Nevica, cittadino ladro
Mentre riprendo la via della Liguria, chiudo questo trittico di post con un’ultima considerazione.
Da giorni, a Torino (ma anche a Milano…) infuriano le polemiche: praticamente tutti i cittadini, di qualsiasi ceto, cultura e credo politico siano, si lamentano per la scarsa preparazione e per l’inefficienza delle istituzioni nell’affrontare la nevicata.
La novità che mi ha fastidiosamente colpito è stata però che stavolta le istituzioni hanno risposto: essendo risultate inutili a calmare gli animi le solite interviste e le scuse più o meno credibili degli amministratori, il giornale cittadino – una istituzione in sé – pubblica con evidenza un editoriale di Gabriele Ferraris in cui, letteralmente, si prendono per il culo i cittadini che si lamentano.
Io sono incerto: da una parte concordo anch’io che molti cittadini si siano fatti prendere impreparati, non abbiano ottemperato ai propri doveri di spalare marciapiedi e garage (o non sapessero nemmeno di averli), non si siano minimamente adattati alla situazione e si siano infuriati a sproposito contro la prima autorità che capitava. Però mi ha dato molto fastidio leggere un editoriale in cui si dà per scontato che non ci fosse nulla di cui lamentarsi, che tutto sia stato fatto alla perfezione e che le proteste siano solo qualunquismo di madame schizzinose e studenti svogliati.
Mi sembra, quella sì, una forma di qualunquismo alla rovescia, da cui traspare tutto il fastidio che le istituzioni (non solo il sindaco e gli altri amministratori, ma evidentemente anche il giornale cittadino) provano per questi loro elettori e clienti che non si rassegnano a prendere in silenzio quel po’ di servizi sempre più singhiozzanti e scadenti che vengono loro graziosamente elargiti, e “fa’ che ‘t n’abie”. Sembra un po’ che, dopo anni di critica generalizzata alla politica, la politica reagisca con una critica generalizzata ai cittadini, dimostrando apertamente che li vuole soltanto zitti e sudditi, e che la loro eventuale faciloneria va benissimo quando si tratta di cavalcarla per farsi votare, ma va meno bene quando si ritorce contro i politici una volta che, giunti al potere, non hanno più bisogno dei voti.
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