Mortadella paranoica
Oggi il Mortadella era discretamente indignato: prima delle elezioni hanno setacciato la mia vita in modo indecente, per trovare qualcosa con cui attaccarmi. Ma io non mi piego!
Poi uno va a guardare, e scopre cosa è successo: centinaia di dipendenti delle Agenzie delle Entrate di tutta Italia, ogni volta che i giornali riportavano la notizia (vera) delle donazioni fatte da Prodi ai figli prima di andare al governo e ripristinare la tassa di successione, hanno utilizzato il proprio accesso di lavoro per andarsi a leggere l’ultima dichiarazione dei redditi e le registrazioni degli atti notarili che lo riguardano (pubblici per legge). Insomma, si sono fatti i cazzi di Prodi.
Certamente hanno abusato dei propri strumenti di lavoro; certamente hanno perso dieci minuti che potevano dedicare ai propri compiti. Ma non hanno violato la privacy di Prodi, visto che le dichiarazioni dei redditi dei politici sono pubbliche (ogni anno i giornali fanno la classifica) e che una persona con una carica pubblica così importante deve rispondere di tutti i propri comportamenti. Anzi, in un certo senso hanno lodevolmente applicato la mentalità hacker, andando a verificare se i giornali raccontavano balle o meno – magari avessero anzi bloggato il risultato…
Di sicuro, questi impiegatucci ministeriali non l’hanno “spiato indecentemente” per alterare il risultato delle elezioni; magari, in mezzo alla massa di cazzeggioni semplici, qualcuno che passava dati a qualche partito o giornale non amico ci sarà anche stato, ma sempre di dati pubblici si trattava. Insomma, temo che Prodi abbia deciso di usare le stesse tattiche salva-cadrega di Berlusconi: se sei in difficoltà , distrai il popolo alzando un polverone e lamentando complotti alle tue spalle.
In tutto questo è degna di nota anche la dichiarazione del ministro Lanzillotta (quella della colazione con Bill Gates) alla trasmissione di Santoro: “Non si capisce perchè uno dei funzionari che lottano contro l’evasione fiscale dovrebbe andare a controllare Prodi: non ha mica un’azienda!”. Siamo lieti di sapere che, secondo il governo di centrosinistra, per evadere le tasse bisogna essere imprenditori.
26 Ottobre 2006, 23:06
Una precisazione: prima delle elezioni di Aprile scorso Prodi non era un parlamentare. E se ci sono delle indagini in corso ( http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200610articoli/13019girata.asp ) forse è perchè le cose non sono state fatte molto in regola.
Il fatto che Prodi giorno dopo giorno si comporti sempre di più alla Berlusconi non lo contesto minimamente, anzi, è la critica peggiore che faccio all’attuale primo ministro.
26 Ottobre 2006, 23:16
Ops, l’ultima frase non l’ho scritta molto chiara. Leggasi: condivido la tua opinione (e le altre analoghe, e penso che siano tante) che Prodi si stia berlusconizzando e contesto esplicitamente tale comportamento da parte del “Professore” (vedansi le altre uscite “i giornali hanno travisato le mie parole”, “i media ce l’hanno con me” e le altre boutades che quando le pronunciava il “Cavaliere” avevo voglia di chiedere asilo politico in Moldova; ora che le pronuncia l’unico candidato di cui ho avuto rispetto negli ultimi 12 anni sto pensando di andare direttamente su di un’isola disabitata del Pacifico).
27 Ottobre 2006, 09:48
E’ chiaro che è tecnicamente un reato utilizzare il proprio accesso di lavoro a una base dati per fare interrogazioni a cazzo, “per curiosità ”, su quanto guadagnano Prodi, Vieri o la Ventura. Però sono piuttosto sicuro (anche se deciderà il giudice) che non è nè un reato contro la privacy nè una forma di spionaggio, ma semplicemente un reato di tipo giuslavorativo, come quello del dipendente che usa il telefono aziendale per fare chiamate personali. Insomma il problema non è Prodi, ma l’aver fatto altro invece di lavorare.
27 Ottobre 2006, 12:52
Ma state parlando dello stesso simpaticone che ha venduto a Fiat Telecom x lo 0,6% del capitale…
Ha regalato la Cirio a non si sa chi (perchè all’epoca non c’era un acquirente ben definito), non valutando nemmeno una proposta formale di Barilla….
Ha svenduto l’Alfa Romeo alla Fiat, quando la Ford prometteva 4 volte tanto con l’impegno formale a non chiudere alcuno stabilimento in Italia per almeno 5 anni…
Ha portato l’Italia nell’Euro ad un cambio da rapina a mano armata (l’euro, in realtà , secondo quasi tutti gli analisti “terzi” e non schierati, sarebbe dovuto entrare tra le 1400 e le 1500 lire a uno e non a quasi 2000, rendendoci impossibili le esportazioni)…
E poi l’ultima finanziaria “straordinaria” ha fatto il resto… è dal 1994 che non vado a votare (a parte qualche referendum, x non essere multato)… perchè se in Italia il politico più pulito ha la rogna… non riesco a distinguere chi ha meno rogna…
e poi andando all’università , mi sono accorto che tutti quelli che non riuscivano a dare un esame manco morti, si buttavano in politica… e chi era più fancazzista, o sapeva meglio dire un sì convinto a qualsiasi cazzata, diventava, come minimo segretario del movimento giovanile di questo o di quel partito (destra – sinistra – centro)…
per cui sono tutte cazzate: meglio il Mortadella del Berlusca… ognuno dice cose che non riesce a mantenere senza andare a colpire il suo elettorato di riferimento…
per cui è meglio parlare di nani e ballerine… stracciarsi le vesti perchè sei diventato un giochino per gli impiegati fancazzisti di qualche ufficio pubblico….
E noi non troviamo di meglio che favoleggiare (grazie Eco, un buon libro ogni 25 anni, ma un mucchio di cazzate da scopiazzare ogni giorno: “SE vince il Berlusca vado all’estero” nel 2001…) di Moldavia o isole nel pacifico…
27 Ottobre 2006, 13:56
Attila, saresti così gentile da spiegarmi come si sarebbe potuto fare entrare la lira nell’euro a 1400-1500? o se preferisci come si sarebbe potuto fare una rivalutazione del 25% della lira (che è esattamente la stessa cosa)?
27 Ottobre 2006, 19:08
Non è esattamente così…
tutti sanno, anche i bambini, che il valore nominale dell’euro è stato “contrattato” da tutti i Paesi, perchè non ha nemmeno fatto un lontano riferimento al suo predecessore ECU…
il governo di allora aveva una necessità assoluta di entrare nell’Euro ad ogni costo, e non si è minimamente preoccupato di vedere il trend al ribasso che, sull’onda dei rifiuti britannici e danesi, stava imperversando in tutta Europa…
l’esempio francese che ha rivalutato di una grossa parte la propria moneta (anche se poi hanno avuto anche il coraggio di lamentarsi di un calcolo troppo difficile per il cambio)…
27 Ottobre 2006, 23:38
il mio parere:
http://www.felter.it/blog/2006/10/la-sindrome-nimby.html
17 Novembre 2006, 13:27
bravo mortadella, non piegarti…..VATTENE!!!!
17 Novembre 2006, 22:31
Attila, scusa il ritardo ma non avevo più seguito la conversazione: magari stavolta attacco CoComment e me ne accorgo prima.
I tassi di cambio con l’Ecu prima e con l’euro poi delle varie valute li trovi qua.
Come puoi notare, c’è stata sì una rivalutazione del franco francese: tra il 1991 e il 1992, e in misura minore tra il 1992 e il 1993. Poi ci sono state solo oscillazioni minimali, come del resto per la lira. I numeri sono questi, che ti piaccia o no.
Poi è chiaro che rivalutare la lira sarebbe stato TANTO apprezzato dai partner europei, ovvio. Lo sarebbe stato un po’ di meno dagli industriali italiani, fidati.
17 Novembre 2006, 23:54
(Anch’io ho aspettato un po’ a rispondere… mancanza di tempo! Con un aggregatore RSS tengo continuamente d’occhio vb ed i suoi frequentatori).
Cito Attila: “(l’euro, in realtà , secondo quasi tutti gli analisti “terzi†e non schierati, sarebbe dovuto entrare tra le 1400 e le 1500 lire a uno e non a quasi 2000, rendendoci impossibili le esportazioni)”
Questa frase ha una cosa che non mi torna: un prodotto italiano da 2000 lire, con il cambio attuale, costa 1.03 euro. Con l’euro a 1400 lire sarebbe costato 1.43 euro. La lira debole non ostacola le esportazioni, anzi, rende i propri prodotti appetibili all’estero a causa del basso costo. Il problema semmai è il contrario: una moneta debole rende costose le importazioni.
20 Novembre 2006, 10:31
La cosa si può vedere anche dal punto di vista opposto. Se un prodotto invece che 1.03 euro costasse 1.43 euro, è molto probabile che alla fine sarebbe costato di meno perché qualcuno l’avrebbe importato dall’estero metti a 1.20 euro e cioè 1650 lire. Questo è il punto che i sostenitori del cambio a 1500 continuano a fare balenare agli occhi dell’ignaro consumatore.
Peccato che si dimentichino che l’ignaro consumatore di cui sopra probabilmente non avrebbe più uno stipendio, perché la sua azienda sarebbe già fallita non riuscendo più a vendere i suoi prodotti né in Italia né all’estero.