 1994 in poi (leggere quello degli Enti Pubblici non economici o quello dei ministeriali a titolo di esempio) e già attuate.

    Ingiustizia, laddove prevedono l’obbligo per il lavoratore pubblico di essere controllabile nelle fasce orarie 8-13 e 14-20. (per il lavoratore privato sono 10-12 e 17-19).

    Tutto questo non sorprenderebbe chi leggesse i dati ufficiali (fonte Ragioneria dello Stato 2006) relativi alle assenze per malattia (depurate da quelle per altri istituti contrattuali come i permessi retribuiti o per applicazione di norme di legge come la 104).
    Scettico sul fatto che la maggior parte dei commentatori li conosca ve li riporto:

    Media Lavoratori privati 9,6 giorni annui.
    Media Lavoratori pubblici 10,9 (con punte del 15,8 alla Presidenza del Consiglio). Che dire?

    Un ultima notazione la devo a chi vuole credere che il reale obiettivo di questo polverone mediatico sia l’efficienza della P.A.
    Come si concilia con questo obiettivo la totale abolizione degli stanziamenti per la contrattazione integrativa (salario di produttività), prevista dall’art.67 del D.L.112?
    E perchè questo colpisce in modo pesante (6000 euro lordi, 20% del salario per il solo 2009) soprattutto gli operatori di enti previdenziali(INPS, INAIL, INPDAP) e Agenzie fiscali? Enti nei quali parole come controllo e certificazione di qualità, internal audit e sistema premiante individuale sono una realtà da circa 20 anni?

  22. Tizio:

    Ah, le medie! non sono quelle le quali dicono che un gatto e una gallina hanno mediamente tre zampe a testa?

  23. vb:

    Ma soprattutto, c’è una piccola differenza: un dipendente privato che si mette in mutua senza motivo ruba lo stipendio a un privato; a un certo punto, sono fatti tra loro due. Ma un dipendente pubblico che si mette in mutua senza motivo ruba lo stipendio a me e a tutti gli italiani; mi sembra ben il caso che il ministro responsabile si concentri su di loro…

    Comunque grazie per la lista di motivazioni, che si riducono a: in pratica lo Stato non è capace di controllare, quindi tanto vale far rubare liberamente; la legge c’era già, solo che non si applicava, quindi ora provare ad applicarla è scorretto; e poi quella più fantastica, cioè: è ingiusto che un dipendente pubblico, se per caso si mette in mutua senza essere malato e poi va a far la spesa, abbia più tempo rispetto ai privati per essere controllato e beccato. E non è giusto, vogliamo anche noi pubblici dipendenti poter truffare così facilmente come gli altri!

  24. roberto celani:

    Per Tizio #22

    “Argomentazione” deboluccia la sua… Strano che simili appunti non vengano fatti allo stesso Ministro quando parla di aumenti medi dei salari della pubblica amministrazione.

    Per VB

    Temo che nella smania di sintetizzare i diversi e articolati interventi altrui Lei abbia perso per strada qualcosa. Solo una dimenticanza?

    Prendo comunque atto che nessuno dei due ha risposto al quesito che ho posto nell’ultima parte del mio precedente commento. A volte, soprattutto se si è animati dal pregiudizio, si rimane a corto di parole.

  25. Tizio:

    Mi devo essere perso qualche cosa, magari dormivo: a sentire lei: “soprattutto gli operatori di enti previdenziali(INPS, INAIL, INPDAP) e Agenzie fiscali? Enti nei quali parole come controllo e certificazione di qualità, internal audit e sistema premiante individuale sono una realtà da circa 20 anni?”
    Mi devo essere perso qualcosa, ma di brutto: se inps e inail effettuassero i famosi controlli non avremmo nè evasione contributiva nè più incidenti sul lavoro, perchè, appunto, ci sarebbero i controlli e magari le imprese non a norma chiuderebbero: peccato che la realtà, caro amico, la smentisca, e di brutto: a carico dell’inail, ad esempio, dovrebbe esserci il controllo sulla sicurezza sul lavoro… che invece non esiste, manca, è assente, visto il vergognoso numero di morti bianche. Questi sono dati concreti: il numero annuale dei morti sul lavoro in Italia, il numero degli invalidi, l’ammontare dei contributi previdenziali evasi.
    Dove sta(va) l’inail? ad autocertificarsi la propria qualità? E l’inps? pure?
    Onestamente penso che sia sufficiente la triste realtà a dare risposta ai suoi quesiti, a meno che uno non voglia vivere beato nel mondo di coloro che si foderano gli occhi di prosciutto. Ha voglia? Le piace? Le dà soddisfazione? Perfetto, se la goda beato.
    A noi (parlo al plurale majestatis, ovviamente) piacciono chi si prefigge di cambiare l’andazzo nella PA, che non mi sembrano proprio distese di rose e fiori. Anzi.

  26. roberto celani:

    Si caro sig. Tizio, che immagino parli anche a nome di Cajo e Sempronio, lei si è perso qualcosa. Anzi più di qualche cosa. Non so se per sonno o malafede.
    Affermare che INAIL e INPS sono responsabili dell’evasione previdenziale e delle morti bianche è come affermare che l’aumento della criminalità è colpa specifica delle forze di polizia. Qualcosa di intellettualmente disonesto.
    La lotta all’evasione fiscale e previdenziale si è fatta in questi anni proprio grazie alla contrattazione integrativa che stabiliva di anno in anno obiettivi e risorse.
    Forse è per questo che il D.L. 112/08, varato col consenso del Prof.(nonché dipendente pubblico) Brunetta, TAGLIA i relativi finanziamenti?
    Ad ogni buon conto, per evitarle di dover nuovamente diffidare di chi evidentemente conosce meglio di lei certe realtà, le indico qui sotto un link prezioso.

    docenti.luiss.it/comimpresa-e-risorseumane/files/2008/01/caso-inps.pps

    E’un’analisi che una prestigiosa Università PRIVATA italiana, la LUISS, ha dedicato alla realtà dell’INPS e al suo cambiamento negli ultimi 15 anni.
    Sono certo che, se vorrà leggerlo con attenzione, tornerà a lei molto utile.

    Cordialmente

  27. Tizio:

    Io sarò intellettualmente disonesto, pure caio e sempronio, ma i morti della tyssen, del molino cordero e di chi quotidianamente perde la vita sul posto di lavoro delle indagini della luiss se ne fanno un baffo, e con loro pure i loro figli e le loro vedove.
    io sarò intellettualmente disonestissimo, ma sono altrettanto convinto che gli enti di controllo debbano controllare, lei sul punto non ha saputo darmi una risposta soddisfacente, se non appellarsi all’ onestà intellettuale e tirare in ballo le forze di polizia al fine di girare la frittata.
    Del resto vedo che girare frittate le riesce molto bene, ma ciò non cambia la situazione, cioè che l’evasione contributiva resta, i lavoratori continuano a morire sul posto di lavoro, alla facciaccia dei prestigiosi studi delle prestigiose università private italiane.
    io di questo non riesco a farmene una ragione, tanto delle morti sul lavoro quanto della mancanza di controlli degli enti deputati a farlo, non degli studi prestigiosi delle università italiane prestigiose.
    Anzi, di questi ultimi francamente non so che farmene, sa com’è, sono così intellettualmente disonesto che bado ai risultati, lascio la fuffa a a chi se la fa piacere, pur di aver ragione.

  28. raccoss:

    @Tizio: risulta difficile per Inps e Inail controllare tutte le realtà se ha un dipendente solo per ogni diecimilaaziende, ma forse facendo 56 ore di straordinario al giorno si ritiene che quell’unico impiegato le controlli tutte.

    “La normativa, di cui si attendono i decreti attuativi, ha il merito di aver creato un coordinamento maggiore tra gli organi competenti preposti al controllo, riconfermando la titolarità delle ASL su tutto il territorio. Al momento, comunque, la scarsità di operatori qualificati, quali i tecnici della prevenzione e dell’ambiente sui luoghi di lavoro e l’insufficienza dei mezzi e degli strumenti messi a loro disposizione, fa sì che questi siano nella reale impossibilità di svolgere con metodicità e capillarità i controlli necessari per attuare un reale servizio di prevenzione e controllo sul territorio -:
    se non ritengano di dover adottare iniziative urgenti, quali l’aumento delle risorse destinate al Fondo Sanitario nazionale, per aumentare le unità dei tecnici della prevenzione e dell’ambiente, il cui numero a livello territoriale risulta assolutamente inferiore alle reali esigenze, e perché le strutture delle ASL siano dotate degli strumenti operativi necessari affinché le ispezioni possano essere svolte con regolarità e capillarità soprattutto nei cantieri edili e nelle produzioni a più alto rischio di infortuni;”

    (Interrogazione parlamentare 13/04/2008 / Sgobio, Diliberto, Pagliarini et alii)

    @vb: da benpensante a disinformato? Dici che la mutua è un fatto tra privati? Scemenza, infatti a seconda della tipologia contrattuale e della casistica, i costi della mutua sono in media per tre quarti a carico dell’ INPS.

  29. Tizio:

    Ah, certo… ottima scusa: non abbiamo sufficienti dipendenti, non facciamo i controlli, ma neanche quelli che potremmo fare, ma proprio da nessuna parte, altrimenti non si spiegano i morti quotidiani, l’inail deve avere proprio chiusi entrambi gli occhi, non solo uno.

  30. Bruno:

    E i vietnamiti, allora?

  31. roberto celani:

    Rapporto ispettori aziende = 1 su 300.000!!!!

    Organici ispettivi 2007: 3130 ispettori lavoro, 1746 ispettori INPS, 404 ispettori INAIL + 503 carabinieri del nucleo tutela.

    Aziende con dipendenti (dato INPS): 1 milione e 500 mila circa.

    @tizio:
    E sulle responsabilità del datore di lavoro nulla da dire?
    Se io investissi un “tizio” qualsiasi mentre percorro un centro urbano a 120 kmh, la responsabilità è del vigile che non riesce a fermarmi o della mia criminale condotta?

  32. roberto celani:

    Errata corrige #31

    Rapporto ispettori aziende 1/300 !!!

  33. Tizio:

    LA responsabilità dei datori di lavoro di fatto non esistono se non vi è chi le sanziona, per questo i controlli sono fondamentali per l’efficiente andamento dell’economia e della vita pubblica. I tuoi dati non spostano il problema, neanche un po’ anzi, l’aggravano. A proposito, noto che nei tuoi riferimenti ci sono contraddizioni dovuti al fatto che utilizzi parametri non sempre omogenei: prima ti bulli di un prestigioso studio della prestigiosa università privata luiss che dimostrerebbe quanto efficiente, trasparente, superfigo sia il sistema di controllo dell’inps (senza però citare i relativi riferimenti sul numero effettivo degli ispettori del suddetto istituto), poi posto di fronte alla questione controlli sugli infortuni del lavoro (che vengono fatte dall’inail, altro istituto, me ne rendo conto), lamenti la carenza degli ispettori e continui in questo non pertinente paragone di te che investi i tizi qualunque per strada.
    Il tuo discorso non sta in piedi, e per un fatto molto semplice. Mi spiego: tu sei troppo concentrato a ribattere al sottoscritto in una foga che va quasi sul personale (e dandogli una importanza che certo lui, un tizio qualunque, non si merita), piuttosto che soffermarti sulla vera natura della questione: i morti sul lavoro e l’efficienza dei controlli effettuati dagli enti preposti. Questo discorso va al di là di qualsiasi polemica fuffologica: i controlli o ci sono o non ci sono, e il fatto che non ci siano perchè gli addetti siano pochi non scusa assolutamente coloro che dovrebbero essere preposti a farlo. Si può sempre cambiare in meglio, si può aumentare il proprio organico, si può utilizzare in maniera efficiente l’organico che c’è. Basta volere. Basta che ci sia la volontà fattuale e/o politica, ma evidentemente questi enti sono ridotti solo ad un comodo poltronificio, o posto di lavoro sicuro, o quel che è. Allora vedi che chi ha scritto il post ha ragione: la pubblica amministrazione è da rivoluzionare, dalla A alla Z. Per il resto, questa polemica mi sta anche stufando, come mi stufa pestare l’acqua nel mortaio, del resto non voglio neppure profittare della (paziente, molto paziente) ospitalità del gestore di questo blog. A me interessa analizzare problemi, trovare soluzioni, cercare di avere ragione a tutti i costi non mi interessa, quella te la lascio volentieri.

  34. roberto celani:

    @ tizio

    Solo qualche precisazione.
    I controlli avvengono ma sono insufficienti.
    Gli Enti Pubblici non economici non legiferano e soprattutto sono sottoposti da svariati anni al blocco del turn-over che riguarda tutta la P.A.
    Per quanto riguarda il “poltronificio” sicuramente esiste, ma riguarda i Dirigenti che, guarda caso, hanno altro contratto di lavoro e nemmeno l’obbligo di attestare la propria presenza…

    Il gestore del blog è stato sicuramente comprensivo. D’altronde quando si posta un intervento con tag “fancazzista” rivolto a qualcuno in carne e ossa, il minimo che ci si possa aspettare è la comprensione per una possibile reazione. Sbaglio?

    Assolutamente nulla di personale. Ho solo trovato sgradevole e ingiustificabile la strumentalizzazione delle morti sul lavoro fatta nel corso di un tuo commento ed ho cercato di replicare con dati e non parole in libertà.
    A chi legge giudicare.

    Cordialmente.

  35. raccoss:

    Domani divento milionario, basta volere!
    Domani tutti i commentatori di questo blog diventano intelligenti: basta volere!
    Ce lo insegna Tizio!

  36. Duane 'Dog' Chapman:

    VB, occhio che ti vengo a prendere e so’ cazzi, tu non fai Chapman di cognome.

  37. vb:

    No, te prego, nun me menà, so’ ‘n porello, m’ha incastrato er Canaro… Ma nun venì a prendermi ar Messico, che poi devemo mobilità ‘r Congresso e pure la negra per nun farme annà ‘n galera per rapimento…

  38. Alberto:

    Oggi sempre più la politica si occupa non dei nostri interessi ma semplicemente i nostri umori. Così la nostra giusta esasperazione control l’inefficienza dell’apparato pubblico trasforma un provvedimento sostanzialmente inutile e molto costoso come quello dei controlli al primo giorno di malattia per i dipendenti pubblici in un geniale stratagemma contro il quale si possono schierare solo un branco di vetero-statalisti.
    Non so bene se il 51% dei votanti al sondaggio sia semplicemente consapevole dell’inutilità di questo provvedimento ben illustrata ai commenti 20 e 21 da Franco e roberto celani oppure le motivazioni fossero altre, ma il fatto che un provvedimento come quello riscuota il 49% dei consensi tra i lettori di un giornale di opposizione già ci dice che Brunetta ha centrato l’unico obiettivo che aveva, farsi un po’ di pubblicità. Nella sostanza succederà che dopo un po’ di tempo (magari anche subito) ci si accorgerà che il provvedimento è inutile e quindi semplicemente le visite al primo giorno non si manderanno.

  39. Alberto:

    @Tizio#33: “Le responsabilità dei datori di lavoro di fatto non esistono se non vi è chi li sanziona”. Brillante! Quindi se io guido ubriaco e metto sotto una bambina la colpa non è mia ma del vigile che non mi ha ritirato prima la patente. E’ bellissimo vedere con quanta genialità riusciamo a ricondurre tutto a colpe di dipendenti pubblici…

  40. Tizio:

    no, caro, la responsabilità è degli indulti e dei processi che non finiscono mai, non ci avevi mai pensato?

  41. Alberto:

    Certo, gli indulti li fanno i politici e i processi i magistrati, anche quelli sono dipendenti pubblici, no?

  42. Tizio:

    http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/economia/pubb-ammin/meno-malattia/meno-malattia.html

    Mi sembra che questo articolo pubblicato su Repubblica online di oggi chiarisca un po’ di confusione che si è fatta in questi commenti: è bastato solo l’annuncio della maggior severità e dei controlli e le assenze per malattia rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono calate del 18%, non del 2-3%, ma del 18% e in un mese in cui è facile prendersi malattie di stagione: giugno…

    Ironie a parte, Alberto, delle due l’una: o vuoi aver ragione, evabè, allora inutile perder tempo, oppure le tue illuminanti considerazioni di cui sopra sono un po’ miopi. Non lo sapevi che la giustizia inefficiente crea un diffuso senso di impunità e quindi incentiva i comportamenti illegali/illegittimi?
    Ma forse tu, novello Pangloss, vivi nel migliore dei mondi possibili.
    Beato te.

  43. vb:

    All’INPS, il primo di quegli “enti nei quali parole come controllo e certificazione di qualità, internal audit e sistema premiante individuale sono una realtà da circa 20 anni” (#21), il calo è stato del 30%… :-D

    P.S. Sempre secondo l’articolo, al comune di Cosenza, nel 2007, ciascun dipendente è stato in MEDIA malato due mesi l’anno… si sa, il clima freddo della Calabria, l’inquinamento, il traffico…

  44. Alberto:

    @Tizio: quindi eri serio quando parlarvi di indulti e processi? Fantastico, Tizio. Riesci sempre a strapparmi un sorriso…
    La dimostrazione dell’utilità di un provvedimento con dati raccolti quando ancora non era in vigore è veramente un colpo da maestro.

  45. Alberto:

    @vb: ti faccio notare che nello stesso articolo si dice che l’INPS ha tassi di malattia molto bassi, quasi la metà del valore medio nazionale del settore privato.
    In realtà la cosa che trovo interessante dell’articolo è l’estrema variabilità dei tassi di assenza per malattia. Quelli del Ministero dell’Università (23%) sono quasi 5 volte quelli dell’INPS. Leggere questi dati non ti fa venire il dubbio che l’assenteismo non discenda genericamente dallo status di statale ma dall’organizzazione dello specifico ente? A me sì ed è da un po’ che ho questo dubbio. Anche per questo motivo in questo e altri àmbiti tendo a preferire ministri che intervengano sulla riorganizzazione dei singoli enti, piuttosto che ministri che facciano clamore con interventi che riscuotono molti successi mediatici, come si vede in questo blog, ma che scendono a pioggia su enti virtuosi ed enti che non lo sono e finiscono per suonare ingiustamente punitivi nei confronti dei primi. Spesso poi, come in questo caso, i fondati motivi per essere scettici sugli effetti che i provvedimenti avranno anche sugli enti non virtuosi vengono travolti dall’ondata emotiva.
    Purtroppo i ministri del tipo che piace a me riscuotono poca popolarità perché le soluzioni che propongono sono complesse e le soluzioni complesse non piacciono al cittadino medio, ahimé.

  46. Tizio:

    Nessun dato raccolto, nessun colpo da maestro, è un dato che è noto da secoli. Hai mai letto Rabelais? E Bentham?
    Dacci una scorsa, poi mi dici.

  47. Alberto:

    @Tizio: Vuoi dire che Pantragruel lavorava all’INPS? Ma dai, incredibile…

  48. Tizio:

    beh, in un certo senso…
    era esperto di mangiate

  49. roberto celani:

    Il giornalista è tenuto a verificare le informazioni in suo possesso. La prescrizione, già implicitamente prevista dalla legge 69 del 1963 ed esplicitamente indicata dalla giurisprudenza, viene introdotta per la prima volta in un codice deontologico 1998: la lealtà e la buona fede richiesta al giornalista, dunque, costituisce l’obbligo di verificare l’attendibilità delle fonti e controllare l’origine delle sue informazioni.

    Peccato che la sig. Barbara Ardu non abbia verificato le sue e nell’affermare che “forse è la prima volta, perché tra il 2004 e il 2006 le giornate di malattia hanno dimostrato sempre una sostanziale stabilità, con una media di circa 16 giorni l’anno” sia smentita dai dati forniti dalla Ragioneria dello Stato (10,9 giorni l’anno contro i 9,6 del settore privato).

    La cosa risulta aggravata dal fatto che la relativa tabella è stata pubblicata dal suo stesso giornale il 18 luglio scorso con numeri completamente diversi.
    Ma forse le veline del Ministro non erano ancora state “confezionate”.

    @vb
    Sembra proprio che Lei nei rapporti con l’INPS non resista ad estrapolare solo i dati che le piacciono di più (vedi risposta Alberto). Sarei quasi portato a dubitare della sua serenità quando si parla di Previdenza Sociale

    @tizio
    Scomodare perfino Jeremy Bentham???
    Non vorrà mica rinchiudere tutti i dipendenti pubblici in un carcere seppur modello come il Panopticon?
    Spera forse di ottenere le funzioni di guardiano unico?

  50. Tizio:

    No, caro robertocelani, per le funzioni di guardiano unico (anche del Verbo veritiero) bastano le tue.

    Di grazia, visto che sei così informato, quali erano i numeri pubblicati il 18 luglio dal medesimo giornale? Possibile che un perfezionista come te non li abbia?

    Comunque, in una indigestione di dati, che in quanto tali ciascuno può tirare dalla giacchetta come vuole, non solo le veline del Ministero, del resto è sempre la solita storia delle galline e dei gatti con tre zampe ciascuno, non mi si riesce a convincere dell’ottimale funzionamento della pubblica amministrazione. Sarò troppo concentrato sulla realtà degli uffici che quotidianamente devo frequentare?

    (e con questo mi intasco il commento n. 50, se va avanti così cercherò di non mancare il numero 100…)

  51. roberto celani:

    @ tizio

    Nessun Verbo, ma i numeri se vuole, può leggerli da solo al link sottostante.
    (i dati sono in giorni, non in gatti o galline).

    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=IQF2M

    Mi stupisce che in questa battaglia che combatte quotidianamente contro la pubblica amministrazione le sia sfuggito l’articolo in questione.

    Lei continua a dimostrare una manichea inclinazione nel giudicare i fatti.
    Io non ho mai affermato che tutto sia perfetto nella pubblica amministrazione, così come del resto in altri settori della società italiana.
    In fin dei conti anch’io incontro, quasi quotidianamente purtroppo, evasori fiscali o professionisti incompetenti al limite dell’analfabetismo ma non per questo sono portato a generalizzare sulla competenza o onestà altrui.

    Una capacità di distinzione delle diverse realtà aiuterebbe (vedi intervento di Alberto) a trovare soluzioni e non capri espiatori.
    Ma mi rendo conto che non è questo il disegno.

    Per quanto riguarda il numero degli interventi in replica, (il 51° se l’è guadagnato ampiamente), spero non sia vittima di pulsioni autoritarie. Replicare è un diritto ma anche un dovere per chi ha la coscienza tranquilla.
    A maggior ragione se un ANONIMO “tizio” si comporta come certi bambini che lanciano il sasso e poi nascondono la mano.

  52. Tizio:

    oh, ma guarda, siamo pure arrivati all’attacco personale di un anonimo! Dimenticando addirittura che il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero comprende anche il diritto di esprimersi anonimamente senza porsi il problema dei sassi e delle mani nascoste.
    per quanto riguarda il manicheo, che dire, questo povero Tizio preso così tanto e immeritatamente in considerazione nota che robertocelani prima difende a spada tratta l’inps dicendo che addirittura da vent’anni esiste un sistema di internal audit etc (e questo non è manicheismo nel difendere una posizione, ma di certo un dato di fatto…) e poi (al cinquantunesimo commento) si smentisce dicendo che non ha mai detto che tutto funziona perfettamente nella pubblica amministrazione italiana (ed io che credevo che i prestigiosi studi delle prestigiose università private italiane dimostrassero esattamente il contrario) e poi se la prende con gli evasori fiscali.
    Già caro celani, hai ragione, anche quello è un tasto dolente e possiamo pure parlarne, ti ricordi che vespaio quando sono stati pubblicati on line i redditi di tutti i contribuenti del 2005: possibile che tutta questa cagnara non fosse giustidicata dalla cattiva coscienza dei contribuenti italiani?

    Ah, per quanto riguarda il link alla rassegna, dovresti ringraziarmi, la prossima volta mettilo quando confuti i dati in discussione, sai questione di rigore metodologico, lo stesso rigore che mi impedisce di prendere per oro colato le statistiche: i dati sono manipolabili, sempre, e a me i gatti e le galline con tre zampe ciascuno non piacciono.

    Pulsioni autoritarie? Io? Un Tizio qualunque? Un anonimo qualsiasi?
    con questa conclusione mi manterrai di buon umore per il resto del pomeriggio, caro celani, e forse anche per buona parte della serata.

  53. Mir:

    @celani && @Tizio
    Se riuscite a raggiungere il #100 su questo tenore e senza degenerare nel flame vi offro una birra.

  54. Roberto Celani:

    @mir

    Grazie per la birra, che convertirei magari un un calice di buon vino. :-)
    Temo che però dovrò deluderti. Almeno io.
    In effetti rileggendo quanto scritto fin qui sono sorpreso del mio autocontrollo, quasi anglosassone.
    Meglio non mettermi ulteriormente alla prova.

    Con simpatia.

  55. Alberto:

    @robertocelani: Tizio è così… Sulle prime ti sembra un po’ surreale discutere con lui, ma alla fine questa applicazione piuttosto fantasiosa del rapporto causa-effetto e l’invenzione di una logica innovativa rispetto a quella aristotelica, finisce col trasportarti in un mondo parallelo e dopo questa insolita esperienza un sorriso ci scappa sempre.

  56. Tizio:

    Posso considerarmi fortunato se riesco a far sorridere, del resto di depositari della realtà e della filosofia da queste parti, e non solo, ce ne sono fin troppi e per fortuna non è più tempo di roghi, altrimenti credo proprio che avrei fatto una brutta fine.

    Mir, grazie della tua offerta, accetto volentieri la birra, per quanto mi riguarda possiamo provare ad andare al centesimo commento e oltre, senza alterare i toni, almeno, non da parte mia.

  57. roberto celani:

    @ Tizio

    Roghi?

    Al rogo stanno andando nomadi, extracomunitari e… pubblici dipendenti, indipendentemente dalla loro onestà.

    Non preoccuparti, tu sei perfettamente inserito nella società dei “pogrom”!

  58. Tizio:

    Pogrom? maddechè!

    Per quanto riguarda i rom e i sinti (trovo nella parola “nomadi” un’accezione negativa assunta nell’uso comune): a me piacerebbe moltissimo che i bambini andassero a scuola invece di venire sfruttati a mendicare. Vuol dire mandare ai pogrom, questo?

    Extracomunitari: la questione dei migranti è assai strumentalizzata, questo è vero, ma pretendere che la condizione di clandestinità non sia pretesto per delinquere vuol dire mandare al rogo, questo? Probabilmente ci vorrebbe un po’ più di serietà da parte del legislatore che con l’attuale legge c.d. Bossi – Fini incentiva la clandestinità, ma se ciò è pogrom non dipende di certo da me…
    Non me li vedo proprio i pubblici dipendenti al rogo, ma magari al mattino a farsi una bella pausetta con caffè e sigaretta durante l’orario di lavoro questo si, ma siamo così assuefatti che questo trascende dall’onestà individuale.

    Non amo in particolar modo Nanni Moretti, lo trovo troppo autoreferenziale, però mi tocca concordare con lui con quanto dichiarato recentemente:
    http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/politica/moretti-berlusconi/moretti-berlusconi/moretti-berlusconi.html

    Ed ha ragione, noi siamo assuefatti alla mancanza di etica pubblica, e specialisti in vittimismo…

  59. roberto celani:

    Nascondere dietro disquisizioni semantiche i roghi di Ponticelli, gli sgomberi con telecamere al seguito di campi autorizzati di Roma o le occupazioni leghiste di Venezia è ipocrita.

    Far finta di non vedere i “clandestini” che quotidianamente lavorano in nero nei campi, nei cantieri e nelle case è ipocrita.

    Credere che la salvaguardia dell’etica pubblica, in questo paese di corruttori, concussori, collusi, golpisti e assassini di stato dipenda da una pausa caffè è ipocrita.

    E’ sempre la stessa storia della trave e della pagliuzza.
    Non basta un buon collirio!

  60. Tizio:

    E quindi, oltre a tutta questa ipocrisia, e pure un po’ retorica, caro celani, quali soluzioni proponi? perchè si giunge spesso a questo punto con te: proclami tanti, proposte scarse, se non nessuna.

    Ma probabilmente esiste chi si soddisfa di parole.

  61. roberto celani:

    @Tizio

    Io non ho chiesto il voto degli italiani per governare. Qualcun altro lo ha fatto e ora sta governando. Per me molto male. Per te bene?
    Non mi stupirebbe. A rileggere il tuo primo post sembri essere un fautore dell’Homo omini lupus.
    Evidentemente la crisi alle porte non spaventa i veri privilegiati di questo paese. Eppure se fossi in loro non dormirei sonni tranquilli. Mai portare all’esasperazione la pazienza di un popolo.

    P.S: per il mio programma elettorale dovrai attendere altri cinque anni, nei quali tra nani e ballerine non ti annoierai di certo.

  62. Tizio:

    Per me in un certo senso va benissimo: me ne sto seduto sulla terrazza a vedere il disastro accadere, perchè gli italiani si sono fatti illudere ancora una volta, conoscendo molto bene il “nuovo” inquilino di Palazzo Chigi: l’avevano già sperimentato per ben altre tre volte (sbaglio o questo è il governo n. 4?) quindi si meritano tutto, ma proprio tutto quello che verrà.

    Il tuo ragionamento sulla pazienza esaurita potrebbe funzionare con qualsiasi altro popolo: quello francese, per esempio, o inglese, addirittura svizzero, probabilmente tedesco, ma non quello italiano. Lo abbiamo visto dalla storia già una volta, anzi più d’una, ora lo stiamo rivedendo: invece di ribellarsi, gli italiani saltano sul carro del vincitore nella speranza che ci sia un pezzettino di vantaggio, una briciola di concessione, un qualcosa che giustifichi il loro tornaconto nel “vendersi” al padrone o al potente di turno.

    Agli italiani non piace essere liberi ed indipendenti, non ce la fanno a vivere senza un padrone che dica loro come pensare o cosa fare: la realtà crudamente ci dice questo.

    La crisi non è “alle porte”, essa è qui, ben presente e radicata, ma il punto è che difficilmente il nostro paese riuscirà a risollevarsi se non con una sana azione di cambiamento dalle radici, ma siccome ho appena detto (e ne sono convinto perchè confortato dalle precedenti esperienze storiche) che il popolo italiano preferisce adagiarsi in una posizione più “comoda” piuttosto che cambiare (o rivoluzionare le cose) credo proprio che non vi sia via d’uscita.

    Quindi, se nei prossimi cinque anni pensi davvero di proporti, fammi un fischio, nel frattempo io mi godo nani e ballerine, why not, anche sul Titanic si è ballato fino all’ultimo, ma tra cinque anni magari vedrò di leggere il tuo programma.

  63. roberto celani:

    @tizio

    Non ti sembri strano, ma stavolta sottoscrivo quasi totalmente quello che affermi.
    La crisi è sicuramente iniziata ma il “bello” deve ancora venire. L’indice dei prezzi alla produzione è quasi doppio di quello dell’inflazione. I “future” petroliferi puntano verso l’alto. I salari verso rinnovi di facciata…

    Il popolo italiano è storicamente adagiato sulle proprie comodità ma stavolta rischiano di venire meno proprio queste ultime. Non a caso il governo, in totale assenza di autorità morale, in modo strisciante, sta introducendo elementi di autoritarismo.
    Per questo personalmente cerco di non distrarmi a guardare l’avanspettacolo dell’esecutivo.

  64. Mir:

    Ho visto cose che voi uomini non potreste immaginare…
    Ho visto gente scendere da una macchina e colpire a bottigliate uno perche’ gli aveva fatto uno “sgarro” ad uno stop; ho visto 7 dipendenti pubblici in un ufficio postale guardarci bellamente in faccia (a noi utenti accodati in un caldissimo sabato italiano) ridacchiando sotto i baffi mentre c’era un solo sportello aperto e loro si muovevano da una parte all’altra chiacchiericchiando, e non si capisce bene che cosa facessero. Gente che e’ arrivata a pensare ed e’ veramente convinta (specie dopo i 50 anni) che Berlusconi sia buono e abbia a cuore veramente il futuro degli italiani (per carita’, de gustibus..)
    Mogli che invocano a piena voce l’emancipazione femminile ma poi restano incinte 2 volte in 3 anni e si puppano 2 maternita’, hanno il part-time, fanno tanta bella mutua alla facciaccia nostra e poi si lamentano.
    Donne divorziate con figli che aspettano “il prossimo pollo” per farsi mantenere ma, aime’, di veri polli AIA ne son rimasti ben pochi sicche’ se le trombano e poi le mandano a cagare (eh, beh…).
    Gente sui SUV che arrogantemente ti guarda come se ti conoscesse da una vita e ce l’ha scritto in faccia “tu spostati, pezzente d’un dipendente che ruberai di sicuro lo stipendio perche’ non sei un imprenditorotto come me, anzi.. che ci fai qui in strada alle 3 del pomeriggio a cazzeggiare? Vai a LAVORARE! Barbun!”
    E’ tutto vero!
    E poi potrei continuare per ore sullo sfascio della nostra gioventu’, sulle ragazze che sognano di fare la tivvu’ gia’ a 12 anni, su persone che sempre piu’ spesso cercano un nemico da abbattere per esorcizzare tutti i loro guai, senza sapere (o forse peggio, lo sanno bene ma non gliene frega un cazzo) che i loro problemi sono un po’ anche colpa loro e se la barca va a fondo affonda per tutti.
    Ho tante parole, tanti pensieri, resoconti di una vita che non riesco a buttare giu’ lucidamente.
    Quello che so, pero’, e’ che l’Italia che mi ricordo meglio, alla fine degli anni 70 me la ricordo migliore, meno violenta soprattutto mentalmente, piu’ solidale e meno figlia di puttana. Oggi, se non stai attento spunta subito un falchetto che cerca di metterlo la’ sottocoda in un modo o nell’altro. Un paese secondo me si costruisce con la voglia di creare qualcosa di migliore. Forse il meglio noi italiani l’abbiamo gia’ avuto e ora, inevitabilmente, decliniamo. Eppure decliniamo in un modo peggiore di altre nazioni, in un modo brutto, davvero cafone, davvero incivile e piu’ ignorante di quello di molti immigrati a cui invece dovremmo cercare di insegnare qualcosa. E mi dispiace che il mio paese finisca cosi’. Gli unici due che apprezzo politicamente sono Tonino e Grillo. Certo, pur coi loro grossissimi limiti, eh! Eppure hanno ragione! Siamo in caduta libera e facciamo di tutto per accelerare verso il basso!
    E chissa’ poi perche’. L’unica cosa che ho imparato nei miei anni di lvoro, e’ che le aziende che funzionano sono quelle in cui tutti si sentono parte della stessa barca.Diversamente, le energie dei rematori vengono dissipate e la barca sta ferma. Ecco, se poi chi e’ sulla barca cerca anche di darle fuoco….

  65. Tizio:

    Io non credo che gli elementi di autoritarismo si vestiranno negli abiti della dittatura esplicita: ormai siamo in europa, per fortuna, e checchè ne pensino i nostri orgogliosi padani, l’europa ci salverà in parte, nonostante tutti i suoi problemi.

    Quello che a me interessa di più è osservare, mentre me ne sto tranquillo e beato sulla mia terrazza con un drink in mano (alla maniera della nota rubrica fumettosa “tutti da fulvia sabato sera” di Pericoli e Pirella), come viene instillato un modello di pensiero dominante nelle testoline italiane… Propaganda sottile, eh, che supera il già scarsissimo senso critico dei connazionali, già sufficientemente intortato dal tornaconto personale e di categoria, non bisogna dimenticarle le categorie, le caste. Per questo ad ogni scossone io mi sollevo dalla mia postazione e dico evvaiii, vediamo che succede, se tutto torna nel torpore o se qualcuno finalmente si sveglia, per questo considero l’iniziativa di Brunetta positiva: magari non dura, ma il problema esiste, vediamo come verrà affrontato.

    Quando sto sulla barca anche io cerco di remare e di remare al mio meglio: mettendocela tutta e in sincrono con gli altri rematori, ma mi stufo a vedere di essere il solo a remare: non è nè bello, nè gentile e neppure giusto che altri sfruttino la mia forza a loro vantaggio e piacimento. In fondo in caso di naufragio confido nelle mie abilità natatorie. E’ vero, sembro fautore dell’homo homini lupus, e anche se non condivido quella filosofia, tuttavia credo che sarà la rotta che abbiamo imboccato o stiamo imboccando, quindi ragazzi, mano ai vostri salvagenti in caso di naufragio…

  66. D# AKA BlindWolf:

    Sottoscrivo quasi totalmente il commento #64 di Mir.

    Il problema è il seguente: tra i dipendenti pubblici ci sono dei forti assenteisti. Che fare? Non credo che la visita al primo giorno sia una grande soluzione: il numero di medici è insufficiente.

    Oltre alla media dei giorni di assenza mi chiedo inoltre quali siano la varianza e la distribuzione.

    Una varianza stretta indicherebbe che le assenze sono distribuite tra i dipendenti, una varianza larga indicherebbe che da un lato ci sono dei fantasmi a libro paga e dall’altro molti impiegati corretti.

    Una distribuzione di assenze un giorno sì ed un giorno no renderebbe la visita al primo giorno (numero di medici impegnati a parte) un intervento necessario; una predominanza di lunghi periodi di assenza renderebbe l’accertamento meno urgente.

  67. roberto celani:

    @ D# AKA BlindWolf

    Ragionamenti correttissimi i tuoi. Perchè allora il ministro ha preferito fare di tutta erba un fascio?
    Leggete i dati recentemente pubblicati e utilizzati in modo strumentale (sono solo una proiezione annua) dal Ministro per dimostrare la diminuzione delle malattie per effetto annuncio.
    Lo smentiscono proprio per quanto riguarda la distribuzione delle assenze. Vedi http://www.innovazionepa.gov.it/ministro/pdf_home/indagine_pilota.pdf

    Leggendolo ho avuto la conferma di lavorare in un Ente che ha avuto una media assenza annua (2007,ultimo dato probante) di 6,72 gg., ben lontani dai 10,9 della media nazionale della P.A. e dei numeri urlati da giornali e tv (anche 55)ma anche dai 9,6 media del settore privato.
    Io lo sapevo già, ma chi mi/ci risarcirà del danno d’immagine. Un’azione più mirata sarebbe stata molto più rispettosa della dignità dei lavoratori interessati e avrebbe portato al risultato di correggere le reali anomalie.
    Ma non avrebbe contribuito alla straordinaria popolarità di un Ministro ambizioso e furbetto!

  68. Scettico:

    Intanto, mentre voi continuate a discutere come 4 amici al bar, c’è chi ha fatto una ricerca seria, qui

  69. vb:

    Scettico: Ho visto la figura che dimostrerebbe che c’era un calo già prima, ma mi sembra tutt’altro che seria: in pratica hanno preso i numeri mensili forniti dal ministro per il 2007 e 2008, e ci hanno giustapposto davanti tre (3) numeri che però sono medie annuali (e dato che le malattie sono stagionali, non puoi confrontare medie annuali con medie mensili) e sono riferiti a tutto l’insieme della pubblica amministrazione invece che ai 27 enti campione di Brunetta (e come noto questo pesa moltissimo, visto che l’assenteismo al ministero dell’Istruzione è certamente molto diverso che quello al comune di Bolzano).

    I tre numeri dimostrano al massimo che nel 2006 c’erano state meno malattie che nel 2005, dove però ce n’erano state di più che nel 2004. Solo che loro, invece di tracciare i tre punti, hanno tracciato la curva interpolata dai tre (3) numeri come se fosse il risultato di chissà quali misurazioni statistiche condotte per tre anni, raccordandola poi ai dati del ministro, con cui non sono confrontabili per i due motivi suddetti.

    Insomma, posso anche pensare che sia stata fatta in buona fede, ma è una operazione di manipolazione matematica che mi sembra non provi granché. Altro che “ricerca seria”…

 
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