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mercoledì 14 Gennaio 2009, 14:14

Delirio

Ieri sera sono andato a vedere Delirio, lo spettacolo di Beppe Grillo, e non posso quindi che offrirvene prontamente una recensione.

Nonostante la neve, il Mazdapalace era pieno in ogni ordine di posti, completamente esaurito: infatti noi, che avevamo preso i biglietti abbastanza tardi, eravamo relegati quasi in cima e praticamente contro le pareti laterali. Nonostante questo, lo spettacolo è godibile lo stesso: Grillo gira per la parte bassa della platea, viene comunque ripreso anche dai maxischermi, e non si perde nulla.

Mentre aspettavo fuori per consegnare i biglietti ai ritardatari del gruppo, si è formata una codona epica che ha assorbito e travolto i banchetti più vari: infatti chiunque abbia una causa più o meno meritevole si presenta davanti agli spettacoli di Grillo in caccia del suo pubblico. Ieri c’erano persino quelli di Sinistra Critica“ecologista comunista femminista”, come recita il loro motto – che raccoglievano firme per aumentare i salari per legge: credo che fosse possibile soltanto grazie all’abbondante ghiaccio che permetteva loro di essere lì pur continuando a rimanere congelati negli anni ’70.

Lo spettacolo, comunque, è stato molto divertente: la cosa più importante da dire è che merita assolutamente di essere visto come spettacolo teatrale comico, al di là di quel che potete pensare di Grillo. Temevo infatti di trovarmi di fronte a un comizio a pagamento, e invece l’esperienza è stata decisamente migliore di quanto temessi.

Certo, c’è stato qualche momento un po’ pesantuccio, come qualche minuto dedicato a difendersi dalle accuse di essere ricco o di insultare il Presidente Napolitano, o a raccontare – in modo peraltro molto divertente – la scena del giudice Carnevale che lo accoglie in Cassazione per comunicare l’esito della verifica delle firme del referendum (che Grillo, sarcasticamente, spiega così: “quando le ho contate le firme erano 1.650.000, loro ne hanno trovate 1.250.000, evidentemente mi saranno caduti degli scatoloni sull’autostrada”). Per il resto, però, lo spettacolo – pur essendo centrato sulla critica alla politica e all’economia – è assolutamente la cosa più divertente a cui abbia assistito negli ultimi anni.

Grillo, in particolare, ha una capacità assolutamente eccezionale: quella di fermarsi nel bel mezzo del testo preparato, anche a metà di una frase, e di improvvisare gag assurde con il pubblico, che viene strapazzato in ogni modo. Trova una pozza d’acqua per terra mentre cammina? Interrompe la frase e comincia a chiedersi che razza di pubblico ha, che piscia per terra. Sbatte una porta in cima all’impianto? Si ferma e dice “Ecco, c’è qualcuno che a sentire queste cose si è appena suicidato”. Saranno anche improvvisazioni preparate, visto che in trent’anni di carriera le avrà già viste tutte, però sono sempre perfette nei tempi e fanno ridere.

Lo spettacolo dura due ore e mezza, e ha davvero pochi momenti di stanca, quasi sempre dovuti agli ospiti, che difatti Grillo cerca di limitare in ogni modo. Fa vedere il video di Rivoli che già vi mostrai io, ma lo sfuma per non allungare troppo il brodo. Presenta i ragazzi del Meetup (il 13, quello storico di Torino), ma quando una di questi si lancia in un discorso senza capo né coda sulla propria condizione di insegnante (e vabbe’, mica tutti hanno la presenza scenica) la argina appena possibile. Sfodera comunque ospiti interessanti: non il prevedibile Travaglio, che viene appena salutato insieme a Caselli, ma un architetto che racconta come con pochi accorgimenti sarebbe possibile costruire case che consumano un decimo dell’energia delle nostre; e Luca Mercalli che spiega come la presunta notizia dei ghiacci che non si sarebbero più sciogliendo e sarebbero tornati ai livelli di oltre trenta anni fa sia una bufala completa, dovuta al fatto che a fine anni ’70 hanno cambiato il sistema di misurazione introducendo una discontinuità nei dati (Grillo lo saluta ringraziandolo ma invitandolo a cambiare trasmissione e a mandare affanculo Fabio Fazio da parte sua).

Dal punto di vista politico, dunque, lo spettacolo non dice quasi nulla: Grillo presenta di sfuggita il simbolo delle sue liste civiche, ma l’intero progetto è ancora abbastanza allo stato di farsa, senza chiarezza, senza alcun piano d’azione e insomma senza alcuna sostanza, e non è chiaro se decollerà mai. In compenso, lo spettacolo dice molto dal punto di vista dell’informazione, intesa come il proporre dati e messaggi che altrove non trovate (dopodiché, ognuno decide cosa farne).

C’è la Biowashball, sulla quale Grillo – che pure fa un vero lavaggio durante lo spettacolo, chiamando le signore del pubblico a controllare il risultato – conclude dicendo “boh, io la uso e per me funziona, se voi non ci credete andate affanculo”. C’è il giochino matematico per far capire quanto gli interessi composti su venti o trent’anni portino i debiti della gente a cifre astronomiche. Ci sono le questioni locali, non solo quelle scontate come la Tav e il grattacielo di Banca Intesa (“le banche ormai sono numeri, sono un algoritmo, cosa ci devono mettere in un grattacielo? è solo speculazione edilizia”), ma la storiella sulla nevicata, con la scenetta di Chiamparino e Moratti che si rimpallano il sale da una città all’altra, e la conclusione che “Chiamparino ha stanziato sei milioni di euro per sciogliere la neve, e l’unica cosa che si è sciolta sono i sei milioni di euro”. C’è il racconto tristemente preciso della storia dei mutui subprime, con le banche americane che cagano lo stronzo prestando i soldi a chi non potrà mai restituirli, i fondi internazionali che nascondono lo stronzo in una bella torta decorata con lo zucchero a velo, le banche italiane che ne tagliano una fetta e la vendono a te che dici “mah, puzza un po’ di merda ma vabbe’”. C’è la storia dei distributori di latte crudo, che costano meno e tagliano fuori sia le Parmalat (private o municipali che siano) che le Tetrapak del pianeta: da quando hanno cominciato a diffondersi anche da noi, i nostri giornali scientifici e non hanno cominciato a riempirsi di allarmi e storie su bambini infettati dal latte crudo.

Ecco, questo è un esempio illuminante: si parla improvvisamente male del latte crudo perché prima non era più diffuso e non c’erano casi di infezione, oppure si parla improvvisamente male del latte crudo per difendere gli interessi economici che ruotano attorno al latte industriale? Su queste cose il pubblico si frattura: o credi alla verità ufficiale – quella dei telegiornali, dei quotidiani, dei baroni accademici, dei politici – o credi alla verità alternativa, quella che circola sotterraneamente grazie alla rete, ai blog grandi e piccoli, ai filoni di pensiero scientifici e politici innovativi che da noi non vengono nemmeno pubblicati (Grillo mostra anche interviste a Rifkin e a Lester Brown).

Alla fine, molti di coloro che denigrano Grillo – spesso senza mai averlo sentito parlare per più di venti secondi – sembrano farlo per quella implicita ma grande paura che ti prende quando ti viene richiesto di considerare l’idea che molto di ciò che hai sempre pensato e conosciuto potrebbe non essere vero o perlomeno potrebbe non essere la soluzione ottimale ai problemi del mondo: è la paura della pillola rossa. E tra pillola rossa e pillola blu non c’è dialogo, non c’è intersezione: o scegli una, o scegli l’altra.

Tuttavia, anche se non siete ancora pronti per la pillola rossa, lo spettacolo è divertente lo stesso; a meno che non andiate là già prevenuti.

[tags]grillo, delirio, recensione, teatro, politica[/tags]

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8 commenti a “Delirio”

  1. simonecaldana:

    Mia mamma bolliva sempre il latte, anche quello pastorizzato, perche’ una volta il latte lo si bolliva. E quando lo si beveva crudo si aveva un altro sistema immunitario. In ogni caso il latte serve per fare il formaggio.

  2. Felter Roberto:

    Io ho la fortuna di avere ad un chilometro un palazzetto in cui Grillo viene a fare ogni spettacolo nuovo. Per questo ci sono andato ogni volta e devo dire che la cosa fondamentale che ho imparato è stato proprio “dubita di quello che ti dicono”. Anche di quello che dice Grillo. Così, al di là di ciò che dice di volta in volta, l’ho sempre ritenuto uno spettacolo istruttivo.

  3. for those...:

    Quest’ultimo spettacolo non l’ho visto.
    Ciò che non mi ha mai convinto degli ultimi 2 che vidi erano proprio il suo metodo – presentato come infallibile – di reperire notizie “vere”, LA verità: “c’è internet!” urlava, “non servono più a nulla nè giornali né TV”.OK, penso io, ma come so che INTERNET (evocato come fosse un essere soprannaturale che vive di vita propria) dice la verità?Cioé, in una melassa anarchica di informazioni, come verifico le fonti? (vb, ne avevi parlato in un post su wikipedia, se non ricordo male)Per il resto, concordo con te. Mi sono sempre divertito un mondo ai suoi spettacoli e, come scrive Roberto, è sempre uno spettacolo istruttivo.

    P.S. Altro segno della milanesizzazione di Torino: avete anche voi il Mazdapalace! :-P

  4. Attila:

    Ne ho visti un po’ di spettacoli di Grillo e rimango convinto che siano trovate geniali per diventare milionari in euro e sfruttare la dabbedaggine di chi si sente “defraudato” dalla “sporca” società dei consumi…

  5. vb:

    Comunque, come dice anche Grillo, lui non ruba soldi a nessuno: se uno vuole andare a vedere il suo spettacolo (che, incidentalmente, io ho pagato 20 euro, cioè meno di quello che costa la curva allo stadio) lo fa di sua volontà, se no non lo fa e lui rimane in mezzo a una strada; non ha nemmeno uno sponsor, né nello spettacolo né sul sito, proprio perché non vuole correre il rischio di essere considerato influenzabile dai loro interessi. L’indignazione la riserverei per le banche che ti piazzano un euro qui e un euro là di spese a tua insaputa, per i dirigenti pubblici poco capaci con stipendi da 200.000 euro l’anno, per chi fa trasmissioni televisive in cui casualmente si presentano le tesi che piacciono agli sponsor e per chi (e in Italia sono tantissimi) si arricchisce direttamente rubando.

  6. Mike:

    @simonecaldana: la stessa cosa, del bollire il latte crudo, vale anche per me (almeno fuino a quando bevevo latte a colazione). Uno dei motivi è che a me il latte piace bollente e con una tazza di caffé dentro… Ma anche quando ero picco e si prendeva il latte dal contadino portando il bottiglione verde, il latte lo si bolliva. Adesso che il contadiono è più moderno ed ha la macchina distributrice di latte favevo la stessa cosa

  7. mfp:

    “Sinistra Critica – “ecologista comunista femministaâ€, come recita il loro motto – che raccoglievano firme per aumentare i salari per legge: credo che fosse possibile soltanto grazie all’abbondante ghiaccio che permetteva loro di essere lì pur continuando a rimanere congelati negli anni ‘70.”

    Che non e’ tanto diverso da Veltroni che OGGI ristruttura l’architettura del partito usando il modello decentralizzato usato gia’ da Berlusconi da quando ha messo un ex-velina roscia a costruire la sua rete… e Grillo con i Meetup… e Stallman da quando ha fondato FSF. Voglio dire… questi hanno scoperto la decentralizzazione quando i tecnici hanno gia’ sviluppato tutti gli strumenti necessari e sufficienti alla distribuzione… di origini comuniste o di origini fasciste che siano… hanno tutti il vizietto intergenerazionale del considerare Gli Altri come pecore, quando psichiatricamente parlando mi e’ parso di capire che solo una percentuale marginale ha strettamente bisogno di un pastore a sostegno, per tirare a campare in modo abbastanza onesto, e grossomodo in Italia e’ un relativamente piccolo insieme che coincide con i fondamentalisti religiosi (cattolici+musulmani+altre religioni rivelate; parlo dei praticanti, non dei religiosi per opportunita’ o per semplice inerzia… non rinnovata adesione al proprio retaggio culturale… o non so cos’altro). Poi dici perche’ uno si incazza a sentire che ‘sta gente sta mettendo mano ad una Costituzione che e’ si obsoleta per il 75%… ma loro non si possono permettere il lusso di toccarla… perche’ sono obsoleti come lei! Vediamo che tirano fuori… io son convinto che la stanno toccando a livello nazionale solo perche’ il trattato di lisbona e’ stato stoppato in corner dai fratelli Irlandesi… e prima ancora la Costituzione Europea… e prima ancora chissa’ quanti altri nazifallimenti per chissa’ quale santo protettore dei laici…

    Il latte: ogni tanto mi e’ capitato di berne di munto nel paese a fianco qualche ora prima, e devo dire che crudo non mi piace perche’… puzza troppo di mucca, non sono abituato alle cose salutari… pero’ basta gia’ bollirlo, che e’ importante anche da un punto di vista puramente igenico per chi non ha sviluppato gli Anti-Corpi Naturali, e non solo la puzza scompare, ma e’ semplicemente divino. Io pero’ sono capace di bermi un litro di latte al giorno… insomma, e’ un alimento che assumerei pure in forma gassosa o indovena…

    Quanto a Grillo, piu’ di qualche volta ho fatto degli esperimenti prendendo di petto chi commentava le uscite piu’ infelici. Infelici dal punto di vista comunicativo; ma assolutamente lecite non solo dal punto di vista artistico – e’ satira porca paletta! Illimitata per definizione millenaria – ma anche civile… chi parla di “lesa maesta’” o piu’ attuale “mancato rispetto” e’ solo perche’ non sa che il rovescio della medaglia, quanto a liberta’ di espressione, e’ la tolleranza silente unilaterale quando non si gradisce un input altrui. O tutte e due le cose o nessuna delle due; con le necessarie sfumature e le inevitabili frizioni, ma e’ cosi’. Insomma, vuoi perche’ e’ gente come mio padre che legge Giglioli, vuoi perche’ son giovani che si fanno (piu’) facilmente prendere da retropensieri (tra le tante liti bloggarole mi e’ rimasto impresso un aspirante giurista) … Grillo poveraccio (in senso lato)… lo hanno massacrato invece di notare che a parte le inevitabili sbavature/castronerie tecniche (chi non e’ senza peccato scagli la prima pietra!)… sta tirando fuori tanta di quella informazione utile che minimo minimo meriterebbe una statua sopra la vecchia scritta “Borsa” nella sua citta’… invece di quella bruttissima insegna che copre quella scritta e quotidianamente smignotteggia insultando quotidianamente Palazzo Ducale.

  8. elena:

    hanno messo sotto casa mia un distributore di latte fresco sfuso e non pastorizzato. costa 1 euro al litro. la bottiglia di vetro, se vuoi comprarla, costa 50 centesimi. se la lavi e la riutilizzi ogni volta, il latte costa quindi 1 euro al litro, sennò costa il 50% in più. questo lo trovo educativo.
    sul distributore c’è scritto: latte crudo, da utilizzare per il consumo umano previa bollitura. quindi arrivo a casa, lo faccio bollire, lo rimetto nella bottiglia e lo uso entro 3 giorni freddo, come sono abituata ad usarlo io. è più buono di quello pastorizzato.
    mio suocero: “stai attenta, ho sentito un sacco di polemiche sul problema dell’igiene”
    mia mamma: “macchè polemiche! è che la gente si dimentica che il latte non è sterile se non lo fai bollire. esce dalle mammelle della mucca: le mammelle non sono mica sterili…”

 
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