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mercoledì 17 Settembre 2008, 14:53

La giustizia altrui

Ho ancora un paio di cose che voglio raccontarvi dell’Africa e del Mozambico, e saranno forse tra le meno facili da metabolizzare. Quella di oggi, peraltro, capita a fagiolo anche in seguito alla discussione di ieri: perché è relativa al concetto di giustizia (umana e divina).

Il Mozambico ha una struttura giudiziaria all’occidentale: infatti hanno preso le leggi portoghesi, hanno fatto “trova e sostituisci” e hanno scritto Mozambico al posto di Portogallo dovunque tale parola comparisse. Allo stesso tempo, il Mozambico ha la giustizia tribale, perché anche nelle tribù africane esistono reati e tribunali; questi ultimi sono in sostanza costituiti dal consiglio degli anziani del villaggio, o da una persona molto saggia a cui ci si rivolge in veste di conciliatore.

Grazie al fatto che chi ci ospitava si occupa proprio di questi temi, ho potuto apprezzare come la giustizia della legge si adegui alle usanze tradizionali, e come ciò implichi che alcuni concetti che noi diamo per scontati – quasi naturali – non lo siano affatto: a partire dalla responsabilità personale.

Per noi è ovvio che ognuno risponde delle proprie azioni; per gli africani, invece, è il villaggio o la famiglia, nel suo insieme, a rispondere davanti agli spiriti per le azioni di tutti i suoi componenti. Se qualcuno di essi fa qualcosa di male, l’ira degli déi si abbatterà su tutti: per questo motivo essi sono i primi a prenderlo a mazzate.

Questa mancanza di responsabilità personale spiega probabilmente la scarsa intraprendenza degli africani, e si esplica in modi che a noi sembrano assurdi. Per esempio, se a un pulmino del trasporto pubblico scoppia una gomma ed esso finisce per centrare la tua macchina, la colpa e i danni sono per metà tuoi; perché si sa che i pulmini vanno in giro con le gomme lise e possono perdere il controllo da un momento all’altro, quindi stava a te starci attento. Se il vicino dà fuoco alle sterpaglie in modo maldestro e il fuoco si espande a casa tua, è colpa tua: perché non eri lì a spegnere il fuoco o almeno non hai bagnato il prato perché non fosse secco? Persino se ti cade in testa un vaso da un balcone la colpa, per il tribunale, è anche tua: non l’hai evitato.

C’è, in realtà, una logica in tutto questo: quella che siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo dividerci l’attenzione e le responsabilità. Per noi, però, abituati a trovare un responsabile e una colpa per tutto, sembra ingiusto.

Certamente le pene tradizionali, in Mozambico, non sono moderate. Per esempio, la pena per il furto è venire presi, infilati dentro un pneumatico, cosparsi di benzina e arsi vivi. Dev’essere per questo che in Mozambico sono piuttosto onesti, almeno in termini di società con simili disuguaglianze sociali (c’è chi muore di fame e chi gira in SUV).

Sono tanto onesti che talvolta il furto è impossibile. Per esempio, un ragazzo andò in tribunale accusando un suo vicino di casa di averlo derubato per strada di notte. Dopo due anni di galera preventiva (non perché la giustizia mozambicana sia lenta – mica è l’Italia – ma perché si era perso il fascicolo: succede) l’accusato va davanti al giudice, che lo assolve: infatti, dice il giudice, è impossibile che due vicini si derubino tra loro, perché è contrario alla buona educazione e agli usi tradizionali. Se proprio uno vuole derubare qualcuno, argomenta il magistrato, mica andrebbe a farlo con un vicino che conosce personalmente, cosa che poi causerebbe faide per mezzo quartiere! E poi il fatto che il presunto derubato si sia rivolto direttamente alla polizia è sospetto: perché non ha chiesto l’intervento degli anziani o non ha mandato i suoi genitori a spiegarsi con i genitori del presunto ladro? E infine – conclude il giudice secondo il principio di cui sopra – se tu giri con tanti soldi in tasca di sera per una strada buia, la colpa del furto è anche tua: non lamentarti. Tutto ciò scritto nero su bianco in una sentenza di tribunale.

Le vette dell’assurdo – almeno per noi – si raggiungono quando c’è di mezzo la stregoneria: perché il feticcio fa parte della cultura locale e viene usato per spiegare più o meno qualsiasi cosa (come nel caso del parto di tre tazze). Naturalmente la stregoneria a scopo maligno è vietata e punita, tanto per cambiare, con il linciaggio; c’è però chi, civilizzato, si rivolge invece al tribunale.

E’ il caso di un tizio a cui un’altra famiglia, per questioni economiche irrisolte, aveva fatto un malocchio che lo costringeva a muoversi sempre a quattro zampe, e così aveva perso il lavoro e subito dei danni. Per questo motivo, si era rivolto al tribunale (non si sa se in piedi o a quattro zampe) per ottenere una sentenza che obbligasse la sua controparte a togliergli il malocchio. E infatti, il giudice, esaminato il caso, gli ha dato ragione: ha ordinato all’altra famiglia di togliere la magia e ripagargli i danni subiti.

Insomma, anche se la legge dice che la magia non esiste, i giudici mozambicani si arrabattano per trovare un appiglio per condannare chi è accusato di stregoneria; questo nel loro stesso interesse, visto che, se non altro, essere chiusi in prigione è un modo di evitare il linciaggio. Talvolta invece gli stregoni vengono assolti, specie se dicono di avere agito per ordine degli spiriti: se è stato uno spirito a ordinargli di trasformare temporaneamente il signor tal dei tali in un serpente, mica è colpa loro.

In certi casi, però, c’è un problema: supponete, che so, che vostro figlio sia improvvisamente impazzito d’amore per una stronza. E’ evidente che egli sia stato reso schiavo da lei mediante una stregoneria, tramite il noto metodo di rinchiudere la sua anima in una bottiglia. Però, come si fa a sapere chi è lo stregone responsabile del vile gesto?

In questi casi, spesso succede così: il tribunale interpella l’associazione nazionale degli stregoni (sì, c’è) che, tramite un rito di lettura degli ossicini, scopre chi è stato. Così possono andare a prenderlo e metterlo in galera o linciarlo a seconda del caso.

Bene, vi siete divertiti? Sarete contenti di non vivere in Mozambico, ma in un Paese dove la giustizia è equa e razionale. Per questo vi suggerisco di dedicare ancora dieci minuti a leggere fino in fondo quello che diceva l’altro giorno Travaglio a proposito del nuovo reato di “contrattazione di sesso a pagamento” e di altre meraviglie della nostra legislazione. Noi sì, che siamo dei giusti.

[tags]viaggi, mozambico, stregoneria, giustizia, travaglio, italia[/tags]

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8 commenti a “La giustizia altrui”

  1. Attila:

    Mi piace sempre Travaglio perchè è pacato e sostanzialmente obiettivo. Poliziotto-PM-Giudicedelleindaginipreliminari-GiudiceGiudicanteinprimogrado-Giuria-Giudiced’Appello-GiudicediCassazione tutto in uno.

    Soprattutto perchè un disegno di legge non è che proprio introduca per magia un nuovo reato… un disegno di legge propone la modifica di una certa disciplina, che poi andrà in aula e lì verrà ulteriormente modificata e così avanti a patto che non si ponga la fiducia su ogni singola votazione come avevatentao di fare il governo Prodi, ma per altri e ben noti motivi (ma con questo si logora + velocemente la propria maggioranza, dato storico). L’astrusità di molte leggi italiche è fatta dallo stravolgimento di alcuni articoli di una legge rispetto all’impianto originale.

  2. .mau.:

    @Attila: non mi pare che il governo Berlusconi IV abbia fatto cose tanto diverse con le sue fiducie… ah no, è vero. Accorpava tutto, non metteva la fiducia sul singolo provvedimento.
    Ciò detto, un disegno di legge può introdurre per magia un reato, oppure lo può cancellare per magia. Non è detto che la magia funzioni sempre, visto il passaggio in Parlamento, ma il principio è quello.

  3. Fabio Forno:

    Vubbì, scrivi cose interessanti e piacevoli da leggere (per come le racconti), perché ti ostini ad abbassare il tuo livello affiancandoti a dei parassiti come Travaglio che campano sfruttando la rabbia e l’invidia di parte della gente? E’ solo maleducato (il tono da sfottò calato dall’alto che usa, inframmezzato da allusioni, dà più fastidio degli sproloqui di Sgarbi), banale e stufoso.

  4. Attila:

    Io non credo si sappia quanti disegni di legge più disparati vengano proposti in Italia ogni anno. Quanto al ricorso alla fiducia, non è uno strumento che riscuota troppo successo nelle aule del Parlamento perchè il Governo anche con ampia maggioranza ha sempre le palle sul ceppo e viene usato principalmente sulle questioni a cui la maggioranza (o il premier) tiene solitamente di più (le leggi ad personam per prendere un esempio). Perchè come ho detto prima, la fiducia tende a logorare la maggioranza, che la pone dove proprio non può farne a meno (non credo che per le battone per strada si scomoderà la fiducia, semprechè il Berluska non venga preso a tirar su travestiti sulla Salaria da una pattuglia di vigili), come era costretto a fare il governo Prodi, che, in effetti, si è logorato molto presto, anche se non solo per eccesso al ricorso alla fiducia.

    Ma guarda che mi tocca fare anche il difensore della Carfagna…

  5. Piero:

    E’ difficile parlare di giustizia, senza prima dare una definizione di giustizia. Il termine giustizia ha a che fare con il rispetto dei diritti di una persona. Se prima non si definiscono quali sono i diritti di una persona, non ha senso parlare di giustizia.

    Il nostro concetto di giustizia deriva dal diritto romano dove i diritti sono scritti nei codici (esempio Codice civile) e che si contrappone al diritto anglosassone dove i diritti invece non sono codificati, ma sono stabiliti da sentenze giurisprudenziali emesse dai tribunali.

    Entrambe le forme di giustizia fanno parte della giustizia umana, una forma di illusione ipocrita.

    C’è poi, per chi è credente, la giustizia “divina”, dove credenze e superstizioni si mescolano a seconda degli umori del giudice o “stregone” di turno.

    Poi c’è la vera giustizia, la più severa, ma la più sincera, dove il giudice sei tu e il diritto è scritto nella tua coscienza e alla quale nessun uomo può sfuggire, perché solo ai bambini appartiene l’innocenza.

  6. vb:

    Fabio: Travaglio ha una supponenza esagerata, però sa di cosa sta parlando (almeno quando parla di giustizia). Quella del reato di “mancata esibizione del documento” contestato ai clandestini senza documenti mi sembrava una notizia “ridere per non piangere” meritevole di segnalazione…

  7. D# AKA BlindWolf:

    @Fabio: (ti aspettavo) se parli in modo pacato e sobrio non ti ascolta nessuno… io non ho mai fatto mistero di apprezzare Travaglio, anche se trovo che il suo pesante sarcasmo lo renda antipatico a chi non apprezza le sue idee e lo faccia considerare non imparziale, non obiettivo o non neutrale (e qui ti rimando al suo discorso che in realtà solo l’imparzialità va curata, le altre sono impossibili da ottenere). Sicuramente lo preferisco all’invettiva violenta di Sgarbi.
    Maleducato? Da cittadino lo preferisco maleducato che leccapiedi.
    Banale? beh, su 6 reti nazionali (che seguo poco) e 2 quotidiani (Corriere e Stampa, che leggo quotidianamente) non leggo niente di simile, quindi tanto banale non lo trovo. (Tip: puoi suggerirlo “delirante” e qualche ragione in più potresti avercela).
    Stufoso? Basta non leggerlo. A me pare molto più stufoso il solito coro di parole prevedibili per ogni iniziativa del governo e della solita replica dell’opposizione (di qualunque colore) rimbombati da tutti i telegiornali.

    Il Passaparola di lunedì scorso l’ho comunque trovato un po’ troppo concentrato sul worst case; inoltre più che a paralizzare la giustizia questo ddl, se passasse così com’è (ma non è la fotocopia del ddl Prestigiacomo di qualche anno fa?), sarebbe semplicemente una questione di arredo urbano, di finta pulizia e legalità. Inoltre i casi sono due: o le “lucciole” si trasformano definitivamente in “squillo” (e quindi non c’è nessuno da arrestare) o la legge alla fine non viene (quasi mai) applicata e tutto torna come prima (già adesso l’adescamento dovrebbe essere punito… in teoria!).

    Vogliamo parlare di un’altra legge che, se applicata, porterebbe teoricamente dietro le sbarre un quinto della popolazione italiana? Suggerimento: porta il nome dell’allora ministro dei Beni Culturali…

  8. Fabio Forno:

    @D# AKA BlindWolf: è banalissimo, sempre lo stesso squadrista. Che sia l’unico poco importa, è l’unica sua caratteristica buona (nel senso che è meglio avere un travaglio che due, zero sarebbero perfetti).

 
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