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sabato 18 Novembre 2006, 12:45

Periferie pericolose?

È solo questa settimana, dopo due settimane di show mediatico in apertura a tutti i telegiornali, che ho scoperto che la scuola dove alcuni allievi picchiavano un compagno disabile con tanto di video su Google Video si trova a meno di un chilometro da casa mia, dieci minuti a piedi al massimo. (E’ andata peggio a .mau., la cui casa torinese è solo a un paio di isolati, anche se lui non è sufficientemente narcisista da vantarsene sul suo blog.)

Devo quindi concludere che vivo in una periferia pericolosa? C’è chi l’ha fatto, come il blog finto-alternativo (logo da writer, soldi del Comune) di Borgo San Paolo, che leva un grido contro la caduta di immagine creata al quartiere – pur precisando che, sì, il fondo di via Monginevro è ancora amministrativamente nei confini di San Paolo, ma in realtà “è già Borgata Lesna”.

Io però vorrei osservare che ciò che è particolare di questo caso non è il bullismo in sè: in tutte le scuole d’Italia, ora più che mai, disabili, stranieri, diversi e secchioni vengono regolarmente molestati dai compagni nell’indifferenza generale, che anzi, in modo pienamente italico, si trasforma spesso in ammirazione per la protervia con cui ci si impone sugli altri non importa come. L’eccezionalità dell’episodio sta invece nel fatto che persino quattro ragazzetti cretini, dai mezzi intellettivi evidentemente limitati, fossero in grado di riprendere le proprie azioni e di caricare il filmato su Google Video.

E quindi, da oggi sono fiero di vivere in una periferia così avanzata e tecnologica che persino i bulli capiscono d’Internette!

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4 commenti a “Periferie pericolose?”

  1. bozzolina:

    il punto è che non vale più (se mai è stata valida, ai primi del secolo credo comunque più di oggi) l’equazione ragazzino problematico a scuola = provenienza socio-economica disagiata.
    Oggi sempre più nella scuola si osserva che il disagio (manifestato in varie forme, di cui il bullismo è una) è assolutamente trasversale alle classi sociali e soprattutto non ha molto a che vedere con il reddito della famiglia di origine. Anzi, tra le cause dei problemi che osservo direi che un’ottima posizione la detengono le carenze affettive, generate da forme subdole di abbandono e a loro volta causa di enormi problemi di autostima, concentrazione, capacità di astrazione, etc.
    Insomma, non è poi così strano che personcine tanto povere dentro da arrivare a prendersela con un compagno “diverso”, provengano da famiglie con una disponibilità di denaro sufficiente a garantire un pc a casa, un collegamento all’internette e il conseguente tempo per smanettarci liberamente fino ad imparare a farci qualche cosa.
    comunque, da residente in borgo san paolo, concordo assolutamente con il giornalino di quartiere: il fondo di via monginevro non ci riguarda minimamente!!! :P

  2. BlindWolf:

    Aggiungo che:
    1) quante volte nella cronaca si parla di casi di bullismo attuati da ragazzi “benestanti” e “di buona famiglia”? Tanti…
    2) come al solito siamo indietro: la pubblicazione di filmati del genere in rete in altre nazioni (Inghilterra in primis) avviene già da tempo ed ora è un fnomeno dilagante ( http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=5196 ).

    Io vengo da un paesino sperduto in mezzo alle risaie e la parola “campanilismo” indica una sorta di superiorità del proprio paesello rispetto a quello vicino. A quanto pare in città la stessa cosa capita tra i quartieri :-)

    P.S.: fino all’anno scorso abitavo vicino all’inizio di via Monginevro (Cenisia), ora mi godo una tranquilla periferia a Barca.

    P.P.S.: a Torino sono più malfamati alcuni quartieri più o meno centrali! (Porta Palazzo, San Salvario…)

  3. .mau.:

    come, non avrei segnalato?

  4. vb:

    Ma hai modificato il post tre giorni dopo, così non vale, come faccio ad accorgermene? :-P

 
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