Periferie pericolose?
È solo questa settimana, dopo due settimane di show mediatico in apertura a tutti i telegiornali, che ho scoperto che la scuola dove alcuni allievi picchiavano un compagno disabile con tanto di video su Google Video si trova a meno di un chilometro da casa mia, dieci minuti a piedi al massimo. (E’ andata peggio a .mau., la cui casa torinese è solo a un paio di isolati, anche se lui non è sufficientemente narcisista da vantarsene sul suo blog.)
Devo quindi concludere che vivo in una periferia pericolosa? C’è chi l’ha fatto, come il blog finto-alternativo (logo da writer, soldi del Comune) di Borgo San Paolo, che leva un grido contro la caduta di immagine creata al quartiere – pur precisando che, sì, il fondo di via Monginevro è ancora amministrativamente nei confini di San Paolo, ma in realtà “è già Borgata Lesna”.
Io però vorrei osservare che ciò che è particolare di questo caso non è il bullismo in sè: in tutte le scuole d’Italia, ora più che mai, disabili, stranieri, diversi e secchioni vengono regolarmente molestati dai compagni nell’indifferenza generale, che anzi, in modo pienamente italico, si trasforma spesso in ammirazione per la protervia con cui ci si impone sugli altri non importa come. L’eccezionalità dell’episodio sta invece nel fatto che persino quattro ragazzetti cretini, dai mezzi intellettivi evidentemente limitati, fossero in grado di riprendere le proprie azioni e di caricare il filmato su Google Video.
E quindi, da oggi sono fiero di vivere in una periferia così avanzata e tecnologica che persino i bulli capiscono d’Internette!