Arrivano i Chiampabond
La Città di Torino (cioè voi stessi, anche se non lo sapevate) è lieta di invitarvi presso la “storica dimora dei banchieri Ceriana-Racca” per presentarvi i Chiampabond: la svendita del patrimonio immobiliare della città (quello che non è già stato svenduto). Tramite un regolare bando di gara – attenzione però, non un’asta al rialzo, ma un bando in cui l’offerta economica contava solo per metà – il compito di svendere è stato assegnato a due soggetti assolutamente sconosciuti e privi di agganci politici: Equiter (Intesa-Sanpaolo) e Pirelli RE (Tronchetti Provera).
In pratica, gli immobili vengono venduti a un fondo di investimento immobiliare di cui in cambio il Comune di Torino possiede una fetta. Ecco due conti: stando al comunicato della stessa Equiter, il Comune di Torino vende al fondo diciotto immobili al prezzo di 131 milioni di euro, incassando subito e rimpinguando un po’ le sue anemiche casse; il 36% del fondo va a Tronchetti Provera, che lo paga 12 milioni di euro; dunque, immagino, il Comune e Intesa-Sanpaolo pagano cifre simili per ottenere quote simili (35% il Comune e 29% la banca).
Dove sta l’affare? Dipende dal valore degli immobili! Supponiamo che invece di 130 milioni ne valgano in realtà 200: il privato acquista per 12 milioni un terzo abbondante di una società che ha 200 milioni di patrimonio e 130 milioni di debiti contratti per iniziare; un terzo di 70 milioni fa quasi 25 milioni; l’investimento del privato è già raddoppiato. Solo i primi quattro immobili della lista fanno circa 23.000 metri quadri commerciali in pieno centro (piazza San Carlo, via Garibaldi, piazza Arbarello, corso Vittorio davanti al Valentino…); vogliamo ipotizzare, stando prudenti, 4000 euro al metro quadro? Fanno circa 90 milioni di euro solo per quelli. In lista ce ne sono poi altri quattordici, quasi tutti di pregio: ville in collina, interi complessi industriali…
Il comunicato parla di 80.000 metri quadri commerciali complessivi, ipotizzate voi un prezzo al metro quadro medio e fate la moltiplicazione; e contate anche che il Comune si è già impegnato a “trasferire” al fondo (è un eufemismo per “svendere”) immobili per altri 300 milioni di euro, a prezzi ignoti (ma stavolta non ci sarà nemmeno più la gara al rialzo…). Vorrei investire anch’io in un fondo di investimento del genere… peccato che sia chiuso: lo possono comprare solo loro.
Tra l’altro prendersi gli immobili del Comune è un bell’affare anche perché te li danno liberi, visto che se un normale piccolo proprietario si ritrova la casa occupata da un inquilino che non paga l’affitto deve attendere anni e prendersela in saccoccia, ma il Comune può mandare direttamente i carabinieri a sgomberarli la mattina dopo!
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