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Archivio per la categoria 'StillLife'


venerdì 14 Marzo 2008, 14:11

Matematica bancaria

Stamattina sono andato in banca per fare una normale operazione; mentre attendevo, l’occhio è stato catturato da una pila di volantini messa in bella vista davanti allo sportello, pubblicizzanti una nuova polizza-investimento. Si tratta di quei prodotti finanziari che hanno la forma di una polizza vita, per beneficiare di tutta una serie di facilitazioni fiscali e protezioni legali, ma sono in realtà un investimento, che il cliente fa essenzialmente a fine di guadagno. Così mi sono messo a leggere, ed ecco cosa ho trovato scritto (in corsivo il testo del volantino, in tondo i miei commenti).

Caratteristiche principali

Polizza index linked a premio unico;

Si mangia?

Decorrenza 17 aprile 2008 – Scadenza 17 aprile 2014 – Versamento minimo: 2500 Euro;

Indici azionari di riferimento: Dow Jones EUROSTOXX 50, S&P 500 e NIKKEI 225;

Si mangiano pure questi? Secondo voi la signora Maria sa cosa sono?

Rimborso del premio a scadenza, legato al rimborso dell’obbligazione sottostante.

Buono, quindi il capitale è garantito: 2500 verso, 2500 riprendo, comunque vada!

Due cedole fisse del 4,45% lordo annuo in caso di vita dell’Assicurato alle prime due ricorrenze annuali del contratto (aprile 2009 e 2010).

Beh, 4,45%, interessante: decisamente di più del Conto Arancio (il riferimento solitamente inarrivabile per i prodotti obbligazionari delle banche italiane).

Quattro eventuali cedole annue lorde – alle successive ricorrenze annuali del contratto (aprile di ciascun anno dal 2011 al 2014) – corrisposte in caso di vita dell’Assicurato e pari, in ciascun anno, alla somma delle performance trimestrali del paniere degli indici di riferimento;

Ok, quindi dopo i primi due anni mi date il corrispondente di come va la Borsa a livello internazionale, giusto?

Ogni performance trimestrale del paniere è pari al minor valore tra la media aritmetica delle variazioni fatte registrare nel trimestre dai 3 indici di riferimento ed il 3%;

Come come? Aspetta che rileggo… In pratica, se in un trimestre la Borsa (e quindi i titoli che voi comprerete coi soldi che vi do) sale del 20%, voi mi date il 3%; però se scende del 20%, la performance è -20%!

Ehi ma… aspetta un attimo; e poi, la cedola che mi date è annua, ma dipende dalla somma dei quattro trimestri calcolati in questo modo… Per cui se nel primo trimestre la borsa sale del 20%, e poi perde l’1% in ciascuno dei trimestri successivi, a fine anno voi avete guadagnato il 17%, ma la mia cedola è zero! E se invece guadagna il 9% per tre trimestri successivi e poi perde il 9% nell’ultimo, a fine anno voi avete guadagnato il 18%, ma la mia cedola è di nuovo zero! E se la Borsa fa su e giù, quando sale voi guadagnate più di me, ma quando scende perdiamo uguale, quindi a ogni su e giù voi vi avvantaggiate! Certo se crolla la Borsa io non prendo la cedola ma voi perdete… ma voglio proprio vedere se la Borsa crolla per 24 trimestri di fila senza mai risalire e senza che voi facciate altro che star lì a guardare con le azioni in mano…

Caricamenti: 1,15% per ciascun anno di durata comprensivo della garanzia minusvalenza caso morte;

Caricamento… caricamento… devo premere play? Che sarà? Aspetta che cerco su Internet… Toh, guarda: i caricamenti sono “una parte del premio pagato che la Compagnia utilizza per coprire tutti i costi connessi alla raccolta e alla gestione delle polizze emesse”. In pratica sono spese che mi ricaricate! Quindi il 4,45% è al lordo delle spese? Vuol dire che devo togliere l’1,15% dal rendimento… o cosa? E le spese possono mangiarmi il capitale? Ma insomma, sarà conveniente ‘sta roba? Continuiamo a leggere:

La probabilità che il rendimento atteso a scadenza sia in linea o superiore a quello di titoli obbligazionari privi di rischio con durata analoga a quella del prodotto è pari al 15,54% (Fonte: Elaborazione interna – per maggiori informazioni consulta il Prospetto Informativo).

Ok, l’ho copiata proprio come è scritta: allora, com’è la cifra, buona o cattiva? Non sapete? Non vi è rimasta impressa? Eh, peccato che ci sia un grassetto strategico (l’unico di tutto il documento) che “casualmente”, man mano che ti avvicini alla cifra, attrae la tua attenzione, cercando di non farti leggere il numero con cura, e poi ti fa anche pensare “ok questa è la solita clausola legalese, posso anche saltarla”. Purtroppo per loro, anche se in fondo in fondo, sono obbligati a dirtelo: nell’85% dei casi, investendo gli stessi soldi per lo stesso tempo in qualcos’altro e senza alcun rischio, guadagni di più. Ma quanti lo capiranno?

Alla fine, mi sono anche cercato la scheda sintetica, giusto per sicurezza. Credo di aver capito che i “Caricamenti: 1,15% per ciascun anno” vogliono dire che quando gli dai i soldi in mano loro si intascano subito il 6,9% (1,15% * 6), e investono solo il 93,1%, il che vorrebbe dire che la cedola lorda effettiva dei primi due anni è il 3,72445%, e non quasi il quattro e mezzo per cento. Ma la cosa più interessante è la tabellina a pagina 2:

Scenari di rendimento atteso: probabilità dell’evento
Il rendimento atteso è negativo: 0,00%
Il rendimento atteso è positivo, ma inferiore a quello di titoli obbligazionari privi di rischio con durata analoga a quella del prodotto: 84,46%
Il rendimento atteso è positivo e in linea con quello di titoli… : 13,77%
Il rendimento atteso è positivo e superiore a quello di titoli… : 1,77%

Credo che si commenti da sola. E meno male che dopo gli scandali degli anni scorsi ci avevano promesso protezioni adeguate: ma allora, perché una banca può tuttora pubblicizzare in modo vistoso ma confuso un “investimento” che solo nell’1,77% dei casi è più conveniente rispetto ad obbligazioni analoghe e prive di rischio?

[tags]banche, finanza, trasparenza bancaria, parmalat e argentina sono già finite in cantina[/tags]

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sabato 8 Marzo 2008, 11:52

Suzukimaruti e la sindrome di Gabriella

Stamattina, leggendo la mia quotidiana sfilza di blog, sono rimasto affascinato dall’ultimo post di Enrico aka Suzukimaruti. Premetto che Enrico è un amico da oltre quindici anni, e anche se negli ultimi dieci ci siamo frequentati poco, quella polvere di ciclostile che ci ha ricoperto mentre facevamo insieme il giornalino del liceo costituisce un legame inscindibile (e poi era pure cancerogena, che sfiga).

Pur essendo un pensatore anarchico e indipendente, Enrico ha una caratteristica commovente: è rimasto fedele al Partito, quello con la P maiuscola, quello a cui tutti noi sabaudi occidentali, cresciuti nella Greater Stalingrado dell’Ovest (la parte di conurbazione torinese compresa tra piazza Sabotino e il castello di Rivoli), abbiamo dedicato cuori e passioni per anni.

Certo, il Partito non ha nemmeno più la P nel nome (anzi no, in effetti nel passaggio da DS a PD ce l’hanno rimessa), eppure Enrico continua a dedicargli sforzi appassionati e argomentazioni razionali, cercando di riuscire nella disperata impresa di provare come esista ancora la famosa diversità, e come insomma PD e PDL non siano più o meno la stessa roba, come ormai pensa la grande maggioranza degli italiani.

Peccato che il momento sia poco propizio: non solo perché tra il PD di Veltroni e il PDL di Berlusconi c’è la stessa differenza che c’era tra il PSI di Craxi e il PSDI di Nicolazzi, ossia una lettera nel nome e il numero di conto in banca; ma perché la blogosfera è piena di casi come quello di Gabriella Carlucci, dove un esponente di partito si sdraia a difesa di una posizione del partito stesso in maniera talmente acritica ed evidentemente slegata dai fatti – nel senso che qualsiasi fatto opposto alla tesi viene ignorato o rigirato in modo da provare la superiorità del proprio schieramento – da suscitare ondate di commenti che svariano tra lo sdegno e lo sberleffo.

Enrico certo non è paragonabile a Gabriella, non ne ha le tette né il patrimonio e anzi, come dicevo prima, la sua indipendenza di pensiero gelosamente conservata è ciò che gli impedirà una carriera politica che con meno onestà intellettuale avrebbe potuto tranquillamente avere; insomma, loda il PD per amore e non per interesse.

Stamattina l’ho un po’ sbeffeggiato anch’io: d’altra parte come si fa a postare un pippone indignato sull’immoralità del centrodestra nel candidare il leader della protesta di casta dei tassisti romani contro la liberalizzazione, quando il centrosinistra ha come candidato premier il sindaco che ha risolto tale protesta imponendo una tariffa fissa per l’aeroporto del 15% più alta del prezzo precedente, alla faccia del mercato e della concorrenza?

Tuttavia, nonostante questo, credo che sia meglio non infierire più di tanto. Enrico – ma come lui molti altri, chi di noi non ha un amico che è ancora convintissimo elettore del centrosinistra? – è come un fidanzato che tesse le lodi della propria innamorata: a tutti gli amici che la guardano sembra indistinguibile dalle altre dieci ragazze attorno a lei, ma, si sa, l’amore è cieco.

[tags]elezioni, politica, pd, pdl, partito democratico, suzukimaruti, carlucci, l’amore è cieco[/tags]

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venerdì 7 Marzo 2008, 14:16

Lidl news

Ho due aggiornamenti per voi fedeli. Il primo è negativo, ed è che al Lidl è comparsa l’inflazione, e i frollini mattutini sono aumentati di botto: i meno cari – i simil-Tarallucci – sono passati da 1,29 a 1,39 €, mentre i più cari – le simil-Gocciole – sono passati da 1,59 a 1,79 €. Sono pur sempre 2,55 €/kg contro i 3,50, 4,30 e persino 5,00 €/kg delle Gocciole ufficiali nei supermercati normali, con un risparmio che va dal 25 al 50 per cento, ma certo ci sono rimasto male.

Il secondo però è che questa settimana hanno in vendita una tastiera + mouse wireless a 20 euro, il solo mouse ottico wireless a 13 euro, e un set di altoparlanti 2.1 per PC a 20 euro. In genere i prezzi di questo genere di cose non sono così convenienti come il resto, ma se vi interessano affrettatevi: secondo me domani saranno già esauriti.

[tags]lidl, prezzi[/tags]

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mercoledì 5 Marzo 2008, 19:41

Skyfo (3)

Oggi è stata una bella giornatina: ho litigato con chiunque. Mi sembra quindi in tema il proporvi una ulteriore puntata del mio rapporto con Sky, già descritto qui e qui, visto che questa azienda, in termini di correttezza nel rapporto coi clienti, sta cercando duramente di insidiare i pessimi record della Telecom anni ’90.

In pratica, mi è arrivata la prima fattura:

  • con solo due giorni di anticipo sulla scadenza, invece dei 15 previsti da contratto;
  • addebitandomi per il mese di gennaio tutti i pacchetti che io non ho mai richiesto e che loro mi hanno attivato unilateralmente, e che peraltro mi avevano confermato via telefono che sarebbero stati gratuiti;
  • addebitandomi il mese di febbraio, che doveva essere gratis da promozione e successive conferme;
  • e mandandomi in contemporanea il numero di marzo della famosa rivista a pagamento, nonostante io l’avessi disdetta da un mese.

Naturalmente, dopo vari solleciti al servizio clienti via mail (visto che continuo a non poter chiamare gli 199 che loro propongono, avendo solo un cellulare aziendale) mi hanno chiamato loro e mi hanno detto che per gennaio avrebbero prontamente caricato un accredito per correggere l’errore, mentre per febbraio “ha ragione ma aspettiamo a vedere se il sistema le dà gratis marzo, se no chiami di nuovo”. In più, ho chiesto l’invio di una nuova fattura o di una nota di credito – come prova e come obbligatorio fiscalmente, se no la loro contabilità s’annerisce – e mi hanno detto che “il sistema non lo permette”.

Visto che, una settimana dopo, il loro sistema di accounting online riportava ancora la vecchia fattura, ovviamente ho mandato una raccomandata scritta per contestarla formalmente, entro i quindici giorni dalla scadenza come previsto dal contratto (chicca: la scadenza riportata sul sito è sbagliata ed è più avanti rispetto a quella scritta sulla fattura, basandosi su quella si arriverebbe ad inviare la raccomandata fuori tempo massimo…). Vediamo che fanno: se non adempiono, il prossimo passo è il Corecom.

Certo però che vivere in Italia, per queste cose, è davvero deprimente.

[tags]sky, skylife, servizio clienti, fatture, economia[/tags]

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domenica 2 Marzo 2008, 20:33

Toglieteglielo dalle mani!

Oggi questa frase si è applicata due volte!

La prima quando, a cinque minuti dalla fine di Samp-Toro, Cassano ha dato di nuovo di matto: perché è un evidente caso psichiatrico. Già durante la partita si comporta da ossesso, continua a incitare il pubblico, e per festeggiare calcia la bandierina che per tutta risposta gli rimbalza addosso e gli fa pure male; e nel tunnel, a fine primo tempo, cerca la rissa con Di Loreto, che avrebbe offeso l’onore della guardalinee donna, arrivando persino a spingere verso la porta degli spogliatoi avversari – ed è fortunato che Novellino con una mano tiene lui e con l’altra oscura la telecamera.

Poi, a pochi minuti dalla fine, gli fischiano un fallo contro, un normalissimo fallo di gioco, e improvvisamente scatta il raptus: parte coi vaffanculo all’arbitro con gli occhi spiritati, e l’arbitro ovviamente lo espelle. Di lì in poi è un crescendo: grida all’arbitro “uomo di merda”, fa due passi, poi ci ripensa, schiva Barone e cerca di mettergli le mani addosso. Poi si toglie la maglietta e la lancia, cercando di colpire l’arbitro con quella. Fa finta di andar via, poi si rigira e corre di nuovo verso l’arbitro; Rosina (suo buon amico) gli si aggrappa cercando di fermarlo, lui lo sradica, alla fine gli si aggrappano in quattro, compagni e avversari, e lo portano via, anche se a metà percorso, senza preavviso, ha una crisi di pianto e si accascia. Finalmente arriva a bordo campo, e contrariamente al regolamento non va negli spogliatoi, ma resta lì; punta l’arbitro e, in favor di telecamera, gli dice minacciosamente: “Ti aspetto dopo, io sono qui!”, come un qualsiasi tarro che vuole menarti per strada. Per completare la festa, sugli spalti il pubblico doriano individua il capo degli arbitri Collina, lo accerchia, lo insulta, lo minaccia finché gli steward non lo scortano fuori: perché violenza e intemperanze sul campo chiamano con matematica certezza violenza e intemperanze sugli spalti.

Cassano ha gran bisogno di uno psichiatra; ho anche il dubbio che giocare faccia tutt’altro che bene alla sua salute mentale, così come riprendere a correre fece malissimo a Pantani. A Genova e non solo lì, poi, invece di educarlo lo coccolano: prova ne è che di fronte a un episodio che, fatto da un calciatore dilettante su un campetto di periferia, porterebbe alla squalifica a vita, oggi in televisione era già pieno di vallette e commentatori che lo scusavano perché “è un ragazzo” (di ventisei anni) ed “è un patrimonio del calcio italiano”. Già prevedo che una debole squalifica di quattro o cinque giornate sarà bollata come durissima e ingiusta, e tutti ne invocheranno lo sconto in appello, mentre alcuni parleranno anche di complotto contro Cassano e la sua squadra. Certo che se lo portassero veramente agli Europei con la Nazionale, e si facesse una scenata del genere in mondovisione, noi italiani non potremmo più mettere il naso fuori dai patrii confini.

Comunque, c’è anche un altro caso in cui la frase suddetta si è applicata: è che oggi ho aperto il vasetto delle acciughe al verde che mi sono preparato ieri, e non riuscivo più a smettere…

[tags]toro, samp, calcio, cassano, acciughe al verde[/tags]

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venerdì 29 Febbraio 2008, 13:29

A suo cuggino

Intendo farvi partecipi della mia gioia: ho appena scoperto che uno di quelli che faceva Grease con me Рio suonavo la tastiera, lui recitava uno dei ragazzi Р̬ cugino al cantante dei Melody Fall, band di giovani torinesi esibitasi questa settimana sul palco di Sanremo!

Ora sì che mi sento fico!

E poi, proprio ieri ho traslocato l’archivio di spartiti e ho ritrovato l’intera partitura de Il fantasma di Canterville, un altro musical in cui ho suonato quasi dieci anni fa; era scritto diretto e interpretato da Franco Travaglio, che, oltre ad essere un vero talento artistico, è fratello al più celebre (per ora) Marco Travaglio. E’ proprio vero che il social networking prospetta scenari inaspettati…

[tags]cuggino, sanremo, travaglio[/tags]

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mercoledì 27 Febbraio 2008, 12:59

Evasori fiscali

Adesso che vivo da solo, da bravo cittadino, sto facendo le pratiche per aprire l’abbonamento alla Rai: è la tassa più odiata dagli italiani, nonché pagata quasi solo da Roma in su, ma alla fine s’ha da pagare (chiunque ne prometta l’abolizione avrà il mio voto, e comunque questo da solo è un buon motivo per andare al V2-day di Grillo).

In questo processo, dato che per la Rai anche i PC sono televisori in quanto possono visualizzare i programmi Rai dal sito (e a questo punto attendo che chiedano il canone anche agli utenti Internet non italiani), ho scoperto una cosa inquietante, per quanto ovvia: che il canone è previsto non solo per i televisori ad uso privato, ma anche per i televisori utilizzati in ambienti non privati. Unite la legge e l’interpretazione che ne dà la Rai e scoprirete – come peraltro è ben chiaro da questa pagina – che tutte le aziende italiane che abbiano un ufficio contenente almeno un PC connesso a Internet sono tenute a pagare il canone di abbonamento speciale, categoria D, pari a 379,40 euro annui (du’ lirette…).

Naturalmente non conosco alcuna azienda che lo faccia: evasori! Però sarebbe interessante scoprire se la Rai abbia pagato il canone per i PC che certamente ha nei propri uffici…

[tags]rai, canone, beppe grillo, leggi del cazzo[/tags]

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martedì 26 Febbraio 2008, 15:49

Dannati marchettari, hanno colpito ancora

Annuncio sentito all’Ikea: “Vi ricordiamo che presso il ristorante è disponibile il menu bimbi biologico!”

[tags]ikea, marketing, bambiiiiiini, fuffa per masse lobotomizzate[/tags]

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domenica 24 Febbraio 2008, 17:00

Cronache dal Barcamp (3)

Il pomeriggio del Barcamp si è svolto regolarmente e anche velocemente, visto che verso le 16,30 era già tutto quasi finito. Forse si poteva allungare un po’ il pomeriggio, ma alle 18 c’era la partita (anche se, più che una partita, è stata una esibizione di caos quantistico allineatosi puntualmente nel modo più sfigato possibile per il Toro) e quindi buona parte dell’organizzazione doveva scappare allo stadio; del resto, molti di coloro che si erano segnati per parlare non si sono poi materializzati, oppure sono giunti febbricitanti e scarsamente disposti.

A inizio pomeriggio, ho assistito all’intervento di un tizio dal doppio cognome che ha esposto i ben noti problemi di vecchiume del mondo politico italiano. Un ascoltatore remoto l’ha definito “Pierpiersilvio” per il modo un po’ da forzaitaliota (del resto, come fornitore, ha fatto un sito per Forza Italia, e ammetto che la cosa a priori mi puzzava un po’ – come mi sarebbe puzzato l’aver lavorato per il PD, non è questione di partito ma delle logiche con cui i partiti si scelgono i fornitori) ma le considerazioni fatte erano condivisibili; se mai, il punto era “e quindi?”. L’intervento (oltre a sforare, in modo un po’ maleducato, di dieci minuti perchè “ho cominciato dieci minuti dopo”) si concludeva con una disamina di varie piattaforme del “partito di Internet”; idea che torna fuori a intervalli regolari e che invece, secondo me, è deleteria.

Infatti, come ho detto subito dopo nel mio intervento, invece di fondare un partito, che rischia soprattutto di aprire dinamiche di autopromozione da parte di singoli individui, ̬ il caso di lavorare su proposte pratiche, e sulla costruzione della coscienza di come esista una intera generazione di persone con esigenze e problemi simili, attualmente invisibili e non considerati dalla politica. Io comincerei quindi a discutere proposte specifiche su temi come pensioni, welfare, assistenza, esigenze di vita quotidiane dei giovani lavoratori di questo Paese, quelli che Рcome dicevamo Рlavorano con la conoscenza.

Il mio intervento – che volutamente non è stato un discorso, ma la descrizione di un problema seguita da un sollecito per il dibattito in sala – è piaciuto e ha raccolto grande sostegno, non solo da parte di amici come Enrico e Vittorio, ma da parte di persone che nemmeno conoscevo. Io, pur essendo ovviamente preso da mille questioni lavorative e personali, non vorrei lasciar cadere la questione; e naturalmente sarà benvenuto chi vorrà contribuire alla costruzione di una infrastruttura innovativa, sia tecnica che organizzativa, per promuovere questa discussione.

Dopo di questo, mi sono accasciato esausto su una sedia, non prima di aver visto Elena vincere una fonera (prima o poi gliela frego e la provo) e aver sentito qua e là altre presentazioni interessanti, da tal Salvatore Aranzulla che compirà diciott’anni domani (molti complimenti per l’intraprendenza) fino a Iron Bishop che presentava Wikipedia.

In conclusione, è stato un ottimo evento, anzi troppo corto; secondo me si dovrebbe trovare il modo di farlo in un luogo più ampio, su una giornata intera o su due mezze giornate, e con un programma un po’ meglio organizzato, visto che a me questa anarchia totale del modello barcamp piace poco, è dispersiva e non permette di scegliere a ragion veduta cosa seguire. Sarà che di eventi simili all’estero ne ho visti già un po’, e mi sembrano funzionare meglio; comunque credo che lo spazio in Italia ci sia, e mi piacerebbe che Torino diventasse il punto di riferimento italiano anche su questo.

[tags]torinobarcamp2008, torino, barcamp, lavoratori della conoscenza[/tags]

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sabato 23 Febbraio 2008, 14:24

Cronache dal Barcamp (2)

La mattinata si è conclusa con una presentazione di Matteo “LastKnight” Flora, sulle leggi e sui filtri seminascosti che il governo italiano mette a Internet, con tanto di citazioni sputtananti dei vari politici. In sala ha avuto un successone, mentre il pubblico online ha invece reagito sbertucciandolo per la sua mise e i suoi atteggiamenti un po’ istrionici; ma si sa, il pubblico online è spietato.

E’ quindi seguito un ottimo buffet di roba dall’aria molto slow food, ma da ingurgitare in venti minuti perché dovevano fare due turni. Anche in questo Barcamp si è dimostrato che, non importa l’ambiente, il buffet viene sempre plunderato (è il termine tecnico che si usa nei giochi strategici da tavolo per la devastazione totale di un esagono allo scopo di estrarne la maggior quantità di risorse possibile nell’immediato; e poi non cresce più nemmeno l’erba). Comunque, al di là di alcuni vecchietti che reinterpretavano da vicino episodi della grande fame irlandese del 1848 senza alcuna dignità, il tutto si è svolto in modo ordinato e il rancio era ottimo e abbondante (burp).

Si è appena ripreso con un intervento che pare impostato sul leit-motiv “e forza rete, che siamo tantissimi”, e poi alle 14,30 parlerò io.

[tags]torinobarcamp2008, torino, barcamp[/tags]

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