Cari intellettuali
Cari intellettuali,
ormai Repubblica ospita ogni giorno un diverso appello di luminari, artisti, personaggi finissimi di sinistra che si rivolgono al Movimento 5 Stelle chiedendogli di appoggiare un governo del PD.
Voi lo fate in modo cortese, ma mia bacheca è piena di gente che urla; e nonostante quel che dicono i media, non sono i “grillini”, ma prevalentemente elettori e militanti del PD che gridano scompostamente che loro hanno diritto a governare e che noi dobbiamo dargli i nostri voti per farglielo fare, se no siamo irresponsabili, distruttivi, fascisti, berluscoidi, infantili. Un film stucchevole e già visto, qui a Torino, all’epoca delle elezioni regionali e della sconfitta di Bresso.
Voi partite da una visione che non sta in piedi, quella per cui per vent’anni abbiamo avuto uno scontro tra il male (Berlusconi) e il bene (il PD) e ora il M5S ha il dovere di far trionfare il bene. Mi spiace per voi, quella visione è falsa, innanzi tutto perché non c’è stato nessuno scontro, ma vent’anni di inciuci dietro le quinte, in cui il PD, dalla Bicamerale alle garanzie per le TV di Berlusconi, ha tenuto in piedi il PDL perché entrambi potessero spartirsi il potere.
Dunque per me Berlusconi e Bersani non sono uguali, ma sono ugualmente impresentabili. Sono due facce dello stesso fenomeno durato vent’anni. E’ proprio salvando Bersani che noi salveremmo anche Berlusconi e il berlusconismo.
Invece di fare appelli al M5S, chi simpatizza per il PD dovrebbe fare appelli ai propri dirigenti. Perché non si può venire bocciati alle elezioni e poi pretendere di governare, no? Che il PD dia un segnale di rinnovamento; che vadano a casa tutti, Bersani, D’Alema, Rosy Bindi, anche Renzi, che a seconda di come si sveglia è del PD o contro il PD o il leader della fusione PD-Monti, ma sempre nel sistema è. Che il PD dia un segnale di svolta morale; che faccia una letterina pubblica con cui rinuncia immediatamente ai rimborsi elettorali a partire da queste elezioni, che i suoi parlamentari firmino un impegno a ridursi lo stipendio a 2500 euro netti al mese e ad accettare solo rimborsi spese a piè di lista, come i nostri; che si dimetta subito la deputata PD neoeletta e già indagata in un caso di voto di scambio, che vengano pubblicate tutte le carte dell’affare Monte dei Paschi e cacciati tutti i politici del PD che lo usavano come un bancomat.
Se il PD farà tutto questo, qui e subito, allora si potrà discutere di un governo di persone slegate dai partiti, dalle banche e dal passato, che possa andare avanti sei mesi a fare poche cose urgenti e importanti: va bene la legge elettorale, ma innanzi tutto c’è da garantire gli esodati, i cassintegrati, i disoccupati, i piccoli imprenditori che aspettano un pagamento, l’assistenza, i servizi essenziali. Ma se il PD non fa questo, non è credibile come interlocutore del rinnovamento, e non verso di noi: verso il Paese.
Dunque, per favore, rivolgete i vostri auspici al vostro partito del cuore; perché se l’unica cosa che sapete fare è scrivere a noi perché diamo al PD dopo le elezioni i voti che non è stato capace di prendere durante… mi spiace, ma non mi sembra sensato e nemmeno tanto democratico.
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