Biscotti
Cosa deve succedere oggi pomeriggio lo sanno anche i sassi. Cioè, la maggior parte del popolo dei forum granata incita la squadra alla vittoria, che darebbe la salvezza matematica; non vuol sentir parlare di pareggio. Ma la minoranza del forum ch’è fatta di uomini di mondo non ha fatto altro che ripostare una immagine, questa:
Largo alla vaniglia, arriva il cacao: 0-0 (o 1-1, che fa più fine) e tutti a casa, ché in tal caso basterebbe la sconfitta di una fra Catania, Chievo, Cagliari e Reggina per essere entrambe matematicamente salve; e, se non basta, sarà poi d’avanzo un pareggino la domenica successiva per essere salvi con praticamente qualsiasi combinazione degli altri risultati, a parte una invasione aliena.
Il biscotto è il pasto principale della fine campionato; se ne ricordano infiniti, anche clamorosi. Ci sono ad esempio il famoso Milan-Brescia 1-1 che spedì in B la Fiorentina, o quel derby di Roma finito 0-0 in cui, nel secondo tempo, la palla non arrivò mai in alcuna delle due aree di rigore; persino Milan-Reggiana 0-1, col Milan già campione d’Italia e la Reggiana che si salvò con l’insperata vittoria. Il Livorno stesso è noto per alcune situazioni invero particolari, a cominciare da quel Livorno-Siena 3-6 finito dritto dentro Moggiopoli (sei gol in casa dal Siena non li prenderebbe nemmeno la Puteolana). Un mesetto fa, Livorno-Reggina 1-1 è finita tra gli insulti del pubblico di casa e le grida di “venduti”, con Lucarelli a dire “non giocherò mai più a Livorno” (le domeniche dopo era regolarmente in campo).
Già , perchè uno degli ingredienti principali del biscotto è l’ipocrisia: il pubblico deve indignarsi, le altre squadre devono infuriarsi, nessuno deve mai e poi mai ammettere l’evidenza. Per dire, domenica scorsa il Livorno ha fatto una piazzata, dopo la vittoria del Toro a Roma (di cui non si sa molto, ma a giudicare dai quindici angoli e tre pali della Roma, se anche fosse stato un impasto non era per un biscotto a perdere). Spinelli e Lucarelli hanno gridato allo scandalo, accusando il Toro di aver comprato la partita, di essere una squadra di farabutti e maneggioni (sempre con quel detto e non detto, che in Italia si è ipocriti anche nelle accuse).
Ora, dovete sapere che Spinelli, attuale presidente del Livorno, è l’ex presidente del Genoa; vive a Genova da sempre e ha fatto i miliardi in attività commerciali nel retroterra, ossia nella provincia di Alessandria, da cui proviene Cairo. Tempo fa, pare che Spinelli avesse cercato di vendere a Cairo l’Alessandria (come? Spinelli non è mai stato il proprietario dell’Alessandria? sì, vabbe’). In generale, si conoscono da quindici anni. Negli ultimi diciotto mesi, le due società si sono scambiate quattro giocatori (Lazetic, Melara, De Ascentis, Fiore) a botte di prestiti e regali. La probabilità che uno cerchi di mandare in B l’altro è più o meno pari a quella che io diventi il prossimo presidente degli Stati Uniti.
Certo, la storia è piena di biscotti venuti male, senza arrivare all’estremo di quel Venezia-Bari 2-1 in cui, a cinque minuti dalla fine e sul risultato di 1-1, il Venezia spedì in campo lo sconosciuto brasiliano Tuta, che aveva visto il campo per dieci minuti in tutto il campionato. Egli entrò, e nello stupore generale segnò un gol incredibile. Fu pestato in campo dai giocatori di entrambe le squadre, e immediatamente venduto alla squadra delle miniere di sale del Mato Grosso. Quindi, esiste anche il caso che oggi qualche giocatore con vecchi conti da regolare o con poca esperienza di vita stortagni la partita e sbricioli il biscotto: vedremo.
Ma prima che vi indigniate, ricordatevi che il calcio è bello proprio perchè è lo sport che più fedelmente mette in scena le commedie e le tragedie della vita reale: incluse le amicizie, le inimicizie, le guerre, i tradimenti, le disonestà e le miserie umane. Non sarebbe così bello se fosse solo un banale sport, mirato soltanto alla prestazione fisica o al gesto tecnico, di cui, detto onestamente, non ci frega nulla.
E quindi, sarebbe bello che Torino e Livorno potessero oggi consumare meritatamente il proprio agognato biscotto, finendo la partita abbracciati a fare il gesto dell’ombrello ai tifosi perdenti dell’odioso Catania, la cui sconfitta renderebbe il biscotto pienamente saporito.
Non fosse che il Catania gioca a Genova con la Sampdoria, che, con grande sportività , farà riposare le proprie punte titolari per far giocare un attaccante della primavera e il figlio di Gheddafi. Indigniamoci!