Il cemento nella testa
La settimana scorsa abbiamo organizzato una piccola manifestazione su un argomento per noi molto importante: la cementificazione della città .
Non parliamo solo delle grandi cementificazioni, delle distese di palazzi di cartone costruiti su zone ex industriali malamente bonificate dove spuntano metalli inquinanti nelle pozze d’acqua, come in Spina 3 e come vorrebbero fare allo Scalo Vanchiglia (aka Variante 200). Si tratta anche delle piccole cementificazioni, delle meravigliose villette e palazzetti liberty che vengono rasi al suolo per costruirci sopra palazzi di dieci piani da vendere (non si sa a chi) a caro prezzo, o talvolta anche solo da mettere a bilancio di fantomatiche holding immobiliari da quotare in Borsa o giù di lì.
A me è partito un pezzo di cuore quando hanno abbattuto la villetta che stava all’angolo tra via Pozzo Strada e corso Peschiera, davanti alla quale passavo sempre da bambino per andare a scuola o ai giardinetti; e la stessa fine hanno fatto edifici simili in via Bardonecchia, in via Saffi e ancora altrove.
L’ultima però ha almeno fatto clamore: il palazzo di sette piani che il Comune sta autorizzando (per ora è passato solo in commissione) davanti alla Mole, al posto di un basso fabbricato, cancellando per sempre l’unica angolatura da cui si può vedere la Mole per intero. L’assessore Viano non ha avuto nemmeno la faccia di dissimulare, e ha detto chiaramente che il Comune vuole “fare cassa”.
Peccato che il territorio si possa svendere una volta sola, e che dopo aver costruito palazzoni in ogni angolo di Torino ci troveremo con una cementificazione insostenibile (con tutte le conseguenze che questo porta in termini di inquinamento, incremento del calore, traffico, densità umana ecc.) e soprattutto con una città irrimediabilmente imbruttita. E poi dicono di puntare su turismo e qualità della vita…
Noi abbiamo manifestato sul posto, in modo da ottenere un pochino di attenzione sui media per questo problema; ci siamo presi gli applausi degli abitanti, ma non basta. Però si illude chi pensa di poter convincere Fassino a ripensare queste scelte; perché gli immobiliaristi torinesi, come raccontiamo da anni, sono tra i principali amici del centrosinistra.
P.S. Nel corso della sua marcia di avvicinamento a piazza Castello (sabato alle 17, non mancate), stasera alle 21 Beppe Grillo sarà a Carmagnola, domani alle 18:30 a Ciriè e alle 21 a Pinerolo.
[tags]cementificazione, edilizia, urbanistica, torino, viano, chiamparino, mole, beppe grillo, movimento 5 stelle[/tags]
29 Aprile 2011, 08:56
La necessità di fare cassa è senz’altro una verità , ma arrivare a limitare la visuale della Mole, che oltre ad essere molto bella è il simbolo della nostra città , è l’ultima cosa a cui si dovrebbe pensare.
E’ vero, abbiamo avuto le Olimpiadi, l’aspetto del centro è migliorato, è arrivata la metropolitana, ma tutto questo vale un indebitamento di 6000 euro a torinese (di gran lunga il più alto rapporto debito/cittadini tra i comuni italiani)? Io dico di no, ed anzi penso che sia da irresponsabili arrivare ad un rosso così elevato.
Certo, il comune non è obbligato ad estinguere il debito, ma intanto ci sono gli interessi da pagare, con conseguente riduzione dei servizi e concessioni di interventi edilizi assai discutibili per “fare cassaâ€. E poi, quanti sono i torinesi che sono al corrente della situazione finanziaria del comune? E’ corretto che i cittadini vengano indebitati di una cifra così elevata senza che possano preventivamente esprimersi in merito (e magari senza neppure saperlo)?
Insomma, io sono dell’idea che ci vorrebbe una legge che costringa i comuni ad operare su basi attive, o che comunque ponga un tetto al debito contraibile.
2 Maggio 2011, 22:33
Una buona norma sarebbe quella di evitare l’utilizzo dei proventi degli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente (come funziona in molti paesi europei del primo mondo). Ed invece, guarda un pò, è stato approvato dalle Commissioni riunite I e V del Senato l’ emendamento presentato dai Senatori Bertuzzi e Mercatali (PD) che proroga fino al 31 dicembre 2012 la possibilità per i Comuni di utilizzare tali proventi per la spesa corrente.