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giovedì 27 Novembre 2008, 13:13

Lasciati a terra

Stamattina sono a casa con la febbre a guardare il collegamento live della CNN da Bombay, con l’inviata speciale che parla e poi ogni tanto scoppia qualcosa nell’albergo dietro le sue spalle, lei scappa a gambe levate, poi torna davanti alla camera fissa e ricomincia a parlare. In effetti, sono contento di avere infine deciso di non andare all’Internet Governance Forum che inizia la settimana prossima a Hyderabad!

Proprio per via dei miei frequenti viaggi, comunque, volevo dedicare un post all’aeroporto di Caselle. Chi non vola spesso forse non si rende conto dei problemi; vede soltanto gli ampi spazi appena rifatti per le Olimpiadi e i vantaggi di un piccolo aeroporto, come la velocità nel recuperare i bagagli e la possibilità di fare il check-in all’ultimo minuto (35 minuti prima del decollo, per la precisione).

Il problema, comunque, è proprio quello: Caselle è piccolo e poco servito in rapporto alle potenzialità di Torino, e questo è dovuto alla politica suicida degli amministratori e dei politici torinesi. Forse non sapete infatti che Sagat, la società che gestisce l’aeroporto, non è interamente pubblica, ma è posseduta al 46% da soci privati, di cui il principale è Edizione Holding ovvero Benetton (socio anche della nuova CAI, delle autostrade e di tante altre cose). Cosa interessa ai soci privati? Fare soldi, ovviamente. E cosa interessa ai soci pubblici?

In teoria dovrebbe interessare il fatto che l’aeroporto svolga un servizio utile ai cittadini, abbia costi accettabili e permetta alle aziende torinesi di spostarsi a costi accettabili e ai turisti internazionali di arrivare a Torino. In realtà, ai soci pubblici interessa soltanto piazzare qualche amico – ad esempio il vicepresidente Sagat Marco Scarabosio ha ottenuto la poltrona dopo essere stato trombato alle ultime regionali nella lista Bresso – e fare soldi, visto che hanno già indebitato le amministrazioni pubbliche oltre ogni decenza e hanno bisogno di denaro da spendere.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i passeggeri sono addirittura in calo, e Caselle, aeroporto della quarta area urbana d’Italia, è il dodicesimo per traffico (dati di ottobre 2008): persino Pisa e Bologna fanno molto più traffico, mentre il numero di passeggeri di Caselle è sugli stessi livelli di realtà molto più piccole come Verona, Cagliari e Bari.

D’altra parte, da Torino non ci sono i voli: capitali economiche o politiche come Zurigo, Berlino, Amsterdam, Lisbona, Bucarest, Vienna, Dublino hanno voli su Pisa, Bergamo o Venezia, ma nulla da Torino. Ormai esiste un volo per New York persino da Pescara, ma non da Caselle. Quando i voli ci sono, come per Parigi o Madrid, sono gestiti in monopolio da compagnie full price, con il risultato che conviene comunque andare a Malpensa o a Bergamo per spendere la metà.

A Torino, infatti, mancano le low cost: ma non perché loro non siano interessate. Semplicemente, per avere le low cost il gestore aeroportuale deve abbassare i prezzi praticati per ogni atterraggio e decollo, e co-finanziare l’apertura delle rotte: e questo, nel breve termine, abbasserebbe gli utili. Meglio quindi non fare nulla, tenere i prezzi alti, far sì che parcheggiare nel multipiano costi 22 euro al giorno (tre euro dieci minuti nella sosta breve) e che i voli da Torino costino cari, tanto li paga la Fiat.

Ed è proprio questo uno dei problemi: una delle ragioni per cui le varie Motorola se ne vanno da Torino è anche il costo molto più elevato di qualsiasi spostamento debbano fare i suoi dipendenti!

Inoltre, ormai i turisti si muovono essenzialmente con le low cost: quindi i nostri amministratori che spacciano continuamente il turismo come salvezza economica del Piemonte, come pensano che questi turisti possano arrivare? Ryanair e Easyjet arrivano a Bergamo, a Treviso, a Pisa, e quindi i turisti andranno in Lombardia, in Veneto, in Toscana; perché dovrebbero venire in Piemonte?

C’è persino chi sospetta che in tutto questo ci siano delle manovre politiche nazionali: siccome la parola d’ordine di questi mesi è “salvare Malpensa”, ai vari Bresso e Chiamparino è stato spiegato che è bene che i loro cittadini si sciroppino due ore d’autostrada nella nebbia per rimpolpare un po’ il traffico dell’aeroporto della brughiera varesina, snobbato dagli stessi milanesi che non vogliono mollare Linate. D’altra parte, per arrivare da Torino all’aeroporto senza spendere 35 euro di taxi ci va quasi un’ora, dato lo stato ridicolo dei collegamenti pubblici: piazzare un bus GTT diretto via tangenziale da Porta Susa ogni 20 minuti sarebbe fattibilissimo, ma impatterebbe sulle entrate dei tassisti, del multipiano e della Sadem (che adesso gestisce la linea a intervalli lunghissimi chiedendo 5,50 euro a botta e passando dentro ai paesi). Meglio attendere altri anni per scavare l’ennesimo tunnel per il treno Torino-Ceres, anche se probabilmente, quando il treno arriverà, l’aeroporto avrà già chiuso per consunzione.

L’unica cosa positiva dell’aeroporto era appunto il servizio efficiente: bene, ormai non c’è più nemmeno quello. Domenica, all’ora di pranzo, sono arrivato per partire per Parigi; il check-in era chiuso. C’era solo la macchinetta automatica Air France, con un addetto a fianco.

Vado alla macchinetta, inserisco la mia tessera frequent flyer (ancora dei tempi KLM, quando Torino era collegata con Amsterdam) e la macchinetta la rifiuta. L’addetto mi spiega che è troppo vecchia: allora gli chiedo come averne una nuova, che possa funzionare per il check-in automatico, e mi risponde “non si può”. L’unico modo per fare il check-in è inserire non il nome, non la destinazione e nemmeno il codice IATA di sei lettere che identifica la prenotazione (quelle robe tipo “IAH3Z4” che vi danno le low cost). No, l’unica cosa possibile era un numero di biglietto di 13 cifre 13 che io non avevo, visto che il biglietto era stato comprato in Francia dagli organizzatori della conferenza.

A quel punto ho spiegato all’addetto che il meccanismo mi sembrava un po’ strano, dato che da anni ormai vado a fare check-in ovunque semplicemente presentando un documento di identità, ossia con il semplice nome e cognome; la risposta è stata, con tono scazzato, “proprio per stavolta il numero glielo diamo noi, ma la prossima volta la lasciamo a terra”. Io ho pensato che piuttosto smetterò di volare Air France… se non fosse che da Torino a Parigi vola solo Air France (i voli Air One che c’erano fino a questa primavera sono magicamente spariti e ricomparsi con gli stessi identici orari a Malpensa…).

Bene, conclusa la procedura, vado nell’ampio “food court” per mangiare: puoi scegliere tra ben due opzioni, Autogrill-panini e Autogrill-Spizzico. L’aeroporto è deserto, fa davvero una impressione triste; le uniche altre persone presenti sono i tassisti in eterna attesa di clienti inesistenti. Opto per la pizza, e la signora mi dice che non la tengono nemmeno più pronta, ma me la farà sul momento “in cinque minuti”. Naturalmente i minuti diventano dodici… un capolavoro: cibo precotto come al fast food, con i tempi di un ristorante.

Perdo quasi l’imbarco, e quando arrivo al gate l’addetto (lo stesso del check-in automatico) commenta simpaticamente: “Bene, questo era l’ultimo con bagaglio, adesso gli altri possiamo lasciarli qui!”. (Imbarcare il bagaglio è una buona assicurazione, ci mettono di più a tirarlo fuori per lasciarvi a terra che ad aspettarvi dieci minuti in più.) Insomma, non solo l’aeroporto ha pochi voli, ma adesso vi trattano pure male: e poi si stupiscono se il traffico cala.

[tags]aeroporti, viaggi, torino, caselle, malpensa, aerei[/tags]

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11 commenti a “Lasciati a terra”

  1. Piero:

    Per venti anni ho preso la Torino-Ceres per andare a Torino e non ho mai capito perché la Satti, l’allora gestore, non ha mai pensato a fare una stazione a pochi metri dall’aeroporto, visto che la ferrovia ci passa davanti; senza ricordare che poi il “treno” viaggiava più su gomma che su rotaia, per gli eterni lavori di sistemazione della linea. Ora, leggendo il post, qualcosa incomincio a capire. Il problema sono i tassisti e il parking multipiano perché qualcuno va foraggiato con i disagi dei viaggiatori.

  2. francesca:

    ciao, solo una breve segnalazione su alcune affermazioni imprecise, altrimenti una parte del senso dell’articolo decade: ryanair parte da torino!
    puoi arrivare a barcellona (girona), londra, dublino, edimburgo, liverpool, bruxelles e persino trapani…. a bruxelles da torino ci va anche brussels airlines.
    airone va ad atene ed anche a lisbona, c’è perfino myair che va a foggia!!!! (vabbé, giusto se uno si vuole fare una gita sul gargano…). Però mi sembra che qualche punto di partenza c’è. con un po’ di tempo ti puoi inventare gli scali, e con quattro soldi te ne puoi andare in giro per l’europa, o anche oltre. Per esempio da bruxelles c’è jetairfly che ti porta anche oltreoeano con prezzi eccezionali…… quest’estate il mio compagno è andato fino a bruxelles da marsiglia con ryanair, per raggiungerci a salonicco con jetairfly a soli 59 euro tasse incluse. In pieno agosto, mentre i check in di alitalia e olympyc scoppiavano di gente che aveva pagato 600 euro andata e ritorno. d’accordo, per lavoro non è fattibile, ma per un viaggio di piacere si può pure passare una notte a girona se poi arrivi a marrakesh con 30 euro….. o una notte a bruxelles se poi arrivi a punta cana con 199!

  3. vb:

    La stazione davanti all’aeroporto c’è da almeno una decina d’anni; il problema è che il treno arriva solo a Madonna di Campagna o a Torino Dora, entrambi luoghi difficili da raggiungere con altri mezzi pubblici; non arriva né in centro né ad alcuna delle stazioni principali né alla metro, e ha le fantastiche frequenze di 30 minuti che diventano 60 la domenica; l’ultimo treno è alle 21:15. Tra l’altro arrivando all’aeroporto c’è soltanto segnaletica confusa e per metà solo in italiano… è praticamente impossibile capire dove comprare i biglietti, quando passano e dove fermano i bus, se è meglio il bus o il treno… vedi regolarmente gli stranieri che vagano o chiedono istruzioni che vengono fornite in piemonglish con accento di San Francesco al Campo…

  4. vb:

    Francesca: Ovvio, con uno scalo arrivi ovunque e infatti io parto praticamente sempre da Caselle, facendo piuttosto uno scalo in più, piuttosto che andare a Malpensa… ma è perché non pago io. Comunque, per la precisone, il Girona è a rischio taglio con la fine della stagione invernale; Edimburgo, Liverpool e Dublino sono voli settimanali (solo il sabato mi pare) e anch’essi in estate rischiano il taglio; Lisbona e Atene (e tutte le città che ho elencato e altre ancora… Copenaghen, Istanbul, Budapest…) le puoi raggiungere solo con uno scalo, mentre da Milano hai tutti i diretti che vuoi; e il Ryanair per Londra ha orari infami, pensati per chi viene da Londra a Torino e non l’opposto. L’assurdo è che da Bergamo Ryanair ha quattro voli al giorno per Londra, più altrettanti di Easyjet, che sono in buona parte pieni di torinesi!

  5. Piero:

    Vb, hai ragione, quando viaggiavo io, la stazione “aeroporto” si trovava in mezzo ai campi ed era destinata a servire esclusivamente gli operai dello stabilimento Alenia, più lontano rispetto all’aeroporto. Poi è vero che il treno si fermava a stazione Dora e questo è un altro mistero dei trasporti torinesi che non riuscivano a prolungare la corsa fino a Porta Susa, salvo alcune sporadiche corse.

  6. Hayabusa:

    Certo che se devono esserci privati cittadini che arrivano al punto di fondare una associazione per promuovere il proprio aeroporto e pungolare le istituzioni sull’argomento, siamo alla frutta…

    Ma meno male che ci sono, quanto meno.

    (cfr: http://www.flytorino.it/ )

  7. francesca:

    ok, spero di non andare fuori tema… io ho detto viaggio di piacere, certo che non si può andare al cairo per lavoro passando una giornata a bruxelles e magari dovendo anche cambiare aereoporto. anche da roma ryanair effettua quattro voli al giorno per londra… gli aerei sono sempre tutti pieni, però, ne ho preso uno il mese scorso a 30euro a/r tornando di lunedì e non c’erano più di 4-5 sedie vuote. roma-girona l’ho preso otto volte al prezzo di una pizza, alcune volte come scalo, ci sono tre voli al giorno da roma e sono strapieni pure quelli,tutti.
    se qualcuno pensa di eliminare torino-girona ci può essere una sola ragione: non c’è abbastanza utenza da rendere la tratta conveniente. vado più spesso che posso a marsiglia da oltre 17 anni (ci abita il padre di mia figlia), e ho potuto utilizzare ryanair solo per i nove mesi in cui è durata la tratta da roma. nove mesi in cui gli aerei però erano pieni soltanto per un terzo. Ci sono andata una sola volta facendo scalo a girona (tragitto lungo e illogico, ma sempre più breve e meno caro del treno) e poi hanno soppresso pure quella. ma uguale, non c’era abbastanza gente su quell’aereo. Ho utilizzato un po’ roma-tolone di airone, l’ultima volta eravamo solo in undici sull’aereo, e voilà che da settembre non esiste più nemmeno roma-tolone.
    Le compagnie low cost però funzionano sul numero dei viaggiatori, è una logica che non si può discutere. Ryanair apre una tratta, la prova, se funziona la potenzia, se non funziona la sopprime. Se verrà soppressa la tratta torino-girona vuol dire che non funziona abbastanza. e qui certo che hai ragione tu, certo che se non funziona dipende anche dalle politiche del luogo….

  8. .mau.:

    @Piero: una volta i treni della Torino-Ceres non arrivavano a Porta Susa (tranne due coppie) perché non c’erano abbastanza tracce, insomma i binari da Dora a Porta Susa erano pieni.
    Adesso non ci arrivano perché con la storia di far passare il passante sotto la Dora non c’è più collegamento tra i binari.

  9. Lobo:

    che poi motorola se ne va da torino perche’ sta per andare dal culo anche lei, non tanto perche’ l’aeroporto e’ malservito..

  10. vb:

    Francesca: Il problema è che le tratte aeree non si riempiono per magia: per esempio uno dei pochi veri passi avanti, cioè il low cost per Fiumicino di Blu Express, ha comunque dovuto pubblicizzarsi nonostante sia su una tratta dove la domanda è sempre molto alta: a tutt’oggi c’è gente che va regolarmente a Roma in aereo da Caselle e non sa della sua esistenza. Quindi uno può anche aprire una rotta come il Girona dove la domanda potenziale ci può essere, ma se nessuno la pubblicizza e chi fa quella tratta è abituato ad altre soluzioni i voli resteranno vuoti fino alla cancellazione – come successo negli ultimi anni per molte tratte da Caselle. Perché? Proprio perché Sagat non si sbatte a pubblicizzare la loro esistenza, a fare accordi coi tour operator per riempire questi voli con i pacchetti turistici e così via.

    Lobo: Ovviamente le situazioni sono varie, ma se tu devi decidere anche solo se tenere una sede a Torino o spostarla a Milano, e se sei una azienda con persone che viaggiano anche solo per l’Italia, la differenza di costi nei trasporti conta eccome: se a ogni volo (treno, giro in auto) spendi il doppio, moltiplicato per centinaia o migliaia di viaggi l’anno fa una cifra significativa. D’altra parte quando gli fa comodo lo dicono anche i politici, vedi TAV; peccato che non si cominci a far funzionare bene quel che già c’è…

  11. giovanna:

    qualcuno saprebbe dirmi se da porta susa passa il treno che porta alla stazione dora per aereoporto caselle?grazie

 
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