Varie sui trasporti
Ho capito che il lavoro di consigliere comunale, a pieno regime, è assolutamente a tempo pieno, tanto che manca persino il tempo per raccontare tutto quello che facciamo; stamattina sono entrato nella prima riunione alle 9, sono uscito dall’ultima alle 15:45 (con venti minuti di pranzo in mezzo), fino alle 17:15 ho scritto due interpellanze e smazzato posta e questioni varie, poi ho preso il pullman e sono andato al consiglio circoscrizionale aperto sugli allagamenti della Falchera, restando lì fino alle 20:30.
Siccome però quel che non viene raccontato non esiste, cerco lo stesso di dire in giro quel che vedo, se non altro tramite aggiornamenti di stato su Facebook (so che non è l’ideale ma è il metodo più gestibile che ho). Poi quando riesco faccio un post tematico.
Ad esempio, ora vi riassumo in breve le attività sul fronte mobilità . Lunedì scorso, l’assessore Lubatti ha risposto in aula alla mia interpellanza sui treni regionali Torino-Milano; ha esordito dicendo che non sono di sua competenza, e questo lo sapevo già , l’avevo pure scritto nell’interpellanza; poi ha cominciato a parlare del servizio ferroviario metropolitano. Alla fine io gli ho detto che il senso dell’interpellanza è che il Comune non si limiti a segnalare alla Regione e a Trenitalia le segnalazioni dei problemi (cosa che lui peraltro ha promesso di fare), ma che faccia anche pressione politica e morale perché vengano affrontati; siamo rimasti che a settembre vedremo di audire le varie parti coinvolte.
Nel frattempo, ho presentato una nuova interpellanza a proposito della metropolitana; in pratica i grossi temi sono due – il primo è il crescente sovraffollamento, e chiedo lumi sui margini esistenti per aumentare la capacità nel medio-lungo termine e su eventuali piani in materia; il secondo è l’opportunità di tanti piccoli miglioramenti a basso costo. Per esempio, si potrebbero segnalare meglio le porte adatte a chi entra con passeggini e carrozzine; si potrebbero togliere una parte degli strapuntini, che vengono costantemente occupati anche quando la carrozza è piena e non si riesce più a passare dalla porta; si potrebbe indicare con più chiarezza di stare fermi a destra sulle scale mobili per farsi passare a sinistra; si potrebbero mettere al piano tornelli degli schermi che indichino i prossimi passaggi dei mezzi pubblici nelle varie fermate della zona; si potrebbero avere macchine venditrici dove sia umanamente possibile pagare con la carta di credito e comprare qualcosa di più complesso di un biglietto di corsa semplice; e poi c’è l’annoso problema del portare le bici in metropolitana, eventualmente gestibile con una integrazione tra metro e bike sharing. Insomma, io di idee gliene dò, si spera che ne facciano buon uso.
Oggi ho poi presentato una ulteriore interpellanza sulla vicenda della linea storica di tram numero 7, semplicemente per sapere quali fossero i costi e i numeri dei passaggi e dunque per capire se abbia davvero così senso cancellarla nei giorni feriali, come hanno appena fatto, proprio nel periodo di massimo afflusso turistico.
Stamattina peraltro Lubatti è venuto in II commissione e così ci ha esposto un po’ di prospettive su viabilità e trasporti, che posso riassumere in due punti principali: ci saranno sempre più buche per le strade perché ci sono sempre meno soldi per ripararle (la relativa voce di bilancio è passata dai 7 milioni di euro del 2001 ai 2 milioni di euro di quest’anno); ci saranno sempre meno pullman perché la Regione sta tagliando i fondi (-12% in tre anni). A fronte di questo taglio, la scelta è se tagliare i mezzi pubblici, aumentare il biglietto o entrambe le cose; Lubatti si è anche detto intenzionato a mettere in piedi una profonda razionalizzazione che potrebbe includere un ridisegno generale della rete dei trasporti pubblici, come quello che fu fatto nel 1982.
Secondo me (e questo è ciò che ho detto in commissione) un momento di crisi come questo si può affrontare in due modi, quello rassegnato e quello coraggioso. Nel modo rassegnato, si comincia a tagliare il servizio e si derubricano i trasporti pubblici a “sistema residuale per sfigati” che nessuno usa se non è proprio costretto, come è negli Stati Uniti (anzi era, perché pure lì si stanno convertendo). Nel modo coraggioso, invece, si scaricano le necessità di nuovi fondi non sul trasporto pubblico ma su quello privato, ad esempio aumentando il costo della sosta, in modo da mantenere inalterata la qualità dei mezzi pubblici e contemporaneamente disincentivare l’uso dell’auto. Naturalmente il secondo è (almeno in prima battuta) impopolare, per cui ho pochi dubbi su cosa sceglieranno di fare.
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