Internet e non capirla
Avrete senz’altro sentito dai telegiornali la notizia dell’incriminazione di Google per concorso in diffamazione a mezzo stampa, per la ripubblicazione del video del ragazzo disabile picchiato. Casi come questo si stanno moltiplicando: ad esempio il caso Tuttosport contro Toronews – dove la discussione sulla diffamazione è solo il pretesto per una lotta commerciale – pare si arricchirà presto di una vera denuncia, con conseguente ulteriore autocensura del forum.
Si tratta della linea di pensiero, in circolazione da anni, che vorrebbe estendere ai portali e a qualsiasi sito che pubblichi contenuti anche non propri (forum, newsgroup, aggregatori di blog…) la responsabilità tipica dell’editore e del direttore di un giornale, quella su tutto il contenuto del proprio prodotto. Questa responsabilità fu introdotta per evitare che un giornale conduca una campagna denigratoria contro qualcuno scaricando poi le responsabilità legali sui poveretti pagati per scriverla, invece che su chi li paga.
Peccato che qui nessuno paghi o incentivi nessuno, nè costruisca linee editoriali: si tratta di aggregatori neutri – neutri, perchè non verificano in anticipo il materiale prima di diffonderlo – di contenuti. Si tratta dell’omino che porta i giornali direttamente dal produttore al consumatore, non di un editore, cosa che al massimo potrebbe essere nel caso in cui si tratti di servizi moderati ex ante – in cui quindi esistono una visione e validazione a priori dei contenuti, e quindi anche una scelta editoriale – o di aggregazioni non automatiche ma svolte da un umano.
Nel resto del mondo (ultima una recentissima sentenza della Corte Suprema californiana) esiste spesso chiara legislazione o giurisprudenza che stabilisce come per i siti che ripubblicano contenuti degli utenti in modo automatico non vi sia responsabilità del gestore del sito sui contenuti diffamatori o lesivi del copyright, se non quella di rimuovere il materiale offensivo su segnalazione.
A questo punto sarebbe bene considerare l’opportunità di un provvedimento che metta ordine in questo settore anche in Italia, stabilendo le effettive responsabilità ma anche evitando che una applicazione a tappeto delle norme sulla stampa finisca per mettere a rischio tutti i portali da Google in giù, e tutti gli spazi di discussione in rete; e agendo prima di farci ridere dietro ancora una volta da mezzo mondo per aver spedito la polizia postale ad oscurare Google.
25 Novembre 2006, 12:39
Sicuramente non ha senso voler equiparare ad una testata giornalistica (come sembra intendano fare alcuni magistrati italiani che indagano sulla faccenda del poveraccio picchiato dai compagni) un servizio come Google Video. Se non ricordo male infatti una testata giornalistica è identificata da un direttore responsabile ed è caratterizzata dalla periodicità , cosa che per una cosa come Google Video manca del tutto.
Credo che una volta di più non si tratti di un problema di assenza di strumenti legislativi, quanto di totale ignoranza di quelli esistenti.
E’ notizia di oggi (copio da Il Giorno) infatti la perquisizione degli uffici italiani di Google per cercare informazioni sugli “organigrammi societari per ora piuttosto ‘evanescenti'”.
Nello stesso articolo il ministro Fioroni annuncia “un giro di vite contro i videogiochi, internet e la TV spazzatura”.
In tutta questa faccenda il buon senso è sempre più evanescente.
25 Novembre 2006, 14:44
Italia sì, Italia no, Italia gnam… La terra dei cachi…
Ancora una volta ci adoperiamo ad essere sempre di più lo zimbello del Mondo Occidentale…
26 Novembre 2006, 18:40
Prova sicurezza
alert(‘LorD KevlerA – DefCon Zero Crew’)
27 Novembre 2006, 14:37
Che è, codice javascript nei miei commenti?!?
27 Novembre 2006, 19:29
E’ un assurdo. Non per niente l’Italia ha perso la guerra con una resa incondizionata. I video danno a tutti la possibilità di esprimere il proprio talento e le proprie idee. Se chi contribuisce a migliorare la nostra esistenza con nuove iniziative e idee come i video, viene punito e incriminato, allora vuol dire che abbiamo perso il buon senso e il senso della ragione e della giustizia.
Ritengo ingiusto incriminare Google, anzi, il video incriminato ha evidenziato una verità , quella del bullismo, che c’è da sempre, già dai tempi di Gesù, non solo nella scuola, ma dappertutto, mettendo a nudo una realtà che l’ipocrisia dei media tradizionali diffcilmente avrebbe portato a galla.
27 Novembre 2006, 23:41
(x vb) Evidentemente LorD KevlerA ha provato a vedere se i tuoi commenti oltre al grassetto ed al corsivo prendono anche il javascript. Evidentemente dopo il post il codice javascript (o per lo meno i tag script) viene filtrato, altrimenti aprendo la pagine sarebbe apparso l’alert.