Multarolo del c…
L’espressione viene da un vecchio post di Andrea (che tra l’altro, come ho scoperto cercando il link, ha ricominciato a bloggare, seppur saltuariamente), e non avrei mai pensato di essere io ad usarla per qualcuno. Eppure, ammetto che mi è subito tornata in mente leggendo questa lettera, ossia la risposta di un responsabile dei vigili urbani a un articolo della Stampa (questo) che denunciava la nuova abitudine dei vigili torinesi di piazzarsi in incognito, contromano, in divieto di sosta e in posizioni pericolose pur di effettuare multe tramite telecamera. E dire che, pur essendo un guidatore sportivo, non ho mai commesso infrazioni significative né perso punti dalla patente, e non avrei mai pensato di trovarmi un giorno a simpatizzare col multato anziché col multante.
Premetto che un dibattito come quello di cui sopra non dovrebbe nemmeno esistere: gli automobilisti dovrebbero fare il proprio dovere, rispettando i segnali stradali; e i vigili dovrebbero fare il proprio dovere, rispettando le leggi che – essendo noi uno stato di diritto – impongono loro certi vincoli a garanzia del cittadino.
Purtroppo, come al solito, bisogna buttarla in caciara: e allora da una parte ci sono gli automobilisti che guidano in maniera pericolosa (il che, tra l’altro, vuol dire troppo veloce ma anche troppo piano o troppo distrattamente) e si lamentano quando vengono multati, anche quando hanno torto marcio; dall’altra ci sono i vigili che si comportano da sceriffi, spesso selezionando accuratamente le proprie vittime tra quelle che non alzeranno mai la voce.
Dopo accurata analisi, io mi sento più dalla parte dei cittadini incazzati, che da quella dei vigili. Perché il traffico a Torino è iper-regolamentato, e in questo caso noi torinesi diamo il peggio di tutti, incrociando una ossessione svizzera con una faciloneria tutta italiana.
Perché sono d’accordo anche io che la svolta a sinistra dal viale di corso Regina Margherita sia pericolosa e di intralcio, e quindi vada repressa; anzi, per favore, reprimetela più duramente. Ma non credo che sia necessario mettersi in incognito e contromano per farlo: ci si può mettere oltre l’incrocio e fermare i trasgressori per contestare la violazione. L’effetto repressivo è anche maggiore, visto che pure quelli che non saranno fermati vedranno i vigili e penseranno che la prossima volta potrebbe toccare a loro. Solo che così si fa meno cassa, e il piatto del Comune piange.
Un altro problema è poi la quantità abnorme di divieti che sono spuntati in città negli ultimi anni, spesso così tanto per vietare, senza pensare ad offrire alternative a chi da quella parte dovrà pur passare. Ad esempio, sono comparsi divieti di svolta a destra in vari viali; da corso Peschiera in corso Monte Cucco e in corso Racconigi, per dire. Sarà anche possibile che la svolta a destra in quel punto intralci, ma allora si doveva aprire un varco per permettere l’immissione nel controviale poco prima dell’incrocio; o come minimo mettere una indicazione preventiva all’incrocio precedente (costringendo però chi deve svoltare a percorrere centinaia di metri in controviali pieni di auto in doppia fila, cantieri e ostacoli vari…). Fatto così, vuol soltanto dire mettere un divieto in più, magari per poi fare delle multe – a quel punto veramente insensate.
Idem per i limiti di velocità lumaca (cinquanta all’ora nei grandi viali è una velocità ridicola, così come settanta in strade extraurbane senza incroci come gli approcci alle tangenziali), per i divieti di sosta non interpretabili da essere umano (quelli con sei fasce orarie diverse, una di divieto, una solo per residenti, una di sosta a pagamento, una solo per operatori con contrassegno giallo a righe…), per le strisce gialle con cui qualsiasi potentato parapubblico si ritaglia parcheggi gratuiti in pieno centro (i mezzi pubblici li usino i privati), e così via.
A tutto questo si aggiunge la sostanziale impunità per altri tipi di violazioni che i vigili e le forze dell’ordine dovrebbero reprimere, dal commercio ambulante ai lavavetri ai semafori, dai parcheggiatori abusivi ai furgoni abbandonati con le quattro frecce in mezzo ai viali (ma guai a toccare i commercianti).
Per cui, massima ammirazione per chi combatte quotidianamente la dura lotta contro il caos del traffico, ma preferirei che prima di tutto si regolasse il traffico in modo ragionevole, eliminando i divieti troppo restrittivi – anche perché troppi divieti uguale nessun divieto – e poi che ci si dedicasse anche ad altro, non solo alle multe via telecamera; e che comunque i vigili dessero sempre l’esempio, invece di farsi spesso vedere a fare le stesse manovre vietate e pericolose che poi stigmatizzano quando le facciamo noi.
Se no, anche a Torino finirà come a Settimo, dove il sindaco, dopo aver tappezzato la cittadina di telecamere anti-rosso “ciniche e implacabili” che scattavano anche quando avevi ragione, è stato costretto a mettersi in ginocchio sui ceci per evitare il linciaggio da parte dei propri cittadini.
Oppure come a Collegno, dove il nuovo autovelox e controllo del rosso all’incrocio tra corso Francia e via Castagnevizza è stato distrutto a sassate dagli abitanti della zona, esasperati dopo la prima ondata di multe per essere sfrecciati su un viale a tre corsie alla temibile velocità di cinquantasei all’ora.
Saranno degli incivili, ma non si può non capirli.