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mercoledì 15 Luglio 2009, 11:04

Quando la polizia uccide (2)

Supponete di essere in auto e di stare guidando allegramente; a un certo punto, sulle strisce, una vecchietta vi si para davanti, ma voi siete distratti; non fate in tempo a frenare, la investite e la uccidete. Questo è il prototipo dell’omicidio colposo; voi non avevate nessuna intenzione di far male a qualcuno, ma avete omesso la dovuta cautela nel guidare la vostra auto e quindi siete colpevoli della morte della persona in questione, e finite in galera per qualche anno (salvo indulti, sconti e prescrizioni).

Ma non sia mai che il giudice abbia il sospetto che, dato il vostro quadro psicologico, voi avete visto la vecchietta e, scocciati dalle vecchiette per strada, avete provato l’impulso di ammazzarla e l’avete messa sotto coscientemente: in questo caso l’omicidio è volontario e gli anni di prigione sono almeno ventuno (sempre salvo indulti, sconti e prescrizioni). Attenzione però, il concetto di “volontà” è molto elastico: difatti, se un’ora prima di mettervi alla guida avete bevuto un paio di birre, poi potete aver guidato con tutta la cautela che volete, ma se mettete sotto qualcuno la teoria attuale è che voi “volevate uccidere” o perlomeno che “avevate volontariamente il desiderio di avere la possibilità di uccidere qualcuno per errore” (non scherzo… è proprio così). Dunque, omicidio volontario con dolo eventuale: infatti il bere una birra con gli amici un’ora prima di guidare è una indicazione di una chiara ed esplicita volontà di uccidere.

Per fortuna che i giudici sanno distinguere bene la volontà di uccidere! Ci sono infatti anche i casi opposti, quelli in cui a tutti sembrerebbe chiara la volontà di uccidere, ma in realtà non c’è. Immaginate ora di essere l’agente di polizia Luigi Spaccarotella, che in un’area di servizio dell’autostrada Roma-Firenze vede accadere, nella corrispondente area di servizio dall’altro lato dell’autostrada, le ultime fasi di una rissa da bar a mani nude tra tifosi (nessuno è armato, anche se dopo le indagini la polizia indicherà i numerosi sassi presenti sul bordo del piazzale come minacciose armi messe lì per l’agguato). La rissa è finita, ognuno sta andando per la sua strada, ma lui rappresenta la giustizia e la legge e non vuol farla passare liscia ai pericolosi ultrà. Comincia a correre parallelamente alla strada per inseguire l’auto, spara un colpo in aria, dall’altra parte l’auto si muove. Allora si ferma, e davanti a cinque testimoni (turisti giapponesi compresi) si mette in posizione di sparo, le gambe piegate, le mani sul calcio della pistola e sul grilletto, prende la mira e spara, in orizzontale, ad altezza uomo. Il proiettile attraversa tutta l’autostrada (ed è già un miracolo che non abbia colpito qualcuno che passava di lì), entra nel mucchio di corpi che riempiono la piccola auto, e uccide Gabriele Sandri.

Tutti quelli che hanno visto la scena hanno pensato a un pazzo che voleva provare ad ammazzare qualcuno; nessuno ha avuto il minimo dubbio, tranne un giudice, che ha stabilito che Spaccarotella non voleva uccidere; è come il tizio che investe sulle strisce per distrazione. Stava soltanto sgranchendosi le gambe correndo in un autogrill con un’arma carica in mano, poi si è distratto e gli è venuto l’automatismo di mettersi in posa, togliere la sicura e prendere la mira, un automatismo che evidentemente i poliziotti italiani non possono controllare. E così, per distrazione, ha mirato proprio all’auto ad altezza uomo, e poi ha sparato senza troppa cautela. Sparava troppo veloce sulle strisce, insomma; ma sparare ad altezza uomo attraverso un’autostrada verso un’auto piena di gente non indica certo la volontà di far del male a qualcuno. Condanna a sei anni, dopo sei mesi sarà fuori.

E’ un’interpretazione giuridica che fa scuola, tanto che dopo dodici ore è già su Wikipedia. Noi cittadini onesti possiamo stare tranquilli: c’è sempre un poliziotto pronto a sparare alla nuca per noi a qualche barbone, zingaro o ultrà che scappa dalla legge armato di un pericoloso Camogli dell’autogrill. Solo, la prossima volta che gli ultrà assalteranno un plotone di poliziotti o declineranno che “all cops are bastard”, risparmiatevi i pipponi moralisti: dove la giustizia è parziale e inaffidabile, saranno sempre di più quelli che se la faranno da soli.

[tags]giustizia, omicidio, colpa, spaccarotella, sandri, rivolta, violenza[/tags]

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13 commenti a “Quando la polizia uccide (2)”

  1. mfp:

    Assolutamente, io c’ho gia’ tutta la lista di chi deve pagarmi qualche arretrato. C’e’ ad esempio quella tizia che mentre prendeva 1.500 mila lire dalla Telecom senza fare un cazzo, e ne girava 250 a me, si costruiva casa (una bella villetta in una zona rurale poco fuori Roma) grazie al fatto che io tutti i giorni mi facevo 2 ore di viaggio-parcheggio-metro-etc all’andata e altrettante al ritorno, stavo 12 ore al giorno fuori di casa, per andare a manutenere 2 set di macchine che non facevano un cazzo (era una societa’ usata per smaltire denaro; un sistema di elearning in cui nessun utente ha mai fatto niente)… c’ho lavorato 6 mesi li’… se metto tutti I Tizi insieme a quest’ora di case ce n’avevo 3 (pianura mare e monti)… eh, che ingenuo che ero… a 18 anni, onesto che lavori a testa bassa affidandoti al prossimo… te se magnano. Gioco di squadra dicevano in azienda… siamo una famiglia… se almeno m’avessero regalato quella batteria di ultrasparc nuove di zecca tenute in un container, mi ci sarei divertito a casa e loro avrebbero smesso di pagare lo stoccaggio a lungo termine.

    Aspetto un altro po’ tanto per vedere se la fame riuscira’ a fare il miracolo italiano… e poi inizio ad incassare di persona i crediti retroattivi da me stabiliti unilateralmente, e eventulamente puniti come da mia insindacabile decisione in caso di Insolvenza Colposa e Volontaria: una fattispecie penale che io legislatore del mio stato punisco con una pena stabilita da 1d6 su un pool di Pene Creative suggeritemi dal mio commercialista di fiducia… se esce 6 c’e’ possibilita’ di colpo critico… ri-tiro per confermare ed al secondo 6 e’ Morte. Sono maniacale nell’archiviazione delle fatture e della documentazione utile; di quel caso in esempio ho la fattura che la societa’ del gruppo Telecom faceva alla ditta individuale di quella lattina di coca-cola (def. donna piu’ larga che alta) che mi parassitava senza neanche darmela (onestamente non me la sarei presa; pero’ diamine, almeno c’era la dimostrazione di una buona volonta’ di ripagarmi del fatto che gli stavo costruendo casa); faccio due conticini e li vado ad esigere con gli interessi.

    Cmq, che rimanga tra noi se no poi il nano ricomincia con la storia delle toghe rosse: gli avvocati di un certo peso – ie: di una certa eta’, famosi, etc, che cioe’ il PM ascolta per “stima tra giuristi” – in situazione informali riportano che il 50% delle cause si risolvono informalmente parlando col PM… cioe’ in pratica nei limiti del possibile fanno finta di confrontare le loro tesi davanti ad un giudice. Il che, attenzione, e’ una cosa positiva per certi versi; permette di arrivare a soluzioni eque in meno tempo, costa meno; ma bypassano 3/4 delle procedure… invalidano la formalita’ della macchina giuridica… andando pero’ poi a rompere i coglioni a noi della sfera parallela laica ogni volta che contestiamo quella smisurata disciplina che sembrano mostrare nei confronti della forma. Guarda, io sono disperato. Non ho idea di come riuscire a spiegare loro che taluni giri di parole che fanno non sono “soluzioni giuridiche originali” ma pippe. Cioe’, poi e’ normale che si arrivi a queste assurdita’ tipo “avevate volontariamente il desiderio di avere la possibilità di uccidere qualcuno per errore”. Continuano ad incrementare la complessita’ fino a stravolgere tutto. E magari perche’ il popolo pecora gridava giustizia dato che prima qualche altro giurista (magistrato o avvocato che sia) aveva gia’ sbagliato producendo sentenze di assoluzione per omicidi colposi di ubriachi alla guida. O perche’ nessuno dei (800*50/media_durata_legislature/permanenza_parlamentare) tanto indaffarati parlamentari in 50 anni di Repubblica ha mai pensato di istituire sempre e comunque delle pene accessorie (toh, condizionale e pulire un parco per 6 mesi a tempo pieno con lo stipendio minimo) per gli omicidi colposi che usufruiscono delle misure anti effetto criminogeno. Mamma mia… in pochi giorni sono arrivate due sentenze da grido… (sono per le pene miti eh; ad esempio la pena a quelli di Aldovrandi per me e’ onesta… ne parlavo ieri con un avvocato che si e’ messo a fare i conti su un tovaiolo… non gli hanno dato poco, solo che se non gli tolgono la divisa e non fanno almeno del lavoro sociale obbligatorio e’ come se non fossero stati condannati)

    P.s.: pero’ tipo un paio di anni fa m’ha richiamato che voleva sapere la password di root di una macchina linux che gli avevo messo nel ced. Son soddisfazioni. Era un ced tutto MS; per la rete usavano una macchina con Proxy Server che decise di piantarsi esattamente il giorno in cui Colaninno si presento’ in sede per fare il punto con l’AD (si vociferava che nel riassetto del gruppo la sua testa sarebbe saltata, e quindi stava stringendo le chiappe). Devi vede’ quanto urlava l’AD quando entro’ nella mia stanza… e quanto c’ho messo poco a scrivere 7-8 righe di bash (c’era… come si chiamava… quello prima di ipchains; ipfwm?)… sapere che quello scatolotto da 2 soldi installato per gioco e configurato in 2-3 minuti netti, e’ stato li’ a servire i suoi 400 client per 10 anni senza che nessuno l’abbia mai dovuto toccare (ie: Costo Manutenzione Zero) e’ stata una gran soddisfazione. Alla faccia dei mega-server HP pagati con le bollette degli italiani e che si piantavano a sopresa grazie ai costosi “comodati d’uso” di Mamma MS.

  2. Piero:

    Non ha senso farsi giustizia da soli. Lo dimostra il fatto che la giustizia dello “Stato” che poi è giustizia umana, alla quale ci affidiamo, spesso lascia insoddisfatte le vittime.

    Del resto, in questo mondo, è chi vende che fa il prezzo del prodotto, senza rendersi conto che in realtà il prezzo del prodotto lo fa il mercato. Se il prezzo lo fa (lo impone) lo Stato, come nel caso della Giustizia, si rischia di creare un mercato “nero”.

    Allora, a quale mercato ci vogliamo rivolgere?

  3. Alberto:

    La cosa è un po’ più complessa in realtà. Secondo la tesi della difesa lo Spaccarotella avrebbe mirato alle gomme ed il colpo sarebbe stato deviato dalla rete metallica che divide le carreggiate dell’autostrada. Non entro nel merito dei riscontri che questa tesi ha trovato e di quanto sia credibile ma, sulla base della giurisprudenza attuale, con questa ricostruzione dei fatti, il reato sarebbe di omicidio colposo, non di omicidio volontario. Mi pare d’altronde difficile per un magistrato dimostrare, non potendo entrare nella testa di colui che sparato, a che cosa mirasse.
    Non mi esprimo sul fatto che in assoluto la pena comminata allo Spaccarotella sia equa o irrisoria. Ho però forti sospetti che se il Sandri, anziché essere esponente di un gruppo ultrà, in grado di tenere sotto minaccia istituzioni e forze dell’ordine, fosse stato un semplice giostraio torinese, a Spaccarotella le cose sarebbero andate molto ma molto meglio.
    http://www.apebinago.org/ape/index.php?option=com_content&task=view&id=1026&Itemid=41

  4. mfp:

    Albe’, un avvocato che difende un colpevole qualcosa si deve inventare per forza… gli Azzeccagarbugli servono a questo. La cosa non e’ “piu’ complessa”; cosa avesse in testa Spaccatorella e’ indeterminabile; per lo meno con certezza. Si ipotizza che avesse segatura; ma appunto e’ un’ipotesi. Io al posto del giudice, senza un’affermazione esplicita dell’assassino (magari via radio come per Aldovrandi), non avrei fatto diversamente. Fa rabbia che poi quando traduci i dettagli tecnici in realta’, quello sta dentro 6 mesi e poi esce… ti sembra normale?

  5. Alberto:

    @mfp: Non mi sembra assolutamente normale. Direi che anzi il funzionamento della giustizia italiana sembra fatto apposta per placare da una parte i malumori della piazza e dall’altro far sì che nessuno paghi veramente per quello che fa. Emetti una sentenza più o meno pesante dopodiché il reo ne sconta un terzo se va bene, con la differenza che la sentenza va sulle prime pagine, quanto effettivamente scontato non lo sa poi quasi nessuno.

  6. Silvia:

    Non è proprio così. Per cosa ho capito, “omicidio volontario” sarebbe stato d’obbligo se spaccarotella quella mattina si fosse svegliato, avesse deciso: “oggi all’autogrill c’è Sandri e lo voglio uccidere”.
    Il caso in questione è “omicidio colposo con coscenza di colpa”, nel senso che, appunto, tenendo la pistola a braccio teso (con un braccio solo, non con due, quindi senza prendere davvero la mira), sapeva cosa sarebbe potuto succedere.
    Questo senza voler difendere nessuno, è semplicemente cosa ho capito del caso in questione.

  7. Elena:

    Giusto per fare un minimo di chiarezza (ci sono tomi infiniti sull’argomento):
    colpa cosciente: adotto un certo comportamento, mi raffiguro nella mente le conseguenze (anche negative) che da esso potrebbero derivare e le ESCLUDO. Quindi non c’è intenzione di nuocere nella realizzazione dell’azione. Es classico di scuola: passo con il rosso perchè penso che non ci sia nessuno, poi invece inforco la vecchietta.
    Dolo eventuale: adotto un certo comportamento, mi raffiguro nella mente le conseguenze (anche negative) che da esso potrebbero derivare e le ACCETTO e vado avanti lo stesso con la mia azione. Stesso esempio di cui sopra: passo con il rosso, la vecchietta la vedo, penso di essere molto veloce e di non investirla, invece la colpisco in pieno.

    Come si può notare i due criteri di ricostruzione della volontà, seppur abbastanza simili, portano a conseguenze significative in punto qualificazione del reato e quindi di quantificazione della pena.

    Perchè in via generale la giurisprudenza (specie di cassazione): non accetta quasi mai il criterio del dolo eventuale preferendo quello della colpa cosciente?
    Per almeno un paio di motivi riassumibili come segue: a) siccome è difficile entrare nella psiche/mente delle persone si applica il principio in dubio pro reo (questo latinetto mi piace assai: significa che nel dubbio il reo va assolto o certo trattato nel modo a lui più favorevole, ex art. 2 cp.); b) il dolo eventuale è una costruzione della dottrina che (al momento) non è riconosciuto da una norma penale.

  8. Elena:

    PS: (giusto per essere noiosi e pignoli) la voce di wikipedia citata nel testo è sbagliata. Quando si parla di dolo eventuale non si tratta di omicidio preterintenzionale, ma di omicidio volontario.

  9. mfp:

    WARNING: Overload Overload Overload …

    ( http://www.lastknight.com/2009/03/28/cappuccetto-rosso-e-linformation-overload/ )

    Qui la cosa discutibile e’ il fatto che un’omicida non ha un feedback negativo. Un braccio, due braccia, tre braccia… il tizio e’ stato addestrato con i filmini di Walker Texas Ranger… … e’ assurdo far perdere tempo a magistrati e cancellieri per cavillare su una cosa che teoricamente non e’ determinabile. Poi se hai una botta di culo che ha confidato a qualcuno, o scritto da qualche parte, che avrebbe voluto uccidere quei cazzoni che tutte le sante domeniche gli fanno rischiare la pelle allo stadio… allora e’ un altro conto. Qui e’ tutto assurdo… e’ assurdo che i giuristi si siano inventati dei costosi giri di parole… es: “omicidio colposo con coscenza di colpa”? E’ la stessa cosa di “avevate volontariamente il desiderio di avere la possibilità di uccidere qualcuno per errore”? E’ assurdo che quel tizio non abbia un feedback adeguato… mite, tempestiva, certa… 1-5 anni al max per quasi tutti i reati, ergastolo per la reiterazione, pene amministrative (lavoro utile alla societa’) quando scatta la sospensione della pena perche’ e’ incesurato. Fine. Ho visto ragazzi esagitati del mio paesetto che dopo 6 mesi di arresti domiciliari sono diventati delle pecorelle…

  10. Silvia:

    @ mpf: hai mai sparato? Prova e noterai la differenza abissale tra una o due braccia.
    @ Elena: grazie per i chiarimenti.

  11. mfp:

    Silvia, ad un poligono militare (pistola), in un bosco qui vicino casa mia (fucile da caccia a pallini), e nell’entroterra australiano (un fucile con pallottola di piccolo calibro). Nel primo caso mi sono divertito, nel secondo mi sono sfondato una spalla, nel secondo ho ammazzato una pecora mentre miravo ad una quaglia (pero’ ho preso un coniglio)… poi ho smesso perche’ nonostante l’enorme fascino, era troppo pericoloso e gli animaletti stramazzati mi facevano pena. E se ci sono arrivato io con questa misera esperienza, mi riesce difficile giustificare un tizio addestrato che spara da una parte all’altra dell’autostrada a gente che anche fosse colpevole di qualcosa sta gia’ lasciando la scena del crimine…

    … ma il dettaglio (una mano o due mani) e’ ininfluente. Anche appurato che ha usato due braccia cosa hai risolto? La difesa potrebbe dire che ha usato due braccia per scrupolo ma la rete che era in mezzo e’ stata beffarda… il pm potrebbe dire che ne ha usate due per uccidere… e saresti da capo a 12 perche’ il libero convincimento del giudice non s’e’ spostato di una virgola: VOLEVA uccidere o no?

    Il giudice, visto l’inevitabile errore che incombe anche sulle ricostruzioni piu’ scrupolose – non c’e’ procedura e tecnica che tenga – deve decidere a tutela dell’imputato ogni qual volta non vi e’ certezza del caso peggiore per l’imputato. E’ una norma “architetturale” ineliminabile che prevale sul dettaglio. Anche a me fa rodere il culo sapere che potrei essere ammazzato per sbaglio da un cretino (si e’ definito lui cosi’) stipendiato dalla collettivita’ per difendermi… e ti assicuro che sbrocco spesso… ma questo non puo’ in nessun caso bypassare quella norma generale. Dal farlo una volta come eccezione per un omicidio davvero brutto come questo… a mandare a morte gente innocente… passa veramente meno di quel che viene intuitivo pensare.

  12. Silvia:

    E invece è più che influente.
    Perché con una mano non prendi la mira. Non bene. E lui ha usato un braccio solo, mi sembra.
    La risposta che cerchi tu (mi riesce difficile giustificare un tizio addestrato) la si trova probabilmente nella storia personale del soggetto. Ma non sono io a dover dire, al proposito. E non ho intenzione di difendere nessuno. Grazie comunque dello scambio di idee.

  13. mfp:

    Per me e’ una presunzione infinita quella di voler dire cosa pensava un’altra persona senza che questa lo abbia esternato in qualche modo. Gia’ stento ad accettare che esista una volonta’… tendo a vedere le cose in modo naturalistico, dove le azioni umane sono il risultato di interazioni subatomiche, non il contrario (ie: non si capisce come la presunta Volonta’ possa influenzare i quanti che costituiscono, tra le altre cose, il nostro cervello, corpo e ambiente tutto; in questo senso sembra piu’ coerente la vision cattolica che si esprime in termini di “progetto divino”… e te lo dice uno non battezzato ed esclusivamente laico). Questa giustizia nonostante l’elevata (e costosa) complessita’ attuale, mi sembra un residuato medievale. E noi qui a parlare di un braccio o due? Boh vabbe’… alla prossima.

 
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