Se lo Stato arretra
Non è difficile trovare esempi in cronaca: solo negli ultimi giorni, si sono visti (a Torino) un gruppo di pusher senegalesi occupare per tre giorni una delle principali arterie cittadine, difendendo il territorio con la forza; e (a Roma) un gruppo di italiani di periferia assaltare a colpi di mazze e spranghe il bar dei romeni, accusati di ubriacarsi e molestare gli abitanti del quartiere, per riportare un po’ di “ordine” nel luogo dove vivono.
Sono casi di arretramento dello Stato: casi in cui le istituzioni rinunciano al proprio ruolo di mediatori e di garanti – con le buone o con le cattive – della convivenza civile e del rispetto della legge, lasciando libero sfogo agli istinti e agli attriti fino a che la situazione, non gestita, esplode.
D’altra parte, è difficile prendersela con le forze dell’ordine, cronicamente sottodimensionate, utilizzate anche per compiti impropri, e spesso prive di mezzi; costrette ad inseguire ladri e spacciatori che, anche se presi, il giorno dopo sono di nuovo in giro. Il problema è chiaramente politico.
In questo senso, il governo Prodi ha mandato due pessimi segnali all’Italia. Da una parte, con l’indulto, ha rimesso in circolazione malfattori di ogni genere, dimostrando che il crimine paga; dall’altra, al di là di tutte le foglie di fico che in questi giorni vengono agitate, ha prontamente aumentato le tasse. Come a dire: non ce ne frega niente della vostra vita quotidiana o della vostra sicurezza; veniamo una volta l’anno a prendervi dei soldi, e poi sono tutti cavoli vostri.
Non meraviglia, quindi, che di fronte a questo genere di messaggi la reazione crescente sia il fai da te, sia da parte degli onesti esasperati che dei criminali incalliti.
Chissà quanto manca al punto in cui anche da noi, come nelle periferie di Los Angeles o di San Paolo del Brasile, ci saranno intere zone in cui la polizia non oserà più mettere piede, demandate all’autogestione violenta delle fasce più povere e disintegrate della società .
5 Ottobre 2006, 10:22
Se rovescio il tuo discorso vedendola dal punto di vista della politica ti direi:
“Ebbravi cittadini! Facile incacchiarsi perché la polizia è sottodimensionata, perché lo stato arretra, perché si lascia libero sfogo agli istinti, perché le carceri scoppiano e non troviamo un modo migliore di liberarle che l’indulto. Quando proviamo a chiedervi due soldi in più la risposta è “giù le mani!!”, e i poliziotti in più con che soldi li paghiamo e le carceri in più ce le regala qualcuno secondo voi?”
In altre parole, delle due l’una: o si ritiene che lo Stato di fronte a certi problemi quali la sovrappopolazione delle carceri possa ricorrere a soluzioni economiche tipo indulto oppure se vogliamo soluzioni migliori dobbiamo sapere che non sono gratis ed essere pronti a contribuire.
Nel secondo caso, a mio parere, è giusto che lo stato chieda di contribuire a chi se lo può permettere…
Alberto
5 Ottobre 2006, 10:50
post qualunquista al massimo.
L’indulto è stato approvato con una maggioranza dei 2/3 (come da legge) e quindi non può essere colpa del solo governo Prodi (anche se sicuramente Clementone ci ha dato una bella botta)
Le tasse dovrebbero (anche) servire per avere più polizia; altrimenti, da come la scrivi tu, potremmo anche dire che sia meglio non pagare tasse e stipendiare una guardia del corpo.
5 Ottobre 2006, 11:33
Non mi risulta che tra le motivazioni previste per l’aumento delle tasse ci sia quella di rinforzare la polizia, anzi, abbiamo una parte consistente del governo che chiede a gran voce l’abolizione dei CPT e l’ammorbidimento delle leggi contro l’immigrazione clandestina (cosa che, almeno, il precedente non faceva).
Così come ora, è proprio come dici tu: la gente cerca di pagare meno tasse possibili e poi, nei quartieri caldi, o si riempie di allarmi e vigilanti, o va direttamente a fare le ronde in strada. Ma non è che pagando più tasse ci sarebbe più controllo, perchè il governo è chiaramente indifferente alle richieste di maggiore repressione della piccola criminalità .
5 Ottobre 2006, 12:01
non capisco se sei messo così male a soldi o se sei tirchio e basta… e chissenefrega dei dipendenti lidl pur di potermi mangiare le gocciole al cioccolato a 20 centesimi in meno, e giù le mani dai miei soldi non mi aumentate le tasse, e sono davvero stato un coglione a votare prodi che adesso mi prende i miei soldi…
aò?
se veramente pensi che lo stato debba fare il tuo comodo a costo zero, allora hai fatto male a votare prodi, quelli che la pensano come te stanno dall’altra parte.
se invece vuoi vendere le tue meschine rivendicazioni come critica politica di alto livello, allora affronta tutto il problema e non solo una fetta. non vedi investimenti sulla sicurezza? bene. e quali altri investimenti ci sono? non ce ne sono affatto? o ce ne sono in aree magari altrettanto strategiche e più bistrattate (se non smantellate, cfr scuola e sanità tanto per non far nomi) dal governo precedente?
chiedo, eh…
5 Ottobre 2006, 17:00
A giudicare dai provvedimenti che il governo ha preso, credo la motivazione per la quale si è aumentata l’IRPEF per una parte della popolazione della quale io, come vb (mi pare di capire), siamo abbastanza fortunati da fare parte entrambi, sia quello di trovare soldi per rivilitalizzare la nostra agonizzante economia senza tagliare la spesa verso settori quali scuola, ricerca, sanità , giustizia e pubblica sicurezza che già non navigano nell’oro. Il governo precedente si era impegnato solo in parte a fare lo stesso e aveva tappato i buchi più grossi cercando i fondi in fonti di entrata incerte, occasionali ed eticamente riprovevoli quali i condoni, direi che abbiamo fatto dei passi avanti… Altri settori pubblici hanno ben più urgente bisogno di fondi della polizia ma al momento purtroppo sono costretti ad aspettare nella speranza che l’economia possa dare segni di vita salvando molti nostri connazionali e magari concittadini dalla perdita del loro posto di lavoro.
Purtroppo ci sono delle priorità e in tutti i sondaggi di opinione sulle priorità che il governo debba avere che mi è capitato di leggere ho sempre notato che la voce “il posto di lavoro” ha sempre molti ma molti punti in più de “la sicurezza”. Qualcosa vorrà dire, no?
Sarei comunque felice se riuscissimo un giorno a metabolizzare l’idea che per finanziare la spesa pubblica, indipendentemente da dove essa sia indirizzata, è necessario pagare di tasca propria. Sarebbe già un bel passo avanti…
Ciao
Alberto