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venerdì 14 Dicembre 2007, 14:40

Wikibufale

Oggi, per una volta, parliamo di Internet!

Avrete sentito che il popolo di Luttazzi si rotola sempre più nella cacca: l’ultima l’ha fatta un blogger che, linkato da Repubblica a proposito di Decameron, ha rediretto l’URL del post a un sito porno, per poi fare un filmatino e dimostrare di aver piazzato un porno a un click dalla home page di un quotidiano; dopodiché il blogger e i suoi amichetti hanno cominciato a gridare “cazzi! Repubblica! ah ah ah!” e a scambiarsi figurine per la soddisfazione, mentre gli astanti già puberi sono rimasti basiti.

Io però non volevo parlare di questo, ma del “trionfo di dilettanti in crosta”: Wikipedia. Saprete che io mi pongo rispetto al simbolo dell’user-generated content come un sostenitore critico; la trovo una bellissima iniziativa, purtroppo spesso affollata di persone che, un po’ troppo positivamente, sembrano non vederne né i difetti né i limiti; un po’ come il tipico sostenitore del software libero, per capirci. Dopodiché, Wikipedia è in realtà una somma di fattori ed attori molto diversi, e ne fanno parte sia il wannabe che – pur non avendo la benché minima competenza in termini di storia di Internet – voleva assolutamente cancellare la mia voce su it.arti.cartoni perché gli stava sulle scatole, sia la gentilissima persona che è venuta qualche settimana fa a intervistarmi per Wikinotizie (prima o poi l’intervista uscirà e saprete cosa ho detto).

In tutto questo, arriva via Slashdot la scoperta che sulla Wikipedia inglese la voce “2003 invasion of Iraq”, dedicata allo scoppio della seconda guerra del Golfo, è stata taroccata pesantemente nell’agosto 2005 da qualcuno che lavora presso il Congresso americano, che ha aggiunto varie “weasel word” per trasformare i fatti (“i servizi segreti non avevano trovato tracce di armi di distruzione di massa”) in supposizioni (“alcuni sostengono che i servizi segreti non avevano trovato tracce di armi di distruzione di massa”).

Casi come questo su Wikipedia accadono tutti i giorni, ma qui, per qualche motivo, il magico sistema di revisione democratica di massa delle voci enciclopediche ha fatto cilecca, e la propaganda pro-Bush, pur essendo assolutamente priva di qualsiasi base oggettiva o fatto a supporto, è rimasta nel testo per un bel po’.

Commentando l’episodio, la newsletter The Inquirer definisce Wikipedia “the gospel of truth according to fake penis experts and nerds with chips on their shoulders”. Io non sono così drastico: buona parte di ciò che c’è su Wikipedia è di ottima qualità, uguale o superiore alle enciclopedie tradizionali; un’altra gran parte non è magari altrettanto di qualità in termini editoriali, ma è comunque onesta e informativa, quindi utile. Il problema però è che, crescendo, Wikipedia scopre di trovarsi di fronte a tutti i problemi tradizionali delle enciclopedie, incluso il più pressante: chi garantisce l’imparzialità?

La soluzione tradizionale, oltre ai codici deontologici, è l’accountability dell’editore: si sa chi pubblica qualcosa – non è un caso che la legge italiana obblighi ad indicare committente e stampatore sui volantini politici – e quindi si sa che idee ha e cosa promuove, e si può comunque denunciarlo se diffama o calunnia. Ma in Wikipedia, chi è l’editore? Tutti vuol dire nessuno; e se nessuno è responsabile, Wikipedia diventa un canale aperto e incontrollabile di diffamazione e manipolazione, tanto più pericoloso perché nascosto sotto un manto di pretesa autorevolezza. E si ha un bel dire che anche i droni di Bush (o di Saddam) hanno diritto di modificare Wikipedia: va bene, ma non se il risultato pretende di essere oggettivo e neutrale.

Questa è, secondo me, la vera sfida per Wikipedia: trovare il modo di garantire un editore che risponde di ogni virgola – esercitando un controllo magari basato su norme democratiche ma comunque effettivo – o finire vittima di scandali e casi legali a ripetizione. Senza però dimenticare che la verità non si decide a maggioranza: e che tutte le procedure di votazione avranno il risultato di riflettere in Wikipedia il pensiero della “sciura Maria” internettiana, senza garantire che esso sia anche la verità. Temo però che questo sia il massimo che si può fare.

[tags]internet, luttazzi, decameron, blog, wikipedia, slashdot, iraq, trionfo di dilettanti in crosta[/tags]

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28 commenti a “Wikibufale”

  1. Thomas Jefferson:

    Credo tu abbia centrato un problema, che è la ragione per cui non ho la tua stessa stima per wikipedia.
    Forse le uniche voci ragionevolmente affidabili di wikipedia sono quelle che meno scatenano passioni umane (botanica, per citare un esempio).
    Su tutte le altre voci c’è il parere del prepotente di turno o la verità della maggioranza e temo che ciò sia semplicemente inevitabile. In sostanza un veicolo più nobile per i luoghi comuni di ogni genere.

    Il problema di wikipedia è innanzitutto di carattere
    ideologico.

  2. .mau.:

    vittorio, ma hai provato a guardarla, la cronologia della voce? Ti faccio un sunto, solo perché sei tu.

    # (cur) (last) 2005-08-12T21:07:11 68.199.46.6 (Talk) (Revert to last version by 68.199.46.6 – Vandalism and POV insertion against consensus. Then Readded Bbpen’s legitimate edits.) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T20:21:33 12.25.1.162 (Talk) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T19:59:13 Rama (Talk | contribs) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T19:55:42 Bbpen (Talk | contribs) (→Political / Diplomatic aspects – tighten, add date) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T19:49:42 12.25.1.162 (Talk) (POV tag back up. Seriously, you don’t see POV in this article??) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T19:49:16 143.231.249.141 (Talk) (→Al-Qaeda) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T19:44:53 143.231.249.141 (Talk) (→Purported links between the government of Iraq and terrorist organizations) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T19:43:48 68.199.46.6 (Talk) (Revert changes by 143.231.249.141 to last version by Nightbeast. The dispute about WMDs is over as the administration has admitted. See bottom of WMD section/ Talk Page.) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T19:39:15 143.231.249.141 (Talk) (→Rationale) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T19:36:20 143.231.249.141 (Talk) (→Rationale) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T19:34:56 143.231.249.141 (Talk) (undo)
    # (cur) (last) 2005-08-12T16:30:02 Sciurinæ (Talk | contribs) (changed lead section /see talk page) and parts of what is in ==Political / Diplomatic aspects==) (undo)

    143.231.249.141 è l’IP dell’amico del Pentagono, almeno secondo il link all’interno dell’articolo dell’Inquirer che tu hai citato. Ha fatto due serie di modifiche: una tra le 19:34 e le 19:39, modifiche che sono state annullate alle 19:43 (nove minuti dopo la prima modifica) e una tra le 19:44 e le 19:49, alle quali è stato immediatamente aggiunto un avviso “voce di parte” (cosa che dovrebbe fare capire a chi legge di prendere le cose cum grano salis). Infine, la versione delle 21:07 (un’ora e mezzo dopo le prime modifiche, “un bel po’” dopo) era tornata quella iniziale, salvo una frase all’inizio che però non è “weasel words”.
    I fatti sono quelli: poi è chiaro che c’è chi li verifica e chi si fida di una voce di terza mano…

  3. vb:

    Cioè ogni utente dovrebbe passare mezz’ora a guardarsi qualche centinaio di entry di cronologia, per capire se la voce in quel determinato momento è attendibile o no?

    (Ammetto che io ci ho provato a capire quand’è che le modifiche fossero state rimosse, cliccando sui link “newer edit” in cima alla pagina di confronto. Dopo la sesta o settima pagina di schermate in cui cambiano due righe qui e là – non quelle incriminate – oppure appare e scompare una roba tipo “{{POVCHECK}}”, che immagino sia la tag del messaggio “controllare la neutralità”, ci ho rinunciato. Se non ci arrivo io, come ci arriva l’utente comune?)

  4. .mau.:

    No.
    Un utente deve sapere in ogni caso che wikipedia non dà nessuna garanzia, soprattutto nel breve periodo. (Nel lungo periodo, statisticamente dovrebbe funzionare). Se uno prende quello che legge come oro colato, è un suo problema.
    Quello che ho scritto è che la voce è rimasta “taroccata in maniera invisibile a prima vista” per quattordici minuti (nove più cinque) e “taroccata ma con un dubbio scritto bello chiaro in cima” per un’ora e mezzo (e questi sono fatti, che una persona normale non può probabilmente trovarsi da solo ma può verificare se glielo fanno notare); e che l’articolo da te citato parla di un bel po’ di tempo, giusto per dimostrare che le weasel words possono esserci ovunque.
    Per me, “un bel po’ di tempo” è una settimana, non un’ora e mezzo.

  5. BlindWolf:

    Io la prima volta che ho sentito parlare dell’esperimento che ha portato a Wikipedia (era il progetto di enciclopedia libera di Stallman… ed ovviamente altri – in questo caso Wikipedia, in un altro Linux vs. Hurd – l’hanno fatto meglio) ero estremamente scettico. Poi ho notato che Wikipedia funzionava bene e mi sono ricreduto. Per un balengo qualunque è sempre possibile fare una modifica assurda, ma la correzione è solitamente piuttosto rapida. Inoltre le voci più problematiche hanno già dei differenti livelli di protezione da modifiche indiscriminate.

    Personalmente sono contrario ad avere un figura di direttore responsabile su Wikipedia: renderebbe tale sito molto più vulnerabile agli attacchi legali e di conseguenza più controllabile da parte dei centri di potere. Senza contare il fatto che è molto difficile “moderare” una tale mole di informazione.

    La soluzione, come capita quasi sempre su Internet, sta nel “lato utente”: l’utente deve avere presente i pregi ed i difetti del servizio ed usarlo con consapevolezza. Nel caso di Wikipedia non bisogna prendere tutto come oro colato e prendere le informazioni come basi per ulteriori ricerche (magari iniziando dai riferimenti nel testo).

    Una volta si diceva “l’ha detto il giornale”
    Poi “l’ha detto la radio”
    Poi “l’ha detto la televisione”
    Poi “l’ha detto Internet”
    Arrivare a “l’ha detto Wikipedia” sarebbe rinnovare l’errore che la gggente fa da oltre un secolo.

  6. Alberto:

    Vb,
    No. Semplicemente l’utente deve ricordarsi che wikipedia non è la bibbia ma è il concorso di una innumerevole serie di utenti e non garantisce la verità di quello che scrive anche se garantisce lo sforzo di tutti di essere quanto più possibile neutrale ed affidabile.
    Io però sono portato a sovvertire la questione. Non so se te ne sei mai accorto ma capita con una frequenza ben maggiore che quotidiani nazionali pubblichino notizie clamorosamente false. La differenza è oltretutto che sul quotidiano la notizia falsa o l’affermazione falsa non sparisce dopo pochi minuti ma rimane stampata o pubblicata online ed è al massimo (non sempre) rettificata in un trafiletto qualche giorno dopo.
    Il paradosso è quindi che spesso wikipedia produce, a mano di utenti spesso nemmeno registrati, un risultato più affidabile di quello che producono professionisti che pur sono pagati per quello. Come mai? Sarebbe interessante trovare una risposta a questo quesito…

  7. BlindWolf:

    @Alberto: ammesso e non concesso che la Bibbia sia infallibile :-) . Concordo in pieno con la tua osservazione: basta leggersi “La scomparsa dei fatti” di Travaglio o il blog di Paolo Attivissimo per avere una serie di esempi in cui i gionali cartacei o on-line pubblicano a tamburo battente una bufala (magari per convenienza politica, magari trovata su Internet e non verificata), bufala che una volta sbugiardata regolarmente non viene neppure rettificata (su carta) o viene rimossa alla chetichella (sul Web).

  8. vb:

    Sul fatto che Wikipedia sia comunque mediamente attendibile come e più delle sorgenti tradizionali non ci piove, l’ho pure scritto… Solo a me preoccupa un po’ l’enfasi su questa produzione collettiva e aperta di sapere, senza che si vedano e quindi si affrontino i problemi che comunque genera.

  9. Lobo:

    guarda, VB, son daccordo con la maggiorparte dei commenti degli “altri” a questo tuo post. Nessuno ha detto che la “verita’” debba essere facile da trovare o da scoprire: semplicemente ogni persona deve avere a disposizione i mezzi per ricercare e crearsi la “sua” verita’. Wikipedia e’ uno dei mezzi.

    Fede

  10. bucknasty:

    “il blogger e i suoi amichetti hanno cominciato a gridare “cazzi! Repubblica! ah ah ah!” e a scambiarsi figurine per la soddisfazione, mentre gli astanti già puberi sono rimasti basiti.”

    HA HA, FA RIDERE PERCHE’ I MINORENNI SONO STUPIDI E SI SCAMBANO LE CARTE E NON SCRIVONO PER 16 PARAGRAFI DI UN NEWSGROUP DI CARTONI ANIMATI!

  11. mousse:

    Pensa che a me han segato da wikipedia un elenco lunghissimo di associazioni di gioco di ruolo live italiane, avevo fatto un bel lavoro, avevo elencato tutte le principali. Poi qualcno ha ben pensato bene che un elenco esaustivo era di parte e ha segato tutto, però ha lasciato il link di partenza..

  12. Thomas Jefferson:

    xmau: il processo, nel lungo periodo, dovrebbe convergere non alla verità oggettiva dei fatti (concetto anche difficilmente definibile) ma alla percezione della maggioranza, che è e rimane altra cosa.
    Infatti alcune voci, anche stabili e considerate NPOV sono tutt’altro che NPOV. A ben guardare, anche solo nella scelta delle parole o in lievi accenni o omissioni si intravede spesso un chiaro POV.
    Meglio qualcuno che si assume la responsabilità delle fesserie che dice, come nei quotidiani.

  13. elena:

    L’affidabilità di Wikipedia è stata oggetto di un vivace dibattito. Si ricorda, per esempio, il noto caso Seigenthaler (del 2005) dove un collaboratore ed amico di Robert Kennedy si è visto accusare dalle pagine di Wikipedia di aver collaborato all’omicidio del senatore nonchè di essere una spia sovietica, oppure l’oscuramento delle pagine tedesche della medesima enciclopedia predisposto dall’Amtsgericht Charlottenburg nel dicembre 2005 per aver diffuso false informazioni. Oscuramento cessato al momento della predisposizione delle correzioni.

    L’affidabilità di Wikipedia ha scatenato polemiche un po’ su tutto il globo terracqueo, tuttavia senza trovare soluzioni definitive, come è forse la natura dello strumento in questione.
    In ogni caso non la si può considerare affidabile, perchè vi può interagire anonimamente chiunque, appunto: questo è il suo bello, ma anche la sua debolezza. Chiunque abbia interesse in qualcosa tende a fare la sua voce o a darne la sua versione. Nel mio piccolo mondo è noto (e un po’ ridicolizzato) il caso di quel giovane professore che in un attimo di vanità si è creato la sua propria voce wikipediana a nome suo. Fantastico. Non ha avuto pazienza di aspettare la gloria postuma, cioè, per dirla alla Manzoni, il giudizio dei posteri, cioè di terzi.

    Questo è il punto. Il controllo di terzi ha anche dei vantaggi, non può essere sempre confuso con la censura, esso presuppone la verifica delle affermazioni sostenute, ma lo consente in modo che ciascuno con la spendita del proprio nome, se ne prenda la responsabilità.

    Per questo finchè Wikipedia acconsentirà l’anonimato non sarà affidabile. Ad oggi è un bellissimo giocattolo, un esercizio di libertà e democrazia, un allenamento al ragionamento e alla ricerca, ma nulla più. Per cambiare le cose occorre che gli autori si firmino con nome e cognome e così anche i curatori.

  14. vb:

    Per puro caso, oggi pomeriggio ho scoperto che anche Freakonomics – un libro che caldamente consiglio – parla similmente male di Wikipedia; e non solo perché, non appena il libro è stato pubblicato, entrambi i suoi autori sono apparsi nella pagina “lista di famosi economisti”, anche se uno dei due è solo un giornalista.

    Freakonomics fa l’esempio della voce sullo scandalo dei “Chicago Black Sox”, ossia la squadra dei White Sox del 1919 che fu chiamata tale per essere stata beccata a vendersi le partite. Le fonti giornalistiche dell’epoca dimostrano che il nomignolo nacque in seguito allo scandalo; eppure, su Wikipedia era scritto che il nomignolo nacque perché il padrone della squadra era tirchio e non faceva lavare le magliette: una vera leggenda metropolitana.

    Dopo l’uscita del libro, l’errore è stato parzialmente corretto (la leggenda metropolitana, pur se priva di uno straccio di fatto o documento a supporto, è tuttora riportata, anche se tra weasel words). Tuttavia, per qualche tempo dopo l’uscita del libro, gli autori vennero sommersi di messaggi che li avvisavano che avevano sbagliato, perché Wikipedia diceva il contrario, e Wikipedia non può sbagliare!

    In altre parole, avete un bel dire che la gente deve rendersi conto da sola che ci vuole un approccio critico anche a Wikipedia, ma creando una risorsa con quel nome è inevitabile che la gente la prenda come al 100% verificata, autorevole e credibile; non si può creare una cosa che si chiama esplicitamente “enciclopedia” e poi non fare tutti i controlli che le enciclopedie fanno da sempre. E’ come chiamare un negozio online “Apple Store Europe” e poi dire: è la gente che deve avere il dubbio e controllare se è veramente affiliato alla Apple. Non è vero, è millantato credito e ne rispondi direttamente.

    Se tutto questo non vi basta, potete leggere su Wikipedia la storia della Martini, l’azienda italiana produttrice di vermuth che tentò di appropriarsi del nome del noto cocktail a base di vermuth inventato in California; ma per fortuna in America c’è una forte protezione della proprietà intellettuale nazionale, così gli italiani non poterono rubare il nome del drink californiano e dovettero aggiungere “& Rossi” in fondo al nome!

  15. BlindWolf:

    Curioso che il liberalissimo Thomas Jefferson (un po’ impegnativo come nickname…) sia per una regolamentazione dello user-generated content.

    Tuttavia…
    1) la definizione “the free encyclopedia that anyone can edit” contiene la parola “enciclopedia” (fonte di informazioni solitamente ritenuta attendibile) ma il “che chiunque può modificare” dovrebbe far scattare un campanello di avvertimento a chiunque abbia sale in zucca. “Enciclopedia” non è ancora un marchio registrato come “Apple” o “Martini” (i marchi si registrano per punire le contraffazioni). Se una manciata di balenghi sostiene che “Wikipedia non può sbagliare” non vorrei essere nei panni dei loro neuroni. Confermo il finale del mio post n.5, anzi, penso che siamo già più avanti.

    2) Wikipedia ha anche un’edizione premium in cui le voci sono validate da esperti del ramo, quindi c’è una specie di marchio di affidabilità. Recentemente ci sono state polemiche perchè si è scoperto che un esperto si era solo definito tale e Wikipedia gli ha dato fiducia sulla parola: questo è un caso in cui si tradisce un presunta affidabilità. Ma è anche un caso in cui ci sono delle responsabilità. Adesso Google sta per lanciare il servizio KNOL, un’enciclopedia collaborativa con dei controlli: vediamo come evolve il panorama con questo nuovo concorrente.

    3) parlando dei punti di vista e citando Travaglio: (parafrasi) “C’è differenza (e confusione) tra obiettività, neutralità ed imparzialità. Le prime due sono impossibili da ottenere, la terza è doverosa”. Questo va oltre il Neutral Point Of View. Se parlo di qualcosa di opinabile o controverso la neutralità è impossibile (chiunque ha una posizione su tale argomento); imparzialità è elencare nel modo più esauriente possibile tutti i pro ed i contro sull’argomento.

    4) continuo a rimanere dell’idea che molta gente non ha ancora la maturità sufficiente per l’uso della comunicazione tramite Internet (ecco un esemplare eccellente fresco fresco). Non ce l’ha oggi con Wikipedia come non l’ha mai avuta con l’e-mail, con i forum, con usenet… Internet è la più grande libertà di comunicazione mai avuta dell’uomo, ma la libertà richiede responsabilità nell’usufruirne.

    5) è un po’ contrastante da un lato contestare il tentativo di istituire un obbligo di designazione di un responsabile per ogni sito web “di informazione” e dall’altro chiedere un responsabile per Wikipedia.

  16. Thomas Jefferson:

    BlindWolf: sai indicarmi il punto dove mi sono espresso a favore di una regolamentazione di user-generated content?

    Ho solo detto (e il concetto è molto differente da quanto tu affermi e mi metti in bocca) che non reputo (in generale) wikipedia affidabile per le ragioni suddette. Reputo invece più affidabile ma qualcosa in cui è chiaro chi si assume la responsabilità di quel che scrive, il che non ha nulla a che vedere con la regolamentazione, ma proprio nulla.
    Implica solo firmare la propria opera (e metterci la faccia). Ti è chiara la differenza ora?

    Questo non implica alcuna necessità di regolamentare alcunché. E trovo fastidiosamente ipocrita questa pretesa di NPOV di wikipedia.

    Ah e la disquisizione sull’imparzialità è, a mio avviso, puro sofisma. Uno può agire in coscienza imparzialmente e ottenere lo stesso un risultato affetto da POV.
    Siccome su wikipedia non mi (cioé, a me, sia chiaro) interessa dare un giudizio morale, l’intenzione è troppo poco, conta il risultato. Proclamarsi imparziali non basta.

    Per citare Sciasbat (più sintetico di me): “NPOV non esiste”.

  17. sciasbat:

    Commento solo per fare una precisazione: se volete bere un vero vermuth compratevi il Punt e Mes, altro che Martini!

  18. Thomas Jefferson:

    Sciasbat: giusto per essere NPOV, vero?

  19. sciasbat:

    Sul vermuth sono il POV!

  20. BlindWolf:

    @Thomas Jefferson: avevo capito male il tuo post #12, letto così (e con alcuni altri post fissati nella memoria) credevo che ti schierassi con chi vorrebbe un “direttore responsabile” per Wikipedia. Se ho capito male chiedo scusa.

    Ma personalmente non credo che “uno che si assuma la responsabilità di quel che scrive” sia particolarmente affidabile: esistono valangate di testi firmati contententi inesattezze o addirittura falsità ed omissioni volute, ma finchè l’autore non viene messo di fronte alla propria responsabilità, finchè gli errori o le bugie non vengono resi pubblici e finchè non vengono rese pubbliche le correzioni un lettore potrebbe prendere per affidabile il contenuto.

    NPOV non esiste, lo so anch’io. Ma distinguere neutralità da imparzialità non è un sofisma. Imparzialità è l’esporre dei fatti o delle argomentazioni (non neutrali per definizione) senza mentire. Io e te abbiamo dei punti di vista fortemente distanti a giudicare dai rispettivi post (di persona non ti conosco), ma possiamo essere entrambi imparziali e dare agli altri lettori (e darci a vicenda) due spunti diversi su cui riflettere.
    Non si può essere neutrali. Ma si dovrebbe essere imparziali.

  21. BlindWolf:

    (ma siamo veramente dei geek alla nerdesima potenza se stiamo qui a flammarci sul blog di Vittorio all’una di notte di sabato invece che andare ad ubriacarci ed a rimorchiare come tutti gli altri)

  22. MCP:

    Nerd, geek… per una volta facciamo i patriottici e chiamiamoci semplicemente secchioni O:-)

  23. .mau.:

    @Thomas Jefferson: quod est veritas?
    (tralasciando l’implicita affermazione sulla dittatura della maggioranza)

  24. Thomas Jefferson:

    .mau.: siamo d’accordo su quest’ultima tua affermazione, ti dirò di più, io sono affezionato alla lanterninosofia.

    Tu però affermi “(Nel lungo periodo, statisticamente dovrebbe funzionare)”. Io non nego che funzioni, anzi, affermo che funziona solo che converge alla verità della maggioranza (assumendo la buona fede di chi contribuisce, beninteso). Per te è più vicina alla Verità? O una vale l’altra?
    Nel primo caso è wishful thinking IMHO, nel secondo caso, beh spero non sia quello.

    Se non puoi assumere la buona fede il discorso si complica ulteriormente.

    Ad esempio, come fai a dire che il vandalo era quello del Pentagono e non chi l’ha corretto? Conosci la Verità?
    Perché ora wikipedia sarebbe meno affetta da POV di prima o più vicina alla verità?
    Mi dirai che il fatto che fosse del Pentagono solleva sospetti circa la sua buonafede. D’accordo. E l’altro chi è?

    Guarda, alla fine della fiera, a me non piace l’ipocrisia del pretendere di fare una cosa non affetta da bias. Io in wikipedia un bias ce lo vedo molto spesso, e siccome è diverso dal mio mi irrita.
    Forse, semplicemente, il mio lanternino ha un colore poco di moda e non mi piace il colore della luce gettata dalla maggioranza.

  25. .mau.:

    @Thomas Jefferson: ribadisco. Tu parti dal principio della dittatura della maggioranza. Io parto dal principio che una persona possa anche cercare di trovare un compromesso, soprattutto se c’è un’altra persona dall’altra parte che cerca anche lei di farlo.

  26. vb:

    Però qualcosa che vuole fare l’enciclopedia (altrimenti non ci sarebbe bisogno di tutte le procedure per definire cosa è accettabile o no, basterebbe lasciare libertà totale di modifica; in altre parole, altrimenti basterebbe il Web) e che di fatto diventa la principale fonte di “informazioni affidabili” del pianeta, ha il dovere di assicurare che tutto ciò che vi appare sia ragionevolmente credibile. Non basta sperare che le persone si mettano d’accordo o che chi finisce a gestire quella voce sia preparato e ragionevole (cosa che peraltro è spesso falsa, a giudicare dalla mia esperienza di gente che non capisce niente della tua materia e però, grazie a “posizioni” acquisite nella comunità, se lancia una votazione ha subito venti amici che le vanno dietro).

  27. .mau.:

    beh, a parte che le lamentele sono sempre “pro domo mea”, basta provare a fare partire qualcos’altro. C’è Google che sta lanciando i suoi “knol” che sono appunto tutti firmati dagli autori… la rete è grande e c’è posto per tutto :-)

  28. Thomas Jefferson:

    .mau.: non credo che un compromesso in questo contesto sia rilevante. Inoltre, mi pare che tu assuma che tutti siano in buona fede. Ma allora perché solo il Pentagono era in mala fede? Stava solo correggendo quelli che reputava errori per comunicare la sua verità, come un qualunque altro contributore più politically correct.

    Vedremo knol….

 
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