Ricatti di piazza
Della protesta dei tassisti parlano tutti; ma siccome siamo un paese dove troppo spesso chi grida più forte alla fine riceve ragione, è una vicenda particolarmente importante.
E’ forse la prima volta che un governo italiano attacca con una simile chiarezza una posizione di privilegio corporativo. L’attacco, a ben vedere, è limitato; certo, viene data ai Comuni la possibilità (ma solo se vogliono) di creare nuove licenze a piacimento; ma è prevista una prelazione per i tassisti esistenti, e soprattutto i soldi incassati per le nuove licenze saranno distribuiti a loro.
Esiste ovviamente un danno patrimoniale dovuto al deprezzamento delle licenze, così come è vero che molti hanno pagato queste licenze centomila o duecentomila euro, indebitandosi per anni per raccogliere il denaro. E’ altrettanto vero che il mercato non viene liberalizzato completamente, e che, ad esempio, 100 o 200 nuove licenze su 1600 esistenti a Torino non portano certo il valore delle licenze esistenti a zero. E’ infine certamente vero che i taxi italiani sono cari e insufficienti; chiunque viaggi un po’ per lavoro lo sa bene.
Certo, si può dire, ci sono corporazioni più ricche e potenti di quella dei tassisti, che molto spesso non nuotano nell’oro; non nego che anche loro abbiano delle ragioni. Ma quello che indigna è la modalità di questa protesta, di questo cosiddetto “movimento”.
Un movimento naturalmente “spontaneo” e “apolitico”, come dimostrano le immagini dei tassisti a braccia tese che salutano l’ex ministro Alemanno mentre arringa la folla al Circo Massimo; un movimento non violento, come dimostrano i fotografi e i cameraman picchiati a Roma, o l’aggressione all’auto del ministro Mussi, o il tassista crumiro circondato e picchiato da tre colleghi a Torino, in via Pietro Micca, solo perchè non scioperava.
Ma soprattutto, un movimento che se ne frega di tutto e di tutti, pur di difendere la propria posizione di vantaggio economico. Se ne frega, ad esempio, dei 3400 invalidi solo a Torino che, senza taxi, sono murati vivi in casa, e non possono andare a lavorare nè a curarsi. Se ne frega di coloro che devono andare in aeroporto o in stazione, anzi li blocca lo stesso all’ingresso anche se si presentano a piedi, per ricattarli di più.
E allora, bravo Prodi a non cedere. L’inizio del mandato è l’unico momento politico in cui le posizioni di privilegio possono essere toccate; più ci si avvicina alle nuove elezioni, e più i gruppi sociali diventano importanti, e quindi intoccabili. E’ vitale per il futuro dell’Italia, che dipende da questa e da tante altre liberalizzazioni, che questa ondata (speriamo lunga) non si fermi sul nascere. E quindi, è importante che sia la maggioranza degli italiani, quelli che non appartengono ad alcuna casta, a sostenere a voce alta questa riforma.
6 Luglio 2006, 00:08
Ritengo che in Italia le cose andrebbero molto meglio se si abolissero tutti i privilegi che ogni categoria ha, evita di esibire tanto pubblicamente e si tiene ben stretti.
Nella nostra nazione si utilizza di solito il metodo seguente: se una categoria ha un privilegio e tutti gli altri se ne lamentano tale privilegio non viene abolito, ma viene assegnato un nuovo privilegio agli altri che così smettono di lamentarsi. In tal caso non si perde consenso perchè abolendo un privilegio si perde molta stima da chi lo perde e non se ne guadagna molta da chi non ce l’aveva già .
Risultato: in Italia qualunque categoria (taxisti e insegnanti, giornalisti ed operai, magistrati e commercianti…) ha qualche “bonus” impensabile in altre nazioni ma che considera un diritto fondamentale. E guai a chi glielo tocca.
Sono quindi anch’io favorevole a questa ed altre iniziative (per esempio in questa occasione, se non sbaglio, si introduce anche la vendita di farmaci di automedicazione nei supermercati con l’assistenza di un farmacista, cosa che tocca il business delle farmacie).
Certo che è relativamente facile per Prodi colpire i tassisti dato che è forse la professione con più elettori di destra. Come Berlusconi aveva alzato le tasse alle Coop (che sono spesso delle imprese che pagano le tasse di un no-profit)
Aggiungo alla protesta dei tassisti che è anche un po’ becera: ho visto una foto dei romani con il cartello “Bersani liberalizza il c**o di tua moglie”
6 Luglio 2006, 08:50
Queste riforme le doveva fare il governo precedente, che si definiva liberista, invece le fa un governo che ha in maggioranza PRC.
Il commercio ha “subito” una riforma analoga ca 10 anni fa, non è morto nessuno.