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lunedì 1 Febbraio 2010, 09:54

In ricordo di Giuseppe Gatì

Ieri era l’anniversario della morte di Giuseppe Gatì, la cui vicenda vi avevo raccontato lo scorso anno. Lo ricorda anche Sonia Alfano, in un bel post – e proprio commentando quel post ho pensato che fosse il caso di scrivere qualcosa anche sul mio blog.

A differenza di Sonia, io non avevo mai conosciuto Giuseppe Gatì, se non vedendo il suo video su Blob e sul sito di Beppe Grillo. La sua morte fu terribile lo stesso. Ci misi giorni per riuscire a scrivere l’articolo; e per qualche motivo, dopo quello di Beppe, quel post è a tutt’oggi il più visto in rete a proposito di Giuseppe. Ancora oggi vedo arrivare sul mio sito persone che cercano il suo nome su Google.

Se c’è una piccola cosa di cui vado fiero, è quella di aver fatto così conoscere Giuseppe Gatì a molte tra quelle persone, ancora tante, che non leggono il blog di Beppe Grillo o di Sonia Alfano per principio, per preconcetti politici, perché ancora non capiscono, non capiscono proprio. Di aver fatto giungere l’eco di Giuseppe a molti dei miei amici e colleghi dei circoli buoni della rete italiana, che ancora pensano che gli attacchi governativi all’informazione siano casuali, e che in Italia non ci siano problemi, vada tutto bene, basta chinare la testa e farsi gli affari propri.

Certo è proprio una piccola cosa, se confrontata al coraggio di un ragazzo di vent’anni che sfida da solo il potere, in un contesto nemico, senza farsi intimidire.

Sabato sera, in piazza Castello, la manifestazione del popolo viola in difesa della Costituzione si è chiusa (spero abbiate visto il finale del video) nel ricordo di un partigiano di vent’anni, torturato e ucciso dai tedeschi proprio sul finire della guerra, che con il suo sacrificio, insieme a quello di tanti altri, ci ha permesso di ritrovare la libertà. Spero che questo si potrà dire, tra molti anni, anche di Giuseppe; e che la fine della guerra sia vicina.

[tags]giuseppe gatì, sonia alfano, beppe grillo, sicilia, mafia, sgarbi, gioventù, partigiani, libertà[/tags]

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21 commenti a “In ricordo di Giuseppe Gatì”

  1. Piero:

    Ci sono morti assurde che si ripetono nella Storia. A partire dalla morte di Gesù, sacrificatosi per la nostra salvezza e libertà, non dovrebbero più ripetersi morti in “sacrificio” di qualcosa. Tuttavia la Storia si ripete uguale a se stessa.

    Ho dato una occhiata al post di Sonia Alfano e quello che mi ha colpito di più è il titolo del post: “Questa è la mia terra e io la difendo. E tu?”

    Già, e io? A differenza del contenuto, non mi è piaciuto il titolo del post di Sonia perché, dal mio punto di vista, è psicologicamente deleterio, distinguendo ciò che è tuo da ciò che è mio. Io non ho una mia terra da difendere, se non questa Terra sospesa nello spazio. Poi da chi e da che cosa dovrei difendere la mia terra? Per rimetterci la vita? Per che cosa? Per una libertà controllata dal giogo della Legge? E’ assurdo.

    Non è bastato il sacrificio di Gesù? Ce ne vogliono ancora? Fino a quando? Fino alla fine della guerra?

    La mia proposta è e resta il Vangelo come libera e consapevole scelta di vita.

  2. Mir:

    La morte di Gesu’ non e’ stata assurda, e il suo esempio e’ stato quello di insegnarci il punto di arrivo della nostra evoluzione umana.
    Dovendo nascere in terra di mafia o camorra l’applicazione del Vangelo vuol dire aiutare il prossimo, che molto spesso e’ vessato dal suo simile (mafioso o camorrista).
    Che si fa allora in tal caso? E’ sufficiente il proprio esempio di vita evangelica a convertire il camorrista, o non sara’ piu’ probabile buscarsi qualche pallottola nel momento stesso in cui andremo ad aiutare i fratelli ad uscire dalle grinfie del malvagio?
    Se c’e’ ancora bisogno di martirio e’ perche’ troppo pochi applicano l’ideale evangelico essendo pronti al martirio.
    C’e’ ancora bisogno di martirio (purtroppo), oggi piu’ che mai. La terra lo grida, e piu’ noi ci giriamo dall’altra parte, piu’ il conto sara’ salato un giorno a venire.
    C’e’ ancora bisogno. Fino alla prossima guerra. Fino a che servira’. Occorre essere pronti.
    Affinche’ il male trionfi e’ sufficiente che i buoni rinuncino all’azione, diceva Edmund Burke.
    Se un’entita’ superiore ce lo chiede, e noi riteniamo di avere fede in essa, dobbiamo accettarlo.
    Diversamente (ed e’ per esempio il mio caso) possiamo fare la stessa cosa (oppure non farla) per un milione di altri motivi, probabilmente tutti fasulli agli occhi dei profeti.
    Resta il fatto che va fatto. Purtroppo siamo ancora in una fase in cui solo il sangue smuove le coscienze. Quello di Falcone e Borsellino ha dato uno scrollone. Ma di nuovo stiam ricadendo nell’oblio. Ci vuole altro sangue…

  3. mfp:

    Eddaje Pieri’… non fare il fondamentalista torinese su; i Savoia ci son gia’ bastati ducent’anni fa… io ancora li ringrazio per la Breccia di Porta Pia, pero’ mo’ basta eh… ragiona: se il Papa un paio di giorni fa ha detto che Internet deve essere evangelizzata e’ perche’ ‘sta perdendo la guerra mediatica (ovvero, fisicamente parlando, in chiesa ci sono ancora i chirichetti con i capelli bianchi). Contieniti. Qua nessuno e’ fesso. Romani, Torinesi e Indeterminati. Uno vale Uno. Tutti insieme siamo Tanti. Per il bene comune (ie: laicita’). Basta con le parrocchiette.

    (e non te la prendere; e’ a me che girano, non tu che sei fesso; e’ solo una questione di capacita’ di frullaggio parole… io fucko programmaticamente e tu no)

  4. Piero:

    Mir, io porto Gesù e tu porti Edmund Burke, venuto 1700 anni dopo Gesù e che da irlandese criticava la rivoluzione francese.

    mfp, tutti gli informatici programmatori devono fare i conti con la fesseria e la stupidità dei computer. Eppure, per quanto un computer sia fesso, la sua stupidità è indispensabile per poterlo programmare come vuole il programmatore, altrimenti lo si butta via perché ritenuto guasto, a meno che il programmatore riesca a capire dove sta il baco.

  5. Mir:

    @Piero: porto una citazione di Burke che mi sembra veritiera, non porto integrale Edmund Burke, ne faccio il tifo per esso, ne con esso mi identifico. Era solo un esempio che ho preso tra i tanti, per fargli dire qualcosa che io pensavo, ma in una forma di un certo tipo.
    Se dobbiamo usare Gesu’ per porlo come vessillo o baluardo che ci mette nelle condizioni di giudicare tutto e tutti con maggiore potenza non siamo molto diversi da quelli che si accoltellano ai semafori per la mancata precedenza da parte del “nemico” di turno.
    Forse il paragone ti sembrera’ eccessivo, ma ti assicuro che ho visto ottimi cristiani e anche Testimoni di Geova (pochissimi per fortuna) perdere le staffe e fare cose che a suo tempo mi hanno sconvolto non poco, spingendomi a farmi pensare, tra me e me : “Meno male che non sono tra gli eletti”. Il che e’ tutto dire.
    Premesso che questo non mi sembra il caso, mi dispiace ma vedo lo scontro e il sangue realisticamente ancora parte di questo tipo di umanita’, e pure un suo limite.
    Semplicemente, non ci siamo evoluti abbastanza per farne a meno.
    Se credi all’evoluzione dell’umanita’ e pensi che tutto cio’ che ha detto Gesu’ in parabole era per quello scopo, allora possiamo condividere un pezzo di strada insieme, se sei di quelli che pensano che chi nasci tunnu e’ tunnu e mai diventera quaggiatu, e l’Apocalisse separera’ gli agnelli dai capri, allora siam qui a perdere tempo, ce ne torniamo a casa e aspettiamo di vedere chi verra’ preso e chi verra’ lasciato (ma ti assicuro che nessun uomo puo’ sapere chi verra’ preso e chi verra’ lasciato, ma solo Dio. Colui che si arroga questo privilegio bestemmia lo Spirito Santo).

  6. mfp:

    Minchia… Mir da lassu’ sfonna eh… sto con i poppicorni, vi prego lor signori… continuate.

    (Piero, quella citazione di Edmund Burke l’ho rintracciata in qualche greco antico; scusa il pressapochismo ma la memoria al momento mi fa cilecca)

  7. Piero:

    Mir, il commento era per sottolineare che per me ha poco senso difendere la propria terra, se poi si perde la vita. E’ l’uomo che va difeso, non la terra.

    In merito alla separazione tra pecore e capri (Mt 25,32), penso che tale separazione sia da vedere non come separazione tra buoni e cattivi, tra chi rispetta la legge e chi non la rispetta, ma tra chi ama e si rende utile e chi non ama e pensa solo a se stesso, cioè tra chi vive per il bene delle persone condividendo i propri talenti e chi invece vive solo per se stesso.

    La separazione apocalittica non è altro che un giudizio che la nostra coscienza emette a tempo e debito dove non conta aver osservato le norme di legge o essere stati “buoni” secondo legge (che non è altro che uno strumento del potere per soggiogare le persone), ma conta soltanto quello che uno ha fatto per il bene delle persone, anche a costo di andare contro la legge e venire sanzionati. Non si tratta di rubare ai ricchi per dare ai poveri come amano fare i politici di sinistra e di destra con i talenti degli altri, ma di mettere in comune i propri talenti per il bene dell’uomo e per la sua crescita umana.

  8. mfp:

    Piero… maddiamine… filosoficamente state dicendo la stessa cosa. Uno in modo laico, l’altro in modo religioso. Ed e’ esattamente questo il punto: perche’ DOVER credere – e quindi autorizzare l’esistenza di pubblici pastori – quando ragionando si arriva allo stesso risultato? Quella differenza che tu fai e’ stata delineata gia’ durante l’Illuminismo. E in 300 anni la Ragione e’ riuscita a diffonderla ad un numero maggiore di persone di quanto abbia fatto la Fede nei 1700 anni precedenti. Fatima aveva ragione: GPII ultimo papa, B16 e’ un usurpatore. Punto. Scusa ma, il metodo scientifico si e’ dimostrato essere, nei fatti, un pochino piu’ efficace.

    I primi 200 son serviti a produrre la regola d’oro. Gli ultimi 100 a telecomunicarla. Gli ultimi 10 a vincere le resistenze della generazione precedente e i suoi fondamentalisti. Adesso la possiamo anche mettere in pratica eh. Anche perche’, come poi si e’ evinto in un po’ tutte le discipline assiomatiche, per poter discernere occorre scendere nel dettaglio… nel confronto a singolar tenzone… nel rapporto singolare tra due individui. P2P. Gia’ parlare e’ fuori luogo; parlare troppo e’ delirio; ma parlare di Dio per far contento il papa e’ semplicemente follia… paranoia… assurdo.

    Allora, visto che alla fin fine state dicendo tutti e due la stessa cosa: non fai prima a tacere andando cosi’ ad onorare il tuo credo?

  9. Piero:

    mfp, non si arriva allo stesso risultato soltanto con la Ragione, occorre lo Spirito che nella Fede controlla la Ragione. Altrimenti, se bastasse la Ragione, non ci sarebbe la Legge. Se c’è la Legge, vuol dire che la Ragione, da sola, non basta, perché la Legge mette ordine e ragione là dove non c’è.

    Purtroppo, in questo mo(n)do, la Legge sottomette l’uomo e soffoca lo Spirito. Lo Spirito invece libera l’uomo andando oltre la Legge e la Ragione. Tuttavia fino a quando l’uomo continuerà ad affidarsi alla Legge e di conseguenza alla politica che genera la Legge, pensando di fare a meno dello Spirito e della Fede, resterà un uomo prigioniero della Legge. E dove c’è prigione, c’è anche morte.

  10. mfp:

    No Piero, lo spirito e la fede non servono ad una cippa di minchia. OCCORRE “solo” adeguarsi alle best practices globali.

    Se tu mi vai di fede… io ti rispondo di fede e la comunicazione si chiude cosi’: occorre che anche tu ti adegui al concetto secondo il quale vero e’ cio’ che e’ accettato ipso facto (nda: grazie VB) dal maggior numero di persone facenti parte lo stesso circuito infoeconomico, l’Italia e’ una e indivisibile, al piu’ va cambiato tutto cio’ che c’e’ dopo l’art.47, come indicato dall’art.139, e al solo fine di poter arrivare – prima o poi – ad una Federazione Europea che sostituisca il Trattato di Lisbona. Perche’ a noi italiani la gnocca piace troppo. Toh. Discuti questo empirismo. :)

    Oggi e’ la scienza, la costituzione, l’autodeterminazione. Tu continui a ripetere solo “bibbia, bibbia, bibbia!”… con la scusa che in quel libro c’hanno messo mano talmente tante fattucchiere che grossomodo le include tutte e tre. Ma e’ troppo verbose, entropico, squilibrato, paranoico. Io magari mi faccio le canne per non tirare i televisori dalla finestra e segare per sbaglio qualche cristianuccio – e ammazzandomi con la merda che gli spacciatori di strada ci mettono dentro, dato che non me la posso coltivare da solo – ma tu sei un fondamentalista bacchettone. L’onesta’ intellettuale, prendersi cioe’ cura degli altri uomini, e’ proprio quella cosa per cui lo scienziato non puo’ discutere con il religioso perche’ a lungo andare arriverebbe ai limiti della scienza. All’ultima domanda tu dici: “lo so perche’ credo all’omino invisibile”; lui per non mentire puo’ dire solo “non lo so ma tiriamo lo stesso a campare visto che cmq gli omini invisibili ancora non li abbiamo trovati”. Anche nella codifica lo scienziato e’ piu’ attuale.

  11. vb:

    Preferirei anch’io una società in cui non ci fosse bisogno della legge in quanto ognuno è dotato di un’etica personale (laica o religiosa fa poca differenza) sufficiente a garantire la convivenza e il bene comune. Tuttavia, penso che sia impossibile giungere a un mondo in cui tutte le etiche personali sono coincidenti o perlomeno tra di loro compatibili… la legge ha dunque un ruolo di “mediazione convenzionalmente accettata” tra le varie etiche dei singoli individui.

  12. Mir:

    Grazie comunque a tutti, fa sempre piacere vedere che nei post di VB non si perde mai l’educazione pur discuendo di temi che notoriamente dividono (per l’approccio laico o religioso, per la mentalita’ del singolo, e per il suo background culturale).

    @Piero: grazie per aver chiarito alcuni punti in merito agli insegnamenti religiosi, che comunque condivido (infatti non ho mai pensato che Dio seduto su un trono si mettera’ a mandare le anime una di qua e una di la’, ma piuttosto alla seconda che hai detto).
    Parimenti, volevo chiarire la mia posizione che si pone tra te e mfp dicendo ad mfp che i maggiori progressi scientifici dell’umanita’ non sono avvenuti per elaborazione logica/ragione ma per intuizione; la ragione e’ poi servita a dare una forma organica all’intuizione. Senza qualcosa sopra alla ragione che le dia il nutrimento, essa non e’ altro che un servo stupido senza padrone e non conclude ne produce assolutamente nulla, ma esplicita e tenta di esaurire concetti che non si lasciano esaurire, perche’ risiedono a mio avviso in un mondo, diciamo cosi’, superiore. E questo e’ forse il motivo per cui non e’ cosi’ facile sviluppare una vera intelligenza artificale.
    Quindi non do un NOME alle entita’ che stanno sopra alla ragione (Dio, Spirito, Anima), tuttavia ne percepisco l’esistenza. In quanto alla Fede, conosco uomini che non si ritengono credenti e poco hanno a che fare con i Divini Insegnamenti, ma che continuano ad avere Fiducia in una esistenza che li ha privati di cose che farebbero impazzire l’uomo medio (anche razionale) della nostra epoca.
    Il mio ragionamento e’ semplice; l’umanita’ deve evolvere tutta insieme, con le innumerevoli religioni (nate peraltro nel corso della storia, e alcune spariranno, molte probabilmente evolveranno); le religioni contengono il seme della verita’, ma l’uomo resta comunque il tramite dell’evoluzione, sotto la guida di una entita’ superiore che costantemente lo ispira nella sua evoluzione (entita’ che i credenti chiamano Dio).
    L’intuizione invece, e’ quella che mi porta non la credenza, ma la certezza interiore che il progresso dell’umanita’ sara’ a buon punto quando tutti percepiremo interiormente (prima ancora di realizzare a livello mentale) che siamo facce diverse della stessa medaglia, ed esplicitiamo una unica radice e riportiamo ad un unico fine pur nelle apparenti, antitetiche rappresentazioni (intellettuali, e di esistenza).
    Chi si irrigidira’ nell’ortodossia produrra’ nuovi motivi di frizione, incomprensione, sospetto, giudizio, paura e quindi guerra tra i gruppi umani, rallentando l’evoluzione.
    Il fine, appunto quando, per dirla alla Isaia “il Lupo dimorera’ con l’Agnello..”, autentica visione che condivido pienamente.

  13. mfp:

    Mir, grazie ad uno dei miei mentori, ho (finalmente) integrato Vittorio Alfieri e il Conte di Montecristo. Ma questo non significa che non mi diano al cazzo i fondamentalismi religiosi, e non glielo continui a dire – visto che seduto su una sedia non si possa fare molto – finche’ morte non ci separi. Ho tutta la vita davanti per rifare l’Italian Crackdown…

  14. Mir:

    @mfp: pensaci bene, i fondamentalismi religiosi non possono essere detestati, ma solo superati. Se li detesti e’ perche’ qualcosa di essi risuona dentro di te, e sei ancora vittima in qualche modo subdolo di un muro contro muro, di un “squadra contro squadra”.
    Diverso e’ opporsi con tutte le proprie risorse ai fondamentalismi religiosi.
    Stavo puntando il fuoco su quello che accade dentro di te quando ne parli (e’ il MODO che e’ differente, non il soggetto di cui uno parla).
    C’e’ nell’umanita’ che vive sul pianeta qualcosa di scimmiesco, a livello di dna, che atavicamente ci fa riunire in tribbu’ (una volta era per proteggersi dal freddo, avere piu’ donne, scannarsi meglio) oggi e’ piu’ o meno per lo stesso motivo, ma abbiamo traslato il tutto su altri piani piu’ o meno evoluti, ad esempio quello intellettuale.
    Ci crediamo evoluti perche’ abbiamo internet, e frulliamo le informazioni ad una velocita maggiore di quella di Neo in Matrix.
    Ma son tutte cazzate. Spostiamo solo il problema piu’ oltre, aumenta il numero di informazioni ma anche la potenza necessaria a gestirle tutte senza generare dispersione!
    Alla fine rimaniamo scimmie, perche’ restiamo su un piano di divisione, o italicamente parlando (anche se in molti casi e’ subdolissimo, e accorgersene e’ difficile) sul classico “Aho, so’ piu’ cazzuto de te, sto piu’ AVANTI”.
    Ma e’ mera illusione. Pensiamo di potenziarci come sempre in orizzontale, non in verticale. Che vuol dire cambiare tipo di strumento, giocare sulla parte di cervello che ancora non si sa a che serve, giocare sulla creativita’ e sulla intuzione.
    Da li usciranno i nuovi geni, coloro che aiuteranno a compiere il balzo quantico che ci dovrebbe portare, oltre che tecnologicamente, anche a livello di coscienza superiore, per cui si dovrebbe riuscire ad andare in giro senza aver bisogno di leggi che ci tutelino affinche’ qualcuno non ci salti addosso per sbranarci.
    Ma in mezzo c’e’ ancora del tempo, i materialisti (quelli che pensano davvero che non siamo altro che melma di dna e impulsi elettrici), e ancora tante legnate quando il nostro sistema capitalistico crollera’ definitivamente poiche’ e’ una forbice che da un lato vuole vedere i profitti raddoppiare ogni 2 anni come da legge di Moore (!), e dall’altro abolisce con l’automazione lavori di ogni tipo, lasciando a bighellonare una massa sempre maggiore di individui, e pretendendo cinicamente che essi riconoscano la loro inutilita’, facciano i barboni, crepino perche’ lo stato sociale costa troppo, e in definitiva non si incazzino (pure)!
    I conti (come dicevo a Piero) cosi’ non tornano.

  15. mfp:

    Mir, io non detesto proprio nessuno. Tutt’oggi mi incazzo se mi viene detto “sei ateo!” o “sei agnostico!”. Io cerco, e basta. E ti chiedo di usare un’altra codifica se mi cominci a parlare di spiriti e omini invisibili.

  16. mfp:

    Beh, eravate tanto carini!! Vi siete azzittati!? Mi annoioooooooooo… VB!? D#!? Mir!? Yu-uuuuuuuuuuuuuuu!? Quanto di Sodio chiama Quanti di Altro… Volante 1 a Volante 2… ET telefono casa…

  17. D# AKA BlindWolf:

    Esecuzione di Ping D# con 32 byte di dati:

    Risposta da D#: la discussione è interessante, ma attualmente sono preso dal lavoro (unica pausa: stasera, che vado a vedere Luttazzi a teatro insieme a due ragazze). Tornerò a tenervi compagnia ASAP.

  18. Mir:

    Ah ma allora ti interessa questo scontro. Per me e’ un ONORE poterti tirare una gragnuola di colpi sulla testa.
    Sono fautore del non conosci qualcuno se non ci combatti..
    Scherzo, ma mi sembra che 3 o quattro neuroni tu ce l’abbia e allora avanti, scimmietta, fatti sotto.
    Hai davanti uno che ha 5 milioni di anni.
    Cio’ di cui parlo io (omini e spiriti) non lo potrai vedere nemmeno tra 3000 anni con gli strumenti piu’ sofisticati e sai perche’?
    Perche’ sbagli a usare lo strumento. Quando dico intuizione, dico che abbiamo uno strumento che usiamo in modo non completo e che sviluppiamo solamente in una direzione.
    Cio’ che arriva a rendere piu’ consapevole l’esistenza dell’umanita’ (nota bene, non ho detto MIGLIORE) arriva sempre da una intuizione, in definitiva dalla visione di qualcosa che gia’ esiste, ma non viene creato dal cervello, ma solo “visto”.
    Prendi Einstein, prendi Tesla, etc.
    E la rende piu’ consapevole perche’ senza questi personaggi oggi saremmo ancora a toglierci le pulci l’un l’altro come le scimmie, ancorche’ poi chi trae beneficio dalle loro scoperte e’ a un livello poco piu’ che scimmiesco, e affolla le nostre strade, i supermercati di sabato, affolla internet etc.
    L’errore e’ che a forza di difenderci dalla natura matrigna abbiam creduto che tutto cio’ che poteva salvarci era il nostro cervello usato in un certo modo (da Cartesio in poi).
    Pensiamo di essere progrediti perche’ abbiamo fatto inturgidire il cervello come un muscolo sessuale, diamo dei trogloditi a molti immigrati per le loro usanze, mentre fino a 50 anni fa (un’inezia!) le donne erano sottomesse ai mariti qui in Italia!
    Ovvio che poi le religioni diventino l’oppio dei popoli e vengano considerate con sufficienza (soprattutto il cristianesimo) da chi ricorda i suoi peggiori vizi (l’oscurantismo dei secoli passati, e un certo proselitismo, la convinzione settaria che si e’ “nella ragione e nella luce di Dio” e che gli altri sono poveretti fuori dalla Via).
    E invece, nelle religioni e’ codificata una conoscenza molto piu’ antica dei 2-5 mila anni cui le facciamo risalire.
    Per questo vale la pena per lo meno di studiarle piu’ approfonditamente per trovarne la radice comune e la conferma del fatto che esiste una conoscenza di livello superiore, che in ere buie si e’ parzialmente persa, ma che puo’ essere riportata alla luce.
    C’e’ comunque una buona notizia: l’aggressivita’ si sposta nei secoli dai livelli piu’ bassi (fisico) a quelli piu’ alti (mentale), si fa via via piu’ sofisticata, e alla fine tende a evaporare perche’ l’aggressivita’ e’ scimmiesca, ha bisogno di grossa produzione di ormoni in un tempo molto ridotto, cosa che non concorda con l’uso massivo della mente, che richiede tempo per la generazione di strategie.
    L’aggressivita’ e’ figlia della paura di perdere un confronto con qualcosa o qualcuno che sta fuori, ma in realta’ e’ dentro.
    Tuttavia non e’ l’ultimo passo. L’ultimo passo e’ riuscire a comprimere la sintassi e potenziare la semantica, quasi comunicare senza parlare. Naturalmente parlo di qualcosa di la’ da venire e posso facilmente beccarmi del visionario ma.. pensa anche solo alla diversa espressivita’ dei linguaggi di programmazione. Quale e’ il migliore? Quello che con la minor fatica e la maggiore eleganza ti consente di esprimere lo stesso concetto concentrandoti sul concetto e non sul linguaggio.
    Oggi impieghiamo molte parole, ma poco riusciamo a comunicare. Internet che sembra migliorare le cose, paradossalmente isola maggiormente poiche’ introduce anche una quantita’ di “rumore” notevole. E il rumore distrae. Occorre imparare a utilizzare meglio poche informazioni e non farsi trarre in inganno da quello che alle volte puo’ esprimere apparentemente un interlocutore che ci parla, o anche la vita stessa (anch’essa, ci parla).

  19. mfp:

    Mir, “comunicare senza parlare” … OGGI sono d’accordo con te. Ma per arrivare a quello, occorre comunicarlo. E per comunicarlo occorre fare un enorme sforzo per mettersi nei panni del tuo interlocuotre, nella sua dimensione, e parimenti esemplificare e gli strumenti e i costi. Altrimenti gente come Giuseppe Gati’, non li usera’ mai. Occorre eliminare la patina di immagine che c’e’ intorno a questi strumenti, tutte persone pagate per ciarlare; persone che gravano sull’economia reale del posto dove vivi nonostante tutti intorno a te non ne siano molto coscienti. Occorre cioe’ tempo. Questa serata, per farti un esempio, l’ho passata con una ragazza bulgara di una bellezza incredibile… ingegnere tlc… tutta presa dall’ingegneria, allora ho cercato di spiegarle perche’ DEVE ogni tanto fermarsi e chiedersi “come si sente nel” oltre al “come fare a” lavorare quotidianamente. Non sto dicendo nulla di nuovo… e’ il Jargon File, sono le rfc informative, come i centinaia di tentativi che ho osservato in questi anni, di integrare persone che apprezzano il silenzio delle tlc (Communication Breakdown, cantavano i Led Zeppelin facendo una caciara incredibile)… e’ quel primordiale tentativo di descrivere come si sentivano i miei predecessori nell’interfacciarsi, attraverso una macchina, con altre persone. Io posso evangelizzare in base alla mia singolare sensibilita’, ma non posso farlo senza comunicare. Alcune di queste cose sono possibili solo in ambienti ristrettissimi… persone che come me hanno iniziato a specchiarsi in un computer dalla tenera eta’… tutti gli altri sono chiacchieroni che non fanno altro che aumentare l’entropia. Pensa che molti dei miei coetanei-cumculturali sono infastiditi dal mio modo di fare perche’ ho speso gli ultimi tre anni a cercare di sviluppare una sensibilita’ umanistica equivalente a quella meccanica che invece ho appreso senza razionalizzare, negli anni. E’ DIFFICILE superare paranoie vecchie di millenni. E ci vuole tempo, ammesso e non concesso che se ne riesca ad intuire il perche’, e allora si inizi a perseguirlo. Come fai a spiegare al prossimo perche’ il caro vecchio Pannella cerca di perseguire una decrescita demografica?

    Ascolta, un informatico che cerca di comunicarlo ad una giurista: http://www.youtube.com/watch?v=MTMKeEfEwL4 (1/3). Senza che questa comprenda il senso della sostanziale passivita’ de L’Altro.

    Fino a che hai gente cosi’, il cui cervello va piu’ avanti del futuro, impossibilitando il cambiamento necessario e sufficiente; per mere questioni di conveniena, di insicurezza individuale, aggressivita’ per paura del futuro. Fino ad allora e’ impossibile “comunicare senza parlare”. Se non deconcentriamo le citta’, non e’ possibile arrivarci.

  20. Mir:

    mfp: interessante l’idea di deconcentrare le citta’; l’uomo ha bisogno di uno spazio vitale minimo, sistemarlo negli alveari di cartone pressato in cui si trova non lo aiuta nella evoluzione e ne aumenta l’aggressivita’, soprattutto quando scarseggiano i modi di impiegare la giornata (leggi mancanza di lavoro).
    In fondo lo diceva anche Celentano, un altro visionario cui pur con le sue mille lacune va il mio ringraziamento per aver sostenuto da sempre certi principi che sono universali (in italia lui e’ stato ecologista prima degli ecologisti, ed e’ stato molte altre cose prima che la massa abbracciasse certi andamenti).
    Ma questa e’ un’altra storia.

  21. mfp:

    Mir, in altri paesi lo stanno gia’ facendo. Berlino, ad esempio. Alcuni sono preoccupati perche’ ovviamente si creano situazioni dove i quartieri “scatolette di cartone” (es: Cinecitta’, Roma) si svuotano, lasciando poche ostinate persone a vivere praticamente in un deserto di cemento (senza negozi, presidi medici, forze dell’ordine, etc) per periodi piu’ o meno lunghi. Con i guai che questo comporta; niente di grave, ma comunque ci sono. D’altronde costringerli a trasferirsi sarebbe una deportazione, e non si puo’ fare: “vuoi rimanere li’? Cazzi tuoi, basta che poi non frigni”. I quartieri cosi’ svuotati nel tempo vengono poi decostruiti. Non mi sono informato su cosa si puo’ fare con tanti calcinacci… ma sono certo che si possa trovare un modo di renderli utili (es: i “pennelli” che si fanno sulle coste per tagliare le correnti tangenti che erodono le spiagge).

    Per il resto sono d’accordo fino al “quando scarseggiano i modi di impiegare la giornata, ie: mancanza di lavoro”. Li’ no; e’ la solita multimillenaria illusione di chi vuole vivere sulle spalle del prossimo e quindi si sente di dover fornire a terzi il pane e i giochi.
    Ma ti assicuro – esperienza empirica, io lo faccio al mare; soprattutto d’inverno – che puoi addirittura stare ore e ore a pensare senza fare nulla: non rischi di farti male, non consumi risorse, mangi meno, ti capisci, ascolti senza sentire. Apri gli occhi. Diventi vivo. (l’unico mio problema di questi anni e’ stata la mia donna che voleva costringermi a scendere dal balcone da cui guardavo il mare/Internet per infilarmi nella calca della spiaggia estiva… quando invece, avendo io casa li’, so’ di stare meglio in spiaggia dopo le 18.00 e in primavera e autunno; lei purtroppo era tanto decisa a fare carriera, da non rendersi conto che impegnarsi a fare i tipici orari d’ufficio le impediva di gustarsi il meglio, finendo in spiaggia insieme agli altri polli da allevamento)

    Oggi come oggi il regime minimo per molte persone e’… leggere un libro. Non e’ guardare l’orizzonte (il cielo, le persone in un parco, etc) in silenzio, ma leggere un libro quella mezz’ora al giorno prima di coricarsi (quando sei gia’ rincoglionito, e magari dopo il grappino o la cannetta, e magari col pensiero che il giorno dopo c’hai un’altra giornata di merda chiuso in un ufficio o una fabbrica). Input. Il regime minimo consiste ancora di Input meccanici. Arancia Meccanica.
    E invece quando non fai nulla (non la TV, ma Nulla; non la tv accesa “tanto per tenerti compagnia”; nulla!) pensi… riesci a mettere a fuoco le cose che hai gia’ vissuto, coglierne dettagli che li’ per li’ non avevi notato, crescere, evitare di porti male con chi incontrerai.

    L’assenza di lavoro e’ una stupidaggine, una volta compresa la volonta’ pressoche’ generale (che c’e’) di non voler produrre inutili tensioni sociali e guerre. Cosa che in un mondo globalizzato e’ pressoche’ impossibile anche se sei il paese che dispone della maggiore capacita’ bellica; i fatti recenti ce lo hanno dimostrato; per lo meno e’ impossibile senza creare squilibri interni tali da frantumare, dis-integrare, de-stabilizzare le societa’ con rinculi nel medio o lungo periodo, comunemente dette “crisi”. Se uno riesce ad apprendere che una persona che sta male (o una che per lavorare e mantenersi non ha tempo per pensare) diventa aggressiva, allora capisci anche che ti conviene evitare di farti “illusioni forsennate di ricchezza” (cit. Tremonti, AnnoZero, novembre 2008) perche’ piu’ cerchi di perseguire quello, piu’ tiri la coperta a te, piu’ crei guai (debito pubblico, quindi no potere contrattuale ai tavoli internazionali dove si contrattano le forniture di risorse naturali, le task force per la soluzione delle contese esistenti, comprese quelle africane che incentivano poi i flussi migratori, etc). E poi crei guai… per cosa? Per allamare una giovincella a mezzo bmw, o rifarti le tette, a 50 anni? Diamine, rasati i capelli e sii saggio! Credo che la compagnia non sia un problema; troppe ce ne sono di persone felici di accompagnarsi; non servono certe “cose”. Qualche mese fa mi son ritrovato in una sorta di ibrido ristorante/balera… dentro c’erano degli anziani arzilli che socializzavano con la tavolata a fianco di gay e trans: uno spet-ta-co-lo. Uno di quei miracoli della natura per i quali ti viene quasi voglia di credere che una quantita’ enumerabile di dei, c’e’.
    Credo che se si riesce ad isolare gli attuali 50enni bamboccioni (es: mio padre, e mia madre), si puo’ evitare di propagare certe abitudini malsane.

    In questo senso allora l’assenza di lavoro non e’ un problema, perche’ se manteniamo costante (e magari decresciamo) il numero di individui, e ci accordiamo sulla necessita’ di mantenerli tutti (ie: cibo, igene, un set minimo di beni), allora la quantita’ di lavoro necessaria non solo e’ costante… ma grazie all’automazione DECRESCE! E senza far diminuire la produzione. Anche questo meccanismo va innescato ma non portato all’esasperazione pero’; perche’ abbiamo gia’ notato che chi non ha percezione del lavoro manuale tende a sprecare il lavoro de Gli Altri (ie: usare quantita’ spropositate di carta, detersivi, benzina, etc; c’e’ gente che trovandosi La Roba, da sempre, a buon mercato, sugli scaffali di un supermercato… la consuma senza impegnarsi per sfruttarla il piu’ possibile).
    Il problema attuale sono le grandi concentrazioni GIA’ ESISTENTI; perche’ in una grande citta’ la Grande Distribuzione Organizzata (es: alimentare) e’ semplicemente “la piu’ comoda”, per certi versi necessaria. E i grandi centri gravano sulle spalle delle popolazioni meno concentrate. Io lo osservo da 20km dal capolinea della metropolitana di Roma.
    La mia ex-ragazza ha il tribunale in centro, e gli studi legali sono tutti li’ intorno per ovvi motivi di praticita’, ed e’ un mestiere in cui e’ fondamentale “parlare di persona con le persone” (Trainspotting, Spud: “mi spasso a vedere la gente a spasso”), nonche’ DEVI presentarti fisicamente davanti ad un giudice; quindi lei e’ costretta tutti i giorni a sobbarcarsi dei costi in termini di tempo e trasporto, per svolgere la propria professione, e quindi emanciparsi. Costi che se fosse in grado di risparmiare, per dedicare quel tempo/risorse a se stessa… staremmo meglio tutti (e sarei stato meglio soprattutto io). E – da opportunista – desidera trasferirsi dentro la citta’, invece di cercare il modo di lavorare rimanendone fuori… visto che ne ha l’opportunita’ (gia’ vive fuori e non capisce che se gli affitti a buon mercato sono solo gli scantinati della citta’ e’ solo perche’ li’ si vive peggio; li’ sei un polletto condannato a facebook a vita).

    In questo senso il suggerimento che dava quel tizio del tribunale di Torino (il procuratore?), in un video che ha postato VB qualche giorno fa… e’ corretto: rimappare i tribunali.
    Se invece di fare Un Grande Tribunale al centro, ne fai 4 ai lati della citta’, poco fuori… cosi’ chi e’ fuori non sente il bisogno di concentrarsi.
    E allora uno inizia anche a vedere che non occorre fare strutture apposite per lavori che si svolgono grossomodo tutti alla stessa maniera: quei 4 tribunali potrebbero cioe’ diventare 20 ambienti polifunzionali (ie: per svolgere “tutto il lavoro burocratico de visu”). E analogamente per molte e molte altre cose: ospedali, professionisti che condividono gli spazi di lavoro, consorzi/cooperative che fanno altrettanto. Non e’ nulla di cosi’ assurdo; il Canada e’ pieno di queste cose; ho un amico che campa producendo e installando contatori elettrici e dell’acqua a defalco… per contabilizzare i costi delle amministrazioni indipendenti che condividono gli stabili…

    Chi tende a concentrare o semplicemente avallare le concentrazioni (a parte le entita’ finanziarie estere – Accenture, Finch, etc – che esistono per drenare le economie altrui) e’ per paura, per eludere le responsabilita’ che inevitabilmente ha nei confronti di chi incontra e di chi frequenta con regolarita’: nella grande citta’ ci sono milioni di persone condensate in un’area relativamente piccola… puoi comportarti male pressoche’ all’infinito, scaricando chi frequenti di tanto in tanto. In un paese questo non si puo’ fare: devi avere il coraggio di discutere in modo intellettualmente onesto gli eventuali intoppi; risolvere TUTTE le microcontese (che non si puo’ fare con un tribunale e un giudice solo con uno o piu’ arbitri) altrimenti ti porti dietro antipatie, calcare vario come nella serpentina della lavatrice (e poi l’idraulico ti fa piangere quando arriva il conto). Un tempo c’erano i preti/mafiosi e il maresciallo; oggi i marescialli (soprattutto quelli che vengono dal sud) bene o male si prestano ad ammortizzare informalmente le situazioni di tensione senza (ancora) profili civilmente/penalmente rilevanti che pero’ potrebbero portare a rischi e danni maggiori… ma manca il prete/mafioso… e non che mi manchi il prete/mafioso eh, intendiamoci… un giurista laico eretto ad arbitro sulle questioni indecidibili basta e avanza. Proprio ieri sono andato a parlare con il maresciallo locale per delle mie preoccupazioni familiari, e chiacchierando proprio di queste zone di confine tra le questioni pubblicamente definite e quelle private, mi ha detto “hai visto Rosarno? Qui da noi e’ uguale; se io lasciassi fare, ti ritroveresti un immigrato cadavere al giorno”.

    Tutti i moti di questi anni… dalle grandi manifestazioni dei primi anni ’90 al grillismo, sono espressione di questa stessa volonta’ popolare. Con apex come quelli del Sig. Sandri che si vede il carnefice di suo figlio “condannato per finta” e ha la rapidita’ di riflessi di dire agli amici scalmanati del figlio: “CALMI, NUN FATE STRONZATE, NUN VE METTETE NEI GUAI, NESSUNO CI RIDA’ GABBO!”. Cazzo… quando Grillo tira fuori, anni prima, il “calendario dei santi laici” e’ ovvio che poi diventi profetico.

    Ieri, per farti un esempio, parlavo con un maiolicaro; stava moscio perche’ e’ caduto mentre lavorava e si e’ spaccato i denti. Non sguazza nell’oro, ma il dentista e’ un suo amico. Gli fa l’intervento gratis, facendogli pagare i soli materiali; che pero’ costano l’ira di dio a causa delle royalties che ci sono sopra. Es: 1 grammo di mastice, 100 euro, prodotto americano, ovvero di quel paese che campa della c.d. “proprieta’ intellettuale” -> finanza -> appropriazione indebita dell’economia reale degli altri popoli – al fine di vendere McCola da 1 litro al ciccione americano che poi affolla gli ospedali per smaltire il colesterolo in fretta – e quindi imposizione perenne di questi squilibri tra chi ha bisogno di rifarsi i denti per superare un disagio fisico, e chi si vuole rifare le tette per superare un capriccio giovanile latente. Potremmo invece fare benissimo come fanno gli ebrei: facciamo colletta, mettiamo i soldi in mano al nostro migliore uomo, lo mandiamo dal produttore di mastice dentistico, lo facciamo corrompere per avere la ricetta del mastice, e ce lo produciamo qui (agli operai ALCOA non dispiacerebbe darsi da fare). Nel frattempo le tette calate rimangono tali. La bellezza muta nel tempo, non scompare.

    In tutto questo c’hai i Simoni Caldazza che ogni tanto si permettono il lusso di dire a me: “tu parli perche’ non fai un cazzo”, perche’ loro hanno seguito troppo pedissequamente le formalita’ pre-esistenti – (illusione forsennata di ricchezza, anche nella forma “io a 18 anni me ne vado a vivere da solo” e “adesso studio-studio-studio, e appena finita l’universita’ lavoro e inizio a vivere”) – finendo per diventarne schiavi, e oggi non sanno come tirarsene fuori. E quindi quando vedono me che vivo in un paesello, felice e contento senza grilli per la testa… sono invidiosi. E quelli vanno calmierati. In un modo o in un altro (“don’t be evil”, a chiacchiere, non funziona). Esattamente come fa il poliziotto con quello scalmanato che fuori dallo stadio gli ha tirato un calcio: lo mette dentro un cellulare e gliene da’ di santa ragione. O il ginecologo che tira una sberla alla partoriente che va nel panico a bambino mezzo dentro e mezzo fuori. Sono situazioni limite, che vanno affrontate con polso (pena mite, tempestiva e certa); non c’e’ altro modo. Altrimenti si torna ai misticismi di comodo (es: no all’aborto) e altre pratiche che in passato sono servite a sterilizzare i greggi per avere dei metodi semplici con cui illuderli e farsi quindi pagare la stozza.

 
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