Voglio tornar bambino
Finalmente abbiamo scoperto che cosa ha detto Materazzi a Zidane, almeno stando alla denuncia televisiva dello stesso giocatore ex gobbo. A far infuriare Zidane non è stato un invito a trasferirsi all’Inter, ma “parole più dure di un pugno” rivolte “a mia mamma e a mia sorella”. Anche fosse vera la versione del Guardon, pardon del Guardian, secondo cui Materazzi si sarebbe vantato di attività sessuali svolte con la madre di Zidane – la quale, peraltro, dichiara ai giornali di non averle gradite – viene da chiedersi: ma è realistico pensare che un giocatore di trentaquattro anni, che ha giocato ai massimi livelli in tutto il mondo, venga sconvolto in questo modo da uno scambio di piacevolezze di quelli che accadono tutti i giorni, non solo sui campi di calcio di qualsiasi categoria, ma anche tra i guidatori ai semafori e nelle code all’ufficio postale?
Se davvero Zidane è così puerile da non capire che le provocazioni di Materazzi (peraltro noto e odiato da sempre, nell’ambiente, esattamente per questo genere di bastardaggini) vanno prese con filosofia, tanto sarebbe valso che si fosse messo direttamente a piangere chiamando la suddetta mamma.
Eppure, pare che Zidane non sia il solo a cui il calcio provoca la regressione a stadi infantili: nientepopodimenoche il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, si è presentato a un serissimo convegno a cui presenziavano Giuliano Amato e il francese Jean-Claude Trichet, direttore della Banca Centrale Europea, portando teneramente per mano proprio Materazzi, solo per sfottere il suddetto Trichet. Non mi è dato sapere come faccia Mieli a disporre in questo modo di quel bel ragazzone, ma, ad ogni modo, anche questo episodio non mi è sembrato il massimo della maturità .