Misteri stradali
Oggi sono andato a Prali, in val Germanasca, e ho percorso per la prima volta la nuova autostrada fino a Pinerolo e poi la nuova variante alla ex statale 23 attraverso la valle Ovina, da Porte a Perosa Argentina.
Sull’autostrada non ho niente da dire, ma la variante, che è stata costruita dopo trent’anni di weekend a passo d’uomo e di proteste dei paesi d’origine dell’Avvocato, mi ha lasciato molto perplesso: è una nuova strada a una corsia per senso di marcia, con un certo numero di viadotti e gallerie, ma su cui ovviamente il traffico viaggia ugualmente a passo d’uomo; anzi, almeno sulla vecchia statale ogni tanto si poteva superare, mentre sulla nuova il sorpasso è rigorosamente vietato; in più, ogni paio di chilometri c’è una rotonda prima della quale si formano regolarmente da cinquanta a cinquecento metri di coda.
Allora mi chiedo: qual è il senso di aspettare trent’anni e di spendere millanta milioni di euro, per spostare la coda di cento metri in linea d’aria? Probabilmente ci saranno meno macchine sfreccianti che disturbano il sonno dell’Avvocato nel cimitero di Villar Perosa, ma per chi da Torino va a Sestriere o negli altri paesi di quelle vallate non è cambiato sostanzialmente nulla, anzi la situazione è un po’ peggiorata.
P.S. Ne approfitto per ringraziare il signore con una utilitaria che al ritorno si è piazzato sulla corsia di sinistra dell’autostrada a 130 all’ora e non si è spostato per almeno cinque chilometri. Vero, il traffico sulla corsia di destra era intenso, ma c’erano parecchie occasioni per rientrare; e dietro di lui si è formata subito una fila di almeno una ventina di auto e moto che attendevano di passarlo, cercando continuamente di segnalare con frecce, spostamenti, clacson e tutti gli altri strumenti utili allo scopo, e allo stesso tempo di evitare il tamponamento dovuto al continuo accelerare, avvicinarsi, rallentare per non centrarlo, spostarsi a destra e a sinistra per farsi vedere e così via.
Dopo il primo chilometro di fisarmonica e mancati tamponamenti, e dopo aver tentato in ogni modo un sorpasso regolare, un motociclista lo ha passato a destra e si è girato a mandarlo affanculo; l’auto successiva, quando finalmente si è spostato, ha abbassato il finestrino e gli ha fatto il dito medio sfrecciando a 160; quello subito dietro ero io, che dopo il quarto chilometro di tappo e di tensione mi ero spostato un po’ verso il centro, in modo che mi vedesse bene negli specchietti, e avevo attaccato direttamente a lampeggiare con gli abbaglianti.
Spero almeno che fosse solo uno stordito, e non lo facesse apposta, visto il rischio tremendo di incidente di massa in autostrada a cui siamo stati esposti per tutti quei chilometri.