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Archivio per la categoria 'SinchËstèile'


martedì 2 Giugno 2009, 20:11

La festa della Repubblica

La festa della Repubblica, permettetemi, non è certo la cerimonia ufficiale in piazza Castello.

Io ho festeggiato la Repubblica (l’istituzione, non il giornale del PD) verso le 14 alla Falchera, sotto il sole di via degli Ulivi. Era l’ultimo manifesto: il nostro percorso ottimizzato di attacchinaggio manifesti si concludeva all’estremità più settentrionale di Torino, alla Falchera Nuova.

Via degli Ulivi è un nastro d’asfalto che chiude le famose torri della Falchera, quelle che spesso appaiono nei film e nei video come un’icona delle periferie urbane. Lì attorno c’è poco di tutto, e la cosa più visibile è lo svincolo della tangenziale. A guardare i tabelloni, si osservava come persino il lato di fronte fosse ancora parzialmente libero, e il retro, che dà su un giardinetto, fosse completamente deserto: come se ai partiti, di venire fino alla Falchera e mettere i manifesti anche lì, importasse abbastanza poco.

E allora, tutto sommato, meglio festeggiare la Repubblica (l’istituzione, non il giornale del PD) alla Falchera che in piazza Castello, attaccando un manifesto di una lista civica invece che guardando le autorità che tirano su e giù la bandiera, quella stessa bandiera che poi infangano lasciando marcire il Paese e usando le istituzioni per i propri porci comodi, e alcuni anzi la bruciano proprio.

Comunque, vorrei anche ringraziare quel signore col cane che, vedendoci attaccare i manifesti in via Petrella angolo via Cimarosa, ha riconosciuto il simbolo e ci ha ringraziato (ci ha anche invitato a coprire i manifesti della Lega, che sono ovunque sia perché la Lega ha i miliardi sia perché la Lega se ne frega delle regole e degli spazi assegnati agli altri, attaccando dove le pare; noi invece attacchiamo il nostro solingo manifesto sotto il numero 1 a noi assegnato, e poi andiamo da un’altra parte).

Io sono onestamente rimasto sorpreso dall’incontrare per strada una persona che sapeva esattamente chi siamo, cosa vogliamo fare, che simbolo abbiamo e ovviamente sia intenzionato a votarci. A questo giro quasi nessuno ci conosce, di soldi ne abbiamo pochissimi, per forza di cose non possiamo prendere tanti voti; lo scopo è cominciare a presentarci e a mobilitare le persone dietro il nostro progetto, e insieme poter votare tutti insieme qualcosa con convinzione invece che turandoci il naso o peggio andando al mare e abbandonando le istituzioni ai partiti. Scoprire che, con tutto il lavoro fatto, qualcuno che ci conosce esiste e ci ringrazia è stata una bella sensazione.

P.S. In piazza Castello, domani sera dalle 20:30, ci saremo noi: una serata di immagini, musica e pensieri in libertà, con i concerti di Fratelli Sberlicchio, Blaugrana, Arsenico e Windstorm, con l’intervento di Maurizio Pallante, con le apparizioni in video di Beppe Grillo, e con le presentazioni di noi candidati. Naturalmente sono tutti venuti gratis, il palco è del Comune che è obbligato a darcelo gratis per legge, l’energia è autoprodotta (purtroppo con un puzzolente generatore) e la spesa principale saranno i quasi 140 euro di pizzo SIAE.

Non ci aspettiamo grande pubblico perché abbiamo avuto poco tempo per pubblicizzare, ma volevamo lo stesso fare qualcosa per svegliare la città e insieme per dare qualcosa a tutti i nostri amici e festeggiare con loro. Il palco di piazza Castello è stato poco richiesto, perché i politici non si scomodano nemmeno più a fare i comizi, dove poi c’è anche il rischio che qualcuno li fischi. Ecco, noi invece saremo lì, così se qualcuno vuole vederci in faccia (ma dal vero, non in una foto photoshoppata sui manifesti) e parlare con noi sa dove trovarci: vi aspettiamo.

[tags]repubblica, festa, 2 giugno, politica, elezioni, torino a 5 stelle, piazza castello, concerto, pallante, fratelli sberlicchio, blaugrana, arsenico, windstorm, beppe grillo[/tags]

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lunedì 1 Giugno 2009, 10:10

La Stampa e le elezioni

L’altro giorno mi hanno invitato a diventare fan de La Stampa su Facebook, e l’ho fatto molto volentieri: La Stampa è unica e inimitabile. E’ il giornale che leggo da trent’anni, dove lavorano vari amici, ed è una guida insostituibile alla città… nel bene e nel male.

In questi anni di blog, infatti, vi ho mostrato varie volte quanto sia “aggiustata” l’informazione de La Stampa quando si vanno a toccare gli interessi economici e politici che controllano Torino (nessuna sorpresa: tutti i giornali italiani sono così). Durante questa campagna elettorale ho toccato la cosa con mano in prima persona, visto che sostanzialmente la nostra lista per La Stampa non esiste: nemmeno le migliaia di persone in piazza per Grillo a Rivoli hanno fatto apparire una riga sul giornale.

Immaginate quindi la mia reazione quando un paio di giorni fa la pagina Web della cronaca di Torino si apriva con un titolo a caratteri cubitali: “Elezioni provinciali, le vostre domande a tre dei candidati”. In pratica, La Stampa si prepara a fare uno spottone ai candidati degli schieramenti maggiori – Saitta, Porchietto e Vietti – che guarda caso vanno tutti d’amore e d’accordo su una serie di temi dove girano molti $$$, come l’inceneritore, la TAV e la svendita-maneggio delle ex municipalizzate.

Nel ruolo del pubblico c’erano i lettori del giornale, che avrebbero potuto porre le loro domande ai tre candidati già preselezionati dal giornale, utilizzando il forum di cui sopra. A me sono girate le scatole, e naturalmente ho pubblicato subito una lamentela, scrivendo poi anche in privato ad alcuni giornalisti. Non ho avuto alcun segno di vita dalla redazione de La Stampa, però per parecchio tempo non hanno pubblicato alcuno degli interventi dei lettori; poi sono finalmente apparsi, con il mio proprio all’inizio (fortunello che li ho beccati subito), però il titolone nel frattempo è diventato un titolino in fondo alla seconda sezione della pagina, con visibilità circa nulla (tanto è vero che in questo momento gli interventi sono solo 12).

Insomma, spero di non avergli rovinato l’evento; comunque, in assenza di risposte poco fa ho postato le mie domande ai tre candidati, che riporto qui di seguito:

“Salve,

visto che La Stampa non ha risposto in alcun modo alle mie richieste di partecipare al confronto in quanto candidato presidente della Liista Civica Provinciale Torino a 5 Stelle, mi limito a fare le mie domande da cittadino:

1) Tutti e tre i vostri schieramenti sono a favore della costruzione dell’inceneritore del Gerbido (anzi ho sentito sia Vietti che Porchietto accusare Saitta dei ritardi nella sua costruzione). Ma vi siete documentati? Lo sapete che negli Stati Uniti (i maggiori produttori di rifiuti del pianeta) hanno smesso di costruire inceneritori a inizio anni ’90, che in tutto il resto del mondo si punta su strategie come la differenziata spinta e il trattamento a freddo grazie alle quali gli inceneritori sono superflui, e che gli inceneritori (oltre a far provatamente aumentare il cancro in chi ci abita vicino) sono un business solo per chi li costruisce e solo grazie alle sovvenzioni pubbliche? E le due inchieste della magistratura su presunte irregolarità nell’appalto non vi preoccupano? Insisterete con l’inceneritore del Gerbido?

2) Tutti e tre i vostri schieramenti hanno votato a favore della fusione tra Iride e Enìa senza alcuna clausola di controllo pubblico: in pratica, la mega-corporation che gestisce elettricità e gas dei torinesi (prossimamente forse anche l’acqua) potrà essere comprata in Borsa da cordate di banche di ogni colore, con immaginabili conseguenze sulle nostre bollette. Gli esiti si vedono già sull’aeroporto, dove il socio privato Benetton fa il bello e il cattivo tempo e impedisce lo sviluppo dello scalo, puntando all’utile immediato e a favorire Malpensa e lasciando Torino senza voli (siamo il dodicesimo scalo italiano…). Volete insistere con la svendita dei beni e servizi pubblici, oppure volete riportare queste aziende sotto il controllo pubblico? E gli stipendi dei “manager” nominati dai vostri partiti in queste aziende (sicuramente con grande meritocrazia), cioè 525.000 euro annui per l’amministratore di Iride e 390.000 euro per quello dell’aeroporto, vi paiono giusti o vi impegnate pubblicamente ad abbassarli? E non potevate agire per abbassarli prima?

3) Tutti gli schieramenti parlano di nuove tecnologie come chiave per lo sviluppo… ma voi sapete usare un computer? Siete in grado di gestirvi da soli un profilo Facebook? Tenete un blog, rispondete alle e-mail dei cittadini personalmente… o fa tutto qualche stagista in una agenzia di pubbliche relazioni da voi ingaggiata per la campagna elettorale? E posso trovare da qualche parte un vostro discorso in un convegno internazionale (sarete ben stati invitati a qualche conferenza all’estero nella vostra vita professionale) per sentire come parlate l’inglese?

Grazie,”

Sono molto curioso di vedere se le mie domande saranno selezionate per il dibattito, e in questo caso cosa succederà (i candidati hanno comunque diverse ore di tempo per pensare a come rispondere rigirando per bene la frittata: suvvia, il compito è molto facile). Naturalmente, se volete potete fare domande anche voi.

Chiudo però con una annotazione positiva: La Stampa è anche il giornale che ha messo Tuttolibri sotto Creative Commons, e che tenta faticosamente ma con coraggio una vera migrazione all’era digitale (nonostante i tremendi banner pubblicitari del loro sito); è il giornale che con il blog di Anna Masera fa circolare notizie dalla rete che gli altri giornali manco considerano, e che ci elargisce tutte le mattine le battute fulminanti di Gramellini. Purtroppo in Italia il giornalismo, quando si toccano certi argomenti, è un mestiere a libertà limitata, e la colpa di questo non è necessariamente di chi ci lavora.

[tags]la stampa, torino, elezioni, elezioni provinciali, informazione, candidati, forum[/tags]

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domenica 31 Maggio 2009, 23:54

Colla colla (2)

Certo che dopo aver appiccicato i nostri manifesti alle undici di sera in corso Ciriè, vicino a un gruppo di albanesi fermi in mezzo alla strada a litigare, mentre veniva su il vento e iniziava il temporale, posso davvero fare qualsiasi cosa.

(Comunque, nonostante i nostri eroici tentativi di continuare, ho concluso che attaccare manifesti sotto la pioggia battente è uno sforzo inutile: il manifesto tende a diventare una pallottola di carta velina prima ancora di riuscire a tirarlo su sul tabellone.)

[tags]torino a 5 stelle, politica, elezioni, manifesti, lavori manuali, colla, albania, spaccio notturno[/tags]

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martedì 26 Maggio 2009, 20:06

Beppe Grillo a Rivoli

Ovviamente chi di voi non c’era non ha saputo niente: nessun giornale ne ha parlato, e La Stampa ha preferito riportare la fondamentale notizia di una lettera di lamentele dell’MPA (sì, è un partito, sta nel centrodestra) verso la scarsa attenzione della candidata Porchietto. Ma ieri sera, a Rivoli, convocate solo col passaparola via Internet e con qualche manifesto, c’erano migliaia di persone a riempire piazza Martiri per la presentazione della lista civica comunale Rivoli a cinque stelle da parte di Beppe Grillo; se non ci credete, guardate verso la fine del secondo filmato.

Ieri era la giornata di Rivoli, dunque noi della lista civica provinciale di Torino ci siamo limitati a dare una mano e a distribuire qualche volantino. Durante lo spettacolo quindi io ero nel backstage, e tra una chiacchierata e l’altra (tra l’altro ho conosciuto Carlo Vulpio, poi c’erano anche Sonia Alfano e Maurizio Pallante) ho avuto modo di fare un paio di filmati: nel primo Beppe spiega il concetto delle liste civiche a cinque stelle, e nel secondo potete vedere le facce (vabbe’, le nuche) dei candidati rivolesi, prima di una piccola conclusione di Beppe. Divertitevi.

Ma poi, siccome so che vi interessano gli aspetti meno noti, vi ho fatto anche qualche ripresa del prima e del dopo: e se il prima è semplicemente curioso, l’affetto della folla per Beppe Grillo alla fine è impressionante.

[tags]beppe grillo, grillo, rivoli, torino, cinque stelle, torino a 5 stelle, rivoli a 5 stelle, liste civiche, elezioni, comune, provincia[/tags]

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sabato 23 Maggio 2009, 23:26

Anche di sabato sera

Questi ultimi giorni sono stati frenetici: infatti stasera abbiamo pubblicato in contemporanea il programma della lista, il secondo appello ai cittadini e il blog elettorale, e delle prime due cose io ero il responsabile nonché “lead drafter”. Produrre un documento di 38 pagine mettendo insieme le tue idee, i contributi di testo di una decina di altre persone, i risultati dei questionari ai cittadini e suggerimenti di varia origine non è una operazione immediata, specialmente se nel frattempo hai la casa invasa di operai che spaccano tutto per cambiarti le finestre…

Le ultime operazioni – come fare una versione HTML del programma da mettere sul sito, mandare una mail con il nuovo appello a tutti gli utenti registrati, aggiornare lo spazio sul blog di Beppe Grillo… – sono terminate pochi minuti fa. Comunque anche questa è andata, anche se la polvere che questa operazione ha generato resterà per settimane, e se devo ancora ripristinare la funzionalità del mio salotto (soprattutto la stampante, che in questi giorni è vitale).

Domani, però, prendo “ferie” e dormo: se no mi esaurisco per consunzione prima di arrivare al giorno del voto…

[tags]elezioni, provincia, torino a 5 stelle, beppe grillo, liste civiche[/tags]

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sabato 16 Maggio 2009, 13:02

Dietro le quinte

Ieri sera è stata la mia prima esperienza da ospite in una tribuna politica televisiva, ed è stata molto interessante.

Ero già stato in studi televisivi prima d’ora, quindi la sensazione di finzione totale non è una novità; in questo caso, nell’intero studio (piuttosto grande) non c’era traccia di pubblico, a parte una manciata di accompagnatori dei candidati; ma con le inquadrature strette si fanno miracoli.

Così, ancora pochi minuti prima dell’andata in onda lo studio era occupato solo da un capannello di candidati, impegnati a presentarsi l’un l’altro; così ho conosciuto quasi tutti i miei concorrenti. Ieri sera, in buona sostanza, mancava solo Saitta, la cui strategia pare essere quella di rifiutare i confronti diretti con i concorrenti, sapendo che inanellerebbe figure barbine una dietro l’altra.

Comunque, era evidente una certa suddivisione in gruppi, se non altro per motivi anagrafici: io, Brescia e i tre candidati comunisti siamo simili di età e di atteggiamento informale, mentre Vietti e Porchietto, con molta più esperienza di potere, “si danno un tono”. Vietti è arrivato tardi e ha subito sparato che lui è un ex sottosegretario e questo e quello, mentre la Porchietto era l’unica con uno staff, tre o quattro persone che le scodinzolavano dietro portandole le carte e gestendo telefonate. C’erano poi i due rappresentanti di due partiti inconoscibili, uno era una roba tipo “socialisti liberali” (?) e l’altro era di un movimento talmente di centro che la conduttrice ha dovuto interromperlo disperata più volte perché sparava frasi in politichese prive di qualsiasi contenuto.

Indubbiamente – e immagino che la cosa fosse calcolata – il tutto ha fatto fare bella figura alla Porchietto, di cui la conduttrice continuava a sottolineare che è l’unica donna tra i candidati (e si candida col partito delle veline… mah). Casualmente, si aprono le telefonate del pubblico e pronti via, prima domanda: “Signora Porchietto, come mai Saitta rifiuta il confronto con lei?”.

Io credo di aver detto le mie cose e di aver fatto una buona figura, compatibilmente con la mia inesperienza di televisione e con il mio parlare concitato. Certo le domande non aiutavano: la prima, la terza e la quarta erano relative all’abolizione delle province (abbiamo capito eh, siamo favorevolissimi, ma le cose che fa la Provincia le dovrà pur fare qualcuno e sarà anche meglio che le faccia bene e nell’interesse dei cittadini) mentre la seconda era relativa al problema dell’immigrazione (importante, ma con la Provincia c’entra poco o nulla). Finalmente verso la fine si è parlato di rifiuti, e lì ovviamente ho steso tutti: prima che parlassi io erano tutti (partendo dalla Porchietto) a lamentarsi dei “ritardi nella costruzione del termovalorizzatore”, dopodiché io ho spiegato gli altarini della questione in lingua “parla come mangi” (resteranno le immagini di me che grido “rifiuti zero, rifiuti zero!”) e di lì in poi è stato tutto un coro di “come ha detto il candidato dei grillini…”.

L’altro momento in cui ho steso la platea è stato quando ci hanno imposto di caratterizzarci come “sinistra, centro o destra” e io ho risposto “siamo solo disgustati”.

Il momento migliore però me l’ha dato Rabellino, il candidato di No Euro Lista del Grillo (non c’entra con Beppe Grillo), nonché di Democrazia Cristiana (non c’entra con l’UDC), Verdi Verdi (non c’entra con i Verdi), Lega Padana (non c’entra con la Lega), Lista granata per il Filadelfia (non c’entra con nessuno dei movimenti di tifosi per il Filadelfia) e Pensionati: sulla serietà di questa candidatura giudicate voi… Lui è entrato in ritardo e si è presentato esibendo lo spillone con la scritta “lista” (minuscolo) “GRILLO” (gigantesco) “parlante” (microscopico) “no euro” (minuscolo). Al che, quando è toccato a me, dopo aver fatto il mio intervento sui rifiuti ho chiuso chiedendo apertamente a Rabellino di confermare che, come ha detto l’ufficio elettorale, il suo grillo è quello di Pinocchio e non ha nulla a che fare con Beppe.

Proprio allora si va in pubblicità, mi giro, e mi accorgo che in cinque secondi Rabellino ha sostituito lo spillone con scritto “GRILLO” con un altro recante “LEGA PADANA”! Si torna in onda, e lui comincia come se niente fosse un fantastico discorso sull’indipendenza del Canavese, Canavese provincia, Torino ladrona, da perfetto legapadanista… il tutto detto con una serietà e una credibilità da vero professionista del trasformismo che mi hanno portato ad ammirarlo profondamente. Chi è Mastella rispetto a Rabellino? Nessuno: chapeau.

Chiudo con una nota: alla fine mi sono fermato a parlare un attimo con Ciro Argentino, il candidato dei Comunisti Italiani nonché operaio Thyssen-Krupp di quelli veri, quelli che non hanno preso soldi né accettato compromessi e sono lì impegnati nel processo contro l’azienda. Mi ha raccontato con amarezza, fuori telecamere, di come tutti li abbiano abbandonati, per prime le istituzioni e il sindacato, che invece hanno premiato quelli che hanno accettato i compromessi. Lui mi ha fatto un’ottima impressione e la loro vicenda è non solo drammatica ma vergognosa: al di là dell’ideologia, quando persone che lavorano per poche lire al mese rischiano la pelle e vengono discriminate solo per avere alzato la testa c’è sempre da essere solidali nei fatti, e penso che anche quella per la sicurezza e per la giustizia sul lavoro sia una battaglia che porteremo avanti tutti insieme.

[tags]politica, elezioni, provinciali, torino, televisione, primantenna, beppe grillo, torino a 5 stelle, bertola, porchietto, vietti, rabellino, argentino[/tags]

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mercoledì 13 Maggio 2009, 16:20

Piccione e comunista

La maggior notizia di oggi è la seguente: il piccione che abita nell’intercapedine del mio balcone ha deposto le uova e ora è lì che le vigila senza tregua. Noi facciamo il tifo per il miracolo della vita e aspettiamo la buona notizia:

DSC02112s.JPG

Nel frattempo, ieri sono andato all’incontro con Travaglio e De Lucia. Marco Travaglio un paio di settimane fa ha ricevuto a Berlino il premio annuale dei giornalisti tedeschi per il collega che a livello mondiale più si è distinto per la difesa della libertà di stampa; certamente l’avete letto sui giornali italiani, quelli che riportano i fatti in maniera indipendente e oggettiva, un po’ come questo articolo di ieri del Giornale che ho trovato per caso cercando un link per la notizia di cui sopra; un articolo in cui il giornalista commenta in maniera imparziale alcune fondamentali notizie di pubblico interesse sulla famiglia Travaglio.

Conosco Franco Travaglio da dieci anni e posso testimoniare che metteva in piedi i suoi musical (con me alle tastiere) ben prima che suo fratello andasse da Luttazzi e diventasse famoso; invece ieri era la prima volta che vedevo Marco, e mi sono limitato a domandargli se i politici che ci hanno portato in questa bagna erano le persone sbagliate, o se è un problema di sistema; e lui ha commentato che il dubbio da me posto sul fatto che Veltroni da giovane fosse intelligente e idealista e poi sia finito così lo ha trovato interessante.

Peccato però che l’intero incontro fosse in realtà un comizio del partito radicale. De Lucia racconta fatti più o meno noti: come il PCI di metà anni ’80 (responsabile politico delle comunicazioni tal Veltroni Walter) abbia barattato i decreti craxiani pro-Berlusconi con il controllo totale su Rai 3, giungendo al punto da far avere a Berlusconi il primo contratto pubblicitario nell’Unione Sovietica della perestrojka (questo manifesto non è affatto un fotomontaggio), e come Il Moderno, giornale di partito della corrente migliorista del PCI guidata dal nostro attuale Presidente della Repubblica Napolitano, fosse pieno di inserti pubblicitari di quindici pagine sulle trasferte del Milan, riempiendo le proprie casse con i soldi di Berlusconi.

Purtroppo, però, parlando De Lucia cade nella sindrome tutta radicale del fatto che loro sono meglio di tutti; che le cose che dice Grillo loro le dicevano già trent’anni fa, che Pannella e la Bonino non passano mai in TV, che loro sono gli unici ad opporsi a questo sistema di dominanza berlusconiana – il che, detto da gente che nel 2001 si presentò alle elezioni insieme a Berlusconi, è quantomeno bizzarro. In più, far smettere un radicale di parlare è impossibile: ma li selezionano geneticamente?

Comunque, mi ha fatto piacere constatare che anche un amico appena tornato da un viaggio di tre settimane all’estero ha provato il mio stesso stupore: ha acceso la BBC, la CNN, Al Jazeera, e ha scoperto che il giornalismo e l’informazione sono cose completamente diverse da quello che crediamo noi in Italia. Berlusconi ci ha rubato le parole; oltre a “comunista” (che poi i comunisti in Italia hanno svenduto la democrazia per un piatto di lenticchie, come dicevamo sopra) anche “giornalista” è un termine dal significato ormai completamente stravolto.

Chiudo con un video: volevate vedere un comizio, no? E comizio sia. Ci sono anche quelli dei miei colleghi, in questa pagina.

[tags]torino, elezioni, politica, 5 stelle, grillo, travaglio, de lucia, radicali, pci, comunisti, berlusconi, veltroni, informazione, giornalismo, piccioni[/tags]

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martedì 12 Maggio 2009, 14:18

Brevi

Segnalo velocemente alcuni appuntamenti: oggi alle 18, al Teatro Espace di via Mantova, Travaglio e De Lucia presentano il libro di quest’ultimo sull’inciucio televisivo tra Berlusconi e la sinistra. Domenica pomeriggio organizzeremo probabilmente un incontro con Maurizio Pallante e Paul Connett, per parlare di decrescita e di rifiuti. Infine, lunedì 25 maggio alla sera Beppe Grillo scenderà a Rivoli: un’altra serata da non perdere.

[tags]torino, appuntamenti, travaglio, de lucia, connett, pallante, beppe grillo[/tags]

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sabato 9 Maggio 2009, 21:28

Demoburocrazia

Presentare una lista civica alle elezioni provinciali non è un lavoro facile; dopo aver raccolto le firme e aver recuperato tutti i certificati elettorali nei vari Comuni della provincia, è necessario riordinare e controllare tutte le carte e tutti i timbri, assicurarsi firma per firma della corrispondenza perfetta tra elettore e certificato, contare le firme valide e impacchettare il tutto, facendosi al contempo una fotocopia di tutto, da utilizzare in caso di contestazioni.

Abbiamo iniziato alle 18 di venerdì (e vario lavoro era già stato fatto prima) e solo qualche minuto dopo le tre di notte abbiamo completato tutto, infilandolo in un borsone per la consegna. Ecco quindi alcuni dei candidati al lavoro presso la sede centrale del movimento, temporaneamente stabilita nel salotto di casa mia:

DSC02098s.JPG

Dopodiché, ieri mattina alle 7:30 circa – dopo circa tre ore di sonno – ci siamo presentati all’ingresso del Tribunale di Torino, pronti per la consegna delle firme. Speravamo di essere i primi; l’ordine di presentazione non determina l’ordine di apparizione della lista sulla scheda, ma è rilevante per due motivi; il primo è che, se qualcuno ha firmato per più di una lista, la sua firma viene assegnata alla lista presentata per prima; il secondo è che, se due simboli sono simili o confondibili, anche qui è il primo arrivato ad avere la precedenza.

Naturalmente siamo stati ingenui: al nostro arrivo c’erano già lì varie liste, ognuna rappresentata da un nutrito gruppo di persone a garanzia della posizione in coda, di fronte ai metal detector ancora chiusi. In particolare, i primi ad arrivare erano stati tutti i gruppi della sinistra (nell’ordine Comunisti Italiani, Sinistra Critica e Sinistra e Libertà, mentre Rifondazione era poco dopo di noi) per un motivo molto semplice: oltre ad avere simboli relativamente simili, contano su basi di militanti significativamente sovrapposte, per cui hanno problemi di doppie firme in quantità rilevante; la legge impedisce di presentare più di 1500 firme e dopo lo scarto dei doppioni ne devono avanzare almeno 1000, per cui chi arriva per ultimo rischia l’esclusione.

L’ufficio elettorale apriva alle 8, e man mano che l’ora si avvicinava l’assembramento si infittiva. Il sottoscritto, allenato da anni di stadi aeroporti e concerti, è riuscito a spogliarsi di ogni oggetto metallico e pertanto ad entrare tra i primissimi, non venendo fermato dalle guardie; avrei potuto prendere il numero 2, ma nel rispetto dell’ordine di arrivo all’esterno mi sono accontentato del numero 5.

Peccato che la presentazione di una lista sia una cosa lunga, perché è necessario ricontrollare, contare e verbalizzare tutto ciò che viene presentato, e in particolare le firme. Dunque siamo giunti alla scrivania del cancelliere soltanto alle dieci e un quarto; dopo mezz’oretta ci è stato chiesto di tornare dopo tre ore per concludere il verbale, dando loro il tempo di contare la pila delle firme e dei certificati, che qui potete vedere, depositata sulla scrivania, in tutto il suo splendore.

IMAGE_179s.jpg

Noi abbiamo consegnato 1348 firme, di cui solo 1225 valide e certificate, tra firme apposte con errore o trascritte in modo illeggibile, persone che sono risultate irreperibili nel Comune di residenza dichiarata (già vi dissi che molta gente non sa dove abita…) e persone il cui Comune era davvero troppo lontano perché riuscissimo a recuperarne il certificato nei soli tre giorni che avevamo a disposizione, oppure dove abbiamo incontrato uffici comunali ostruzionisti. Alla fine quelle accettate e verificate sono state 1183; quindi siamo stati ufficialmente ammessi alla competizione.

C’è solo una piccola aggiunta da fare: tra le persone in coda ho visto una faccia che mi era nota, e infatti tra le 38 liste presentate ve ne sono un paio (entrambe presentate dalle stesse persone, con due diverse scatole di firme: complimenti per la capacità di raccolta) che riportano bella grossa la scritta “grillo” o “grilli”, naturalmente senza alcuna autorizzazione o correlazione con Beppe Grillo, che anzi ha già ottenuto ragione dai tribunali lo scorso anno. Abbiamo presentato ricorso, ma la legge – che protegge i simboli dei partiti rappresentati in Parlamento – non protegge invece il simbolo di un movimento come il nostro, né si preoccupa di evitare l’evidente confusione che questo genererà negli elettori, forse perché è funzionale al risultato elettorale dei partiti suddetti.

In più noi non abbiamo il nome di Grillo nel nostro simbolo in alcuna maniera, per via della sua richiesta di lasciarlo fuori per coerenza con la sua posizione sull’abolizione delle province (che condividiamo, ma che per noi non è un motivo sufficiente per lasciare la Provincia nelle mani dei partiti fino a che esiste). E quindi… beh, la forma è salva, la democrazia boh: dato che ci sono persone che da dieci o vent’anni presentano a ogni elezione liste civetta di vario genere, ci devono essere sotto delle motivazioni che mi sfuggono.

[tags]elezioni, beppe grillo, torino a 5 stelle, burocrazia, tribunale, torino[/tags]

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giovedì 7 Maggio 2009, 11:23

In tour (2)

Bene, anche ieri il tour è stato interessante, toccando nell’ordine Collegno, Grugliasco, Rivalta, Rivoli, Rosta, Buttigliera Alta, Avigliana, Almese, Rubiana, Valdellatorre, San Gillio, Druento, Pianezza e infine di nuovo Rivoli.

E la notizia principale è che il tizio che ci aveva detto di abitare a Moncalieri, dove però ci avevano dato notizia del suo trasferimento a Villastellone, da cui però ci avevano segnalato il trasloco a Rivoli, all’ufficio di Rivoli risulta essersi trasferito due anni fa a Bruino. Lo ammetto, ho desistito!

Rinnovo la sensazione che la provincia di Torino sia davvero interessante; ogni paese ha una sua identità e una sua armonia, spesso con monumenti misconosciuti (per esempio, ho frequentato Collegno per trent’anni e non avevo mai notato la chiesa romanica che sta subito a destra di corso Francia dopo il cavalcavia).

Certo, per vederli devi pagare lo scotto di una viabilità improbabile, infilandoti in stradine impossibili: e qui la palma va al municipio di Avigliana, situato nella piazza centrale del borgo medioevale (davvero bellissimo e da poco restaurato) nella quale ci sono una ventina di posti auto che sono gli unici parcheggi nel raggio di centinaia di metri; avendo incautamente superato la piazza per carenza di parcheggio, mi sono ritrovato a salire su strade pavimentate di pietre in direzione cielo, senza manco poter fare inversione.

Ieri però la giornata era bellissima e quindi anche salire a Rubiana o a Valdellatorre (quest’ultimo pure un giro a vuoto, dato che l’unico firmatario in realtà era residente a Corio Canavese: ho desistito anche lì) è stato davvero un piacere. Tra l’altro andavo spesso in bici a Valdellatorre quando stavo a Rivoli; se vi capita l’occasione, è un giro piacevole anche da Torino (per quanto non brevissimo), andata via Collegno – BruereAlpignano, ritorno via San Gillio – Druento – Savonera. E la torre di Valdellatorre merita un book fotografico.

Poi ci sono anche i lati negativi: per esempio, shame on il municipio di Rosta, dove, nonostante l’ordine prefettizio di tenere aperto l’ufficio elettorale anche al pomeriggio martedì, ieri e oggi, in modo che noi poveri cercatori di certificati potessimo reperire qualcosa, hanno sbarrato tutto e alla mia scrollata di campanello hanno risposto che “la signora c’è solo al mattino, è part time”.

Infine, ieri ho visto anche i lati negativi del navigatore: ero in piazza ad Almese e dovevo andare a Rubiana, e sapevo già dove andare, ma avevo il navigatore acceso e mi ha detto “ma no, passa di là”. Io ho commesso l’errore di fidarmi, e il navigatore mi ha fatto fare un giro impossibile per salite e stradine per cinque minuti, per poi riportarmi venti metri prima del punto in cui ero, in modo da poter prendere la strada giusta senza fare inversione. Aoh, ma chi ti scrive gli algoritmi?

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