Luce accecante
È bello abitare in una casa da cui si vedono la luna e il sole; l’altro giorno all’alba si vedeva una bellissima luna piena grigia tramontare dalle parti dell’Orsiera, mentre ieri sera un’altrettanto bella luna piena gialla sorgeva da quelle di Superga.
In effetti, ieri pomeriggio sono uscito da una riunione verso le 18:30 e ho imboccato corso Francia per tornare a casa dal centro. La luce del sole al tramonto era splendida, arancione, bassa e dritta e riempiva tutto il cielo. Peccato solo che corso Francia sia diretto esattamente ad ovest, per cui guidare era quasi impossibile: non si vedeva assolutamente niente.
All’altezza di piazza Bernini, uscendo dalla rotonda, il semaforo da sempre giallo lampeggiante del passaggio pedonale è diventato improvvisamente rosso. Mi sono fermato abbastanza bruscamente, sorpreso; ho così scoperto che i semafori dei passaggi pedonali, altrimenti inspiegabili, hanno in realtà una funzione; attivandoli con un pulsante fanno venire rosso per le auto e verde per l’attraversamento pedonale, già rialzato e rallentato in occasione dei lavori della piazza. Peccato che un semaforo lampeggiante che diventa rosso di colpo mandi gli automobilisti nel pallone; in più, il passaggio è troppo vicino alla rotonda e la coda di auto al rosso straborda subito nella stessa, bloccandola. Il tutto poi per niente, perché all’attraversamento non c’era nessuno. Sospetto che il pedone abbia premuto, ma poi non abbia atteso che il semaforo si attivasse, e si sia buttato tra le auto; quando il semaforo è venuto verde, lui era già dall’altra parte.
Questa trovata mi ha lasciato piuttosto perplesso; così, rimuginando un po’ per decidere se fosse utile o dannosa, sono arrivato fino in piazza Rivoli. Anche lì la rotonda era intasata; uscendo verso corso Francia dal lato opposto, a passo d’uomo nella coda, ho scoperto che le auto deviavano sul controviale perché c’era stato un incidente. Non mi sono fermato a guardare, ma mi pare di aver visto due persone, una stesa in terra e una sulla barella dell’ambulanza mentre cercavano di rianimarla. Quasi certamente erano due pedoni investiti sulle strisce all’uscita della rotonda.
Lì non ci sono semafori, dossi, rialzi, cubetti di porfido e nemmeno fioriere e arredo vario; e con quella luce era molto facile non vedere un pedone su quelle strisce. Mi verrebbe da dire che i soldi per sistemare piazza Bernini e il primo tratto elegante di corso Francia dopo i lavori della metro sono stati trovati prima di subito, mentre quelli per risistemare il resto, tre anni e mezzo dopo, ancora latitano; il corso è stato rattoppato alla bell’e meglio, senza nemmeno uno spartitraffico (il che permette manovre assurde, inversioni e soste pericolose) e con i passaggi pedonali abbandonati al proprio destino. Dopo infiniti rinvii, il sito della metro, in fondo alla pagina, dice ora che il tratto tra piazza Bernini e piazza Rivoli è “previsto in appalto nella programmazione 2009” (= “nel 2009 abbiamo scritto che prima o poi lo faremo”) mentre quello tra piazza Rivoli e piazza Massaua non lo citano nemmeno più, resterà così per sempre. Mancano i soldi; o meglio, i soldi per risistemare piazza Vittorio a parcheggio privato del sindaco si sono trovati subito, quelli per le periferie mancano sempre.
Ma sopra tutto questo c’è essenzialmente una grande tristezza: vedere da vicino un incidente con persone coinvolte fa sempre impressione. Non è nemmeno più una notizia, e sui giornali non ne ho trovata traccia; probabilmente accettiamo queste come vittime collaterali dell’esistenza urbana. Ma in una società in cui la sicurezza e la gestione del territorio sono affidate allo Stato, e allo stesso tempo lo Stato ha sempre meno soldi per gestirla e chi lo governa ha sempre meno interesse a spenderli per tale scopo, anche questa situazione non potrà che peggiorare.
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