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Archivio per il giorno 5 Luglio 2006


mercoledì 5 Luglio 2006, 23:29

Successi II

Stasera stavo tornando a casa in bicicletta; imboccato il ponte ciclopedonale sulla Dora di via Borsi, al fondo del lungo e stretto rettilineo ho visto arrivare in direzione opposta una mamma con passeggino, sul quale si trovava un bambinetto di un paio d’anni scarsi.

Bene, stavolta il bambino ha cominciato ad agitarsi quando ero ancora a decine di metri, e mentre mi avvicinavo ha tirato fuori il braccio, l’ha allungato in alto, ha aperto la mano, e ha cominciato ad agitarla per salutarmi sorridendomi. Io gli ho sorriso di rimando arrivandogli vicino, e lui si è girato a guardarmi mentre passavo.

Vista la distanza, dev’essere qualcosa nell’odore. Forse devo mangiare meno fagioli?

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mercoledì 5 Luglio 2006, 20:24

Ricatti di piazza

Della protesta dei tassisti parlano tutti; ma siccome siamo un paese dove troppo spesso chi grida più forte alla fine riceve ragione, è una vicenda particolarmente importante.

E’ forse la prima volta che un governo italiano attacca con una simile chiarezza una posizione di privilegio corporativo. L’attacco, a ben vedere, è limitato; certo, viene data ai Comuni la possibilità (ma solo se vogliono) di creare nuove licenze a piacimento; ma è prevista una prelazione per i tassisti esistenti, e soprattutto i soldi incassati per le nuove licenze saranno distribuiti a loro.

Esiste ovviamente un danno patrimoniale dovuto al deprezzamento delle licenze, così come è vero che molti hanno pagato queste licenze centomila o duecentomila euro, indebitandosi per anni per raccogliere il denaro. E’ altrettanto vero che il mercato non viene liberalizzato completamente, e che, ad esempio, 100 o 200 nuove licenze su 1600 esistenti a Torino non portano certo il valore delle licenze esistenti a zero. E’ infine certamente vero che i taxi italiani sono cari e insufficienti; chiunque viaggi un po’ per lavoro lo sa bene.

Certo, si può dire, ci sono corporazioni più ricche e potenti di quella dei tassisti, che molto spesso non nuotano nell’oro; non nego che anche loro abbiano delle ragioni. Ma quello che indigna è la modalità di questa protesta, di questo cosiddetto “movimento”.

Un movimento naturalmente “spontaneo” e “apolitico”, come dimostrano le immagini dei tassisti a braccia tese che salutano l’ex ministro Alemanno mentre arringa la folla al Circo Massimo; un movimento non violento, come dimostrano i fotografi e i cameraman picchiati a Roma, o l’aggressione all’auto del ministro Mussi, o il tassista crumiro circondato e picchiato da tre colleghi a Torino, in via Pietro Micca, solo perchè non scioperava.

Ma soprattutto, un movimento che se ne frega di tutto e di tutti, pur di difendere la propria posizione di vantaggio economico. Se ne frega, ad esempio, dei 3400 invalidi solo a Torino che, senza taxi, sono murati vivi in casa, e non possono andare a lavorare nè a curarsi. Se ne frega di coloro che devono andare in aeroporto o in stazione, anzi li blocca lo stesso all’ingresso anche se si presentano a piedi, per ricattarli di più.

E allora, bravo Prodi a non cedere. L’inizio del mandato è l’unico momento politico in cui le posizioni di privilegio possono essere toccate; più ci si avvicina alle nuove elezioni, e più i gruppi sociali diventano importanti, e quindi intoccabili. E’ vitale per il futuro dell’Italia, che dipende da questa e da tante altre liberalizzazioni, che questa ondata (speriamo lunga) non si fermi sul nascere. E quindi, è importante che sia la maggioranza degli italiani, quelli che non appartengono ad alcuna casta, a sostenere a voce alta questa riforma.

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mercoledì 5 Luglio 2006, 14:07

Benefit aziendali

Stamattina, ore 10 circa, ufficio postale di via Stradella. Io sono in coda per spedire una raccomandata, l’ufficio, come sempre, è strapieno di gente. Delle due impiegate agli sportelli dei pacchi, una è indaffarata a spostare lettere di qua e di là, mentre l’altra serve il pubblico.

Dopo una lunga coda, arriva il mio turno; mi presento allo sportello. La signorina non mi guarda nemmeno, continua a digitare qualcosa di misterioso sul computer, spostando lettere da una pila all’altra. Riesco a farmi dare il modulo, lo compilo, porgo tutto attraverso lo sportello… ancora niente. La signorina continua imperterrita a farsi i fatti propri.

Passano un paio di minuti, in cui io sorrido e gentilmente aspetto i cavoli dell’impiegata, e poi arriva a fianco a me, nel punto dove c’è la porta per passare i pacchi, il cameriere di un bar. Guarda la tizia, lei gli apre la porta, lui infila dentro un vassoio con un succo di frutta, e fa: “un euro e novanta”.

E l’impiegata prende un euro e novanta dalla cassa dello sportello e glieli dà.

E poi, sorseggiando il suo succo di frutta pagato da Poste Italiane, già che c’è ignora me e tutti quelli in coda dietro di me per un altro paio di minuti.

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mercoledì 5 Luglio 2006, 00:32

Football

Ho mandato questo messaggio poco fa, sulla lista dell’ALAC… dove la persona che mi è succeduta come Chair, Annette, è tedesca :-) Ma come spiegare agli americani cos’è la Coppa del Mondo di calcio?

Ok, I admit it: it was mean, even if usual among friends who support opposite teams, to send a message to our Chair just thirty seconds after the match ended, and say “see you in 2010” – apologies. It was a great match, ugly and nervous, as all World Cup semifinals always are. But in the extra times we hit the posts twice, before scoring twice at the very last minute. Germany wasted a couple of good opportunities to score. They were so nasty not to give back the ball, twice, after we sent it out to allow for injured people to be assisted, the most unfair thing you can do in a football match; this only made us more determined to win. Nonetheless, it could have ended differently, but well, that’s life.

And you really can’t imagine what is happening here now. The road in front of my house – and I live quite far from the city centre – is packed, occupied by a huge traffic jam made by hundreds, thousands of cars honking their horns repeatedly at maximum volume. All of them have national flags and people screaming, many of them have people leaning out of the windows, some even their back door opened with two, four, six more people sitting in the trunk, or even standing while the car speeds up. On the sidewalks, children and elderly people wave flags and greet the gathering. There will be no rest and no sleep tonight, for hours and hours, to celebrate. And it’s just the semifinal!

But it was against Germany, our arch-rival in football. 36 years ago, before I was born (but we are taught that match at school), Italy defeated Germany 4-3 in the semifinal, after unbelievable extra times. 24 years ago, Italy won the World Cup beating Germany in the final. 16 years ago, Germany came to win the World Cup in Italy, something that is still hard to swallow. Beating Germany is not like beating anyone else; and having given back some of 1990’s bitterness is already a nice satisfaction. Especially after these last days. The other day, a Lufthansa pilot dumped an Italian school class, and refused to take them on board. The German government shoot a bear that had been born and raised in Italy and then ran through the Alps. Der Spiegel ran an article that described Italians as the usual mafia, pizza and macho junkies. Tonight, the whole country really wanted to show something to our German neighbours.

Now, the final, maybe against France, second ranked in our historical rivals list for European hegemony. However it will end, it will be a month to remember. And thus, I’m so sorry for those few people who don’t speak football.

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